27 de agosto de 2008

SENATORE MANTICA: L'ITALIANITÁ É UNA CONQUISTA

 

Il sottosegretario agli Esteri in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero».

26.08.2008 17:08:56

Mantica3.jpgTagli di bilancio, riduzione dei consolati, Conferenza dei giovani italiani nel mondo. Ma anche riconoscimento della cittadinanza, sostegno ai più deboli e riforma di Cgie e Comites. Il sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica parla di questi temi in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero», nel numero di settembre.

"E' finita con l'elezione di 18 parlamentari della Circoscrizione estero nel 2008 - afferma Mantica -  un'epoca che considero anche eroica di costruzione della comunità, delle sue organizzazioni, del riconoscimento delle sue associazioni, dei sistemi di rappresentanza. Oggi c'è un clima politico diverso, c'è la possibilità di lavorare per cinque anni. Ma abbiamo anche il dovere di immaginare che cosa sarà questa comunità italiana tra vent'anni, e quindi di pensare a cosa fare per mantenere vivo il senso d'appartenenza di cittadini italiani di seconda e terza generazione che, più che cittadini italiani, sono cittadini d'origine italiana".

Riguardo alla prossima Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero, in programma a dicembre Mantica afferma che "innanzitutto chiederemo provocatoriamente a questi giovani che cosa significhi essere italiani nel mondo nel 2020-2025. Io mi aspetto risposte fuori dalle consuetudini, dalle logiche dei patronati e dei sindacati, per capire davvero cosa siano l'identità nazionale e quella culturale; cosa voglia dire essere una comunità nazionale. Ci sono molti cittadini che hanno il passaporto italiano, e che sono, a tutti gli effetti, cittadini italiani, ma che non conoscono nemmeno la nostra lingua".

Poi il sottosegretario parla della rete consolare: la questione, dice "è stata affrontata con il presidente del Comitato degli italiani all'estero alla Camera, l'onorevole Zacchera, e con il senatore Micheloni che fa parte dell'opposizione. I servizi consolari che rende l'Italia nel mondo sono unici. Se vogliamo continuare con i «municipi italiani nel mondo» parliamone, e allora dimensioneremo una rete consolare. Se vogliamo immaginare i consolati come quelli britannici o francesi, forse dovremmo affrontare una ristrutturazione diversa. Se un consolato deve gestire 48 mila persone come in Argentina, evidentemente è una cosa diversa da un consolato oppure è un consolato di tipo particolare. La rete consolare è nata e si è sviluppata sull'onda dei flussi migratori degli italiani all'estero. Oggi credo sia importante domandarsi se quel tipo di rete risponda alle esigenze o se, in futuro, occorra pensare a cose diverse. E, poi, in un mondo nel quale si opera con carte di credito, internet, ecc. mi domando se per rinnovare un documento amministrativo ci sia bisogno di un console, di un impiegato, di una sede oppure, più semplicemente, di uno sportello. Parliamo pure di «consolato digitale»: c'è un esperimento in corso a Dublino. Vediamo come funziona. Lo dovremo trasferire a Chambéry per verificare come funziona in una piccola realtà. Certo che se non si vuole cambiare nulla, avremo di fronte un futuro molto difficile.

Infine, interrogato su cosa significhi  parlare oggi di  "italianità nel mondo", Mantica risponde che " significa amare il nostro Paese. Significa amarne la cultura, la lingua, i valori, la Costituzione. Questo mi pare il motivo per cui vale la pena di stare assieme e di essere orgogliosi di appartenere a questa comunità esaltandone, in tutti gli aspetti - anche da parte del Governo italiano - le sue specificità. Altrimenti, se è solo un atto amministrativo, è difficile poterne discutere".

