Da "FATTI E OPINIONI " uscito su "L'Aragueño" Domenica 9 Novembre di Mario Martinelli ex-presidente de la Casa de Italia di Maracay.
Maracay - Negli ultimi due decenni, trattando del tema dell’emigrazione italiana in Venezuela, il discorso si é incentrato sulla integrazione che, mi dicono, per alcuni dei primi “musiú” non fu facile. Una situazione logica, naturale, che i pionieri dell’emigrazione seppero superare grazie ai valori fondamentali che portavaso con loro: la forza di volontá, l’integritá della famiglia, la dedicazione al lavoro, l’onestá e il rispetto di tutti, valori che gli permisero di guadagnarsi la stima, l’ammirazione e la fiducia della popolazione locale. In quel clima, nel quale i “musiú” andavano conquistando sempre piú simpatie, muovevano i primi passi i loro figli, coloro che oggi costituiscono la seconda generazione italo-venezolana che giá da qualche tempo ha preso le redini delle imprese paterne, modernizandole e dandogli quellla trasformazione strutturale che gli stessi padri avevano auspicato e che speravano veder realizzata dai loro figli.
La seconda generazione dell’emigrazione italiana in Venezuela é formata oggi da giovani quarantenni verso i quali é d’obbligo togliersi il cappello. Una generazione che ha sofferto, anche se in tono minore, la condizione di figli di “musiú” ma che, come in un gioco, hanno superato in breve tempo e brillantemente. Non vorrei avventurarmi a citare dei nomi ma, limitandomi nell’ambito dell’associativismo italo-venezolano, é d’obbligo citarne alcuni come Ciro Mauriello, Enzo Scarano, Mariano Palazzo, Fabio Giacobbe, Humberto Ranauro, Francesco Veneziani, José Biagio Pompini, Franco Narsete, Dany Cataldo, Giuseppe Di Cera, Giovanni Ruffino, Giuseppe De Luca, Tony Marchetta e moltissimi altri che hanno dimostrato di aver appreso la “lezione d’italianitá” dai loro padri, di saperla mettere in atto e tramandarla ai loro figli.. E’ questa la nuova generazione, quella dei quarantenni della quale, senza retorica, dobbiamo essere orgogliosi. Oggi in particolare desidero parlare di uno di loro che, immettendosi dapprima nel campo sociale ed oggi in quello politico ha assunto le vesti di personaggio pubblico: é l’ingegnere Ciro Mauriello – quarant’anni appunto - che, preceduto di qualche anno da Enzo Scarano, brillante Sindaco di San Diego, sente di avere le capacitá per poter andare oltre il sociale della comunitá italiana, come ha fatto sino ad oggi, e dare la sua opera al Venezuela, il Paese che accolse generosamente i suoi genitori e che gli permise di vivere un’infanzia ed un adolescenza felice in un ambiente sempre piú ricco di promesse, che si materializzarono in un terreno fertile, un terreno stimolante per per le sue capacitá professionali e per la volontá di restituire al Paese quanto lo stesso dette con generositá ai suoi genitorio che lasciarono Avellino con un bagaglio carico di speranze e di emozioni. Condizioni che hanno permesso a Ciro Mauriello, come a tutti i suoi colleghi, di laurearsi ottenendo il titolo di Ingegnere di Materiali Metalmeccanici. Titolo, ma soprattutto conoscenza e preparazione professionale, che gli hanno permesso di mettersi al timone, ancora 25enne, delle industrie di famiglia, ampliandole e migliorandole progressivamente nel tempo. Un connubio – professionalitá e dedicazione al sociale – indispensabile per immergersi nel mondo della politica nel quale giovani come Ciro Mauriello sanno inmediatamente cogliere l’essenziale, ed individuare le vere esigenze di entitá come Maracay e Aragua in quanto assistiti da un esperienza maturata negli anni e da una visione pratica e moderna. Entrato nella Giunta Direttiva della Casa d’Italia ebbe la fortuna d’incontrarvi, come presidente, quel gran maestro di vita pratica, di concretezza di creativitá e di decisionismo che fu il compianto Filippo Sindoni, quel personaggio che tutti ricordiamo come coluí che per primo fu il grande protagonista della modernizzazione e dello sviluppo di Maracay. Oggi in Ciro Mauriello scalpita quel gene ereditato da Sindoni, del quale fu fedele alunno, quel gene ansioso e smanioso di fare, di dare, di offrire agli altri quanto possibile per migliorare le loro condizioni di vita. Un giovane dotato di preparazione culturale e professionale. Di esperienza d’azienda, di senso di equilibrio e di giustizia sociale come lo é Ciro Mauriello si distacca da quanti, e non sono pochi purtroppo, oggi entrano in politica per ambizione personale o per desiderio di potere. Qualitá che hanno un solo destino: il fallimento sicuro a scapito di coloro che riposero in loro la propria fiducia. Mauriello seppe fare pacientemente la dovuta trafila nella Casa d’Italia di Maracay, dedicandosi inizialmente al settore del mantenimento per passare alla Vicepresidenza ed assumerne la presidenza nel 2006. A questo punto permettetemi di dire che quelli furono gli anni nei quali conobbi in profonditá la nuova generazione dell’emigrazione italiana, quella dei 40enni oggi protagonista. Ebbi il piacere nel 2006 di “traghettare” al vértice quella generazione, cedendo la presidenza della Casa d’Italia, che avevo avuto l’onore di tenere per vari anni, proprio a Ciro Mauriello. Confesso che quel momento non fu indolore per me - anche se avvenne per mia decisione - perché quegli incarichi si accettano e si conducono solo se si amano, se dentro si ha qualcosa da dare, incarichi che si basano sull’entusiasmo e sullo spirito di altruismo. Mi confortó il fatto di passare la mano a una persona come Ciro e al gruppo dei 40enni che giá avevano dimostrato le proprie capacitá nel campo professionale e della famiglia e aspettavano solo la giusta promozione nel campo sociale.
Ma, per tornare allo spirito di questo scritto, mi corre l’obbligo di completarlo recordando che i meriti di Ciro Mauriello oltrepassarono i confini delle proprie aziende e della Casa d’Italia; fu il Prof. Didalco Bolivar, Governatore dello Stato di Aragua, a volergli affidare un incarico di grande fiducia, nominandolo Presidente del Centro Oftalmologico Regionale Aragua Filippo Sindoni. Oggi Ciro Mauriello, come fece a suo tempo Enzo Scarano, rompe gl’indugi, entra in politica e si candida al Consiglio Legislativo di Aragua. Non ho voluto approfondire per quali colori politici si é candidato Ciro Mauriello; per me, sulla base delle mie personali conoscenze, si candida per il benessere della gente, per la giustizia, per il progresso, per lo sviluppo di Maracay e di Aragua, iscrivendosi cosi in quel libro d’oro nel quale si registrano nomi di illustri italiani che entrarono nella storia del Venezuela per aver contribuirono alla sua emancipazione politica, economica e sociale. Grandi nomi come Luigi Castelli, Francesco Isnardi, Agustin Codazzi, Juan Bautista Gerbasi, Luigi Pirrone e molti altri che, come Ciro Mauriello iniziarono in punta di piedi quel cammino che li conduce all’eterna gratitudine del Venezuela.
Nella Foto Il giornalista de "L'ARAGUEÑO" Mario Martinelli
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