29 de noviembre de 2008

Il MAIE al Senato presenta gli emendamenti per gli italiani all’estero

Comunicato stampa

 

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Il MAIE al Senato presenta gli emendamenti per gli italiani all’estero

Mirella Giai: Non lasceremo niente di intentato!

Roma, novembre 2008:- Presentati dal MAIE, in Commissione Bilancio del Senato, una ventina di emendamenti al testo della legge finanziaria che nascono dalla precisa volontà di lottare fino all’ultimo per difendere il diritto della collettività italiana all’estero. La sen. Mirella Giai, che è la prima firmataria degli emendamenti presentati, che hanno avuto l’appoggio oltre che del sen. D’Alia, presidente del Gruppo Autonomie del Senato, dei colleghi dell’UDC, SVP e altri, ha commentato così l’iniziativa: “ Il Movimento Associativo Italiani all’Estero non lascerà nulla di intentato per difendere i diritti degli italiani all’estero. Ecco perché abbiamo voluto presentare questi emendamenti sperando che il Governo voglia riconsiderare le sue decisioni.

Questa legge finanziaria, impostata sostanzialmente sulla riduzione delle risorse, penalizza l’Italia nel suo complesso, compromettendo la reale possibilità di uscire dalla crisi, e allo stesso tempo colpisce seriamente gli italiani all’estero, con tagli che si aggirano attorno al 60% dei fondi totali destinati alla promozione della lingua, della cultura, all’informazione, all’assistenza, alle sedi consolari.

Un’enormità per la nostra collettività, che vede inficiati tutti i capitoli di bilancio che riguardano i contributi per Associazioni ed Enti che operano per l’assistenza delle collettività italiane, le spese per l’assistenza e la tutela dei connazionali, quelle per attività culturali, educative, ricreative ed informative e quelle per la promozione della cultura e la lingua italiana.

Ma, in verità, cosa ben piccola per il bilancio dello Stato, che certo non avrà grande giovamento dalla riduzione di una spesa pubblica che, in definitiva, si aggira intorno ai 60 milioni di euro complessivi. “

28 de noviembre de 2008

Il bonus familiare toccherà i 1000 euro

 

L'una-tantum prevista tra le misure anti-crisi andrebbe da un minimo di 200 euro ad un massimo di 1.000 euro

ROMA - In attesa che venerdì il consiglio dei ministri vari la manovra complessiva anticrisi, ci sono le prime indiscrezioni su una delle misure più attese, il bonus familiare.

BONUS - Il bonus familiare, l'una-tantum prevista tra le misure anti-crisi, andrebbe da un minimo di 200 euro ad un massimo di 1.000 euro. Sarebbe questa l'ultima versione dei tecnici sul tavolo del governo che domani si appresta a varare il piano anticrisi. Il tetto di reddito salirebbe a 22.000 euro (rispetto ai 20.000 delle simulazioni iniziali).
Secondo le ipotesi tecniche, un pensionato solo, per esempio, prenderà un contributo di 200 euro se ha un reddito annuo fino a 15.000 euro. Per le famiglie gli scaglioni di reddito sarebbero tre: 17.000, 20.000, 22.000. Il contributo varierà anche a seconda del numero dei figli. Al massimo l'una tantum per le famiglie dovrebbe variare da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.000 euro. Secondo fonti tecniche al lavoro sul dossier, il costo di questa misura dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,3 miliardi di euro.

MISURE PER I PRECARI - Il provvedimento anticrisi prevede anche misure per i precari. Saliranno infatti dagli attuali 600 milioni a 1-1,2 miliardi di euro le risorse per gli ammortizzatori sociali. Il provvedimento estenderà inoltre la cassa integrazione in deroga anche ai lavoratori con contratto a termine e di somministrazione. A quanto si apprende da fonti ministeriali, per i collaboratori che non hanno un contratto di lavoro dipendente (ad esempio i co.co.pro), saranno previste forme di tutela non assimilabili alla cassa integrazione: probabilmente si tratterà di un una tantum.

tgcom

26 de noviembre de 2008

CONFERENZA MONDIALE GIOVANI ECCO IL PROGRAMMA DEFINITIVO!

 

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ARTICOLAZIONE DEI LAVORI

DOMENICA   7 DICEMBRE (durante il giorno arrivo dei delegati)

Ore 19,30    Serata di benvenuto offerta dal Comune di Roma (Palazzo delle Esposizioni)

LUNEDI'    8 DICEMBRE

Ore      9,00     Registrazione dei delegati

10,30   Conferenze Paese e Continentali

13,00   Pausa colazione

14,30   Ripresa lavori

18,00   Interruzione lavori

Sera libera

MARTEDI'  9  DICEMBRE

Ore      9,30     Costituzione gruppi tematici e inizio lavori

13,00   Interruzione lavori

Pomeriggio libero - sera libera

MERCOLEDI'  10  DICEMBRE

Ore      8,00     Trasferimento delegati alla Camera dei Deputati

10,00   Inizio Conferenza. Interventi  Presidente della Repubblica, Presidente del Senato,     Presidente della Camera dei Deputati.

12,00   Trasferimento FAO e colazione

14,30   Indirizzi saluto Sindaco di Roma, Segretario Generale CGIE, Presidente Conferenza Stato-Regioni.

15,00   Relazione Ministro degli Affari Esteri

15,30   Plenaria: interventi 15 delegati (5 per ogni Area geografica)

18,30   Interruzione lavori

Sera libera

GIOVEDI'   11  DICEMBRE

Ore      9,30     Lavori gruppi tematici

12,30   Pausa colazione

14,00   Interventi membri Governo: Ministro della Gioventù, Ministro dell'Istruzione,  Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Ministro per i Rapporti con le Regioni.

15,00   Ripresa lavori gruppi tematici

18,30   Interruzione lavori

20,30   Serata offerta in collaborazione dal Ministero dell'Istruzione e dalle Regioni 

VENERDI'  12   DICEMBRE

Ore      9,30     Discussione e approvazione documenti tematici.

12,30   Pausa colazione

14,00   Interventi personalità (Presidente Emerito Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della    Regione Lazio, On. Piero Fassino).

15,00  Plenaria

17,00  Lettura e approvazione Dichiarazione finale

17,30   Intervento Ministro degli Affari Esteri

18,00   Termine Conferenza

21 de noviembre de 2008

'NDuccio: ''Non so perché mi fate tanti complimenti…''

 

'NDuccio: ''Non so perché mi fate tanti complimenti…''

Si presenta cosí al compiaciutissimo pubblico di San Cristóbal il piú famoso cabarettista abruzzese ‘Nduccio. Ma ‘Nduccio, nome d’arte di Germano D’Aurelio, scemo non lo é affatto. Anzi! é uno…”scemo” intelligente. Con molta modestia ed umiltá, sa che deve anzitutto ironizzare su se stesso per poter mettere in luce i difetti e le virtú paesanotte dei suoi personaggi. In trent’anni di carriera ha portato nei locali e nelle piazze dei Paesi e dei centri anche piú piccoli d’Abruzzo la sua comicitá, tratta dalle piccole storie quotidiane di persone realmente conosciute o raccontate nei luoghi in cui hanno vissuto. Storie che per lo piú riassume in un solo personaggio, il “nonno”.

Perché questo fa realmente ‘Nduccio di mestiere: il ‘conta-storie’.  In due ore di battute esilaranti, l’artista dimostra una grande capacitá di analisi psicologica dei personaggi, la sua conoscenza della storia atavica della sua terra e dei popoli che le hanno dato vita, e gioca con virtuosimo con i vocaboli dialettali in un italiano maccheronico, di tal maniera che anche i non abruzzesi riescano a comprenderlo.

E a San Cristóbal, nel salone delle feste del Centro Italo Venezuelano, di cui é presidente un abruzzese, Aldino Rasetta, il pubblico eterogeneo ha captato perfettamente le sue battute. C’era chi non capiva l’italiano, figuriamoci il dialetto abruzzese!, ma si é registrato un fenomeno che a ‘Nduccio é piaciuto moltissimo: la traduzione simultanea. E “Germano-l’artista”, si é adattato alla platea, sciorinando le sue storielle con la solita grazia, ma cercando di far arrivare il piú possibile il suo umorismo dialettale con vocaboli comprensibili ed aiutandosi con la mimica.

Del resto, 40 esibizioni in tutto il mondo, lo hanno portato a conoscere nuove tipologie di pubblico. 40 viaggi (in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia ed ora Venezuela) dove ha voluto anzitutto stabilire un contatto personale con i corregionali e farsi raccontare le loro storie di emigrazione. Questo ‘scendere tra la folla’ gli permette di conoscere nuove realtá, ma denota soprattutto la sua sensibilitá umana.

In chiusura del suo show, dopo due ore di sane risate, canta alcune canzoncine popolari abruzzesi e coivolge anche il pubblico invitando qualcuno a salire sul palco. Poi, di botto, scende il silenzio e commozione in sala: racconta la storia di Joe (Giuseppe) , di Perth, del suo dolore straziante nel momento in cui la nave Garibaldi si staccava dal molo di Napoli verso l’Australia cinquant’anni prima, della sua nostalgia per il suo paese che non aveva mai piú rivisto. Racconta che ha voluto registrare con la video-camera la serata in suo onore con tutta la sua famiglia, compari e amici, perché quando ‘Nduccio sarebbe partito, nel rivedere il filmato avrebbe fatto finta di avere ancora la sua presenza in casa sua. Perché chissá se lo avrebbe rivisto piú… ‘Nduccio gli promise che sarebbe tornato l’anno dopo. E cosí fu. Ma Joe non c’era piú. Era morto, senza rivedere ‘Nduccio e senza rivedere il suo paese. Questo episodio lo ha toccato nel piú profondo, tanto che gli ha dedicato una canzone dolcissima. Una storia quella di Joe, che putroppo é una tra migliaia tra i connazionali in tutto il mondo.

Questo e altro é ‘Nduccio. Per questo il presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, Giovanni Margiotta, che lo conosceva benissimo come artista giá dall’Italia, tre anni fa chiese al Dr. Donato di Matteo, allora neo eletto presidente del CRAM, di portarlo in Venezuela. Da allora, il CRAM Abruzzo ha inviato il celebre cabarettista in tutto il mondo (i soldi della Regione non potevano essere spesi meglio). Margiotta, dal palco di San Cristóbal, ha ringraziato calorosamente il CRAM per aver preso in considerazione questa parte del mondo, ma soprattutto la Federazione composta da nove Associazioni Abruzzesi, ed ha voluto presentare ‘Nduccio nella cittá andina per offrire anche alle zone interne la possibilitá di apprezzare uno spettacolo memorabile per i corregionali, ben sapendo che a San Cristóbal, non solo Aldino Rasetta é presidente del Centro Italo-Venezuelano, ma lo é anche dell’Associazione Abruzzese del Táchira e con la sua giunta direttiva é uno dei piú ospitali del Paese.

