Guglielmo De Franceschi, cittadino italiano, è stato ucciso sabato sera mentre era a cena in un centro commerciale. Le ipotesi: tentativo di furto o “sicariato”. Il cordoglio dell’ambasciata
MARACAIBO – Guglielmo De Franceschi, comandante del gruppo unificato antisequestri nello Zulia, cittadino italiano, è stato assassinato sabato sera da tre killer che lo hanno freddato mentre si trovava a cena in un locale pubblico. La Polizia Regionale ha parlato di “tentativo di rapina”, ma i testimoni non ci credono: quello a cui abbiamo assistito, affermano, è sembrata più l’azione di sicari della malavita. L’ambasciata italiana, appresa la notizia, ha espresso il suo più profondo cordoglio per la perdita di un funzionario capace e leale, con il quale tante volte ha collaborato nei casi di sequestro che hanno coinvolto connazionali. Attualmente, De Franceschi – sposato con figli – rappresentava il contatto tra l’esperto antisequestri dell’ambasciata e le autorità venezuelane relativamente al caso di Giuseppe Cunsolo, il cittadino italiano rapito a marzo nello Zulia.
Secondo quanto riferito dal quotidiano edito a Maracaibo “Panorama”, De Franceschi, da sei mesi comandante del Grupo Antiextorsión y Secuestros (Gaes) del Comando Regional número tres (“Core 3”), tenente colonnello della Guardia Nacional, è stato ucciso da dieci colpi d’arma da fuoco alle 8.50 di sabato sera, mentre si trovava in un locale di cucina araba del centro commerciale North Center di Maracaibo, poco distante dalla sede del Core 3. Testimoni hanno riferito che la vittima era arrivato da poco, in compagnia di una donna la cui identità non è stata resa nota. Jesús Alberto Cubillán, direttore della Policía Regional (PR), ha dichiarato che, al momento, si ritiene che De Franceschi sia vittima di un tentativo di furto da parte di soggetti che volevano impossessarsi del fuoristrada Ford Explorere con cui l’ufficiale si era recato sul posto. “A quanto sappiamo, De Franceschi è stato intercettato da diversi uomini mentre stava mangiando – ha detto Cubillán – presumiamo che gli hanno chiesto le chiavi dell’auto”. Ha quindi aggiunto che non è noto se il tenente colonnello, che era in borghese, abbia estratto l’arma di servizio, o se abbia tentato una reazione. Alcuni commercianti della zona, però, propendono per l’ipotesi del delitto su commisione: “Il fuoristrada si trovava piuttosto lontana dal ristorante, e gli assassini non hanno mai dato l’impressione di essere interessati al veicolo – ha detto un testimone. – Lo hanno preso per il collo, gli hanno sparato tra le costole e lo hanno terminato quando era steso per terra”. Un racconto assai crudo, che però non coincide con un’altra testimonianza secondo cui gli assassini non sono neanche scesi dalla loro auto; passando davanti al tavolo di De Franceschi lo hanno chiamato per nome, e al suo voltarsi lo avrebbero crivellato con almeno dieci colpi di pistola. La Guardia Nacional e Polimaracaibo – la polizia cittadina – non si uniformano al giudizio della PM, e parlano apertamente di “furto o sicariato”.
Enrico De Simone - 25/8/08//La Voce d´Italia
"PORTATO DAI GENITORI IN UNA BARA"
"Questo pomeriggio di ritorno dalla localitá balneare di Chichiriviche nello Stato Falcón, assieme alla mia famiglia, abbiamo incrociato nei pressi della Cittá di Coro sempre nello Stato Falcón, la Caravana della Guardia Nazionale mentre scortava il feretro del compianto amico Guglielmo De Franceschi alla volta della sua casa paterna in Punto Fijo."
