22 de enero de 2011

Ente Friuli nel Mondo: bando per il terzo corso di mosaico nella Scuola Mosaicisti di Spilimbergo

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UDINE - L’Ente Friuli nel Mondo bandisce un concorso per 12 soggiorni di studio in Friuli, della durata di due settimane, che offriranno la possibilità di frequentare un corso d'introduzione all'arte del mosaico, organizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, e di visitare le principali località del Friuli, con colloqui ed incontri con esponenti delle istituzioni, della cultura, dell'economia della società friulani.

Possono partecipare figli e discendenti dei corregionali residenti all’estero, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, che abbiano un'adeguata conoscenza della lingua italiana ed alcuni elementi di lingua friulana. Domande e relativa documentazione devono essere inviate all'Ente Friuli nel Mondo, via del Sale n.9, 33100 Udine, anche via e-mail all’indirizzo info@friulinelmondo.com

Selezione per la terza edizione, che avrà luogo dal 25 settembre al 9 ottobre: scadenza il 29 aprile 2011.

L’iniziativa è in collaborazione con Scuola Mosaicisti del Friuli e con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia-Assessorato alla cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie, Servizio corregionali all'estero e lingue minoritarie.

(il bando http://www.friulinelmondo.com/assets/files/documenti_2011/bando_mosaico.pdf ) (Inform)

DATOS “ISTAT”. 1 JÓVEN DE 5 EN ITALIA NO ESTUDIA NI TRABAJA

(GRTV) – Del reporte del ISTAT.

image Según los datos aportados por el Istat, "Nosotros Italia. 100 estadísticas para comprender el país en el que vivimos ", que se refiere al 2009, muestra que en “La Bella Italia” un  jóven de 5, con edades comprendidas entre 15 y 29 años, poco más de dos millones correspondientes al 21,2%, no estudia ni trabaja. Se trata de la más alta tasa en Europa. En Italia también hay el mayor número de mujeres que trabajan: al igual que casi una de cada dos mujeres no busca un empleo. En general, Italia registra una tasa de desempleo de larga duración (44,4%) más alta en la Unión Europea. En lo que respecta al trabajo informal, los trabajadores en Italia que no estan legales son el 11, 9% en el Sur una de cada cinco trabajadores trabaja ilegal, y en la agricultura, uno de cada cuatro. "La región con el mayor porcentaje es Calabria (26,6%), mientras que el que tiene el porcentaje más bajo es de Emilia Romagna (8,5%). El informe también resalta que el 27.1% de las familias muestra que existe un riesgo de la delincuencia en la zona donde vive, pero sigue siendo superior en algunas regiones, sobre todo en Campania (40,2%), mientras que la tasa más baja se registra en Basilicata (5,2%). En cuanto a titulos de estudio, aproximadamente el 46% de italianos entre 25 y 64 años, sólo recibió educación secundaria.
Por último, el informe del Istat los extranjeros inscritos en el registro de los municipios italianos a principios de 2010, son más de 4,2 millones, un 7% del total de residentes, el aumento es de un 8, 8% con respecto a 2001.

17 de enero de 2011

Musica: 'Arrivederci, Mostro!' di Ligabue disco più venduto 2010

Roma, 17 gen. (TMNews) - Secondo i dati diffusi oggi dalla Fimi, l`album 'Arrivederci, mostro!' di Ligabue è il disco più venduto del 2010. Sabato 22 gennaio il rocker torna con 'Ligabue, quasi acustico - Tour teatri 2011': 28 concerti nei principali teatri di 20 città con la particolarità che a Milano, Roma, Firenze, Torino e Napoli si terranno più concerti ma in teatri diversi della stessa città. Le date sono già sold out e, nonostante la notevole richiesta di biglietti, senza possibilità di ulteriori repliche.

14 de enero de 2011

El árbitro del Corea-Italia del Mundial 2002 culpable de tráfico de heroína

image

El ex árbitro y comentarista de fútbol ecuatoriano Byron Moreno se declaró hoy culpable de introducir heroína en Estados Unidos, lo que le puede acarrear una pena máxima de 20 años de prisión.

No obstante, un portavoz de la Fiscalía del Distrito Este de Nueva York explicó a Efe que en casos similares en los que el imputado se ha declarado culpable, las penas impuestas han sido de 51 a 63 meses de prisión.

La fuente agregó que después de cumplir la pena, Moreno, que llevaba 6,2 kilos de heroína ocultos entre sus ropas cuando llegó a Nueva York desde Guayaquil el 20 de septiembre pasado, podría ser deportado.