Al termine dello show, il Presidente Rasetta, accompagnato dai fondatori dell’Associazione andina Fantino Capoccioni ed Enzo Marrone, hanno consegnato all’artista una targa di riconoscimento per la sua diffusione nel mondo della cultura abruzzese. Altrettanto, il Presidente Margiotta, a nome della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, gli ha conferito “…onore al merito in riconoscimento alla sua opera , giacché portando nel mondo la sua comicitá tipica dialettale, la sua musica e la cultura abruzzese, ha potuto unire idealmente gli abruzzesi all’estero alla Terra d’origine, convertendosi cosí nel vero

                   “AMBASCIATORE DELL’ABRUZZESITÁ NEL MONDO”.

Non se l’aspettava, ‘Nduccio, questo riconoscimento. E se n’é andato contento e commosso.

Una serata da incorniciare a San Cristóbal, con il rammarico di non avere avuto a disposizione altre serate per la presentazione del bravissimo ‘Nduccio nelle altre cittá del Venezuela. Se lo aspettano gli abruzzesi residenti nel Paese, se lo merita l’artista. La speranza é che per l’anno prossimo, il nuovo CRAM voglia ripetere l’esperienza, di concerto con le Federazioni Abruzzesi di tutto il mondo, per continuare ad unire idealmente gli abruzzesi all’estero alla Regione Abruzzo.

Germana Pieri.

17 de noviembre de 2008

Costituita L’Associazione Baresi nel Mondo

Antonio Peragine è il presidente

BARI - E' stata costituita l’“Associazione Baresi nel Mondo” – Organizzazione non lucrativa di utilità sociale ”Onlus”, in sigla ABM.

La nascita del nuovo organismo si è resa necessaria per i mutamenti intervenuti nel settore delle politiche migratorie in Italia e nella Regione Puglia e dalle numerose richieste pervenute da baresi e pugliesi  residenti all’estero che non si riconoscono nelle associazioni attualmente presenti in Italia e all’estero e che desiderano essere rappresentati degnamente e avere maggiore informazioni e conoscenza delle cose baresi e regionali.

L'Associazione Baresi nel Mondo opera per la migliore difesa dei diritti umani e della dignità del cittadino italiano nel mondo e della sua identità barese e farà sentire la sua voce a difesa anche dell’informazione e svilupperà tutte le iniziative idonee per creare le condizioni di carattere politico, sociale ed economico per un mercato globale più equilibrato.

L’Associazione Baresi nel mondo in sigla “ABM”, al di fuori dell'ambito della Provincia di Bari, sia all'estero che in Italia, promuove e organizza "Famiglie Baresi", comunque denominate, alle quali possono liberamente aderire i soci stessi. Tali nuclei agiscono in armonia con i programmi e le finalità dell'Associazione.

Ai fini di una maggiore incisività dell'azione associativa, le Famiglie Baresi possono costituire organismi di collegamento tra di loro, aventi competenza territoriale limitata ad un singolo Paese o ad un'area geografica omogenea di più Paesi.

Le Famiglie Baresi sono dotate di propri regolamenti, redatti in conformità allo statuto e al regolamento dell'Associazione.

L'A.B.M. nei territori, sia in Italia che all'estero, in assenza dei requisiti per la costituzione di una Famiglia Baresi, così come previsti dal regolamento, può nominare un proprio rappresentante di zona che agisca nei confronti delle istituzioni locali.

Egli svolge funzioni di coordinamento per tutti i soci residenti nel territorio di sua competenza, in spirito di collaborazione con le Famiglie Baresi territorialmente più vicine ed ha titolo a far parte degli eventuali organismi di coordinamento.

Inoltre l'ABM, per il perseguimento di propri scopi, si propone di sensibilizzare le nuove generazioni al fenomeno migratorio promuovendo apposite attività aggregative in accoglimento di proposte e istanze del mondo giovanile. A tal fine può istituire o riconoscere sezioni o gruppi organizzati, coordinati da dirigenti all'uopo delegati dagli organi direttivi delle Famiglie.

Gli obiettivi che l’Associazione Baresi nel Mondo si propone, in particolare sono:

1-  promuove l’aggregazione e la crescita sociale, economica e culturale dei Baresi nel mondo, dei loro discendenti e degli ex emigranti, soprattutto attraverso la costituzione di “Famiglie Baresi”, “Famiglie di ex emigrati”, all’estero e in Italia;

2. sostiene i Baresi nel mondo nelle loro necessità sociali, in particolare nei rapporti con le istituzioni;

3. contribuisce a diffondere e far conoscere la storia e la cultura dell’emigrazione barese, nonché pugliese ed italiana, perché ne vengano sempre più riconosciuti i contenuti e i valori;

4. promuove e partecipa a iniziative intese a ricongiungere i discendenti dei Baresi nel mondo con le loro “radici” e a favorire nei Paesi di residenza il mantenimento della cultura, delle tradizioni e della lingua dei luoghi di origine;

5. collabora con la Regione, la Provincia di Bari, l’Università, i Comuni ed altri Enti locali, le altre associazioni e istituzioni in programmi e attività rivolte al mondo dell’emigrazione;

6. si impegna in ogni azione volta al progresso socio-economico e culturale della provincia di Bari e nei territori in cui è presente e opera;

7. promuove e sostiene iniziative di accoglienza, integrazione, formazione, solidarietà e quant’altre ritenute utili a favore degli immigrati e di sostegno a quanti intendono emigrare;

8. aderisce ad altre realtà associative, italiane ed estere, con accordi di collaborazione, di rappresentanza, di riconoscimento reciproco, di scambio di servizi e attività;

9. partecipa o promuove iniziative di servizio per i propri soci.

Per il conseguimento delle predette finalità, l’ABM può promuovere iniziative per raccogliere fondi a fini di autofinanziamento, offrire spazi pubblicitari, predisporre e gestire strutture con spazi e ambienti idonei allo svolgimento di attività e servizi compatibili con gli scopi sociali, realizzare luoghi di incontro al fine di favorire la vita associativa, svolgere in genere ogni altra attività ritenuta utile per i propri scopi, anche in collaborazione con istituzioni, enti pubblici e privati, altre associazioni, singole persone.

L’Associazione, infine, in attuazione delle predette finalità, svolge attività formativa.

Alla guida del nuovo organismo di tutela e di assistenza dei baresi nel mondo sono stati chiamati  a farne parte, tra gli altri, il dr. Antonio Peragine, presidente; la dott.ssa Nunzia Bernardini Pepe,vice presidente; prof.ssa Lucia Fenuta; prof.ssa Rosaria Pepe, prof. Paolo Leoci, imprenditore e docente universitario e residente a Mosca e il prof. Vito Schingaro, docente universitario, consiglieri.

Il presidente Antonio Peragine rivolge un appello a quanti hanno a cuore i baresi residenti in ogni parte dell’Italia e nel mondo, i rimpatriati e immigrati a collaborare con l’AMB per dare forza e sostegno alle iniziative che si andranno ad intraprendere per la valorizzazione del nostro territorio e del “made in Puglia ”.

Invito particolare Peragine rivolge ai circa 400.00 baresi residenti all’estero, di cui circa 100.00 iscritti nelle liste elettorali, ed ai baresi residenti fuori Regione a far parte dell’AMB al fine di costituire le “Famiglie Baresi” e  valorizzare la baresità in ogni angolo del mondo. (Per informazione e adesioni: info@baresinelmono.it - presidente@baresinelmondo.it - tel. +39.337.7052075 - 320.0482680). (Inform)

 

RAPPORTO MIGRANTES: "ECCO ALCUNI DATI SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO"

 

ITALIANI NEL MONDO- Il numero degli italiani nel mondo è aumentato di oltre 200 mila unità rispetto allo scorso anno. 3.734.428 i residenti italiani all’estero e almeno 60 milioni gli oriundi italiani nei cinque continenti.
I flussi migratori- Nei paesi europei (56,7%), in America (37,9%), in Oceania (3,4%), in Africa (1,3%), in Asia (0,8%). In due casi su tre, l'emigrato è proveniente da una regione del sud (36,2%), mentre il 19,4% dalle isole, il 15,4% dal nord est, il 14,6% dal nord ovest, il 14,4% dal centro. Il 52,8% sono celibi e nubili; il 39% è coniugato e il 2,7% vedovo. Il 45% (1.774.677) sono donne.
Secondo i dati forniti dal Rapporto la regione italiana con più emigrati è la Sicilia con 629.114 residenti all’estero, seguita dalla Campania con 395.064, la Calabria con 328.910 e il Lazio con 308.966. Il comune con più presenze è Roma (207.769), seguita da Milano con 41.894 e Napoli con 32.179 residenti all’estero.
Nati all’estero- Sono 3.734.428 gli italiani residenti all'estero (dati Aire dell'aprile 2008) ma solamente il 59% è effettivamente emigrato dall’Italia. Il 34,3% è, invece, nato all'estero.
Dal 1990 al 2007, le nascite sono state 433.691, circa 24.000 all’anno, una ogni 20 nascite in Italia. Il totale degli iscritti all'Aire per nascita è di 1.280.065 persone. Il legame che questi giovani insturano con l’Iitalia, recita il Rapporto Migrantes è diverso da quello dei propri genitori. “Il loro senso di italianità riveste diverse implicazioni sociali e culturali che i giovani di per sé non rifiutano, a condizione di esplicitarle in maniera concreta e di comporle con il fatto di vivere in un'altra società. Essi insistono su una maggiore cooperazione economica con in paesi dove risiedono, e molto pragmaticamente, restano aperti a uno scambio che li possa aiutare anche nella loro vita professionale”.
Emigrazione giovane- Secondo il Rapporto, i cittadini italiani residenti all’estero ad aprile 2008 sono 3.734.428. Di questi oltre la metà (54%) è costituito da giovani al di sotto dei 35 anni. Il 60,6% (1,2 milioni) di questa popolazione under 35 è concentrata in Europa. Tra chi ha meno di 35 anni, 3 su 10 (606 mila)  sono minorenni e 2 su 5 fanno parte della classe di età 18-24.
Si tratta in massima parte dei neolaureati che lasciano l’Italia per il Regno Unito (19,2%), la Francia (12,6%), la Spagna (11,4%) e gli Usa (9,8%). Elaborando i dati di Almalaurea, consorzio delle più importanti università italiane, la Fondazione Migrantes ha potuto dare un volto a questi giovani “cervelli in fuga” che, a differenza delle generazioni passate che hanno lasciato l’Italia, non sognano affatto di rientrare in Italia. A cinque anni dalla laurea, sono, infatti, 52 su 100 i laureati occupati all'estero, principalmente con titoli nel ramo scientifico e tecnologico, che considerano molto improbabile il loro ritorno.
CULTURA- Sono 34.689 i corsi di lingua e cultura italiana promossi dal Ministero degli Affari Esteri nell’anno scolastico 2006/2007, per un totale di iscritti che sfiora le 650 mila unità.
Da sola, la Società Dante Alighieri coinvolge con i suoi corsi oltre 200mila studenti.
Il Rapporto Migrantes presenta anche una ricerca sperimentale condotta con il patrocinio di Acli, Epasa, Inas, Sias. Sebbene il campione non soddisfi appieno i criteri di rappresentatività, le interviste hanno permesso di svelare alcuni aspetti nuovi del modo di vivere degli italiani all’estero.
Dai risultati della ricerca emerge un miglioramento della loro situazione. Casa di proprietà e, in molti casi, secondo immobile in Italia dove trascorrono parte delle vacanze. Sono molto legati alla religione e alle vicende del nostro Paese, di cui si interessano leggendo giornali italiani e guardando i programmi Rai.