 

OSTELLI DELLA GIOVENTÚ PER FARE TURISMO CULTURALE A BASSO COSTO

Gli Ostelli per la Gioventù sono nati in Germania nel 1909 per permettere anche ai giovani con limitate possibilità economiche di praticare turismo culturale. Fu infatti un maestro, Richard Shirmann, ad impiegare le aule delle scuole, inutilizzate durante le vacanze, come allegre e confortevoli camerate. Certo, di tempo ne è passato da allora! E gli Ostelli per la Gioventù si sono adattati alle crescenti esigenze dei giovani che desiderano muoversi in totale libertà e sicurezza. Tuttavia gli scopi e gli ideali degli Ostelli non sono cambiati: permettere ai giovani di razze e culture diverse di incontrarsi e conoscersi in un ambiente sano e privo di qualsiasi discriminazione. Cosa ti viene chiesto in cambio? Crediamo poco, molto poco. Per apprezzare tutti i vantaggi che un Ostello ti può offrire devi diventare Socio. Infatti le oltre 5.000 strutture che le Associazioni del mondo mettono a disposizione dei giovani, sono riservate esclusivamente agli associati. Solo così potrai usufruire della catena di alberghi più esclusiva del mondo! Ma non solo. Diventare Socio dell'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ti permette di ottenere decine e decine di agevolazioni che ti faranno recuperare in brevissimo tempo il costo di adesione all'AIG. Ma chi può diventare Socio? Tutti! Non esistono limiti di età e per i più piccoli c'è lapossibilità di frequentare gli Ostelli con i propri genitori. Ma perchè un'Associazione a condurre gli Ostelli? Perché per esempio: un organismo come l'AIG, fondato nel 1945 e riconosciuto come ente morale, assistenziale e culturale senza fini di lucro, ti offre tutte le garanzie di economicità e sicurezza che nessun altro ti può dare. Con la tua tessera AIG in tasca, sarai quindi certo di trovare un punto di riferimento sicuro in tutto il mondo, e godere in piena tranquillità del fascino che solo gli Ostelli ti possono offrire. Come quelli ospitati in sperdute fattorie in Irlanda, antichi colleges in Inghilterra, villaggi di paglia in Kenya, velieri ancorati nel Mare del Nord, carrozze ferroviarie in Australia o addirittura sugli alberi negli USA. Ma anche gli Ostelli italiani sono tra i più suggestivi e vari: romantiche ville rinascimentali, fantastiche fortezze ed antichi manieri, affascinanti costruzioni d'epoca e modernissimi edifici. E dovunque andrai ti basterà dire «Youth Hostel» e sarai riconosciuto come uno dei sette milioni di amici che ogni giorno girano il mondo per conoscere e per conoscersi.

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CALCIO: Serie A? Cimitero d'elefanti...

Il Prestigioso Giornale "Times" boccia il nostro campionato

serie_a_600 La Serie A ha perso il proprio fascino, è divenuta un cimitero di elefanti, un torneo dove ormai ex campioni vanno ad intascare gli ultimi ingaggi importanti. Il Times non usa mezzi termini presentando la Serie A al via: secondo il prestiogioso quotidiano inglese, infatti, le squadre italiane piacciono solo ad atleti sul viale del tramonto, scartati da altri campionati, come sarebbero i vari Dinho, Sheva, Muntari, Poulsen, Mellberg e Riise.

Ronaldinho sarebbe, infatti, un giocatore che "da due anni ha smarrito la propria magia", Shevchenko un "ripudiato da tre tecnici", Zambrotta e Flamini vengono definiti "usato sicuro" e Senderos un "giovane mai cresciuto". In questo modo il Times liquida il mercato rossonero di quest'estate che -pur presentando qualche incognita- in molti addetti ai lavori giudicano invece positivo. Poca generosità anche per Inter, Juve e Roma "ripiegate" su "scarti" di altri campionati come Muntari, Poulsen, Mellberg e Riise. Il cast della Serie A, quindi, non sarebbe assolutamente all'altezza di campionati più "freschi", come quello inglese e quello spagnolo.