La jueza que vio hoy el caso, Roanne Mann, no fijo una fecha para la sentencia.

Por el momento, el detenido, que ha rehusado declararse culpable del delito de posesión de heroína con intención de distribuirla que también se le imputaba, está bajo custodia de las autoridades estadounidenses.

Su defensa está a cargo de un abogado federal de oficio.

Moreno fue el colegiado que protagonizó un polémico arbitraje en el partido Corea del Sur-Italia de los octavos de final del Mundial 2002 en el que los anfitriones eliminaron a los europeos.

11 de enero de 2011

Al via seconda edizione 2010 di “Boomerang”, stage per i giovani emiliano-romagnoli all'estero

BOLOGNA -  Al via la seconda edizione 2010 di “Boomerang”, il programma destinato ai giovani emiliano-romagnoli nel mondo, capace di originare azioni di ritorno. Boomerang realizza stage formativi presso enti ed aziende dell’Emilia-Romagna, per l’acquisizione di competenze professionali nei settori che rappresentano le eccellenze esportabili del sistema regionale e che possono fornire opportunità ai discendenti degli emigrati emiliano-romagnoli.

Boomerang è già alla 18a edizione e per molte ragazze e ragazzi ha segnato esperienze importanti ed utili.

C’è tempo fino al 31 gennaio 2011 per presentare la domanda di adesione alla frequenza di stage nei settori: giornalistico, comunicazione multimediale, commercio con l’estero, organizzazione e sviluppo economico; competenze manageriali nell’associazionismo; relazioni internazionali.

Gli stage si svolgeranno nel periodo dal 17 febbraio al 31 maggio 2011.

I requisiti essenziali per partecipare al programma sono: l’età compresa tra i 18 e i 38 anni (il limite di maggiore età è tassativo); la discendenza da emigrati emiliano-romagnoli, con preferenza per il possesso della cittadinanza italiana; il collegamento con le attività di un’associazione di emiliano-romagnoli nel mondo iscritta nell’elenco regionale; la buona conoscenza della lingua italiana tale da consentire un’accettabile comunicazione interpersonale (verificabile preventivamente a cura del Cides di Bologna che segue per la Regione Emilia-Romagna il programma Boomerang); la volontà di sviluppare un progetto specifico in accordo con l’ente ospitante e la Regione.

Bando alla pagina http://www.emilianoromagnolinelmondo.it/wcm/emilianoromagnolinelmondo/news/4trim_2010/boomerang_2010_2/Bando_2010_II°_edizione.pdf; scheda adesione http://www.emilianoromagnolinelmondo.it/wcm/emilianoromagnolinelmondo/news/4trim_2010/boomerang_2010_2/Bando_2010_II°_edizione.pdf  (Inform)

Console Generale a Caracas Giovanni Davoli: “I nostri connazionali non verranno abbandonati”

phpimage CARACAS 20/12/2010– Il console generale, Giovanni Davoli, conversa con la Voce d’Italia e illustra le prossime sfide da affrontare alla luce delle conseguenze derivanti dai tagli operati sul capitolo di spesa per gli italiani all’estero.

Ieri era semplicemente un timore, uno dei tanti. Oggi, purtroppo, è diventata una certezza. Ma, a ben pensarci, non ci si poteva aspettare altro. Dopotutto, era da ingenui sperare che i tagli al capitolo di spese che interessano noi, italiani all’estero, potessero non avere affetti indesiderati. Ed infatti, così è stato.

A soffrirne le conseguenze, come sempre accade, è stato il ceto meno abbiente; i connazionali che meno hanno e, proprio per questo, i più esposti e i più indifesi. La scure, come informato con un comunicato affidato alle pagine della ‘Voce’, è caduta sulle ‘Polizze-Rescarven’. Queste, per ben 800 pionieri che non hanno avuto fortuna nella vita, rappresentavano un salvagente a cui afferrarsi nell’autunno della loro magra esistenza. Ma le conseguenze potrebbero essere ancor più gravi. Infatti, non si sa tuttora quale sarà il budget assegnato al nostro Consolato. O, ad essere più espliciti, quale sarà l’entità dei tagli cui questo sarà soggetto. Quindi, non si conosce neanche la somma di cui il Consolato Generale disporrà effettivamente per l’assistenza ai connazionali bisognosi. Di questo, e non solo, abbiamo parlato con il Console Generale, Giovanni Davoli. Dalla lunga conversazione, traspaiono preoccupazione, inquietudine e consapevolezza delle difficoltà che dovranno essere affrontate. Ma non solo. Emergono anche ottimismo e, soprattutto, fiducia nella solidarietà che la nostra Collettività, già in passato, ha saputo esprimere.