 

 

 

 

16 de noviembre de 2008

GIOVANI IMPRENDITORI ITALIANI NEL MONDO – CONGRESSO CONFAPI: SANFELICE(PRES.GIOV.CONFAPI):"FONDAMENTALE L'ACCESSO AL CREDITO PER LE PMI". GALASSI (PRES.CONFAPI):" E' IL "MADE IN ITALY INSIDE" CHE DA LUSTRO AL PAESE"

 

“È importante, anzi fondamentale che la nuova generazione dell'imprenditoria italiana si incontri e proponga un ruolo di riflessione al mondo economico, al sistema delle istituzioni e della pubblica amministrazione, alla politica e al sindacato, al settore del credito, al mondo accademico”  ha affermato Paolo Grassi, presidente Confapi, al Congresso Nazionale giovani imprenditori di Confapi, dal titolo “Responsabilmente: Stato, mercato e concorrenza”, che si è tenuto oggi, presso la Sala Capranica, a Roma.
  “Le imprese in un momento di grande stagnazione hanno bisogno che la propria vita venga immediatamente agevolata, e questo vuol dire una burocrazia che risponda alle proprie esigenze ed una semplificazione dell'accesso al credito” ha affermato  la neoeletta presidente dei Giovani Confapi, Valentina Sanfelice spiegando la scelta del titolo. 
  “ E' necessario far sentire la voce dell'impresa ai molti che in troppi casi hanno dato ascolto quasi esclusivamente alle sirene della finanza allegra, degli investimenti ad alto rischio, dei giochi con i capitali altrui, in un meccanismo diabolico di allontanamento dall'economia reale. - ha proseguito Galassi - Se non altro questa crisi di dimensioni globali, con conseguenze che sentiremo per tutto il 2009, ha rimesso al centro il vero produttore di ricchezza sociale e monetaria: il lavoro, cioè la produzione, l'industria manifatturiera. Il grande comparto della piccola e media impresa, sia industriale sia di servizio alla produzione, oggi avverte con forza crescente i morsi della congiuntura sfavorevole. Lo avete sentito questa mattina nella presentazione dell'indagine Confapi-Unicredit, in cui i dati sia consuntivi sul primo semestre sia preventivi sul secondo semestre 2008 non lasciano proprio spazio alla fantasia. Stiamo entrando io un tunnel pericolosissimo, in cui l'evidenza maggiore è data dal rischio occupazionale: se non si inverte subito la rotta, con un'azione governativa più incisiva sul sostegno alle imprese, da qui a Natale rischiano la cassa integrazione almeno 150mila lavoratori in tutta Italia.”
    Sanfelice ha auspicato che la pubblica amministrazione si faccia “garante di tempi certi di pagamento”. Dello stesso sapere il Presidente della Camera Gianfranco Fini, che nel saluto alla giovane presidente ha dichiarato:  “il ruolo che i giovani imprenditori svolgono, con il dinamismo e l'operosità da sempre profusi per lo sviluppo dell'economia, costituisce una grande risorsa per il nostro paese, che le nostre istituzioni devono sostenere ed incoraggiare costantemente. Nell'auspicare che i vostri lavori possano dare un importante contributo al dibattito sulle prospettive di rilancio economico e di recupero di competitività del nostro paese - ha concluso Fini - formulo a tutti un sincero augurio”.
    Non poteva mancare il saluto del ministro della gioventù, Giorgia Meloni, che nel sentirsi molto vicina ai giovani imprenditori, definiti da lei “spina dorsale della nostra economia e fonte di lavoro e reddito”, ha affermato “ritengo indispensabile che lo Stato risponda alla richiesta di formazione che viene dal mondo dell'impresa, attraverso una collaborazione più stretta con le aziende, finalizzata all'inserimento in ambito lavorativo di giovani sempre più qualificati e preparati. Aiutare le pmi a “fare sistema”, visto che hanno già dimostrato di saper cogliere le opportunità quando la collaborazione delle istituzioni ed il mercato le hanno concesse: penso alla felice esperienza dei distretti industriali, sviluppatisi con successo anche nell'Italia Meridionale. Purtroppo alcuni di essi, sopratutto quelli tessili e dell'industria del mobile, sono oggi in forte sofferenza a causa dell'agguerrita concorrenza, non sempre leale, proveniente da altre nazioni. Uno dei segreti del successo di quella esperienza fu la capacità delle pmi di trasferire a livello mondiale i patrimoni di conoscenze del territorio, riuscirono a realizzare una connessione locale-globale molto fruttuosa. - ha concluso la Meloni - È ora che si riprenda a concertare strategie che possano rinnovare i successi conseguiti, per il bene di tutti i nostri giovani e della nostra nazione.”
  “Il ministro Tremonti - ha sottolineato Galassi - ha annunciato l'adozione di misure più dirette a favore del sistema imprenditoriale, in particolare sul versante dell'incremento del capitale di garanzia dei consorzi fidi. Ma altri provvedimenti sono allo studio e hanno come obiettivo quello di far giungere le risorse direttamente alle imprese, senza dispersione nei mille rivoli di enti e flussi inutili. Questo è un passo che va nella direzione auspicata da Confapi, così come l'accordo sottoscritto da Unicredit con le diverse associazioni datoriali, che per quanto riguarda la piccola e media impresa metterà a disposizione fondi per 2 miliardi di euro. L'aspetto rilevante è che Confapi è stata chiamata al tavolo di governance delle regole che stabiliranno la ripartizione di questo importante finanziamento. Ma si tratta pur sempre di azioni sul breve periodo, indispensabili per consentire a migliaia di imprese di sopravvivere. E' chiaro che Confapi sta guardando al prossimo decennio, alle condizioni del bilancio dello Stato e alle politiche economiche che dovrebbero essere attuate per dare finalmente carburante al settore manifatturiero. Per sostenere un processo di crescita delle nostre aziende tale da favorire il superamento dello stato di rallentamento dell'economia e avviare un vero rilancio, basato su solide prospettive di sviluppo della produzione e dei mercati, occorre pensare a iniettare quanta più ricerca e innovazione nei processi aziendali.”
    “Allora – ha stigmatizzato Galassi - diventa improcrastinabile un intervento deciso sul fronte della detassazione degli utili reinvestiti, come richiesto da Confapi in una proposta di legge presentata al governo: bisogna assolutamente agevolare, in termini fiscali, chi reinveste il proprio utile nel miglioramento e nel rinnovamento del capitale umano, gestionale, produttivo e tecnologico dell'azienda. Molti tra di voi si trovano nella situazione di un passaggio generazionale, da affrontare tenendo conto di due principi opposti eppure convergenti: da un lato conservare l'intuizione del fondatore, che ha dato consistenza e solidità alla storia dell'impresa; dall'altro, aprirsi al nuovo, liberare pensieri ed energie creative verso nuove produzioni, nuove tecnologie, nuovi mercati. Per conciliare queste esigenze e prefigurare un futuro evoluto per l'azienda, servono risorse umane, tecniche e finanziarie, ma sopratutto serve un segnale forte di fiducia da parte delle istituzioni: smettiamola di tassare io modo così pressante l'intelligenza e lo spirito di chi intraprende, facciamo in modo che un'ampia fetta della ricchezza prodotta possa tornare a nutrire la crescita aziendale.”
  “'Da parte nostra - ha precisato il presidente di Confapi - come imprenditori senior e junior, continuiamo a credere nella prospettiva positiva delle nostre azioni. Girando per l'Italia, incontrando gli imprenditori del sistema Confapi, continuo a registrare casi di imprese che investono nel futuro, che aprono nuovi stabilimenti, unità produttive, laboratori. La politica ancora non si è accorta di questo fenomeno, un vero e proprio Rinascimento industriale nel campo dell'alta tecnologia e delle produzioni manifatturiere di alta qualità nei settori della meccanica,  delle macchine utensili, dell'elettronica, della plastica, dell'impiantistica”.
  “Noi - ha concluso Galassi - vogliamo che se ne accorga prima di arrivare a pensare che nel nostro Paese l'economia la si fa ancora con il 'made in Italy' fabbricato all'estero o con i marchi del lusso. No, la nostra economia è retta da quel sistema di piccola e media industria forse più conosciuta all'estero che in Italia. E' la produzione ' Italy inside' che dà lustro e ricchezza al nostro Paese. È di questa dinamica tradizione produttiva che dovete continuare a essere interpreti e protagonisti.”(15/11/2008-ITL/ITNET)

MASTER A DISTANZA IN "COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCENTIFICO"

 

Destinatari del Master
Il Master si rivolge a tutti coloro comunicatori, ricercatori, giornalisti, addetti stampa e URP, docenti, formatori che intendono acquisire strumenti efficaci per la comprensione e la comunicazione della scienza ai cittadini.
Si possono iscrivere tutti i diplomati universitari e i laureati di qualsiasi livello.

Obiettivi e finalità
I temi trattati durante il corso comprendono: aspetti teorici e pratici della comunicazione scientifica, scienza e società, tecniche della scrittura nei vari media, le frontiere della ricerca scientifica e la loro comunicazione (con particolare riferimento alle scienze della vita). Tra i docenti del corso vi sono esperti della comunicazione scientifica, storici e filosofi della scienza, studiosi del rapporto scienza e società, scienziati. Ai seminari in presenza saranno invitati professionisti della comunicazione e del giornalismo scientifico.
La notizia scientifica, una volta riservata, poco divulgata, è ormai divenuta parte integrante del lessico quotidiano di tutti noi: la comunicazione tra specialisti e grande pubblico avviene sì tramite stampa quotidiana o specializzata, ma si attua anche attraverso televisione, radio e internet.
Si rende indispensabile, quindi, la presenza di una figura professionale che sappia tradurre situazioni e linguaggi difficili, specialistici, in un testo comunicativo preciso e rigoroso, fruibile dalla maggior parte dell'utenza prevista, qualunque sia il medium utilizzato.

Sbocchi professionali
La figura formata dal Master potrà lavorare come specialista dell’informazione scientifica presso testate giornalistiche, aziende radiotelevisive, siti internet, uffici stampa e URP, enti di ricerca e nella comunicazione aziendale.
Modalità didattica
Il Master si sviluppa con modalità didattica a distanza via internet: ciò comporta una comunicazione asincrona che permette allo studente di accedere alle attività previste dagli insegnamenti nel momento che ritiene più opportuno.
Le attività svolte in presenza da tutti gli studenti sono i seminari e alcuni laboratori, nonché lo stage (obbligatorio) e l’esame finale.