MAURINHO "Sheva capocannoniere. Uefa"

shevchenko2 Pensierino della notte di Jose Mourinho per Andriy Shevchenko. Uno dei pochissimi giocatori che, durante l'esperienza al Chelsea, non è diventato un suo pupillo, uno di quelli pronto a seguirlo per mare e per terra. Non casuale, dunque, che alla richiesta, durante le interviste post-Supercoppa, di un parere sul ritorno del figliol prodigo rossonero, Mou non si è lasciato scappare l'occasione di una battuta nel suo stile: ufficialmente è fair-play, sul retro c'è ironia urticante su Sheva e i rivali rossoneri. ''Non posso augurargli di avere un grande successo in campionato perche' il Milan e' un nostro avversario diretto per lo scudetto -ha  detto lo "Special One"- ma se diventasse capocannoniere in Coppa Uefa sarei molto contento''.

Z0066-Jose-Mourinho-2008-01 Nessun doppio senso, invece, nelle parole dedicate a Roberto Mancini, la cui ombra, dopo il primo successo ufficiale sulla panchina nerazzurra, è un po' meno incombente. "Io ho vinto la Supercoppa e questo trofeo lo sento mio, ma voglio ricordare che l'ho vinto perche' Roberto Mancini ha vinto il campionato scorso - ha detto l'allenatore nerazzurro - Voglio spendere una parola per lui che in questo momento non sta facendo quello che gli piace di piu', cioe' lavorare nel calcio''.

IL NUOVO ALBUM DI JOVANOTTI

lorenzo-safari-jovanotti[1] Ci aveva lasciato un anno fa con la sua Ode al Sergente Pepe, un omaggio al capolavoro dei Beatles “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” accompagnato da un video di Oliviero Toscani. A gennaio lo abbiamo ritrovato, Jovanotti, con il nuovo album Safari, un’esplorazione musicale (“Safari” nella lingua africana swahili significa proprio “viaggio”) concepita e registrata prevalentemente a Los Angeles sotto l’occhio vigile del regista Marco Ponti (“Santa Maratona”), che ha documentato l’ennesima avventura Oltreoceano di Jova con un lungometraggio battezzato La luna di giorno. Poi, il trionfo del singolo Fango e della ballata A te. E oggi i remix, un “cadeau” estivo per i fan.
A chi legge con attenzione il libretto di “Safari”, uscito anche in versione deluxe con tre canzoni in più (“Come parli l’italiano”, “Nel mio tempo” e “Il gioco del mondo”), non può sfuggire che si tratta di un disco importante, musicalmente sfarzoso e ricco di collaborazioni illustri. Ci sono il fedele Saturnino, il produttore Michele Canova Jorfida, il grande arrangiatore Celso Valli, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Michael Franti degli Spearhead, Ben Harper, i due pilastri del reggae e delle sue moderne contaminazioni elettroniche Sly & Robbie, e persino il leggendario musicista brasiliano Sergio Mendes.
La forza delle nuove canzoni, tuttavia, sta nella loro semplicità, quella semplicità apparente che riveste e cela la complessità di ciò che è destinato a rimanere nel tempo. Safari è senza dubbio l’opera compiuta di un cantautore capace di raccontare le emozioni e di scolpire le melodie che le renderanno immortali. E se il singolo di lancio Fango, un successo radiofonico e un trionfo di vendita digitale, ha rappresentato l’elemento di continuità con il passato di Lorenzo, la struggente A te gli ha restituito il riconoscimento più ambìto della prima edizione del Premio Mogol.
Il viaggio continua con “Club adventures in safari”, i remix. Undici rivisitazioni dance della title-track uscite anche in una preziosa edizione in vinile da collezione. Il brano, un funk esplosivo frutto della collaborazione con il frontman dei Negramaro Giuliano Sangiorgi, è abbinato a un suggestivo videoclip diretto a Rio De Janeiro da Ambrogio Lo Giudice, lo stesso regista che firmò L’ombelico del mondo e Falla girare.
Dopo un disco da ascoltare, e da amare, una hit da ballare. Tutta l’estate!

