Il Presidente della CIU, Confederazione italiana di Unione delle professioni intellettuali, Corrado Rossetto, ha incontrato ieri l'ambasciatore Giampiero Massolo, segretario generale del Ministero Affari Esteri, per illustrare il progetto della Confederazione volta a creare un'organizzazione a rete dei professionisti italiani all'Estero.
In questo documento la CIU si propone di aprire un dialogo con i professionisti e i "migranti qualificati", che consapevolmente hanno scelto di svolgere la loro vita personale e professionale fuori dall'Italia, e non quindi con i "cervelli in fuga" nel tentativo infruttuoso di farli ritornare in patria.
L'idea su cui poggia questo progetto è fondata sui valori che accomunano le comunità italiane all'estero delle elevate professionalità quali l'identità culturale italiana, la solidarietà della funzione manageriale, la consapevolezza di un elevato tasso di professionalità, uniti alla definizione dei bisogni e all'individuazione delle difficoltà che i professionisti italiani all'estero si trovano ad affrontare nella loro vita quotidiana - personale e professionale - nel rapporto con l'Italia.
La creazione di una rete tra professionisti italiani all'estero e con le istituzioni italiane, europee o internazionali è la proposta della CIU per tutelare gli interessi dei migranti qualificati nel mondo e per riallacciare un rapporto con l'Italia delle elevate professionalità con funzioni direttive, dirigenziali o di consulenza.
Nell'ottica sindacale della CIU si tratta quindi di dare una risonanza maggiore ai professionisti italiani residenti all'estero, che comunque continuano a mantenere un legame buono con l'Italia, di reale affezione al paese di provenienza, anche se presenti da diversi anni in Paesi stranieri. Valorizzare le loro capacità e il loro contributo quali professionisti all'estero e al contempo cercare di fornire loro sostegno e concreti vantaggi nella posizione in cui si trovano, potrebbe costituire un ritorno di interessi verso l'Italia: non si perderebbero dei bravi professionisti, ma si riacquisterebbe invece il loro valido contributo in idee, suggerimenti, progetti e proposte derivanti anche dalla loro esperienza estera professionale e della considerazione acquisiti tra i cittadini del Paese ospitante.
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