Il Master è di durata annuale, e il costo di iscrizione ammonta a 1850
Le iscrizioni sono aperte fino al 15 gennaio 2009
Il Master non è sostitutivo del periodo di praticantato e non dà accesso all'Albo dei giornalisti
Per maggiori informazioni:
Consorzio Omniacom / CERTE
Via Circonvallazione, 21/a
44011 Argenta (FE)

Tel.: 0532/800050
E-mail: giornalismo@carid.unife.it
Sito web:www.omniacom.org

CORSI DI FORMAZIONE ALL'ISTITUTO CAPPELLARI DI FERRARA

 


CORSI GRATUITI  ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Competenze sociali e trasversali: Comunicazione, managerialità, leadership, imprenditorialità.
INFORMATICA
Informatica per applicazioni personali e lavorative: Word, Excel, Internet, Access, Posta elettronica, Reti.
LINGUA INGLESE
Social English: Contenuti diversificati in base alle competenze in ingresso
Termine pre-iscrizioni: 21 novembre 2008
Inizio corsi: gennaio/febbraio 2009
Per informazioni e requisiti di accesso contattare la segreteria dell’Istituto tel. 0532.240404/206812

ISTITUTO CAPPELLARI
Centro di Formazione Professionale
Ente Accreditato AICA - test center ECDL

Via Savonarola, 16 - 44100 Ferrara
tel. 0532.240404 fax 0532.209144
www.istitutocappellari.it
info@istitutocappellari.it

Nel 2007 sono state sei miliardi di euro le rimesse dei cittadini stranieri in Italia.

In testa la comunità cinese che ha superato romeni e filippini. Ricerca del Centro Studi Sintesi di Venezia.

Sei miliardi di euro l’ammontare delle rimesse che gli oltre 3 milioni di immigrati hanno spedito nei loro Paesi d'origine nel 2007. Un flusso di liquidità pari allo 0,4% della ricchezza complessivamente prodotta a livello nazionale e che dal 2000 al 2007 è cresciuta di quasi dieci volte (+927%).
Sono i dati che emergono da una ricerca del Centro Studi Sintesi di Venezia che ha analizzato la natura e la destinazione finale delle rimesse degli immigrati in Italia.
Ogni immigrato, in media, trasferisce poco più di 2.000 euro nel proprio Paese “spesso – si legge nella ricerca - per soddisfare necessità vitali dei familiari-riceventi come cibo e vestiario”.
Un terzo delle rimesse, spiegano i ricercatori, finiscono in zone rurali non di rado per creare il risparmio necessario per aprire nuove attività commerciali ed artigianali.
Oltre un quarto del denaro che esce dall'Italia è localizzato nel Lazio (26%), anche in relazione alla presenza elevata di money transfert domiciliati nella capitale, seguito da Lombardia, Toscana e Veneto che si collocano, rispettivamente, seconda terza e quarta in questa classifica (20,6% e 14,4% e 6,7%). La regione Lazio primeggia anche per la consistenza delle rimesse rapportate al Pil da essa stessa prodotto (0,94%) e per la somma complessiva portata fuori da ciascun residente nella regione (4.766 euro). Valori al di sopra della media nazionale di 2.057 euro, si registrano tra le rimesse pro capite delle regioni Toscana (3.702 euro), Sardegna (2.875 euro) e Campania (2.864 euro). Gli aumenti più consistenti nelle rimesse nel periodo 2000-2007 hanno riguardato invece la Valle d'Aosta, la Toscana, il Piemonte e l'Umbria.
A livello provinciale solo Roma raccoglie quasi un quarto delle intere rimesse nazionali (24,9%), seguita a ruota da Milano, distanziata con oltre 10 punti percentuali (13,6%). Seguono poi due province toscane, con Prato (7,4%) che precede il capoluogo regionale Firenze (4,0%).
Tra le province in cui sono si sono registrati i maggiori aumenti dal 2000 al 2007 si annoverano due province laziali, Rieti e Viterbo.
Il Paese che nel 2007 ha ricevuto i trasferimenti più consistenti provenienti dall’Italia è stata la Cina con un ammontare complessivo di 1,6 miliardi di euro seguita da Romania (13,1%), Filippine e Marocco.
Complessivamente, il 46% delle rimesse si indirizzano in Asia (con più di 2,7 miliardi di euro), mentre oltre un quarto sono destinate ai Paesi europei (che registrano rimesse per 1,6 miliardi di euro). Della rimanente parte, circa il 15% defluisce in Africa e quasi il 12% nel continente americano.
(Al. Col.)

Milano: corsi in cinese, arabo e spagnolo per gli imprenditori stranieri del settore alimentare.

Così la Asl promuoverà la sicurezza alimentare: requisiti di sicurezza, tecniche di conservazione, igiene dei locali ed etichettatura degli alimenti.

Così la Asl promuoverà la sicurezza alimentare: requisiti di sicurezza, tecniche di conservazione, igiene dei locali ed etichettatura degli alimenti.
La sicurezza alimentare spiegata attraverso mediatori linguistici agli imprenditori stranieri del settore alimentare. È l’iniziativa presentata ieri a Milano dagli enti bilaterali Ebiter Milano ed Ebt PE, che hanno sottoscritto un protocollo d'intesa sperimentale con l'Asl Città di Milano e che si impegnano a promuovere corsi formativi in arabo, cinese e spagnolo.
La necessità di corsi a misura di straniero - si legge in una nota degli organizzatori - nasce dalla continua crescita nel capoluogo lombardo di imprese condotte da extracomunitari nel settore alimentare. Secondo dati della Camera di Commercio, tra le ditte individuali rappresentano il 23% nella ristorazione (668 imprese) e il 15% nel dettaglio alimentare (174 imprese). E i più impegnati sono proprio arabi, cinesi e sudamericani. Nel settore ristorazione-alberghi, infatti, il 62% delle imprese individuali extracomunitarie è cinese, mentre il 24% è arabo (il 4% latino-americano). Nel dettaglio alimentare predominano invece gli arabi (44%), mentre i cinesi sono al 16% e i latino-americani al 5%.
La prima fase del progetto multietnico proseguirà fino al marzo 2009 con visite a 60 esercizi commerciali, lezioni in madre lingua e tutoraggio in azienda per verificare la comprensione e la corretta applicazione di quanto spiegato in aula. Molti i temi che saranno affrontati: dai requisiti strutturali e igienici di locali e attrezzature alla conservazione e all'etichettatura dei cibi.

inmgrazione oggi

Ricercatori Italiani scoprono proteine-spia del cancro alla prostata

Lo studio condotto su 200 uomini siciliani over 47

14.11.2008 16:11:50

rcerca.jpgRoma - L'aumento nel sangue di due proteine (osteopontina e metalloproteasi-9) rappresenta uno dei primi segnali della presenza di un cancro della prostata. A dare l'annuncio un team composto da quattro ricercatori italiani: Massimo Libra, Grazia Malaponte, Giancarlo Castellano e Silvana Canevari con la collaborazione di altri studiosi del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Catania e del gruppo di Terapie molecolari dell'Istituto tumori di Milano. Forti anche del supporto della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), i ricercatori hanno svolto studi su un campione di 200 soggetti, uomini siciliani, tutti compresi tra i 47 e gli 80 anni d'età.

La presenza di un incremento nel sangue di osteopontina e metalloproteasi-9, è dunque la spia precoce della terza causa di morte per tumore in Italia, e si rileva anche se le lesioni maligne sono ancora di dimensioni microscopiche. Il livello delle due proteine, inoltre, va di pari passo con l'aggressività tumorale e questo consente di monitorare la progressione della malattia. La scoperta dovrebbe consentire una diagnosi precocissima della malattia. I risultati dello studio saranno pubblicati domani su "Clinical Cancer Research", "I risultati dovranno ora - sottolinea Franca Stivala, direttore del Dipartimento di Scienze biomediche dell'ateneo catanese - essere ulteriormente validati, e gli autori si sono già attivati per stabilire collaborazioni internazionali a questo scopo". "Questo importante successo - afferma invece Carlo Romano, presidente della sezione catanese della Lilt - fa ben sperare anche per un'altra ricerca supportata dalla nostra associazione e finalizzata all'individuazione di marcatori precoci del cancro dell'utero".

Il progetto è stato coordinato da uno dei ricercatori autori della scoperta, Massimo Libra, e da Aurora Scalisi, responsabile dell'Unità di screening ginecologico dell'Azienda del territorio di Catania. "Questo risultato, che ha ricadute cliniche importantissime - conclude il preside della Facoltà di Medicina di Catania, Francesco Basile - conferma l'eccellenza raggiunta da studiosi della nostra università da anni impegnati nella ricerca oncologica".

news italia press

15 de noviembre de 2008

Il MAIE vota no alla manovra finanziaria

 

On. Ricardo Merlo "Le motivazioni non riguardano solo i tagli dei fondi per gli italiani all' estero"


Roma, 12 novembre 2008 :- Si è svolto ieri a Roma, nella sede dell'U.N.A.R., Unione Nazionale delle Associazioni Regionali, il dibattito organizzato dal CGIE sugli "Italiani all'estero: memoria o futuro", a cui hanno partecipato patronati, sindacati, il mondo dell'associazionismo e  parlamentari eletti nella  Circoscrizione Estero. I temi sul tappeto riguardavano principalmente i tagli alle risorse destinate agli italiani all'estero e le misure da intraprendere, congiuntamente, per manifestare tutto il disagio delle comunità italiane all'estero.

Al dibattito era presente anche l'on. Ricardo Merlo (MAIE - Movimento Associativo Italiani all’Estero) che, nel suo intervento, ha spiegato che :"Questi tagli sono un errore; ma è sbagliata l' impostazione generale di questa  manovra finanziaria.