24 de agosto de 2008

MARACAIBO, UCCISO IL CAPO DELL'ANTISECUESTRO

 

Guglielmo De Franceschi, cittadino italiano, è stato ucciso sabato sera mentre era a cena in un centro commerciale. Le ipotesi: tentativo di furto o “sicariato”. Il cordoglio dell’ambasciata

MARACAIBO – Guglielmo De Franceschi, comandante del gruppo unificato antisequestri nello Zulia, cittadino italiano, è stato assassinato sabato sera da tre killer che lo hanno freddato mentre si trovava a cena in un locale pubblico. La Polizia Regionale ha parlato di “tentativo di rapina”, ma i testimoni non ci credono: quello a cui abbiamo assistito, affermano, è sembrata più l’azione di sicari della malavita. L’ambasciata italiana, appresa la notizia, ha espresso il suo più profondo cordoglio per la perdita di un funzionario capace e leale, con il quale tante volte ha collaborato nei casi di sequestro che hanno coinvolto connazionali. Attualmente, De Franceschi – sposato con figli – rappresentava il contatto tra l’esperto antisequestri dell’ambasciata e le autorità venezuelane relativamente al caso di Giuseppe Cunsolo, il cittadino italiano rapito a marzo nello Zulia.

Secondo quanto riferito dal quotidiano edito a Maracaibo “Panorama”, De Franceschi, da sei mesi comandante del Grupo Antiextorsión y Secuestros (Gaes) del Comando Regional número tres (“Core 3”), tenente colonnello della Guardia Nacional, è stato ucciso da dieci colpi d’arma da fuoco alle 8.50 di sabato sera, mentre si trovava in un locale di cucina araba del centro commerciale North Center di Maracaibo, poco distante dalla sede del Core 3. Testimoni hanno riferito che la vittima era arrivato da poco, in compagnia di una donna la cui identità non è stata resa nota. Jesús Alberto Cubillán, direttore della Policía Regional (PR), ha dichiarato che, al momento, si ritiene che De Franceschi sia vittima di un tentativo di furto da parte di soggetti che volevano impossessarsi del fuoristrada Ford Explorere con cui l’ufficiale si era recato sul posto. “A quanto sappiamo, De Franceschi è stato intercettato da diversi uomini mentre stava mangiando – ha detto Cubillán – presumiamo che gli hanno chiesto le chiavi dell’auto”. Ha quindi aggiunto che non è noto se il tenente colonnello, che era in borghese, abbia estratto l’arma di servizio, o se abbia tentato una reazione. Alcuni commercianti della zona, però, propendono per l’ipotesi del delitto su commisione: “Il fuoristrada si trovava piuttosto lontana dal ristorante, e gli assassini non hanno mai dato l’impressione di essere interessati al veicolo – ha detto un testimone. – Lo hanno preso per il collo, gli hanno sparato tra le costole e lo hanno terminato quando era steso per terra”. Un racconto assai crudo, che però non coincide con un’altra testimonianza secondo cui gli assassini non sono neanche scesi dalla loro auto; passando davanti al tavolo di De Franceschi lo hanno chiamato per nome, e al suo voltarsi lo avrebbero crivellato con almeno dieci colpi di pistola. La Guardia Nacional e Polimaracaibo – la polizia cittadina – non si uniformano al giudizio della PM, e parlano apertamente di “furto o sicariato”.

Enrico De Simone - 25/8/08//La Voce d´Italia

"PORTATO DAI GENITORI IN UNA BARA"

"Questo pomeriggio di ritorno dalla localitá balneare di Chichiriviche nello Stato Falcón, assieme alla mia famiglia, abbiamo incrociato nei pressi della Cittá di Coro sempre nello Stato Falcón, la Caravana della Guardia Nazionale mentre scortava il feretro del compianto amico Guglielmo De Franceschi alla volta della sua casa paterna in Punto Fijo."

