30 de enero de 2009

LA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ABRUZZESI IN VENEZUELA SI RIUNISCE A MERIDA IN ASSEMBLEA‏

 

Si tratta della prima Assemblea dell'anno 2009 che la Federazione delle Associazioni Civili Abruzzesi in Venezuela ha programmato. Molti i punti a trattare, tra cui spicca il programma dell'anno 2009 che proporrá la Federazione alle Associazioni che ne fanno parte. All'apertura dei lavori si procederá all'Atto di Giuramento della Giunta Direttiva dell'Associazione Civile Abruzzesi dello Stato Merida. Un atto questo, sempre molto emozionante per tutti gli assistenti. Nel corso della riunione sará annunciata inoltre l' inaugurazione della pagina web della Federazione. Un avvenimento importantissimo che marcherá una nuova era di comunicazione delle Associazioni a tutti gli associati e corregionali del Venezuela. Ogni Associazione, infatti, potrá accedere tramite la propria finestra con informazioni di vario genere.

Al richiamo della Federazione, hanno aderito e confermato la presenza tutte e nove le Associazioni iscritte, manifestando grande entusiasmo. Le Assemblee della Federazione che si svolgono ogni 3 mesi in cittá diverse, sono sempre occasione di incontro tra un gruppo affiatato ed entusiasta di persone che dedicano buona parte del loro tempo a manenere uniti i nostri corregionali, offrendo loro appoggio solidale e occasioni di aggregazione.

Un'altra bella novitá é la presenza di una nuova costituenda Associazione che verrá presentata ufficialmente durante l'Assemblea di Merida, e che verrá ad aggiungersi al nutrito gruppo associativo. Si conferma cosí la vocazione della Federazione di espandere le Associazioni Abruzzesi nel resto del Venezuela.

Durante l'Assemblea si parlerá anche della recente elezione della nuova Giunta Regionale d'Abruzzo, presieduta da Gianni Chiodi, e si stilerá un messaggio di buon lavoro al nuovo Governatore ed al neo-nominato delegato all'emigrazione Mauro Febbo, ricordando che gli abruzzesi in Venezuela, con una presenza importante in ogni settore della vita locale, sperano nella continuitá del dialogo aperto con la Regione per manenere sempre vigente il filo diretto con la propria terra d'origine, specialmente con le nuove generazioni. Alla riunione di sabato parteciperá anche il giovane Johnny Margiotta, coordinatore nazionale dei giovani abruzzesi, e capogruppo della delegazione di giovani italo-venezuelani partecipanti alla Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo che si é solta nel Dicembre scorso a Roma, e che fará una breve relazione sull'esito del Congresso.

Anfitrione della riunione, la presidente dell'Associazione Abruzzesi di Merida, prof.ssa Milena Agostinelli, ed i suoi collaboratori, la quale ha organizzato una giornata da ricordare.

I lavori inizieranno sabato mattina alle ore 10, presso il Centro Italo Venezuelano di Merida, il cui presidente Vincenzo La Rocca, con grande gentilezza e generositá ha voluto fortememente mettere a disposizione i saloni dell'incantevole Club andino, offrendo altresí il pranzo ai circa 40 convenuti giunti dalle varie regioni.

Nel pomeriggio, sono stati messi a disposizione di tutte le delegazioni da parte della Governazione di Merida, dei veicoli di trasporto per una visita al centro storico della cittá. Mentre alle sei pomeridiane, nel Centro Italo si svolgerá la "Paradura del Niño", tradizione fortemente sentita in queste zone, in cui si inscena il momento in cui il Bambin Gesú comincia a mantenersi in piedi.

Per concludere alle 8, tutte le delegazioni che fanno parte della Federazione delle Associazioni Abruzzesi del Venezuela sono state invitate a un ricevimento offerto dal Governatore dello Stato Merida Dr. Marcos Díaz Orellana e Primera Dama Dott.ssa Sandra Agostinelli de Díaz nella loro residenza. L'occasione sará propizia per consegnare una targa di riconoscimento a nome della Federazione all'eccellentissimo Governatore, in riconoscimento alla sua opera benefica a favore della comunitá italiana e in particolare quella abruzzese dello Stato Merida. Si fa notare che sono molti i casi in cui il Dr. Díaz Orellana e Sra. Sandra sono venuti in aiuto a connazionali in stato di bisogno.

Per l'occasione sono stati invitati l'Ambasciatore d'Italia in Venezuela, Dr. Luigi Maccotta, che purtroppo non potrá assistere, e il Console d'Italia in Maracaibo Dr. Ivo Polacco che sará presente con la sua gentile signora.

La serata verrá ripesa dalle telecamere di Abruzzo24ore.tv, ad opera del dinamico direttore Gianfranco Di Giacomantonio, sempre presente al richiamo delle occasioni in cui spicca il gentilizio abruzzese.