Infatti - ha sottolineato - in un momento di crisi globale e di  stagnazione economica, come quello che stiamo vivendo in Italia, mentre tutti i Paesi cercano di mettere in atto politiche espansive, il Ministro Tremonti adotta una tipica ricetta neoliberista, fortemente fiscalista, che comprime la spesa pubblica. Sembra che non abbia ancora capito che i tradizionali aggiustamenti strutturali dell' economia, basati su ricette neoliberiste e monetariste, hanno evidentemente  fallito e che, anche Paesi come gli Stati Uniti, che le consideravano "verità assoluta", stanno cominciando a rileggere Lord Keynes.
Il deputato italo sudamericano, ha poi detto di condividere il pensiero del presidente del Brasile Lula, in visita in Italia in questi giorni, che ha detto(dal CDS 13/11/08 pag.23)" Quando la crisi colpiva il Brasile o l' Argentina, tutti sapevano che fare. Ora che tocca i Paesi ricchi, nessuno lo sa".
“L'Italia è in una situazione critica - ha continuato Merlo – le famiglie lottano con il carovita e il debito estero è a 104% del PIL. Ciò significa che noi italiani paghiamo 82 miliardi di euro soltanto di interessi ogni anno, ossia  225 milioni di euro solo di interessi ogni giorno. A questa situazione si
aggiunge che il Paese avrà in tutto il 2008 una crescita negativa tra lo 0,2 e lo 0,4 % .
Se i sacrifici che ci vengono imposti con questa finanziaria, fossero di beneficio all'Italia, noi italiani all'estero sicuramente saremmo pronti a sostenerli con dignità e patriottismo. Ma, purtroppo, crediamo che questa finanziaria produrrà assolutamente il contrario degli effetti desiderati. La razionalizzazione delle spese non significa tagliare le risorse.
Mi domando, quindi, in questo contesto  a che serve togliere 32 milioni di euro agli italiani all'estero?
Le strade per uscire dalla crisi economica  possono essere tante ma non sicuramente quella intrapresa da questo governo. Il MAIE voterà contro questa finanziaria, non solo perché danneggia gli italiani all'estero, ma perché farà lo stesso con gli italiani residenti in patria. “

12 de noviembre de 2008

LA NUOVA GENERAZIONE ITALO-VENEZOLANA IRROMPE CON AUTORITA’ SULLO SCENARIO POLITICO-SOCIALE. L’ESEMPIO DI OGGI: CIRO MAURIELLO.

 

Da "FATTI E OPINIONI " uscito su "L'Aragueño" Domenica 9 Novembre di Mario Martinelli ex-presidente de la Casa de Italia di Maracay.

image Maracay - Negli ultimi due decenni, trattando del tema dell’emigrazione italiana in Venezuela, il discorso si é incentrato sulla integrazione che, mi dicono, per alcuni dei primi “musiú” non fu facile. Una situazione logica, naturale, che i pionieri dell’emigrazione seppero superare grazie ai valori fondamentali che portavaso con loro: la forza di volontá, l’integritá della famiglia, la dedicazione al lavoro, l’onestá e il rispetto di tutti, valori che gli permisero di guadagnarsi la stima, l’ammirazione e la fiducia della popolazione locale. In quel clima, nel quale i “musiú” andavano conquistando sempre piú simpatie, muovevano i primi passi i loro figli, coloro che oggi costituiscono la seconda generazione italo-venezolana che giá da qualche tempo ha preso le redini delle imprese paterne, modernizandole e dandogli quellla trasformazione strutturale che gli stessi padri avevano auspicato e che speravano veder realizzata dai loro figli.

La seconda generazione dell’emigrazione italiana in Venezuela é formata oggi da giovani quarantenni verso i quali é d’obbligo togliersi il cappello. Una generazione che ha sofferto, anche se in tono minore, la condizione di figli di “musiú” ma che, come in un gioco, hanno superato in breve tempo e brillantemente. Non vorrei avventurarmi a citare dei nomi ma, limitandomi nell’ambito dell’associativismo italo-venezolano, é d’obbligo citarne alcuni come Ciro Mauriello, Enzo Scarano, Mariano Palazzo, Fabio Giacobbe, Humberto Ranauro, Francesco Veneziani, José Biagio Pompini, Franco Narsete, Dany Cataldo, Giuseppe Di Cera, Giovanni Ruffino, Giuseppe De Luca, Tony Marchetta e moltissimi altri che hanno dimostrato di aver appreso la “lezione d’italianitá” dai loro padri, di saperla mettere in atto e tramandarla ai loro figli.. E’ questa la nuova generazione, quella dei quarantenni della quale, senza retorica, dobbiamo essere orgogliosi. Oggi in particolare desidero parlare di uno di loro che, immettendosi dapprima nel campo sociale ed oggi in quello politico ha assunto le vesti di personaggio pubblico: é l’ingegnere Ciro Mauriello – quarant’anni appunto - che, preceduto di qualche anno da Enzo Scarano, brillante Sindaco di San Diego, sente di avere le capacitá per poter andare oltre il sociale della comunitá italiana, come ha fatto sino ad oggi, e dare la sua opera al Venezuela, il Paese che accolse generosamente i suoi genitori e che gli permise di vivere un’infanzia ed un adolescenza felice in un ambiente sempre piú ricco di promesse, che si materializzarono in un terreno fertile, un terreno stimolante per per le sue capacitá professionali e per la volontá di restituire al Paese quanto lo stesso dette con generositá ai suoi genitorio che lasciarono Avellino con un bagaglio carico di speranze e di emozioni. Condizioni che hanno permesso a Ciro Mauriello, come a tutti i suoi colleghi, di laurearsi ottenendo il titolo di Ingegnere di Materiali Metalmeccanici. Titolo, ma soprattutto conoscenza e preparazione professionale, che gli hanno permesso di mettersi al timone, ancora 25enne, delle industrie di famiglia, ampliandole e migliorandole progressivamente nel tempo. Un connubio – professionalitá e dedicazione al sociale – indispensabile per immergersi nel mondo della politica nel quale giovani come Ciro Mauriello sanno inmediatamente cogliere l’essenziale, ed individuare le vere esigenze di entitá come Maracay e Aragua in quanto assistiti da un esperienza maturata negli anni e da una visione pratica e moderna. Entrato nella Giunta Direttiva della Casa d’Italia ebbe la fortuna d’incontrarvi, come presidente, quel gran maestro di vita pratica, di concretezza di creativitá e di decisionismo che fu il compianto Filippo Sindoni, quel personaggio che tutti ricordiamo come coluí che per primo fu il grande protagonista della modernizzazione e dello sviluppo di Maracay. Oggi in Ciro Mauriello scalpita quel gene ereditato da Sindoni, del quale fu fedele alunno, quel gene ansioso e smanioso di fare, di dare, di offrire agli altri quanto possibile per migliorare le loro condizioni di vita. Un giovane dotato di preparazione culturale e professionale. Di esperienza d’azienda, di senso di equilibrio e di giustizia sociale come lo é Ciro Mauriello si distacca da quanti, e non sono pochi purtroppo, oggi entrano in politica per ambizione personale o per desiderio di potere. Qualitá che hanno un solo destino: il fallimento sicuro a scapito di coloro che riposero in loro la propria fiducia. Mauriello seppe fare pacientemente la dovuta trafila nella Casa d’Italia di Maracay, dedicandosi inizialmente al settore del mantenimento per passare alla Vicepresidenza ed assumerne la presidenza nel 2006. A questo punto permettetemi di dire che quelli furono gli anni nei quali conobbi in profonditá la nuova generazione dell’emigrazione italiana, quella dei 40enni oggi protagonista. Ebbi il piacere nel 2006 di “traghettare” al vértice quella generazione, cedendo la presidenza della Casa d’Italia, che avevo avuto l’onore di tenere per vari anni, proprio a Ciro Mauriello. Confesso che quel momento non fu indolore per me - anche se avvenne per mia decisione - perché quegli incarichi si accettano e si conducono solo se si amano, se dentro si ha qualcosa da dare, incarichi che si basano sull’entusiasmo e sullo spirito di altruismo. Mi confortó il fatto di passare la mano a una persona come Ciro e al gruppo dei 40enni che giá avevano dimostrato le proprie capacitá nel campo professionale e della famiglia e aspettavano solo la giusta promozione nel campo sociale.

Ma, per tornare allo spirito di questo scritto, mi corre l’obbligo di completarlo recordando che i meriti di Ciro Mauriello oltrepassarono i confini delle proprie aziende e della Casa d’Italia; fu il Prof. Didalco Bolivar, Governatore dello Stato di Aragua, a volergli affidare un incarico di grande fiducia, nominandolo Presidente del Centro Oftalmologico Regionale Aragua Filippo Sindoni. Oggi Ciro Mauriello, come fece a suo tempo Enzo Scarano, rompe gl’indugi, entra in politica e si candida al Consiglio Legislativo di Aragua. Non ho voluto approfondire per quali colori politici si é candidato Ciro Mauriello; per me, sulla base delle mie personali conoscenze, si candida per il benessere della gente, per la giustizia, per il progresso, per lo sviluppo di Maracay e di Aragua, iscrivendosi cosi in quel libro d’oro nel quale si registrano nomi di illustri italiani che entrarono nella storia del Venezuela per aver contribuirono alla sua emancipazione politica, economica e sociale. Grandi nomi come Luigi Castelli, Francesco Isnardi, Agustin Codazzi, Juan Bautista Gerbasi, Luigi Pirrone e molti altri che, come Ciro Mauriello iniziarono in punta di piedi quel cammino che li conduce all’eterna gratitudine del Venezuela.

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Nella Foto Il giornalista de "L'ARAGUEÑO" Mario Martinelli

 

6 de noviembre de 2008

DA RADIO CAPITAL MARACAIBO: MESSAGGIO DEL CHEF DONATO DE SANTIS AI GIOVANI ITALIANI NEL MONDO CHE PARTECIPERANNO ALLA PROSSIMA CONFERENZA MONDIALE

 

DONATO DE SANTIS

É UN CHEF ITALIANO (PUGLIESE)

RESIDENTE IN ARGENTINA DA MOLTI ANNI, IL QUALE HA CAPTATO CON SIMPATÍA IL PUBBLICO ITALIANO RESIDENTE IN LATINO AMERICA PER MEZZO DEL SUO PROGRAMMA CULINARIO IN ONDA SUL PICCOLO SCHERMO 

www.dadonato.com

info@dadonato.com

WWW.CAPITAL903.COM

 

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BIOGRAFÍA DEL CHEF DONATO DE SANTIS

Donato DE SANTIS nació en Milán, en 1964. Se crió en La Puglia, al sur de Italia, tierra donde vivieron sus ancestros desde 1399. Se formó en su país de origen y se dedica a la cocina profesional desde 1980, con sus primeros pasos en la cocina de la L'antica Osteria del Teatro en Piacenza al lado del famoso Georges Cogny y luego en restaurantes y casas privadas de las rivieras italianas.

Trabajó en los principales restaurantes de las ciudades de Los Angeles (Primi, Un Ristorante), Santa Mónica (Valentino), Hollywood (Chianti & Cucina), Chicago (Bice), Palm Beach – donde tuvo a su cargo la apertura de Bice –  y Miami (Bice de Coconut Grove). Su creatividad en la cocina lo llevó a conocer ricos y famosos y finalmente fue contratado como chef personal por el diseñador Gianni Versace para su mansión Casa Casuarina y en New York.

Se radicó en Buenos Aires, Argentina en el año 2000 y dictó clases en diversos lugares, entre ellos en Gato Dumas Colegio de Cocineros. Durante dos años manejó la cocina del restaurante Verace, hasta Febrero de 2005.