MARACAIBO, 24 AGOSTO/

Erano le 14.00 cuando decido di fermare la mia macchina nella stazione di servizio di Coro per fare benzina. Da subito notiamo un numero notevole di funzionari della Guardia Nazionale, strana peró l'espressione nei loro volti non di attenzione come loro solito bensí di preoccupazione. Il fatto ci ha incuriositi, siamo scesi per prendere un caffé al Bar della stazione di servizio, nel frattempo mio padre (vice-presidente del CO.MI.TES della circoncrizione di Maracaibo) s'incrocia  con uno dei funzionari, era un Generale, domanda se avevano notizie sul caso del Comandante Gugliemo De Franceschi ammazzato sabato sera a Maracaibo. Ebbene, con nostro stupore, il Generale ci dice che é lí proprio per accompagnare il feretro fino a casa della sua famiglia: i genitori, la moglie, i figli, a Punto fijo, dove lo stanno aspettando. Per noi é uno shock. Mio padre ed io lo abbiamo conosciuto in aprile, durante un ricevimento di presentazione in casa del console di Maracaibo, Dr. Polacco, ai membri del Comites ed altre personalitá.

Mi ha stupito la sua gioventú: soltanto 42 anni. Era peró molto in gamba, impegnatissimo nel suo compito arduo e pericolosissimo. In questi sei mesi a capo del GAES ha portato a termine diverse azioni  per la liberazione di parecchi sequestrati, tra i quali l'ultimo, l'imprenditore Guido Mancini, rapito il 14 agosto a Cabimas. Le autoritá locali avevano grande stima di lui, giacché lo consideravano molto preparato. Forse, si dice, proprio la liberazione di Mancini ha scatenato l'ira dei delinquenti che non ci hanno pensato su due volte per togliere l'incomodo. Il Generale, peró, ci ha riferito che De Franceschi negli utlimi tempi era molto impegnato nel caso di un altro connazionale, Cunsolo, rapito a Santa Cruz di Mara, il quale sempre secondo il Generale, si  troverebbe in Colombia. Diverse sono dunque le ipotesi di questo omicidio che ha tutta l'aria di una resa dei conti, anche se le autoritá locali parlano di un comune tentativo di furto di auto. I testimoni oculari, infatti, dicono che gli assassini lo hanno da prima chiamato per nome, poi uno di essi lo ha preso per il collo da tergo mentre gli svuotava il caricatore dell'arma su un fianco. Caduto per terra lo hanno poi ultimato con veemenza. Una ventina i colpi d'arma da fuoco. Troppo per dei semplici ladri di auto.

"Personalmente, questo caso criminale mi ha colpito piú di tutti, mi ha toccato da vicino perché Guglielmo era giovane come me in piú Italo-venezuelano, e con la stessa voglia di cambiare il mondo. Lo si vedeva nei suoi occhi, nel suo costante movimento durante il ricevimento a casa del Console di Maracaibo Dr. Ivo Polacco 6 mesi fá. Particolare la sua semplicitá e la gratitudine dimostrata ai rappresentanti della collettivitá italiana nello Stato Zulia. Nel suo brevissimo discorso, ha ringraziato per il ricevimento, si é scusato per la sua tenuta da lavoro e si é giustificato dicendo "scusate tra breve torno a lavoro" . Chiese a tutti i presenti di collaborare e si é messo a disposizione per ogni eventualitá.

