ROMA - Cinquant'anni dopo, non in tv ma sullo schermo del computer e con l'aiuto della webcam: una versione aggiornata e corretta della celebre trasmissione della Rai “Non è mai troppo tardi” che nel 1960 abbassò il tasso di analfabetismo, ancora elevato nell'Italia del boom economico. A ricalcare, in qualche modo, le orme del mitico maestro e pedagogo Alberto Manzi, il professore in cattedra di “Non è mai troppo tardi”, è il deputato del PdL Giuseppe Angeli, eletto nella circoscrizione dell'America meridionale, che propone l'istituzione di una “Scuola telematica” per i nostri connazionali residenti all'estero che vogliano conseguire un titolo di studio, valido nel nostro Paese, restando comodamente seduti davanti al loro pc. La proposta di legge, spiega Angeli, ha come obiettivo quello di offrire un'opportunità a tutti coloro che vivono all'estero e vogliono mantenere un legame saldo con la terra d'origine recuperando l'identità culturale di appartenenza. Gli strumenti di oggi, ovviamente, sono diversi da quelli di cinquant'anni fa: il computer al posto della televisione.
Grazie all'aiuto della webcam gli insegnanti potrebbero seguire in tempo reale i propri alunni, i quali a loro volta non avrebbero bisogno di spostarsi da casa per seguire le lezioni. Spese ridotte al minimo, dunque, con la possibilità di ottenere un titolo di studio, previo esame telematico naturalmente, equiparato a quello della scuola pubblica italiana ed articolato in tre gradi: scuola primaria e scuola secondaria di primo e secondo grado. Meglio la scuola telematica degli “obsoleti istituti di cultura italiana sparsi per il mondo, vere e proprie cattedrali nel deserto o, meglio, circoli di cultura poco frequentati e molto costosi per l'Italia”, dice Angeli, secondo il quale “la stessa considerazione vale per gli stanziamenti da parte dello Stato a favore di enti privati o di organizzazioni per l'istituzione di corsi di lingua italiana, quando il controllo sulla gestione di tali fondi sia spesso di dubbia amministrazione”.
Abolire il Cgie ed istituire il Crie
Secondo Giuseppe Angeli il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero va abolito in quanto ha esaurito la sua funzione, ma al suo posto va istituito un Consiglio di Rappresentanza degli Italiani all'Estero. Proprio a questo scopo ha presentato due proposte di legge assegnate entrambe alla Commissione Affari Esteri della Camera, da cui dovrebbero iniziare l'iter parlamentare dalla sede referente. Il progetto di legge per l'abolizione del Cgie ha un solo articolo, mentre quello per l'istituzione del Crie ne ha 18.
Angeli ritiene che il Crie debba essere un soggetto politico più snello, attivo e incisivo rispetto al Cgie, senza burocrazia e organi interni superflui, arricchito invece da delegazioni regionali che saranno a contatto diretto sia con i cittadini residenti in Italia che con quelli che vivono all'estero, senza disperdere l'esperienza, il lavoro e il contributo di idee svolti finora dall'organo esistente.
Il nuovo organismo dovrebbe avere un consiglio di presidenza con undici componenti, tra cui lo stesso Ministro degli Esteri, presidente di diritto. Inoltre rimarrebbe in carica per la stessa durata temporale della legislatura. Vi farebbero parte gli stessi parlamentari eletti all'estero e altri 65 componenti eletti dai Comites, sulla base di un'articolata ripartizione geografica. (La Gente d’Italia/Inform)
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