Realizó producciones de fotos y contenidos para las editoriales Sudamericana y Bonum, con quienes editó “Mi Cocina Italiana” y “Fatto in Casa” y "Donato per Bambini" respectivamente. De su experiencia televisiva se destacan los programas con alcance a toda Latinoamérica del canal elgourmet.com en el que condujo con éxito “Cocineros en Juego”, “Cooking Emergency”, “Donato Cucina”, “Donato Invita”, “All´uso nostro” y "Chefs Unplugged"; y Canal 13, para el que fue conductor de “Los Cocineros en Casa” y de “Las Millie y Una”; con una interesante experiencia previa internacional en E! Entertainment USA, RAI (Radiotelevisione Italiana, Roma) y Gambero Rosso Channel (Italia).

Su labor fue reconocida con los premios Martín Fierro 2002, por mejor programa de cocina ¨Donato Cucina¨, elgourmet.com; Perfil 2004 a la mejor nota de servicios femeninos por “Cocina Donato De Santis”; Vocación Académica 2004 otorgado por la Fundación Lázara Grupo Editor a su trayectoria; y Gourmand World Cookbook Awards 2005 y 2006 por sus libros “Fatto in Casa” y "Donato per Bambini".

Es uno de los seis consejeros del Forum Italiano GVCI (Gruppo Virtuale Cuochi Italiani) que nuclea a más de 500 cocineros italianos de todo el mundo con el fin de proteger y divulgar la verdadera cocina italiana, sus productos y materias primas.

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IL SUO SALUTO AI  LETTORI DI GIOVANIVENEZUELA.COM

INGRESSO IN ITALIA PER STUDIO: COME?

 

Ecco una breve guida per l'ingresso in Italia per studio presso gli istituti e scuole secondarie  e come acquistare la cittadinanza italiana.

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COME ACQUISTARE LA CITTADINANZA ITALIANA

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da ImmigrazioneOggi.com

CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA AGLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA
La Prefettura provvede all'istruttoria della domanda inviandola al Ministero dell'Interno e al Ministero degli Esteri, entro 30 giorni dal ricevimento, corredata dal rapporto informativo della Questura. Il Ministero procede a richiedere il parere del Consiglio di Stato. Ove questo parere sia favorevole il Ministero provvede ad emanare il D.P.R. di concessione che deve essere firmato dal Presidente della Repubblica. Il decreto viene trasmesso alla Prefettura che provvede a consegnarlo all'interessato. Il cittadino straniero al quale è stata concessa la cittadinanza ha 6 mesi di tempo dalla consegna del decreto per prestare giuramento presso il Comune di residenza. 
La cittadinanza può essere concessa:
1. allo straniero del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita, o che è nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risiede legalmente da almeno 3 anni. L'art. 4, comma 1, lettera c), della Legge n. 91/92 prevede, inoltre, che il cittadino straniero, del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di 2° grado, sono stati cittadini per nascita, può divenire cittadino italiano se al raggiungimento della maggiore età, risiede legalmente da almeno due anni nel territorio italiano e dichiara, entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, di volere acquistare la cittadinanza italiana;
2. allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio italiano da almeno 5 anni successivamente all'adozione; 
3. allo straniero che ha prestato servizio, anche all'estero, per almeno 5 anni alle dipendenze dello Stato italiano;
4. al cittadino di uno Stato membro dell'Unione Europea se risiede legalmente da almeno 4 anni nel territorio italiano;
5. all'apolide e ai rifugiati politici che risiedono legalmente da almeno 5 anni nel territorio italiano;
6. allo straniero che risiede legalmente da almeno 10 anni nel territorio italiano.
Documentazione occorrente :
La domanda, indirizzata al Presidente della Repubblica italiana, va presentata alla Prefettura in 5 copie di cui 1 in bollo da 10,33 euro , corredata dai documenti, sottoelencati, che vanno presentati in 4 copie (1 originale e 3 fotocopie). La domanda va redatta secondo il modello B (MOD.A/0012 ). I documenti da allegare sono i seguenti: 
1. atto di nascita completo di tutte le generalità ovvero, in caso di documentata impossibilità, attestazione rilasciata dalla Autorità diplomatica o consolare del Paese di origine dell'interessato, debitamente tradotta e legalizzata, con la quale si indicano le esatte generalità (nome, cognome, data e luogo di nascita), nonché paternità e maternità dell'istante;
2. certificato storico di residente (triennale, quadriennale, quinquennale, settennale, decennale a seconda dei casi) (in bollo da 10,33 euro);
3. certificato di stato di famiglia (in bollo da 10,33 euro );
4. certificato penale del Paese d'origine e degli eventuali Paesi terzi di residenza relativi ai precedenti penali muniti della traduzione ufficiale in lingua italiana;
5. certificato generale del Casellario Giudiziale, da richiedere alla Cancelleria della Procura della Repubblica del Comune di residenza(in bollo da 10,33 euro );
6. certificato dei carichi pendenti rilasciato dalla Procura della Repubblica presso la Pretura competente per territorio, in relazione alla località di residenza del richiedente (con marche giudiziarie);
7. certificato dei carichi pendenti rilasciato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale competente per territorio in relazione alla località di residenza dell'istante (con marche giudiziarie);
8. copia autenticata del permesso di soggiorno in corso di validità (in bollo da 10,33 euro );
9. copia autenticata del mod. 740 o 101 ovvero certificazione rilasciata dal competente Ufficio delle Imposte dirette circa le dichiarazioni dei redditi prodotte nel triennio immediatamente antecedente la presentazione della domanda. Riguardo all'autenticazione si fa presente che stanti i principi statuiti dall'art.4 della legge n.15/68 la copia del mod.740 dovrà essere autenticata dall'Ufficio delle Imposte dirette presso il quale è stato presentato l'originale del modello stesso;
10. dichiarazione di rinuncia alla protezione dell'Autorità diplomatico-consolare italiana nei confronti dell'Autorità del Paese di origine, come dal modello;( MOD. B/0012 );
11. copia del passaporto (munita di traduzione ufficiale in lingua italiana ove il documento non contenga indicazioni redatte, oltre che nella lingua originale), autenticata dalla rappresentanza diplomatica o consolare dello Stato che lo ha rilasciato;
12. dichiarazione autorizzata per le competenti Autorità del Paese di origine a rilasciare tutte le informazioni sul proprio conto che fossero richieste dalle Autorità diplomatiche italiane accreditate presso lo stato di appartenenza (come dal MOD. C/0012 );
13. il certificato di svincolo limitatamente alle ipotesi in cui la cittadinanza di origine non si perda automaticamente con l'acquisto volontario di una nazionalità straniera, dovrà essere esibito dall'interessato NON all'atto della presentazione della domanda diretta ad ottenere la concessione della cittadinanza, bensì solo dopo il formale invito da parte del Ministero dell'Interno, che, peraltro, procederà in tal senso successivamente all'acquisizione del parere favorevole del Consiglio di Stato (MOD. E/0012 );
14. dichiarazione in carta libera di impegno a comunicare tempestivamente alla Prefettura eventuali cambiamenti di domicilio o residenza secondo il MOD. D/0012 ;
N.B. - I documenti di cui ai punti n. 1 e 4 dovranno essere opportunamente legalizzati secondo quanto disposto dall'art. 17 della legge 4.1.1968 n. 15, fatti salvi quelli rilasciati da Svizzera, Turchia, Finlandia, Croazia, Slovenia, Macedonia, Liechtenstein, Norvegia, San Marino, Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria, e tutti i paesi facenti parte dell'Unione Europea. 
Normativa di riferimento:
- Legge 5.2.1992 n. 91, art. 4 e 9 (G.U. n. 38 del 15.2.1992)

MANI TESE CERCA VOLONTARI PER IL PERIODO NATALIZIO

Mani Tese, organizzazione non governativa che dal 1964 realizza progetti di cooperazione internazionale, cerca volontari per il periodo natalizio.
Dal 6 al 24 dicembre l'associazione sarà presente nelle librerie la Feltrinelli in molte città d'Italia, tra cui Ferrara: i volontari impacchetteranno i regali natalizi, raccogliendo offerte dai clienti. Il ricavato andrà a sostenere progetti nel Sud del mondo in campo agricolo, produttivo e per lo sviluppo di mercati locali.
Tutti possono aiutarci, con alcune ore del proprio tempo libero da dedicare a questa attività nella libreria più vicina a casa. Una piccola scelta di volontariato che unita a quella di tante altre persone creerà reali opportunità di cambiamento nelle condizioni di vita delle comunità con cui Mani Tese opera.
Per informazioni: Mani Tese, ufficio gruppi e volontariato
tel .0039+02/4075165        
volontari@manitese.it
www.manitese.it

Gelosia, ossessione... maschile

Ed è lui a tradire di più...

johnnyGelosia: per qualcuno è una vera ossessione. E sono gli uomini i più a rischio. Troppo sospettosi e guardinghi non si fidano della fedeltà della partner anche se non hanno motivi di dubitare; ma quando lei tradisce, lui sa scoprire le 'corna' nel 75% dei casi.  E' quanto emerge da uno studio dello psicologo Paul Andrews della Virginia Commonwealth University di Richmond pubblicato sulla rivista Human Nature e reso noto questa settimana dal magazine New Scientist.
E non è tutto, dallo studio è emerso anche che, malgrado sia meno brava a scoprirlo in fallo e anche meno ingiustamente sospettosa del partner, lei sembra molto più abile a non farsi scoprire e a nascondere quindi il tradimento. 
Gli psicologi hanno proposto questionari confidenziali a 203 giovani coppie e le differenze tra i sessi in fatto di 'corna' sono emerse lampanti: intanto il 29% degli uomini ha ammesso di essere stato infedele contro il 18,5% delle donne.

Inoltre lui ha mostrato di essere più guardingo di lei e molto spesso a sproposito, diffidando ingiustamente della fedeltà della partner.
Però quando infedeltà c'è stata è sempre lui il più bravo a scoprirla: le sue deduzioni in fatto di fedeltà o infedeltà della partner si rivelano infatti corrette nel 94% dei casi (contro l'80% di quelle di lei), e lui nel 75% dei casi riesce a cogliere in fallo la partner fedifraga, cosa che a lei riesce solo nel 41% dei casi.
Che il maschio sia guardingo e molto abile a fiutare le 'corna' è di certo una conseguenza dell'evoluzione della nostra specie, ha detto Andrews: ''lui ha molti più interessi in gioco perché al contrario della donna non può mai essere certo della sua paternità e quindi rischia di non trasmettere la propria eredità genetica alla prole e di accudire la prole di altri maschi''.
ll fatto che la gelosia sia una “malattia” molto maschile non è quindi poi così sorprendente.

Ecco perché per togliersi il terribile dubbio che lei abbia un altro, i maschi, specie quelli italiani farebbero qualunque cosa, come pedinare di nascosto la propria compagna, passare al setaccio il contenuto di e-mail e cellulare, persino farla spiare da un investigatore privato.
''Le infedeltà coniugali sono il 30-40% del nostro lavoro", spiega Miriam Tomponzi, titolare di una società di detective, "e nel 98% dei casi il sospetto trova conferma”.  
Da dove nasce il sospetto di tradimento? Per il 68% degli interpellati il dubbio viene di solito da un fatto concreto come un sms strano o telefonate a ore insolite. E molti uomini sono già passati all'azione: il 32% dichiara infatti di avere controllato il cellulare della moglie.
Per fortuna, anche se gli uomini italiani sono gelosi e sospettosi, in caso di scappatella si dimostrano abbastanza inclini al perdono: solo il 25%, secondo un sondaggio condotto da un magazine qualche mese, una volta in possesso delle prove del “fattaccio” lascerebbe la partner, mentre quasi metà vorrebbe il dialogo, alla ricerca di una spiegazione.