Germana Pieri

28 de enero de 2009

Tirocini offerti da Ministero degli Esteri e Fondazione CRUI Fino all’11 febbraio è possibile presentare la candidatura per un tirocinio presso il Ministero o una sede all’estero

 

ROMA - Il Ministero degli Affari Esteri offre ai “giovani particolarmente meritevoli” la possibilità di svolgere un periodo di tirocinio di tre mesi presso gli uffici dell'Amministrazione centrale a Roma o presso le sedi all'estero. Fino all’11 febbraio è possibile presentare la candidatura per un tirocinio presso il Ministero o una sede all’estero.

I tirocini sono stati istituiti dalla Convenzione tra il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) in base alla Legge 24 giugno 1997, n. 196 “Norme in materia di promozione dell’occupazione”, art. 18: “Tirocini formativi e di orientamento”. Essi si articolano normalmente in tre periodi dell'anno: gennaio-aprile; maggio-agosto; settembre-dicembre.

Finora (maggio 2008) hanno aderito al programma 66 Università italiane e sono stati offerti 8.465 tirocini presso il Ministero o le sedi all'estero, per i quali sono pervenute oltre 40.000 candidature.

I tirocini hanno come obiettivo l'acquisizione di una conoscenza diretta e concreta del mondo del lavoro, in particolare dell'attività svolta nell'ambito delle competenze del Ministero, al fine di completare e/o favorire il percorso formativo universitario dello studente o di agevolare le scelte professionali dei neo-laureati.

Ulteriori informazioni possono essere richieste all'Istituto Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri al seguente indirizzo e-mail: programma.tirocini@esteri.it .

Gli interessati potranno rivolgersi agli uffici competenti delle rispettive Università che raccoglieranno le candidature e potranno loro fornire ogni indicazione in merito.

Inoltre sul sito internet della CRUI è possibile avere ulteriori informazioni sulle procedure e sui requisiti di partecipazione, oltre che l'elenco delle Università che aderiscono all'iniziativa: http://www.fondazionecrui.it o http://www.crui.it .(Inform)

22 de enero de 2009

Ritornare in Italia per scoprirsi italo-stranieri

La società venezolana, benché offra molte opportunità lavorative, terrorizza i giovani italo-venezolani spingendoli ad emigrare.

 

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Maria Chiara Nicotra

 

CARACAS - I giovani italo-venezolani sono impazienti di emigrare verso la terra dei loro avi. Mentre gli italiani laureati e non solo, scappano dall’Italia in cerca di opportunità lavorative. E’ un dato di fatto. Ma la “febbre dell’emigrazione” non colpisce solo il Bel Paese.

Gli italo-venezolani hanno il vantaggio di avere già dei parenti in Italia e approfittano della fase universitaria per conoscere il Paese. I venezolani vanno in Italia spinti dal desiderio di conoscere un Paese nuovo o di raggiungere un amore italiano.

Eppure il Venezuela è un paese che offre tante opportunità lavorative, un paese ancora in piena evoluzione in cui la creatività trova spazi aperti dove “nidificare”. “La situazione attuale del Paese può sembrare allettante a chi non ha alternative. Ma per noi discendenti di italiani la realtà è diversa. I racconti dei nostri nonni parlano di una società e di una cultura che ci ha affascinato fin dall’infanzia. Inoltre laurearsi in Venezuela significa avere un titolo riconosciuto solo in questo paese - ci racconta Vanessa Cirulli R., italovenezolana, studentessa di Scienze della Comunicazione presso La Sapienza di Roma -. Con una laurea italiana invece ti si aprono le porte dell’Europa”.

Ma la situazione economica italiana non è certo rassicurante. Gli affitti sono molto cari ed i costi delle università non sono bassi.

“Si è vero - continua Vanessa - Roma è molto cara e stando a quanto mi raccontano i miei colleghi anche le altre città italiane non sono da meno. Poi c’è da considerare la diffidenza della gente. Quando ti presenti a un colloquio per affittare una stanza e scoprono che sei straniero, finisci automaticamente alla fine della lista. Perché anche se abbiamo il passaporto italiano restiamo comunque stranieri”.

Ma si preferisce la discriminazione alla paura. Dopo aver ascoltato numerosi giovani, in partenza per l’Italia o già trasferiti, il motivo centrale di tanta emigrazione è sempre lo stesso: la paura. La società venezolana, benchè offra molte opportunita lavorative, terrorizza i nostri giovani. L’alto tasso di criminalità, l’angoscia di uscire la mattina da casa e non sapere se ci si potrà ritornare sani e salvi, vince ogni inquietudine dovuta all’emigrare in un Paese nuovo. Tra i ragazzi di origine italiana la soluzione è rapida: andare in Italia. “Bisogna ricordare inoltre – conclude Vanessa – che anche se in Italia non è facile trovare lavoro, quando lo si trova si riceve una remunerazione in euro. Questo, per un venezolano, è un dato importantissimo. La nostra è una moneta debole e avere la possibilità di mettere da parte un gruzzoletto in una valuta forte come l’euro è sicuramente allettante”.