MARACAIBO, 24 AGOSTO/
Erano le 14.00 cuando decido di fermare la mia macchina nella stazione di servizio di Coro per fare benzina. Da subito notiamo un numero notevole di funzionari della Guardia Nazionale, strana peró l'espressione nei loro volti non di attenzione come loro solito bensí di preoccupazione. Il fatto ci ha incuriositi, siamo scesi per prendere un caffé al Bar della stazione di servizio, nel frattempo mio padre (vice-presidente del CO.MI.TES della circoncrizione di Maracaibo) s'incrocia con uno dei funzionari, era un Generale, domanda se avevano notizie sul caso del Comandante Gugliemo De Franceschi ammazzato sabato sera a Maracaibo. Ebbene, con nostro stupore, il Generale ci dice che é lí proprio per accompagnare il feretro fino a casa della sua famiglia: i genitori, la moglie, i figli, a Punto fijo, dove lo stanno aspettando. Per noi é uno shock. Mio padre ed io lo abbiamo conosciuto in aprile, durante un ricevimento di presentazione in casa del console di Maracaibo, Dr. Polacco, ai membri del Comites ed altre personalitá.
Mi ha stupito la sua gioventú: soltanto 42 anni. Era peró molto in gamba, impegnatissimo nel suo compito arduo e pericolosissimo. In questi sei mesi a capo del GAES ha portato a termine diverse azioni per la liberazione di parecchi sequestrati, tra i quali l'ultimo, l'imprenditore Guido Mancini, rapito il 14 agosto a Cabimas. Le autoritá locali avevano grande stima di lui, giacché lo consideravano molto preparato. Forse, si dice, proprio la liberazione di Mancini ha scatenato l'ira dei delinquenti che non ci hanno pensato su due volte per togliere l'incomodo. Il Generale, peró, ci ha riferito che De Franceschi negli utlimi tempi era molto impegnato nel caso di un altro connazionale, Cunsolo, rapito a Santa Cruz di Mara, il quale sempre secondo il Generale, si troverebbe in Colombia. Diverse sono dunque le ipotesi di questo omicidio che ha tutta l'aria di una resa dei conti, anche se le autoritá locali parlano di un comune tentativo di furto di auto. I testimoni oculari, infatti, dicono che gli assassini lo hanno da prima chiamato per nome, poi uno di essi lo ha preso per il collo da tergo mentre gli svuotava il caricatore dell'arma su un fianco. Caduto per terra lo hanno poi ultimato con veemenza. Una ventina i colpi d'arma da fuoco. Troppo per dei semplici ladri di auto.
"Personalmente, questo caso criminale mi ha colpito piú di tutti, mi ha toccato da vicino perché Guglielmo era giovane come me in piú Italo-venezuelano, e con la stessa voglia di cambiare il mondo. Lo si vedeva nei suoi occhi, nel suo costante movimento durante il ricevimento a casa del Console di Maracaibo Dr. Ivo Polacco 6 mesi fá. Particolare la sua semplicitá e la gratitudine dimostrata ai rappresentanti della collettivitá italiana nello Stato Zulia. Nel suo brevissimo discorso, ha ringraziato per il ricevimento, si é scusato per la sua tenuta da lavoro e si é giustificato dicendo "scusate tra breve torno a lavoro" . Chiese a tutti i presenti di collaborare e si é messo a disposizione per ogni eventualitá.
NELLA FOTO: GUGLIELMO DE FRANCESCHI (IN JEANS) DURANTE IL DISCORSO DI BENVENUTO DEL CONSOLE
Per mé continuerá ad essere esempio a seguire , il simbolo della forza e del valore dei giovani. In questo suo ultimo viaggio Dio ci ha concesso di rincontrarci per darci l'ultimo saluto... ADDIO GUGLIELMO
PACE AI SUOI RESTI
JOHNNY MARGIOTTA
Liberato Guido Mancini
L'imprenditore lasciato libero dai suoi carcerieri. I familiari: non è stato pagato alcun riscatto. La polizia: decisiva la pressione delle forze dell'ordine
CARACAS - L'imprenditore Guido Mancini, rapito il 14 agosto a Cabimas, è tornato a casa. Lo hanno rimesso in libertà i rapitori, ai quali Mancini ha dedicato queste parole: "Grazie per avere avuto pietà di me". I familiari negano sia stato pagato un riscatto, gli inquirenti sostengono che i sequestratori hanno lasciato libero l'ostaggio a causa della pressione esercitata dalla polizia, che avrebbe già identificato alcuni elementi della banda e promette arresti in breve tempo. Mancini, cittadino italiano, originario di Benevento, è in buone condizioni di salute. La sua prigione si trovava in una zona montagnosa nei pressi del municipio di Cabimas.
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