Tgcom

Sesso a effetto camomilla

 
Promosse carezze della buonanotte...

Chi dorme non piglia pesci, ma chi fa sesso prima di dormire, ha sicuramente molti vantaggi. E' la scienza stessa a sdoganare definitivamente l'attività sessuale come elisir del sonno e a promuovere le carezze della buonanotte. Insomma una buona dose di sesso prima di addormentarsi regala sogni d'oro e notti tranquille, perché abbina all'azione stimolante un'impareggiabile sensazione di relax. A garantire l"effetto camomilla' sono gli esperti tedeschi di medicina del sonno della German Sleep Society (Dgsm), riuniti a Kassel, in Germania, per la loro convention annuale. Gli specialisti a congresso confermano le virtù benefiche di un sonno sano sulla salute dell'intero organismo, e bacchettano senza mezzi termini i 'forzati della veglia': dormire poco non è certo un vanto, avvertono i medici.
Per assicurarsi notti ristoratrici, gli esperti della Dgsm promuovono stili di vita alleati del benessere come dieta sana ed esercizio fisico costante. Ma dicono no alle attività sportive serali: "Determinano il rilascio di ormoni stimolanti" che mantengono il corpo attivo e il cervello sveglio, complicando e ritardando l'addormentamento. Unica eccezione il sesso: un'attività che impegna il fisico, spiegano, ma che al contempo lo distende e aiuta a scivolare senza problemi fra le braccia di Morfeo. E dormire bene previene molte malattie, ribadiscono gli specialisti, preoccupati per l'abitudine sempre più diffusa di 'risparmiare' sul sonno.

Una ricerca americana rincara la dose. Dormire poco infatti, spiegano i ricercatori americani della Fondazione Nazionale sul Sonno, mette a rischio anche le prestazioni sessuali. Molti problemi coniugali deriverebbero, secondo questo sudio, proprio da disturbi legati al sonno. Molti americano sarebbero talmente assonnati infatti da non praticare più alcuna attività sessuale.
Complici i ritmi frenetici della vita moderna, ricordano gli esperti della Ggsm, nel mondo industrializzato il tempo dedicato ai sogni si è ridotto progressivamente di un'ora e mezza. Tanto che un tedesco medio dorme oggi circa 7 ore. Anche se il fabbisogno di sonno è soggettivo e non esiste una formula ideale, ammettono gli specialisti, la moda di ridurre al minimo le ore di sonno viene da lontano.
"Quattro ore di sonno per gli uomini, 5 per le donne e 6 per gli idioti", era già la ricetta di Napoleone Bonaparte. Anticipatore di un trend che anche ai giorni nostri contagia uomini politici e potenti della Terra. "Ma chi cerca di impressionare gli altri dormendo 'quanto basta' si muove su un terreno molto pericoloso", è il monito degli esperti.
Che siano le 8 ore 'prescritte' dalla saggezza popolare, oppure le 9 ore o forse più predicate da attrici e modelle che fanno della buonanotte una cura di bellezza, "ognuno ha bisogno di dormire", assicurano i medici della Dgsm. "E non esiste alcuna prova che certe persone riescano ad 'allenare' il proprio organismo abituandolo nel tempo a farsi bastare il minimo sonno indispensabile", precisano gli scienziati.
Se inizialmente si pensava che il sonno disturbato fosse causato da alcune condizioni patologiche, aggiungono, oggi il rapporto causa-effetto si è invertito ed è stato dimostrato che alcune malattie sono scatenate proprio dall'insonnia cronica. "Problemi cardiaci o cardiocircolatori", per esempio, "possono precipitare nei pazienti che dormono male per un lungo periodo". Si è stabilita inoltre una significativa correlazione fra disturbi del sonno e patologie come demenza o Parkinson. Secondo uno studio, in particolare, "il 69% dei malati di Parkinson ha sofferto di problemi di sonno nei decenni precedenti. Disturbi che a volte erano iniziati già nell'infanzia". Secondo le ricerche, infatti, "circa il 40% dei bimbi piccoli ha un sonno problematico" possibile 'anticamera' di "disturbi mentali, paure, depressione o iperattività".
E "più o meno un terzo dei pre-adolescenti e degli adolescenti, con punte ancore piu' alte in Giappone, sperimenta attacchi di sonno durante il giorno" dormendo male di notte. Per migliorare il sonno dei più piccoli, gli specialisti suggeriscono di limitare al massimo il 'consumo' di pc e tv, perché "basta un'ora al giorno davanti a computer e televisione per compromettere il riposo". Ma oltre alla quantità del tempo trascorso davanti a uno schermo, conta anche la qualità di ciò che si guarda: "Certi show o videogame possono provocare degli incubi", chiudono i medici.

tgcom

Alex Del Piero carica la Juve sul treno dei desideri

 

Bianconeri già agli ottavi grazie allo spettacolo di Del Piero: al Bernabeu è doppietta, 2-0

Del Piero

Ha usato la coscienza la Juve. Quella pulita, con la faccia sfacciata di Alex. Ha usato quella faccia che Ranieri ci mette da un mese circa. Il resto - la maggior parte - l'ha fatto Del Piero. Un gol di sinistro e un gol su punizione. Real ammutolito, incredulo, rintronato. Il capitano ci ha preso gusto a sbattere davanti a tutti che per lui il tempo è solo una questione di lancette, non di deperimento fisico e mentale. La Juve vince a Madrid, è negli ottavi di Champions e getta la candidatura oltre l'ostacolo. Inglesi e spagnole, compatriote e sorprese annuali: guardate oltre la siepe perché su quel sassolino gettato in un ipotetico infinito c'è scritto chi vuole arrivare a Roma con una ferocia che in Europa, al momento, non si vede da nessun'altra parte.

 

Il voto in pagella di Del Piero é 8.5...

Del Piero 8,5 Seducente e conturbante come un'attrice di Hollywood, si prende il red carpet del Bernabeu. Strega i fotografi di Madrid, prima con un mancino pungente, poi con una punizione furba laddove il portiere campione d'Europa non aveva nessuna protezione. E così potrà raccontare anche questa al figlio. C'era una volta Alessandro, eroe bianconero, capitano di una Vecchia Signora che partita da Torino lingua in resta...

Matteo Brega/tgcom

4 de noviembre de 2008

INVITO SEGRETARIO GENERALE C.G.I.E. ELIO CAROZZA

 

Care amiche e Cari amici delle Associazioni regionali e nazionali in Italia ed all’Estero, delle organizzazioni di Patronato e dei Sindacati , Parlamentari eletti nella circoscrizione estero e di quanti operano a nome ed a servizio dei nostri connazionali all’estero.

Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

Ministero degli Affari Esteri

Il Segretario Generale

Kaainem 2.11.2008

Care amiche e Cari amici delle Associazioni regionali e nazionali in Italia ed all’Estero, delle organizzazioni di Patronato e dei Sindacati , Parlamentari eletti nella circoscrizione estero e di quanti operano a nome ed a servizio dei nostri connazionali all’estero.

Come avete avuto modo di constatare di persona ed attraverso i vostri organismi rappresentativi, la Finanziaria 2009, nell’impegno di “razionalizzazione” della spesa pubblica in Italia, ha “falcidiato” i capitoli di spesa destinati al “sistema” Italia all’estero, riservando un’attenzione del tutto particolare ai capitoli di bilancio destinati alla platea dei connazionali all’estero. In questo caso, infatti, i “tagli” si sono aggirati intorno al 66%, rendendo pressoché impossibile gestire settori importanti nel collegamento con le nostre comunità.

La finanziaria 2009 assegna, infatti, ai capitoli di bilancio per gli italiani all'estero una somma pari a 31.5 milioni di euro rispetto ai circa 82 milioni della finanziaria 2008.

Il bilancio 2008 per gli italiani all'estero fissava solo per i contributi per la diffusione della lingua e cultura italiana una somma pari a 34 milioni di euro . Ciò vuol dire rendere cruciale la possibilita’ di un rapporto futuro e probabilmente “superflua” la stessa Conferenza Mondiale dei Giovani italiani nel Mondo, che si terrà a Roma nel prossimo mese di dicembre.

Per l’assistenza diretta, poi, considerati gli impegni già contratti dall'amministrazione relativi alla copertura delle polizze assicurative sanitarie, e per tutti gli altri interventi resterà disponibile una somma pari a circa 23 milioni.

Inoltre, l’aggravarsi della crisi finanziaria e le diverse misure che il Governo sta prendendo nei confronti della maggioranza dei settori sono destinati ad incidere, inoltre, sui bilanci dedicati agli enti ed organismi che dedicano in Italia la propria attenzione anche agli italiani all’estero con una ricaduta negativa sulle politiche migratorie.

Come italiani all’estero siamo pronti ad assumere le nostre responsabilità nel sostegno al Paese, al nostro Paese di origine, del quale continuiamo a far parte a pieno titolo, ma non intendiamo subire passivamente questa situazione e solo una forte partecipazione e mobilitazione può contribuire a superarla, spingendo il Governo a rimediare alla reale prospettiva di smantellamento di ogni tipo di intervento che condurrebbe inevitabilmente alla definitiva rottura del rapporto del nostro Paese con le proprie comunità.

Il CGIE continuerà  a “negoziare” la portata dell’impegno di quanti operano in Italia ed all’estero a vantaggio delle nostre comunità, nell’ambito delle competenze che la legge istitutiva affida al Consiglio ed a sostegno del mandato affidato dalle comunità ai parlamentari eletti dalla Circoscrizione Estero.

All’estero iniziative di mobilitazione si stanno organizzando in molti Paesi.

A Roma, Vi invito ad un incontro-confronto, insieme ai Vice Segretari d’Area del CGIE, il 12 novembre a partire dalle 15,30, ospiti del Fogolar Furlan di Roma, presso la sede dell’UNAR, l’Unione Nazionale delle Associazioni Regionali in Roma, via Ulisse Aldrovandi 16, per una comune riflessione sulle soluzioni possibili perche’ il collegamento con le nostre comunita’ abbia un futuro e non divenga solo una memoria del passato..

Il nostro impegno sarà ancora più forte ed incisivo se la voce di tutta le rappresentanze sapra farsi sentire unitariamente.

Insieme, sono sicuro, riusciremo a far valere le nostre ragioni.

Vi attendo tutte e tutti.

