16 de noviembre de 2008

Ricercatori Italiani scoprono proteine-spia del cancro alla prostata

Lo studio condotto su 200 uomini siciliani over 47

14.11.2008 16:11:50

rcerca.jpgRoma - L'aumento nel sangue di due proteine (osteopontina e metalloproteasi-9) rappresenta uno dei primi segnali della presenza di un cancro della prostata. A dare l'annuncio un team composto da quattro ricercatori italiani: Massimo Libra, Grazia Malaponte, Giancarlo Castellano e Silvana Canevari con la collaborazione di altri studiosi del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Catania e del gruppo di Terapie molecolari dell'Istituto tumori di Milano. Forti anche del supporto della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), i ricercatori hanno svolto studi su un campione di 200 soggetti, uomini siciliani, tutti compresi tra i 47 e gli 80 anni d'età.

La presenza di un incremento nel sangue di osteopontina e metalloproteasi-9, è dunque la spia precoce della terza causa di morte per tumore in Italia, e si rileva anche se le lesioni maligne sono ancora di dimensioni microscopiche. Il livello delle due proteine, inoltre, va di pari passo con l'aggressività tumorale e questo consente di monitorare la progressione della malattia. La scoperta dovrebbe consentire una diagnosi precocissima della malattia. I risultati dello studio saranno pubblicati domani su "Clinical Cancer Research", "I risultati dovranno ora - sottolinea Franca Stivala, direttore del Dipartimento di Scienze biomediche dell'ateneo catanese - essere ulteriormente validati, e gli autori si sono già attivati per stabilire collaborazioni internazionali a questo scopo". "Questo importante successo - afferma invece Carlo Romano, presidente della sezione catanese della Lilt - fa ben sperare anche per un'altra ricerca supportata dalla nostra associazione e finalizzata all'individuazione di marcatori precoci del cancro dell'utero".

Il progetto è stato coordinato da uno dei ricercatori autori della scoperta, Massimo Libra, e da Aurora Scalisi, responsabile dell'Unità di screening ginecologico dell'Azienda del territorio di Catania. "Questo risultato, che ha ricadute cliniche importantissime - conclude il preside della Facoltà di Medicina di Catania, Francesco Basile - conferma l'eccellenza raggiunta da studiosi della nostra università da anni impegnati nella ricerca oncologica".

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