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NELLA FOTO: GUGLIELMO DE FRANCESCHI (IN JEANS) DURANTE IL DISCORSO DI BENVENUTO DEL CONSOLE

Per mé continuerá ad essere esempio a seguire , il simbolo della forza e del valore dei giovani.  In questo suo ultimo viaggio Dio ci ha concesso di rincontrarci per darci l'ultimo saluto... ADDIO GUGLIELMO

PACE AI SUOI RESTI

JOHNNY MARGIOTTA

 

Liberato Guido Mancini

L'imprenditore lasciato libero dai suoi carcerieri. I familiari: non è stato pagato alcun riscatto. La polizia: decisiva la pressione delle forze dell'ordine

CARACAS - L'imprenditore Guido Mancini, rapito il 14 agosto a Cabimas, è tornato a casa. Lo hanno rimesso in libertà i rapitori, ai quali Mancini ha dedicato queste parole: "Grazie per avere avuto pietà di me". I familiari negano sia stato pagato un riscatto, gli inquirenti sostengono che i sequestratori hanno lasciato libero l'ostaggio a causa della pressione esercitata dalla polizia, che avrebbe già identificato alcuni elementi della banda e promette arresti in breve tempo. Mancini, cittadino italiano, originario di Benevento, è in buone condizioni di salute. La sua prigione si trovava in una zona montagnosa nei pressi del municipio di Cabimas.

19 de agosto de 2008

Rapito a Cabimas l'imprenditore italiano Guido Mancini Calabrese

L'uomo è stato portato via da alcuni malviventi a bordo del suo stesso suv mentre tornava a casa

Caracas - E' l'imprenditore italiano Guido Mancini Calabrese la persona rapita giovedì scorso a Cabimas, nello Stato di Zulia, in Venezuela. Una vasta operazione di polizia è in corso per risalire ai rapitori.

Mancini, 53 anni, è nato a Cervinara (Avellino), ma cresciuto in provincia di Benevento. Successivamente si è trasferito in Venezuela per lavoro.

Al momento del rapimento, l'uomo era a bordo del suo fuoristrada nel quartiere Buena Vista di Cabimas e stava tornando a casa sua dopo essere stato alla festa di compleanno del nipote.

L'uomo è stato fermato da tre o quattro persone che lo hanno costretto a entrare in casa per consegnare loro i propri oggetti di valore. Poi i malviventi lo avrebbero fatto risalire in macchina e lo avrebberp portato via a bordo del suo stesso suv. Per ora non sarebbe stato chiesto alcun riscatto.

Australia: giovani e anziani i temi della riunione del comitato dei presidenti del Comites

 

Comites_Australia.jpgSydney - Il mantenimento e la diffusione della lingua italiana in Australia, l'imminente conferenza mondiale dei giovani e i problemi degli anziani sono stati i temi centrali della riunione del Comitato dei presidenti Comites Australia tenutasi presso il Coasit NSW lo scorso 9 agosto.

Alla riunione hanno partecipato i presidenti dei Comites statali, Coordinatore Vittorio Petriconi (Perth), Anna Domaneschi (Brisbane), Sauro Antonelli (Melbourne), Giuseppe Musso (Sydney), Vincenzo Papandrea (Adelaide), Joseph Mercante (Canberra), il viceconsole del New South Wales Maria Lucia Corneli, Marco Fedi, Tony Piccolo MP Convenor dell'Australia-Italia MP Forum, i consiglieri del CGIE Franco Papandrea, Daniela Costa e Luigi Casagrande, gli enti gestori e i rappresentanti GIA.

I lavori sono stati seguiti da Rai International, dall'SBS Radio e da componenti del locale Comitato degli Italiani all'Estero.

Il viceconsole del NSW nel porgere il suo saluto ha sottolineato l'importanza della conferenza dei giovani che si terrà a Roma a dicembre. Sarà un'occasione per rafforzare il rapporto futuro dei giovani all'estero e promuovere il consolidamento con l'Italia.

L'on. Fedi nel suo intervento ha portato all'attenzione dei presenti i tagli previsti per il 2008 sui finanziamenti nei settori dell'assistenza sociale, promozione della lingua e cultura italiane e alla rete diplomatico-consolare (già sottoposta a continui e tagli) per le collettività italiane all'estero. Alcuni deputati, tra i quali Fedi, hanno presentato degli emendamenti per ripristinare i capitoli di bilancio del MAE e per sottolineare l'esclusione dei cittadini all'estero all'esonero dell'ICI.