Le procedure per studiare in Italia

I giovani che vanno a studiare in Italia provengono in genere da famiglie benestanti. Infatti oltre a dover affrontare le spese di mantenimento, quando chiedono il visto devono dimostrare di possedere risorse sufficienti. Devono presentare un “permesso” Cadivi per 350 euro al mese di rimesse ed una garanzia fatta presso un notaio dai genitori i quali dichiarano le proprietà che possiedono e le risorse finanziarie (conto bancario, entrate) utili per coprire l'intero percorso di studi in Italia. Il permesso di soggiorno per studi infatti non consente di lavorare in Italia. Devono anche dimostrare di avere già un alloggio in Italia ed un’assicurazione sanitaria. In alcuni casi i ragazzi vanno in Italia con le Borse di Studio ottenute tramite l'Istituto di Cultura o altre forme, ed in quel caso l'impegno è meno oneroso perchè hanno già assicurazione, alloggio ed un mensile offerto dalla borsa di studio. Per questo l'Istituto nell'assegnazione delle Borse tiene in conto le risorse economiche dei candidati.

Varietà della richiesta

Dai colloqui tenuti con i giovani che quotidianamente ingrossano le file del nostro consolato, emerge che la maggior parte dei giovani che sceglie di studiare nel Bel Paese si dirigono ad un’università italiana dopo aver già iniziato l'università in Venezuela. Ma, nonostante siano meno numerosi, alcuni si immatricolano al primo anno. In questo caso i corsi di laure che si preferiscono sono: Ingegneria, Scienze Politiche, Lingue, Medicina. Prevalentemente invece ci si iscrive ad un’Università italiana per vedere riconosciuti i propri studi venezolani o per frequentare una specialistica o un Master. In quest’ultimo caso i Master più richiesti sono quelli in Ingegneria, Economia, Turismo e Comunicazione. Le università più richieste sono il Politecnico di Torino e di Milano, lo IULM di Milano, La sapienza di Roma, l'Università di Padova, Pisa, Bologna, Firenze, Trieste (ingegneria navale) e solo qualcuno a Bari.

Quando si iscrivono al Master hanno le idee più chiare ed in genere ricevono l'indicazione dai loro stessi professori Universitari. Alcune Università venezolane hanno, infatti, stipulato degli accordi interni con Università italiane.

Storie di viaggi senza ritorno e ritorni da viaggi dalle aspettative tradite.

L’ Italia attraverso gli occhi dell’italian dream dei nostri giovani

Tra speranza, illusione ed un pizzico di razzismo

Una porta aperta alle opportunità

A poche settimane dalla partenza, destinazione Università di Perugia, Maria Carmela Mendoza, 20 anni, studentessa di Ingegneria è una delle poche venezolane che ha scelto di terminare i suoi studi in Italia:

“Laurearsi in Europa offre la possibilità di aprire le porte di un mondo lavorativo molto più vasto. Non si tratta di un’offerta formativa di migliore qualità, le università venezolane sono ottime. Ma così il mio titolo sarà riconosciuto a livello europeo e questo per me è importantissimo. L’unica paura è la spesa che dovrò affrontare per raggiungere il mio obbiettivo, ma lo considero un ottimo investimento. Speriamo che il freddo non mi faccia cambiare idea”.

A volte ce la si fa

Da un anno in Italia, dove sta studiando Fisica presso l’Università La Sapienza di Roma, Alejandro Zappone, 20 anni non ha esitazioni:

“Sono alunno di ricercatori famosi in tutto il mondo. Ho la possibilità di conoscere la realtà di un ‘Paese del primo mondo’, famoso per la sua tradizione culturale. In cambio il Venezuela, dove sono nato, è intriso d’ignoranza e indolenza. Nel mio sangue c’è il Dna italiano, non voglio passare la vita ‘rumbeando’. Nonostante ami il mio Paese è indiscutibile il livello di follia e di pericolosità che ha raggiunto. La droga e la delinquenza mi hanno portato via molti amici troppo presto. Per questo motivo i miei genitori hanno deciso di ‘spedirmi’ in Italia. Inizialmente non ero felice, perché per me Italia era sinonimo di fashion e ‘vecchiume’. Ringrazio i miei genitori tutti i giorni per avermi costretto a fare questo passo. Certo devo usare tutto il mio tempo libero per lavorare, perché qui la vita è davvero cara. Troppo cara. Una stanza in periferia ti costa tra i 400 e i 600 euro e quando dici di venire dal Venezuela molte porte ti vengono chiuse. Ma nonostante mi manchi il clima del mio Paese, non ho nessuna intenzione di ritornarci”.

