“È importante, anzi fondamentale che la nuova generazione dell'imprenditoria italiana si incontri e proponga un ruolo di riflessione al mondo economico, al sistema delle istituzioni e della pubblica amministrazione, alla politica e al sindacato, al settore del credito, al mondo accademico” ha affermato Paolo Grassi, presidente Confapi, al Congresso Nazionale giovani imprenditori di Confapi, dal titolo “Responsabilmente: Stato, mercato e concorrenza”, che si è tenuto oggi, presso la Sala Capranica, a Roma.
“Le imprese in un momento di grande stagnazione hanno bisogno che la propria vita venga immediatamente agevolata, e questo vuol dire una burocrazia che risponda alle proprie esigenze ed una semplificazione dell'accesso al credito” ha affermato la neoeletta presidente dei Giovani Confapi, Valentina Sanfelice spiegando la scelta del titolo.
“ E' necessario far sentire la voce dell'impresa ai molti che in troppi casi hanno dato ascolto quasi esclusivamente alle sirene della finanza allegra, degli investimenti ad alto rischio, dei giochi con i capitali altrui, in un meccanismo diabolico di allontanamento dall'economia reale. - ha proseguito Galassi - Se non altro questa crisi di dimensioni globali, con conseguenze che sentiremo per tutto il 2009, ha rimesso al centro il vero produttore di ricchezza sociale e monetaria: il lavoro, cioè la produzione, l'industria manifatturiera. Il grande comparto della piccola e media impresa, sia industriale sia di servizio alla produzione, oggi avverte con forza crescente i morsi della congiuntura sfavorevole. Lo avete sentito questa mattina nella presentazione dell'indagine Confapi-Unicredit, in cui i dati sia consuntivi sul primo semestre sia preventivi sul secondo semestre 2008 non lasciano proprio spazio alla fantasia. Stiamo entrando io un tunnel pericolosissimo, in cui l'evidenza maggiore è data dal rischio occupazionale: se non si inverte subito la rotta, con un'azione governativa più incisiva sul sostegno alle imprese, da qui a Natale rischiano la cassa integrazione almeno 150mila lavoratori in tutta Italia.”
Sanfelice ha auspicato che la pubblica amministrazione si faccia “garante di tempi certi di pagamento”. Dello stesso sapere il Presidente della Camera Gianfranco Fini, che nel saluto alla giovane presidente ha dichiarato: “il ruolo che i giovani imprenditori svolgono, con il dinamismo e l'operosità da sempre profusi per lo sviluppo dell'economia, costituisce una grande risorsa per il nostro paese, che le nostre istituzioni devono sostenere ed incoraggiare costantemente. Nell'auspicare che i vostri lavori possano dare un importante contributo al dibattito sulle prospettive di rilancio economico e di recupero di competitività del nostro paese - ha concluso Fini - formulo a tutti un sincero augurio”.
Non poteva mancare il saluto del ministro della gioventù, Giorgia Meloni, che nel sentirsi molto vicina ai giovani imprenditori, definiti da lei “spina dorsale della nostra economia e fonte di lavoro e reddito”, ha affermato “ritengo indispensabile che lo Stato risponda alla richiesta di formazione che viene dal mondo dell'impresa, attraverso una collaborazione più stretta con le aziende, finalizzata all'inserimento in ambito lavorativo di giovani sempre più qualificati e preparati. Aiutare le pmi a “fare sistema”, visto che hanno già dimostrato di saper cogliere le opportunità quando la collaborazione delle istituzioni ed il mercato le hanno concesse: penso alla felice esperienza dei distretti industriali, sviluppatisi con successo anche nell'Italia Meridionale. Purtroppo alcuni di essi, sopratutto quelli tessili e dell'industria del mobile, sono oggi in forte sofferenza a causa dell'agguerrita concorrenza, non sempre leale, proveniente da altre nazioni. Uno dei segreti del successo di quella esperienza fu la capacità delle pmi di trasferire a livello mondiale i patrimoni di conoscenze del territorio, riuscirono a realizzare una connessione locale-globale molto fruttuosa. - ha concluso la Meloni - È ora che si riprenda a concertare strategie che possano rinnovare i successi conseguiti, per il bene di tutti i nostri giovani e della nostra nazione.”