- Il Ministero degli Esteri ha dovuto decidere di chiudere questa esperienza; di non rinnovare il prossimo anno le ‘Polizze-Rescarven’. E’ un provvedimento, questo, deciso per mancanza di fondi. I tagli sono stati tali che sarebbe stato irrealistico, controproducente insistere su questo strumento. Si sarebbe dovuto tagliare ulteriormente la copertura delle polizze e ridurre il numero degli assicurati. Si è pensato, allora, di impiegare diversamente il denaro che ci verrà assegnato, la cui somma non conosciamo ancora. E’ chiaro – prosegue - che dovremo trovare strumenti alternativi. Ho consultato gli esponenti della collettività. Ci siamo riuniti, era presente anche l’Ambasciatore Luigi Maccotta, con i membri dell’Intercomites. La nostra idea, per il momento, è quella di creare fondi amministrati. Mi spiego meglio. Il Consolato Generale stipula uno, due o tre contratti con società che offrono piani di salute e che operano anche nell’ambito farmaceutico. Il connazionale, di cui il Consolato certificherà lo stato di indigenza, riceverà una tessera o una lettera. Queste gli permetteranno di rivolgersi alle società con cui abbiamo concluso accordi. Le spese saranno a carico del Consolato.

Il console Davoli, quindi, assicura che, sebbene con altre modalità, il connazionale continuerà a ricevere assistenza sanitaria e medicine. E, sottolinea: - Nessuno ha intenzione di abbandonare gli 800 connazionali assicurati da Rescarven. - Il Consolato si farà carico di tutto?

- Sì – conferma -. Chiaramente, al momento della firma degli accordi verrà dato un anticipo che permetterà di ottenere prezzi scontati. Insomma, le condizioni più vantaggiose.

Ammette che il ‘progetto’, affinché il denaro risulti sufficiente, dovrà essere amministrato con diligenza e oculatezza. E, comunque, spiega che tutto dipenderà “da quanti soldi riceveremo”. - Credo nell’azione delle associazioni – aggiunge –. Le ho sempre sostenute. Con l’aiuto e lo stimolo del Consolato, qui a Caracas, sono stati creati l’ambulatorio campano e quello del Centro Italiano Venezolano. Sono due realtà alle quali i nostri connazionali possono rivolgersi per avere cure ambulatorie a prezzi scontati e, se necessario, senza alcun costo. Sono realtà utilissime. E vanno usate. Ho fatto questi esempi ma potrei farne altri in altre città. Sono queste le iniziative in cui credo.

- Qual è la situazione attuale? E’ cresciuta la richiesta di aiuti? Scuote il capo affermativamente. E, dopo una breve pausa, risponde: - Forse è diminuito il numero degli assistiti ma non quello degli italiani in difficoltà.

E spiega: - La riduzione del numero degli assistiti ubbidisce al volume delle risorse a nostra disposizione. Diminuisce sempre più. Non così le necessità dei connazionali. Queste crescono. Il Venezuela, in questo momento, è un Paese in crisi. E’ questa una realtà che incide negativamente sul tenore di vita dei ceti più deboli. Per quel che riguarda i nostri pensionati, ci dice che i Patronati hanno fatto presente alcuni problemi di cui il Consolato era già al corrente.

- Sono temi su cui stiamo già lavorando – afferma -. Abbiamo circa 6 mila pensionati che ricevono colpi su colpi. E non dipende da noi ma dai venezolani.

- Quando l’on. Merlo venne a Caracas, alcune settimane fa, incontrò i colleghi venezolani e, su suggerimento dei patronati, espose le difficoltà inerenti ad un rigido controllo dei cambi che castiga i nostri pensionati. Naturalmente affrontò anche altri temi, sempre inerenti i nostri lavoratori in pensione. Si disse che ci sarebbero stati altri incontri, questa volta tra deputati dell’Assemblea nazionale e rappresentanti dei patronati. Cosa è stato fatto?