La speranza tradita

Teresa C. ha 19anni. Dopo il diploma di maturità ha deciso di andare a studiare in Italia affascinata dalla cultura del Bel Paese. Ma la nuova realtà le è andata stretta. Troppo. Dopo solo due mesi ha deciso di tornare a casa.

“I miei nonni vivono in un paesino in provincia di Roma. Quando mi offrirono di raggiungerli per studiare in Italia e allontanarmi dal Venezuela, ero stata entusiasta. Ma una volta in Italia le cose sono cambiate. I professori mi trattavano come una ritardata mentale e i pochi compagni che mi rivolgevano la parola lo facevano come se fossi una ‘diversa’. Questo per essere mulatta e per il mio accento. Inoltre, nonostante io ripetessi spesso di essere italiana, quando scoprivano che venivo da Caracas, si lasciavano andare a commenti poco piacevoli. Per non parlare dei prezzi mostruosi e del clima orribile. Non ci ho pensato su molto e sono assolutamente contenta di essere tornata qui. Adesso studio alla Ucv. Se un giorno deciderò d’emigrare non tornerò in Italia”.

Un illusione di libertà

Giulio Vita, ha ventun anni e studia Comunicacion Social alla Santa Maria. Italo venezolano, il suo sogno è scoprire il mondo:

“Sono stanco della mancanza di leggi e della mentalità dei venezuelani. Cerco un livello di vita migliore, una società che mi offra cultura, arte, musica, possibilità. Quello che voglio è la libertà.

libertà di scegliere, di uscire, di non aver paura. Non penso di rientrare in Venezuela, ma non si sa mai a cosa può indurre la nostalgia da emigrante che ho nel sangue. Inserirmi in una nuova società non mi spaventa. Mi sono inserito in questa giungla tropicale. Potrò cavarmela in un'altra”.

Un futuro, forse, un po’ più sereno

Italo venezolana, 27 anni psicologa infantile, Flavia Sansevero ha scelto di lasciare il Venezuela per tornare nella terra dei suoi nonni, Napoli dove si è costruita una brillante carriera:

“Finito il liceo non ho avuto dubbi al riguardo. Ho fatto la valigia e sono andata a Napoli dove ho studiato psicologia per poi specializzarmi nel campo dell’infanzia. Certo mi ha aiutato il fatto di avere molti parenti qui. I costi per studiare in Italia sono parecchio elevati, soprattutto se paragonati a quelli venezolani. Un semestre in un’università privata come la Santa Maria ha un costo che si aggira intorno ai 200 euro. Quindi circa 400 euro all’anno. Un’Università statale italiana invece ha un costo che va dai 700 euro annui in su. Oggi ho un posto di lavoro, sono incinta di 6 mesi e sono pienamente soddisfatta della mia scelta. La crisi economica europea è una realtà preoccupante, ma tra mettere al mondo un figlio con uno stipendio striminzito come il mio e crescerlo in un Paese insicuro come il Venezuela, la scelta è facile. Forse in Venezuela avrei avuto più possibilità di lavoro, ma sicuramente avrei avuto molta più paura di mettere su famiglia. Preferisco mille volte l’incertezza economica”.

Un momento di crescita e d’identità

“Ho scelto di laurearmi in Italia per un solo motivo: acquisire il massimo della conoscenza per poi tornare a costruire il mio Paese.” Matteo Bufatti, laureato a La Sapienza in architettura, è uno dei pochi intervistati che ha scelto di studiare in Italia per poi tornare e mettersi al servizio del proprio Paese.

“Anche se nelle mie vene scorre sangue italiano io sono nato in Venezuela. Sono venezolano ed orgoglioso di esserlo. Sono grato alla mia famiglia per avermi dato l’opportunità, costata non pochi sacrifici, di studiare a Roma. Ma non ho mai pensato di restarci. Ho preso la laurea e sono tornato a casa. Il Venezuela è il mio Paese e spetta a noi giovani rimetterlo in sesto”.

GLI EMIGRANTI DI DOMANI

“Tu scegli che squadra tifare”

CARACAS – I piú piccini nei loro piani futuri vedono l’Italia come un “Alice” un po’ disincantata.

Al Centro Italiano-Venezolano incontriamo Valentina e Carmen, rispettivamente 15 e 14 anni.

Alla domanda “ Hai mai pensato di studiare in Italia?”, ad entrambe si illumina il volto.

“Si certo. Io voglio andare a studiare in Europa però ancora non so dove, perché non so cosa studierò. Però i miei genitori sono d’accordo” risponde emozionanta Valentina.

“Mio fratello studia a Madrid e anche io ci andrò” afferma Carmen, figlia di un’italiana ed uno spagnolo. “ I miei genitori stanno più tranquilli se noi figli viviamo all’estero” afferma Carmen mentre Valentina da dietro annuisce e aggiunge “Sí, sí anche i miei genitori dicono che è meglio che andiamo a studiare all’estero. Anche perché le scuole sono più buone di quelle venezolane”.