“Il ministro Tremonti - ha sottolineato Galassi - ha annunciato l'adozione di misure più dirette a favore del sistema imprenditoriale, in particolare sul versante dell'incremento del capitale di garanzia dei consorzi fidi. Ma altri provvedimenti sono allo studio e hanno come obiettivo quello di far giungere le risorse direttamente alle imprese, senza dispersione nei mille rivoli di enti e flussi inutili. Questo è un passo che va nella direzione auspicata da Confapi, così come l'accordo sottoscritto da Unicredit con le diverse associazioni datoriali, che per quanto riguarda la piccola e media impresa metterà a disposizione fondi per 2 miliardi di euro. L'aspetto rilevante è che Confapi è stata chiamata al tavolo di governance delle regole che stabiliranno la ripartizione di questo importante finanziamento. Ma si tratta pur sempre di azioni sul breve periodo, indispensabili per consentire a migliaia di imprese di sopravvivere. E' chiaro che Confapi sta guardando al prossimo decennio, alle condizioni del bilancio dello Stato e alle politiche economiche che dovrebbero essere attuate per dare finalmente carburante al settore manifatturiero. Per sostenere un processo di crescita delle nostre aziende tale da favorire il superamento dello stato di rallentamento dell'economia e avviare un vero rilancio, basato su solide prospettive di sviluppo della produzione e dei mercati, occorre pensare a iniettare quanta più ricerca e innovazione nei processi aziendali.”
“Allora – ha stigmatizzato Galassi - diventa improcrastinabile un intervento deciso sul fronte della detassazione degli utili reinvestiti, come richiesto da Confapi in una proposta di legge presentata al governo: bisogna assolutamente agevolare, in termini fiscali, chi reinveste il proprio utile nel miglioramento e nel rinnovamento del capitale umano, gestionale, produttivo e tecnologico dell'azienda. Molti tra di voi si trovano nella situazione di un passaggio generazionale, da affrontare tenendo conto di due principi opposti eppure convergenti: da un lato conservare l'intuizione del fondatore, che ha dato consistenza e solidità alla storia dell'impresa; dall'altro, aprirsi al nuovo, liberare pensieri ed energie creative verso nuove produzioni, nuove tecnologie, nuovi mercati. Per conciliare queste esigenze e prefigurare un futuro evoluto per l'azienda, servono risorse umane, tecniche e finanziarie, ma sopratutto serve un segnale forte di fiducia da parte delle istituzioni: smettiamola di tassare io modo così pressante l'intelligenza e lo spirito di chi intraprende, facciamo in modo che un'ampia fetta della ricchezza prodotta possa tornare a nutrire la crescita aziendale.”
“'Da parte nostra - ha precisato il presidente di Confapi - come imprenditori senior e junior, continuiamo a credere nella prospettiva positiva delle nostre azioni. Girando per l'Italia, incontrando gli imprenditori del sistema Confapi, continuo a registrare casi di imprese che investono nel futuro, che aprono nuovi stabilimenti, unità produttive, laboratori. La politica ancora non si è accorta di questo fenomeno, un vero e proprio Rinascimento industriale nel campo dell'alta tecnologia e delle produzioni manifatturiere di alta qualità nei settori della meccanica, delle macchine utensili, dell'elettronica, della plastica, dell'impiantistica”.
“Noi - ha concluso Galassi - vogliamo che se ne accorga prima di arrivare a pensare che nel nostro Paese l'economia la si fa ancora con il 'made in Italy' fabbricato all'estero o con i marchi del lusso. No, la nostra economia è retta da quel sistema di piccola e media industria forse più conosciuta all'estero che in Italia. E' la produzione ' Italy inside' che dà lustro e ricchezza al nostro Paese. È di questa dinamica tradizione produttiva che dovete continuare a essere interpreti e protagonisti.”(15/11/2008-ITL/ITNET)
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