Per quanto riguarda la questione della diffusione della lingua italiana nelle scuole australiane, il coordinatore degli Enti Gestori, Cav. Enzo Sirna riprende il discorso del mantenimento dell'insegnamento della lingua e cultura italiane nelle scuole a tutti i livelli. A questo proposito ha presentato un documento in occasione dell'Australia-Italia MP Forum tenutasi in marzo u.s. in cui vengono messi in evidenza dei punti molto importanti per poter mantenere e salvaguardare il patrimonio creato dalla prima generazione. La lingua italiana deve essere riconosciuta perché è una lingua di cultura e riguarda una gran parte della comunità in Australia.

In vista della Conferenza mondiale dei giovani il gruppo GIA, Giovani Italiani Australia ha organizzato un convegno in Queensland che si terrà dal 5 al 7 settembe 2008. I gruppi giovanili in Australia stanno lavorando affinché il convegno sia un successo e per creare una base che continuerà nel dopo conferenza di Roma. Il gruppo giovane ha dovuto affrontare diverse sfide tra le quali anche le limitate risorse a disposizione. Il Coasit del NSW sarà lo sponsor principale del convegno. Un contributo finanziario è stato dato anche dall'Australia-Italia MP Forum che vogliono vedere la nuova generazione protagonista attiva nella comunità.

Il problema dei nostri anziani è stato ampiamente discusso a seguito di un documento presentato da Daniela Costa in occasione della Conferenza Continentale Paesi Anglofoni CGIE. La comunità italiana è in crisi, la pianificazione e l'erogazione di servizi sono difficili, la comunità italiana è considerata ben integrata nel mainstream ma le risorse non sono sufficienti a coprire i fabbisogni dei nostri anziani. Da qui si collega il problema legato all'associazionismo, un settore pur dinamico ma che sta attraversando un momento di difficoltà. E' stato messo in luce l'importanza del ruolo che le associazioni hanno avuto, come rivalutare questo aspetto della nostra comunità e quale futuro si prospetta.

I lavori sono terminati con l'elezione del nuovo coordinatore per il 2009, Sauro Antonelli, presidente Comites Melbourne.

News ITALIA PRESS

12 de agosto de 2008

CONFERENZA MONDIALE GIOVANI ITALIANI ALL'ESTERO

L'AGENZIA DI STAMPA "INFORM" RIVOLGE LA SEGUENTE DOMANDA AL SOTTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI ALFREDO MANTICA...

mantica Mancano pochi mesi alla Conferenza mondiale dei giovani italiani all’estero. Cosa si aspetta da questo appuntamento che per il mondo dell’emigrazione si presenta come l’evento più importante dell’anno? 

All’incontro, che si terrà dal 10 al 12 dicembre presso la Fao a Roma. dovrebbero partecipare fra i 400 ed i 500 delegati, circa 200 invitati, selezionati attraverso i partiti e le regioni, nonché lavoratori all’estero di nuova emigrazione di cui credo si debba tenere conto. Ho molte ambizioni di carattere politico su questa assemblea, in fondo le domande da rivolgere ai giovani sono quasi banali: cosa vorrà dire far parte della comunità nazionale nel 2020? Quali sono i legami con l’identità culturale e quale significato ha la politica italiana all’estero? So che avremo delle risposte parziali perché il metodo di selezione dei delegati è comunque legato ai Comites e quindi non rappresenta tutta la realtà dell’emigrazione. Mi auguro che le classi dirigenti giovanili all’estero abbiano anche la voglia di provocare e di vivacizzare il dibattito in modo da dare senso all’assemblea e quindi aprire la strada alla realizzazione di un’altra riunione che potrebbe avere luogo tra due anni.  Se invece la cosa dovesse essere molto burocratica, per così dire da documento finale, avremmo allora solo offerto una bella passeggiata a Roma a questi giovani. 