Lasciamo le nostre giovani amiche continuare a provare le loro coreografia e ci avviciniamo ai campetti di calcio. Neanche il tempo di finire la domanda che veniamo assaliti da innumerevoli commenti.

“Anche i miei genitori vogliono che vada fuori dal Paese il prima possibile. Forse vado in Italia a fare il militare” aggiunge Domenico.

Quindi si va via dal Venezuela solo per paura?

“ No non è questo. È anche questo - precisa Marco -. Cioè noi abbiamo la fortuna di essere italiani e di avere anche un’altra opzione rispetto ai venezolani. Non siamo costretti a rimanere qui. Abbiamo la possibilità di scegliere tra due società diverse. C’è chi preferisce questa e chi invece sceglie l’Italia. È come per il calcio. Dipende dai tuoi gusti quale squadra tifare”.

20 de enero de 2009

Abruzzo Gran Riserva". Il libro di Goffredo Palmerini racconta gli Abruzzesi nel mondo

 

L'Aquila - Un libro che collega il passato al futuro, un volume quello di Goffredo Palmerini, che documenta i ricordi li pone in calce, un ponte tra la regione Abruzzo e e i tanti abruzzesi lontani sparsi per il mondo. Nei suoi articoli, in breve, il ricordo dei nonni, dei tanti che nel passato sono partiti per sacrificarsi in terre lontane, diventa opportunità di vita per i discendenti di oggi.palm.jpgPalmerini è ben consapevole che il futuro ha radici antiche. Di ogni avvenimento riportato va a cercare origini e sviluppi. Per anni Goffredo Palmerini ha servito la comunità come consigliere comunale, Assessore e Vice sindaco, poi come membro del Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo (CRAM), con viaggi, visite ed incontri ha costruito una fitta rete di relazioni e scambi con gli abruzzesi sparsi nei quattro angoli del pianeta, che oggi danno all'Abruzzo una dimensione umana e culturale che supera di gran lunga quella del proprio territorio regionale. La stessa passione ed impegno profusi in tanti non facili anni di vita politica emergono nel suo lavoro di giornalista che ha per oggetto gli avvenimenti locali rilevanti in qualche modo all'estero e quelli lontani che hanno per protagonisti emigrati dall'Abruzzo o loro discendenti. I suoi articoli sono pubblicati su giornali e riviste abruzzesi, e sulla stampa italiana all'estero. Per l'attività giornalistica G. Palmerini ha avuto significativi riconoscimenti, come uno "Zirè d'oro" ed il Premio Internazionale Emigrazione nel 2007, ed il premio Guerriero di Capestrano, nel 2008.

Mauro D'Errico | News ITALIA PRESS

18 de enero de 2009

El Instituto Italiano de Cultura tiene el agrado de transmitirle información que puede ser de su interès

 

Nos complace informar que está disponible online el Forum que permite a los estudiantes italianos y extranjeros inscribirse en los cursos del Politécnico de Turín para el año académico 2009-2010. Toda la información está disponible en el sito http://apply.polito.it/.

La política de internacionalización que el  Politécnico de Turín ha emprendido hace años ha traído notables resultados con fuerte impacto, no sólo sobre el ateneo sino también sobre la ciudad de Turín, incrementando el número de estudiantes extranjeros y contribuyendo positivamente a la formación del ambiente internacional y dinámico de esta ciudad.

La atención y compromiso del Politécnico de Turín hacia los estudiantes extranjeros se articula en diversos frentes. En efecto, cada año se trabaja para que el sito a ellos dedicado (http://international.polito.it/en/)  y el Foro de inscripción estén siempre actualizados y sean de fácil consulta. Apply, de hecho, es accesible directamente desde la home page del sito y está dotado de todas las explicaciones necesarias y las informaciones relativas a los plazos y periodos.

A través de Apply el estudiante se candidata automáticamente para participar a las selecciones para las becas de estudio que cada año ofrece el Politécnico en sus diferentes niveles (Bachelor, Master of Sciences, Master II nivel y PhD). La fecha de vencimiento para las solicitudes de becas de estudio para el año académico 2009-2010 es el 22 de marzo del 2009.