- Le difficoltà di coloro che ricevono una pensione – spiega – hanno origine nella norma legale. Al mio arrivo in Venezuela, chiesi subito di parlarne con Italcambio. Devo dire con assoluta franchezza che non è un problema di facile soluzione. Ma non per questo ci arrendiamo. Forse parlando col governo, esponendo il caso, sarà possibile venire incontro alle esigenze dei connazionali. E’ una priorità sulla quale mi consulto permanentemente. E’ un problema drammatico e capisco le preoccupazioni di chi si rivolge a noi. Ogni città è una realtà a sé. Lo sono anche le problematiche dei connazionali: dipendendo dal luogo in cui vivono e lavorano. Il Console Davoli lo sa bene. Forse anche per questo, nelle ultime settimane e prima delle feste natalizie, si è impegnato in un ‘tour de force’ che gli ha permesso di visitare realtà distinte.

- Ho visitato le città di Porlamar, Valencia, Maracay , Puerto Ordaz e Los Teques – ci dice -. In alcune occasione, ho accompagnato i ‘funzionari itineranti’ incaricati della raccolta di firme e impronte digitali per i passaporti. E, a questo punto, vorrei aprire una parentesi.

Riferisce, senza nascondere la propria soddisfazione, che la raccolta delle impronte digitali nella provincia, mansione delegata ad un ‘funzionario itinerante’, ha avuto un esito inatteso. Un successo, ci confida il console Davoli, riconosciuto anche dal ministero degli Esteri.

- Il nostro, ed un altro consolato che non dico, sono stati quelli che hanno fatto meglio – assicura -. E questo è stato possibile grazie alla ricettività della Collettività ed alla professionalità dei nostri funzionari. Quindi non posso che impegnarmi a ripetere queste esperienze anche il prossimo anno.

Ammette che, dal punto di vista dell’assistenza sociale, questo suo ‘tour de force’ gli ha permesso di conoscere determinate realtà e gli ha offerto l’occasione per incontrare connazionali che gli hanno esposto i loro problemi.

- In generale – precisa -, si conferma grosso modo quanto accade a Caracas. Siamo in presenza di crescenti difficoltà sociali. Il numero di chi ha bisogno di un aiuto è in aumento. Noi dobbiamo dare una risposta. E’ questa la nostra vera sfida. In una intervista precedente – afferma – mi dichiarai ottimista. Ebbene, anche ora lo sono. Certo, non conosciamo l’entità dei tagli al nostro budget. Quindi, neanche le conseguenze. Sostiene che, con le recenti norme di bilancio, si aprono nuove frontiere. Potrà fare appello alla collettività. - Prima non mi era possibile – afferma -. Comunque, darò sfogo alla fantasia ed alla creatività per trovare risorse che mi permettano di aiutare i connazionali che ne hanno veramente bisogno.

Quindi sottolinea che sarà necessario “fare sistema”. E spiega: - Sono convinto che i tanti interventi dei singoli potranno permetterci di creare un ‘sistema di solidarietà’. E questo non può che farlo il Consolato Generale. - Ne avete già parlato con qualcuno? Attorno a questo tavolo di riunione sono stati convocati i rappresentanti del nostro associazionismo?

Sorride e risponde: - Forse, attorno a questo tavolo no. Ma sono mesi che ne parlo un po’ con tutti. Anche nelle riunioni fatte a casa mia. Ci sono stati incontri in cui ho cercato di far capire ai rappresentanti delle nostre associazioni, ai connazionali benestanti, ai professionisti, ai medici che è ora di rimboccarsi le maniche. Non possiamo aspettare che i problemi ci vengano risolti completamente dall’Italia. Dobbiamo produrre una nostra propria solidarietà.

- La risposta? - Fino ad ora abbastanza positiva – conclude -. Non è chiaro di quanto dovrà essere il volume di questa solidarietà. Dipenderà dall’entità del taglio. Sono però convinto che bisogna fare di più, molto di più. E sono sicuro che potremo farlo. Quindi, reitero l’appello. Assieme possiamo trovare il modo migliore per superare questo momento particolarmente difficile.

Un segreto, ma solo a parole

Sequestri. A volte, se ne parla ad alta voce, quando la famiglia della vittima ha il coraggio di denunciare il rapimento della persona amata. Altre, sottovoce perché, comunque, nonostante la discrezione della famiglia della vittima, il sequestro è tra quei segreti condannati a non restare mai tali. Insomma, prendendo in prestito le parole da una delle più belle e note composizioni di Fabrizio de Andrè, è una notizia “che non ha bisogno di alcun giornale come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca”. Ed allora, qual è la differenza tra l’uno e l’altra? Enorme, come un baratro. Nel primo caso, sporta la denuncia, l’esperto antisequestro presso la nostra Ambasciata può intervenire. E lo fa consigliando la famiglia su come comportarsi, seguendo gli sviluppi delle indagini della polizia e sollecitando l’interesse delle Forze dell’Ordine locali. Nel secondo, l’esperto ha le mani legate. E la famiglia del rapito solo può sperare nella buona fortuna, in una conclusione a lieto fine di tutta la faccenda. Poca cosa, a dir la verità.