Cordialmente

Elio Carozza

Libero l'imprenditore italiano sequestrato in Venezuela

 

Rapito una settimana fa, è stato rintracciato in Colombia dalla Marina

Arrestati due colombiani vicini al Farc

Bogotà - Un cittadino italiano, Yoami Michelangelli Longui di 33 anni, sequestrato la scorsa settimana in Venezuela, è stato liberato in Colombia. A rintracciare i rapitori e il giovane sono stati i militari della Marina di Bogotà, che lo hanno individuato nell'est del paese.

Il trentatreenne sequestrato è un imprenditore, nato in Venezuela, ma ha ottenuto la cittadinanza dalla madre che è di Verona. Secondo i militari di Bogotà, il sequestro di Yoami Michelangelli Longui, 33 anni, è avvenuto il 28 ottobre scorso nella città venezuelana di Puerto Ayacucho e per la sua liberazione era stato richiesto un riscatto di 4,6 milioni di dollari. Le forze della sicurezza colombiane hanno individuato l'ostaggio a Puerto Carreno, capitale del dipartimento di Vichada: nell'operazione sono stati arrestati due colombiani che probabilmente erano intenzionati a consegnare l'ostaggio ai guerriglieri delle Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia).

A dare la notizia l'ambasciata italiana a Caracas: "Il nostro esperto antisequestri è in contatto con la madre", ha precisato la fonte secondo cui l'imprenditore italiano rientrerà il prima possibile a Puerto Ayacucho, sua città di residenza.

Roberta Rizzo | News ITALIA PRESS

OPINIONI SUI TAGLI DEL GOVERNO ITALIANO: Mio fratello in Italia, è figlio unico?

Tratto da Tribuna Italiana Nº1282/ A cura di: Walter Ciccione: Giornalista della Tribuna Italiana (Argentina). Presidente del Centro Abruzzese di Buenos Aires. Conduttore di "Buonasera Argentina". Nato a Pescara (anno 1939). Residente a Buenos Aires dal 1950.

Molti di noi italiani che viviamo all'estero e proviamo ancora un profondo affetto per la terra che ci ha visto nascere, per i suoi valori e tradizioni, specialmente quelli che riguardano la famiglia, abbiamo incorporato ai nostri intimi sentimenti e perfino nel parlare di ogni giorno, una specie di lingua in codice per far riferimento al nostro Paese d'origine, usando una immagine di famiglia, nella quale la nostra madre è l'Italia, gli italiani residenti nel Bel Paese sono i nostri fratelli e sorelle e riservando u ruolo particolare, quello della moglie, alla terra che abbiamo scelto come seconda patria, l'Argentina.

Ieri, piccola storia di emigrante

Col passare degli anni ci siamo integrati al paese che ci ha offerto le condizioni per farlo. In fondo ai nostri cuori però, conserviamo la nostra condizione di emigrati, coloro che costituiamo l'ultima ondata del dopoguerra. Nella nostra memoria conserviamo come un tesoro una feconda storia di vita, segni indelebili del gruppo di connazionali coi quali abbiamo condiviso la traversata oceanica verso il "Novomondo", gruppo eterogeneo di sopravvissuti di una guerra lacerante, di sognatori, di disperati, di illusi, di pionieri, di frustrati e di bambini, come nel mio caso, con gli sguardi colmi di fantasie, condividendo in solitudine, ansie, sogni e premature nostalgie.

Molto è stato scritto, dibattuto e persino rimproverato da parte di un grande settore di italiani, sulle ragioni che indussero i nostri padri ad avviarsi verso questo moderno esodo, una decisione intima, personale. Marco Basti nel suo fondo di Tribuna Italiana dell'altra settimana "Da De Gasperi a Berlusconi" forse ci offriva un argomento valido quando, tra l'altro scriveva: "…alle parole di Alcide De Gasperi, rivolte ai milioni di italiani che nell'ultimo dopoguerra erano invitati a lasciare il paese per cercare altrove, pane, lavoro e un futuro che, l'Italia non poteva assicurare a tutti i suoi figli. Emigrate, un giorno l'Italia vi sarà grata".

La madre Patria adempì la promessa e durante anni è stata generosa coi suoi figli sparsi per il mondo, ha riconosciuto la valorosa decisione e i sacrifici e prese coscienza che le miliardarie rimesse degli emigrati alle loro famiglie contribuirono a far sì che l'Italia superasse la crisi del dopoguerra e facesse il miracolo economico.

Oggi, crisi e conseguenze

Il terremoto finanziario ed economico che sconvolge il mondo senza risparmiare paesi o classi sociali, con la crisi che suona alle porte, genera preoccupazione in ogni ambito e, naturalmente, anche la comunità italiana subisce gli attacchi su due fronti: su quello argentino e nei rapporti con il governo italiano, che ha assunto un atteggiamento drastico ed è passato da un rapporto armonico con le comunità italiane all'estero ad uno stato di alta tensione.

Il governo del premier Berlusconi sembra sull'orlo di un attacco di panico e tramite i "ministri della paura" ha preso la falce e cieco e sordo, senza anestesia, è partito all'assalto tagliando tutto quanto, nella sua ottica, è superfluo. Il cataclisma ha reso al suolo tutte le nostre deboli attese e i fondi per gli italiani all'estero, previsti nella Finanziaria 2009, sono stati drasticamente ridotti.

Un castigo che ci colpisce moralmente e materialmente, specialmente la comunità italiana in Argentina, dove le successive crisi hanno reso deboli coloro che subiscono di più questa politica, il settore più debole della società, gli anziani poveri nati in Italia, che vedono a rischio il sacrosanto diritto all'assistenza sanitaria, anche se va ricordato che grazie al contratto firmato l'anno scorso con la Swiss Medical, gli oltre ottomila assistiti con tale contratto, sono coperti fino alla fine dell'anno venturo.

Sedotti e abbandonati

Non siamo estranei alla dura realtà economica, ma non riusciamo a nascondere un sentimento di frustrazione verso le autorità italiane per l'insensibilità, il menefreghismo e persino la miopia politica verso l'altra Italia nella quale milioni di concittadini hanno saputo conquistarsi ammirazione e rispetto grazie alla loro creatività e laboriosità ed hanno un ruolo determinante nel portare in alto l'immagine dell'Italia in ogni aspetto, il che si traduce per il Bel Paese non solo in soddisfazioni morali, ma anche in concreti risultati economici.

Il governo imputa come spesa inutile l'assegnazione di fondi per le comunità all'estero, strano atteggiamento di transitare in senso contrario ad altre potenze europee come Francia o Spagna, che considerano i fondi per le loro comunità all'estero un investimento produttivo e una risorsa strategica.

Inoltre non va dimenticata la lettera che ha inviato "agli italiani all'estero", l'allora candidato a premier Berlusconi, durante l'ultima campagna elettorale, nella quale manifestava tra l'altro: "…vi sosterremo con sempre maggiore impegno e cercheremo di intensificare il vostro legame con la madrepatria affinché siate fieri della vostra italianità". Di fronte alla realtà e in preda al sentimento di sentirci "sedotti e abbandonati", l'atteggiamento di indifferenza nei nostri riguardi ci genera certa confusione di sentimenti e la sensazione che i "fratelli d'Italia" sono figli unici e noi, gli stranieri, non siamo considerati nemmeno "cugini di campagna", relegati a una categoria che il rispetto per il lettore mi esime dal qualificare.

Vista la situazione, vale la pena di chiederci se i nostri appelli a sentimenti genuini come solidarietà, giustizia, diritto, gratitudine, avranno l'effetto che cerchiamo o se dall'altra parte dell'oceano pensano solo a quella battuta resa popolare da Bill Clinton: "E' l'economia, stupido".

Cumbre di Buenos Aires

Di fronte a questo stato di cose, i nostri rappresentanti: parlamentari, Comites, Cgie, fanno riunioni e comunicati riaffermando i nostri diritti e, per sensibilizzare il governo perché riveda i tagli, propongono atteggiamenti piu duri, come mobilitare le comunità in manifestazioni pubbliche che, per adesso, rimangono nella carta.

Nel caso di quanti siamo residenti in Argentina, che attraversiamo problematiche diverse da quelle di altri paesi come gli Stati Uniti, l'Australia o i paesi europei, manteniamo lo stesso atteggiamento, sapendo che di fronte alla crisi che stiamo attraversando, non esistono per adesso nè personaggi illuminati nè formule magiche per superarla facilmente.

Le grandi e le piccole potenze mondiali, vista la situazione generale di emergenza, stanno offrendoci però un esempio: i summit, le riunioni al vertice per dibattere e cercare soluzioni e alternative alla situazione.

Fatte salve le distanze, sarebbe opportuno a livello locale di promuovere una specie di "Cumbre de Buenos Aires" che non si limiti ai quattro parlamentari italiani residenti in Argentina - è inquietante che non si siano ancora riuniti - Comites e Cgie, ma che coinvolga anche altri settori rappresentativi della comunità italiana in Argentina, come la FEDITALIA, le varie federazioni, le Associazioni, i Patronati, i giovani che si stanno preparando per partecipare alla Conferenza Nazionale dei Giovani Italiani nel Mondo che si svolgerà a Roma nel mese di dicembre e sulla quale non sappiamo se nel suo programma è incluso il tema dei tagli.

L'obiettivo concreto di questo vertice sarebbe il dibattito sulla situazione per cercare una proposta da presentare di fronte alla crisi dei tagli che circostanzialmente ci mette contro il governo italiano.

Proteste e proposte

Ma visto che “tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare” e conoscendo il nostro modo di essere, non sarebbe semplice organizzare una manifestazione di questo tipo e il primo scoglio da superare, la prova del nove, sarebbe: chi dovrebbe convocarla?

Un interrogativo che lasciamo aperto facendo appello al senso comune. Di fronte ad una situazione di cruda emergenza e visto che siamo una comunità organizzata, dovremmo affrontare la sfida e dare un esempio di civiltà e solidarietà. Pensare a progetti ampi che ci consentano di "vivir con lo nuestro", senza dover dipendere tanto dal governo italiano, per toglierci l'etichetta che ci hanno appiccicato di italiani dell'Argentina che viviamo dell'assistenzialismo.

In uno stato di democrazia è legittimo e a volte anche necessario protestare, manifestare dissenso e in questo campo, la creatività locale con i "cacerolazos", i "piquetes" e persino il famoso "que se vayan todos" si è diffusa in tutto il mondo con il timbro "made in Argentina". Sappiamo però che proteste senza proposte difficilmente portano a buoni risultati.

La storia insegna che prima o poi le crisi sono superate, ci assiste la speranza, e inoltre coviamo alcuni sogni, piccoli ma di grande importanza per noi: da una parte che sia chiaro che non vogliamo fare nostra la canzone: "non piangere per me ...Italia" e dall'altra che il governo di turno smentisca la sensazione che ha un figlio unico, ma milioni di figli, fratelli milioni in Italia e milioni sparsi per il mondo che meritano di essere trattati alla pari dalla madre patria.

TRIBUNA ITALIANA/ WALTER CICCIONE ciccioneg@speedy.com.ar