IIC Caracas:mail iiccaracas@esteri.it

14 de enero de 2009

Su La Voce d’Italia un’inchiesta sul perché, negli ultimi 10 anni, sempre più italiani emigrano in Venezuela

 

Secondo i diretti interessati - specie giovani laureati, professionisti e imprenditori – tanti vantaggi oscurano le note negative del Paese latino-americano

CARACAS – Un’inchiesta sulle ragioni che rendono il Venezuela punto di approdo sempre più gradito a coloro che ancora oggi emigrano dall’Italia viene pubblicata nel numero odierno del quotidiano italo-venezuelano La Voce d’Italia. Il Paese latino-americano – si legge - “sembra aver spalancato le porte a questi giovani pionieri stanchi di bussare a sempre nuove porte, stanchi di pregare per un impiego e di lavorare per sopravvivere”. L’Italia infatti sembra non offrire, specie ai più giovani, le condizioni di vita sperate e la possibilità di intraprendere e percorrere la propria strada, soprattutto dal punto di vista lavorativo.

Proprio ai giovani emigrati - professionisti, imprenditori, insegnanti di italiano, tirocinanti presso ambasciate e consolati – La Voce d’Italia ha domandato i punti di forza e di debolezza del Paese che hanno scelto come patria d’adozione e i motivi che hanno determinato la decisione di restarvi. Emerge il quadro di una realtà ricca di spazi, opportunità e mobilità, che accoglie tanti stranieri. Gli italiani affermano che abbandonarsi ai paragoni con l’Italia è sbagliato, che occorre pensare che si tratta di un diverso Paese, con pregi e difetti, per viverci bene. Del resto, è già numerosa la presenza della locale comunità italiana, verso cui i venezuelani nutrono grande rispetto.

Tra gli intervistati, Vartan Puiguian, 31 anni, laureato in lingua e cultura italiana, oggi direttore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura a Caracas, il quale ammette di non voler tornare in Italia: “dal mio punto di vista la Penisola è ferma e non ha nulla da offrire. Non vi tornerei – aggiunge - nè per le relazioni sociali, nè per quelle personali. Qui viene dato più spazio al cittadino e se uno vuole, riesce a fare ciò che si prefigge”. Unico lato negativo “lo stress estremo del vivere quotidiano – afferma Vartan – che rende tuttavia ogni risultato una battaglia vinta”.

Una forte attrazione esercitano le condizioni politiche e sociali del Venezuela: Elvira Rizzo, 46 anni, a Caracas da un anno, afferma, per esempio, di essere venuta qui “per imparare da questo Paese, per essere parte delle innovazioni politiche, dentro al movimento bolivariano”. Elvira è laureata in filosofia e lavora come professoressa di italiano nel Colegio Bolívar y Garibaldi. Interesse analogo emerge dalle parole dei tirocinanti del progetto promosso dal Mae e dal Consiglio delle Università italiane, che testano sulla propria pelle le vita delle sedi consolari e diplomatiche all’estero: “ho scelto il Venezuela perché volevo vedere da vicino i successi della rivoluzione bolivariana di Chavez, dato che i principali media europei ne parlano in modo negativo– afferma Fabrizio, laureato in scienze diplomatiche; Alessia, mentre approfondisce la sua formazione in relazioni internazionali, conferma di trovare “affascinate la situazione politico-sociale locale”.

Numerosi sono anche gli imprenditori che hanno scelto il Venezuela come contesto professionale, magari dopo un breve viaggio turistico. Tra gli intervistati, Guglielmo Cruciani, 39 anni, di Roma, arrivato in Venezuela come turista nel 1991, oggi rappresentante nel paese latino-americano delle società italiane del settore salute che qui esportano i loro prodotti. Guglielmo è molto critico nei confronti del suo Paese: “in Italia lavori per sopravvivere. Anche  solo, - aggiunge - con un superstipendio di 3000 euro al mese, non ce la fai. Il Venezuela, invece, ti dà opportunità che non ci sono in Europa. Nonostante tutte le critiche, economicamente parlando è un paese florido, ricco di opportunità e di risorse”.

Carlo Fermi, 29 anni, laureato in economia all’Università Bocconi, oggi è il responsabile della filiale in Venezuela dell’impresa FTC che esporta macchinari e materiali nel settore agroalimentare. E’ arrivato in Venezuela quattro anni fa per incontrarsi con un amico e visitare il Paese. “Sono sempre stato in cerca di nuove esperienze all’estero,  - dice - che reputo altamente formative sia dal punto di vista personale che professionale”. Del Venezuela “mi affascina l’attitudine sempre positiva della gente, - prosegue - ben distinta dal pessimismo che a volte domina la società dei paesi industrializzati”. Fra i dati negativi punta il dito sull’insicurezza, il poco rispetto dell’ambiente e, talvolta, la superficialità della gente.

Si arriva anche, completata la formazione universitaria, per costruirsi il proprio percorso professionale in un ambiente più stimolante e predisposto a incentivare la crescita personale. Fabio Serra, 28 anni, originario di Napoli, racconta di aver trovato lavoro su internet rispondendo ad un’offerta riguardante l’insegnamento della lingua italiana. “Qui ci sono tanti spazi vuoti dove potersi inserire e più che l’imprenditoria, – spiega Fabio – la fuga dall’Italia è dell’intelligencia.