- Credo che il 2008 sia stato l’anno peggiore – ci dice il Console Davoli -; quello in cui si ebbe il maggior numero di connazionali sequestrati. Noi, possiamo aiutare le famiglie dei connazionali che ne sono vittime. E siamo in grado di farlo perché in Ambasciata c’è un ufficio permanente antisequestro; ufficio occupato da un esperto della Polizia di Stato o dei Carabinieri.

- Quindi, nella disgrazia, siamo una collettività privilegiata. - Anche quello è un modo di dirlo... ma sì, in effetti, la nostra è una comunità privilegiata – ammette -. Quando purtroppo un nostro connazionale è vittima di un sequestro, la famiglia può ricevere l’aiuto dell’esperto. Il suo intervento, è proprio il caso di dirlo, ha portato alla soluzione della stragrande maggioranza dei casi...

Dopo un attimo di esitazione, prosegue: - Ma bisogna denunciare l’avvenuto sequestro. Mi rendo perfettamente conto della situazione, del clima che si crea in seno alla famiglia ma, se non si denuncia... l’esperto non può intervenire. Ripeto, la percentuale dei casi risolti grazie all’intervento del nostro agente esperto nella materia è molto alta. Chiaro, siamo coscienti che non c’è mai la totale sicurezza, ma....

La “rivoluzione Brunetta”

L’informatica nella pubblica amministrazione. Una bella trovata. O, forse, la manifestazione di un mondo che cambia e di una amministrazione che, in qualche modo e a dispetto dei tanti disservizi, cerca di svecchiarsi per offrire all’utente una maggiore efficienza. Ma, si sa, le buone intenzioni non sempre sono sufficienti. Ed, allora, vengono a galla tutte le debolezze. E’ quel che sta accadendo alla “rivoluzione-Brunetta”. Spesso, purtroppo, tra il dire e il fare ci passa il mare. Anzi, l’oceano.

- L’informatica nella pubblica amministrazione – sostiene il Console Davoli – è una cosa bellissima. E devo dire che in Consolato ci siamo adattati velocemente, e senza grossi problemi, alle nuove disposizioni. Peccato che altrettanto non sia accaduto in tanti comuni italiani. Spiega che, dopo il caos dei primi mesi, il panorama è oggi decisamente migliorato. Anche così, però, molti comuni sono ancora in affanno.

- Non si sono adeguati alle nuove tecnologie o faticano a farlo – spiega -. Alcuni hanno le infrastrutture ma il personale non sa cosa farne: non sa cosa sia un ‘file’ e tantomeno un allegato e, addirittura, non è capace di aprire un archivio in Pdf. Tutto ciò comporta naturalmente spiacevoli ritardi nel nostro lavoro. La Posta Elettronica Certificata, che tra qualche anno risulterà sicuramente di grande vantaggio, ora è motivo di importanti rallentamenti e disagi.

Ammette che in Consolato vi sono alcuni aspetti di cui andare fieri – leggasi, consegna dei passaporti in poche ore – ed altri, invece, che vanno migliorati, come ad esempio la trasmissione di un atto civile. Ma i ritardi, ci tiene a sottolinearlo, “non sempre dipendono dal Consolato”.

- I motivi – spiega – sono complessi. Innanzitutto, è aumentato il numero degli italiani che fa richiesta di un nostro servizio. D’altronde basta dare uno sguardo all’anagrafe consolare. Oggi gli iscritti sono più di 110 mila. Quando sono arrivato erano 108 mila e qualche anno fa 90 mila. Di pari passo, è aumentato il volume delle richieste di documenti. Ad esempio, quello dei connazionali che consegnano il loro atto di nascita per la registrazione in Consolato. Dall’altra parte, abbiamo avuto una riduzione drastica del personale, soprattutto di quello interinale. Ed infine, e non dipende da noi, vi è la trasmissione dei documenti via e-mail. L’informatica nella pubblica amministrazione, come ho già spiegato, è una cosa bellissima, ma... L’ammodernamento, la messa in pratica della “rivoluzione Brunetta”, è stato una delle prime sfide affrontate dal Console Davoli.

C’e voluto del lavoro, si son fatti dei sacrifici – ci dice soddisfatto – ma in consolato questa rivoluzione è stata portata a buon porto. (20 dicembre 2010/Inform)