Come me, tutti gli italiani immigrati riscontrano in Venezuela un bisogno di saperi ed un confronto impossibile da trovare in Italia. Qui emerge il valore alla conoscenza e il sapere ha un riscontro nel mercato del lavoro. Inoltre le persone cambiano spesso impiego creando un riciclo continuo ed una sempre nuova offerta di opportunità. Nel Belpaese questo non accade: c’è solo immobilità e concorrenza”

Anche Michele, un marchigiano di 29 anni, laureato in filosofia, conferma l’apertura del mercato del lavoro. “Una volta qui, in America Latina, ho ricevuto numerose offerte di lavoro interessanti - racconta. - Questo è molto gratificante per me in quanto, come molti giovani in Italia, ero stanco di bussare a tutte le porte, stanco di pregare per un impiego, stanco di lavorare gratis. Per questo consiglio a tutti i miei amici di andarsene dall’Italia”.

“Qui in Venezuela c’è più libertà rispetto all’Italia, - conclude Andrea, 33 anni, di Alessandria, una laurea in antropologia culturale. – E’ finalmente possibile non essere schiavi del lavoro e ritagliare del tempo per se stessi. E, cosa più importante, c’è rispetto per il lavoratore”.

Barbara Meo Evoli, Monica Vistali / La Voce D'Italia

 

13 de enero de 2009

Viaggiare senza visto negli Stati Uniti? Si può, ma con il permesso on line

Dal 12 gennaio bisogna registrarsi sul sito web Esta almeno 72 ore prima dell'imbarco

ROMA - Per partire per gli Stati Uniti anche i cittadini italiani, come quelli degli altri Paesi aderenti al programma “viaggio senza visto” (Visa Waiver Program http://italy.usembassy.gov/visa/default-it.asp ), dovranno ottenere un’autorizzazione “online” denominata ESTA (Elettronic system for travel authorization http://italy.usembassy.gov/visa/ESTA/default.asp ). La prescrizione - ricorda la Polilzia di Stato -  è scattata dal 12 gennaio.

Per avere il permesso ad imbarcarsi per gli Usa - che non garantisce in assoluto l’ingresso in America - si deve compilare una domanda collegandosi al sito web https://esta.cbp.dhs.gov/  disponibile anche in italiano, almeno 72 ore prima di salire a bordo. La risposta del Dipartimento di sicurezza nazionale degli Stati Uniti nella maggior parte dei casi arriverà entro pochi secondi.

Il nulla osta così ottenuto è valido 2 anni, o fino alla scadenza del passaporto, ma potrà essere utilizzato per più viaggi, a condizione che gli indirizzi di destinazione o gli itinerari rimangano gli stessi, altrimenti, si dovrà procedere ad aggiornare le informazioni tramite il sito web Esta.

(Inform)

12 de enero de 2009

CDO: Compagnia delle opere, solidarietà e innovazione

Nata nel 1986 con l'obbiettivo di promuovere un concetto di 'mercato' che rispetti l'individuo in tutti i suoi aspetti, la Cdo è oggi una realtà operativa e promettente nella società mondiale.

di Maria Chiara Nicotra/La voce D'italia

 CARACAS - Quando si parla di imprenditori, economia, guadagni, ci si aspetta sempre di trovare gente interessata solo alla creazione di capitali. Ma in questo caso la realtà è ben diversa. Solidarietà, amicizia, appoggio reciproco. Questi sono i valori cardine della Compagnia delle Opere. E' la vigilia di Natale, il salone Italia del club Italiano- venezolano di Caracas ha cambiato aspetto per fare da scenario ad una delle cene più attese dell'anno. Sono 160 gli ospiti che, dopo un aperitivo in terrazza, prendono posto nelle eleganti tavolate. "Ogni anno ci riuniamo con i nostri 'amici' per fare il punto della situazione. Nonostante la Cdo – che non è una ditta come si potrebbe pensare dal nome, ma bensì un'associazione di imprenditori che collabora con il fine di creare dei servizi - si riunisca puntualmente ogni mese, vogliamo ringraziare e salutare i nostri collaboratori affinché, uniti, possiamo far fronte alle avversità che ci presenta il nuovo anno" ci spiega Salvatore di Lodovico, giovane membro della Compagnia. Ad aprire il gala di natale un saluto "video" da parte del presidente Bernhard Scholtz. "Approfitto di quest'occasione per lanciare un augurio: possa crescere tra di voi l'amicizia. Nella situazione difficile in cui vi trovate spero possa la vostra solidarietà aiutarvi ad affrontare il nuovo anno che, nonostante riservi difficoltà economiche per tutto il Paese, potrà essere un nuovo momento per andare avanti insieme grazie alla nostra fratellanza" dichiara sorridente dal grande schermo il presidente della Cdo italiana. "Il 2009 sarà un anno Molto difficile. Si andrà incontro a ristrettezze economiche che potranno essere alleviate dalla Compagnia". A dichiararlo è Alessandro Marius presidente della Cdo Venezuela.

imageAlessandro e Salvatore, nostri anfitrioni, sono giovanissimi ed è impossibile non lasciarsi contagiare dal loro entusiasmo. "Credo fortemente nella Nostra Compagnia", dichiara Salvatore. Alla base di questo gruppo di imprenditori si trova il valore cristiano della collaborazione, dellafratellanza. Creatore di questo movimento è infatti un uomo di chiesa. Don Calogero aveva tra i suoi parrocchiani un viticoltore. Il pover'uomo, che produceva vino artigianale di eccellente qualità, non sapeva come vendere il suo prodotto. Così il prete pensò di metterlo in contatto con un altro fedele che si ocupaba di distribuzione. Tra i due nacque una collaborazione proficua che ispirò al prete l'idea di creare la Compagnia" ci racconta Di Lodovico. La Cdo si sviluppa come un appoggio nella creazione di "opere" che pongano al centro il bene della persona, la libertà, la responsabilità ed il bene comune. "Tutti abbiamo bisogno di un aiuto - commenta Alessandro Marius -. Spesso è difficile incontrare un buon socio su cui potere contare sempre. La Cdo ti aiuta a conoscere altre persone che portano avanti progetti simili ai tuoi". "Matching" è infatti la parola che più frecuentemente sentiamo ripetere. "Significa incontrarsi. Ovvero dare la possibilità a chi tiene un progetto di conoceré persone che possano aiutare alla realizzazione di quest'ultimo" continua Alessandro. E questo clima di amicizia ci contagia nell'arco della serata. Al nostro tavolo si siedono diverse persone che ci sorridono e ci raccontano i loro progetti. E subito dopo si alzano per andare a conoscere nuovi amici nelle altre tavolate. Un vero e proprio scambio, di idee, sogni e speranze.

CDO: CHE COS'É?

La Compagnia delle Opere (CdO) è un'associazione imprenditoriale, presente in Italia con 41 sedi, che associa ad oggi oltre 34.000 imprese, la maggioranza delle quali sono piccole e medie aziende, e più di 1000 organizzazioni non profit, fra cui opere caritative ed enti culturali. L'Associazione ha anche diverse sedi estere: in Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Francia, Israele, Kenya, Polonia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Venezuela. La nascita e lo sviluppo di questa associazione sono legati dunque alla libera iniziativa di un gruppo di giovani laureati e imprenditori, alcuni dei quali aderenti al movimento ecclesiale

di Comunione e Liberazione o comunque nel solco della presenza dei cattolici nella società italiana, alla luce della dottrina sociale della Chiesa. CdO intende, in sostanza, promuovere lo spirito di mutua collaborazione e assistenza tra i soci, per una migliore valorizzazione delle risorse umane ed economiche, nell'ambito di ogni attività esercitata sotto forma di impresa, sia profit sia non profit.

SITI WEB

http://www.cdo.it

http://cdovenezuela.blogspot.com

4 de enero de 2009

Trovato il punto debole della leucemia mieloide

 

La scoperta è opera del direttore scientifico del dipartimento di oncologia sperimentale IEO e della sua equipe

02.01.2009 17:01:37

Roma - E' stato scoperto il segreto della leucemia mieloide, patologia che i farmaci riescono a fiaccare, ma che poi ritorna. Si tratta di una proteina  chiamata P21 una proteina del ciclo cellulare che blocca temporaneamente la proliferazione di quel tipo di cellule e dà loro il tempo di riparare il proprio Dna prima di ripartire e cioè di iniziare a produrre nuove cellule tumorali. Un meccanismo che funziona come un serbatoio di benzina.

Grazie ad un equipe italiana guidata da Pier Giuseppe Pelicci, direttore scientifico del dipartimento di oncologia sperimentale dell'IEO in collaborazione con le Università di Milano e Perugia con i finanziamenti dell'Airc,  sembra essere stato trovato un modo per estirpare definitivamente il cancro partendo dalla sua origine.

Una scoperta importante che va a sommarsi ai progressi che in questi decenni l'oncologia ha fatto, trovando farmaci risolutivi per molte patologie tumorali, il problema è che in molte forme tumorali i farmaci non bastano e il male torno ad aggredire più forte di prima. Questo dipende dal fatto che dietro molti milioni di cellule tumorali che le terapie spesso riescono ad uccidere, c'è un piccolo gruppetto di cellule staminali che sono capostipiti della malattia. E' proprio questo gruppetto  che  fa riprodurre all'infinito le cellule malate.

Usando un termine molto di moda nella formula 1, la proteina P21 fa fare la sosta ai box alle cellule malate, permettendo loro così di riparare il loro DNA.

r.r. | News ITALIA PRESS