INFORM

MUSICA: ALEJANDRO SANZ VS. JOVANOTTI

LA CANZONE PIÚ CANTATA DAGLI ITALIANI "A TE " DI JOVANOTTI É UN PLAGIO?

La faccenda è un po' imbarazzante per tutti. E, primo fra tutti, per Jovanotti, la cui canzone più amata e cantata degli ultimi mesi - la dolcissima «A te» - viene apertamente accusata di plagio sul sito del quotidiano spagnolo El Mundo: il quale rilancia l'evidente assonanza del brano jovanottesco con «A la primera persona» di Alejandro Sanz, cantante spagnolo strappacuore e peraltro assai lontano dalle frequentazioni e dal mood musicale dell'artista italiano; un giovanottone bruno noto pure in Latinoamerica ma non in Italia, dove nel genere vantiamo già molti esemplari. E' simile, in qualche modo, pure l'impianto del testo, una dedica appassionata: «..A la primera persona que me ayude a sentir otra vez/Pienso entregarle mi vida, pienso entregarle mi fe..», canta Sanz, mentre Lorenzo fa «A te che sei l'unica al mondo/L'unica ragione per arrivare fino in fondo..».

Certo la delicatezza espressiva del Jova è di tutt'altra pasta, se confrontata al testo un po' da neomelodico di Sanz, però è solo un fatto di eleganza. Il problema, in alcune parti delle due canzoni, resta. E Quico Alsedo, denunciando il tutto in un post sul suo blog sul Mundo, «Sexo, Drogas Y Rock&Blog», mette sotto accusa la discografia, che fabbrica canzoni in serie per i tonti, che saremmo poi noi consumatori. Certo la storia dei plagi è ormai lunga quanto il mondo: un maestro al di sopra dei sospetti come Ennio Morricone, ha ripetuto più volte che le combinazioni armoniche e melodiche tra le sette note vengono ormai considerate esaurite, ed è dunque quasi fatale che si ripetano successioni musicali identiche in brani diversi, senza che nessuno possa rivendicarne dall'origine la paternità: il che dovrebbe provocare un imbarazzo generale nel mondo della musica, che invece va avanti senza fare un plissé.
Cosa sarà successo, dunque? Difficile pensare che Jovanotti, persona sincera talvolta fino al masochismo, si sia all'improvviso bevuto il cervello, e non abbia nemmeno deciso di citare il "sample" di Sanz se davvero lo aveva ascoltato, mentre scriveva i crediti per la copertina di «Safari», cd uscito quest'anno e di tanto grande successo che gli echi sono arrivati - con esiti poco gradevoli, come s'è visto - fino in Spagna.

Lorenzo, strappato a una breve vacanza dall'antipatica accusa, si è fatto vivo ieri: «Mi avevano segnalato da tempo questa canzone di Sanz, dicendo che assomiglia alla mia "A te": una canzone che ho scritto di getto, come succede spesso alle canzoni che poi arrivano al cuore della gente». Ammette di aver seguito «un'armonia presente in tante canzoni (è un giro armonico che dicono abbia inventato Bach)». Si inquieta: «Mi dispiace che qualcuno possa pensare che l'ispirazione melodica non sia genuina, perché per me la nascita di questa canzone è stato un vero e proprio momento magico per il quale non finisco mai di provare un senso di gratitudine». Esclude: «Quando sono andato a sentire la canzone di Sanz, mi è sembrata proprio un'altra storia».

Il pezzo di Sanz è del 2006, quello di Jovanotti è uscito quest'anno. Ma se andiamo un po' indietro nel repertorio di Lorenzo, al 1999, troviamo nel disco «Capo Horn» un pezzo dedicato alla figlia Teresa che si intitola «Per te»: e in quelle altre tenere righe, e perfino nella musica, si coglie una eco ormai lontana che ora potrebbe rivelare un buon punto di partenza sia per l'ispirazione di Lorenzo che per quella di Sanz. Con buona pace della musica popolare, che si può ormai riparare sotto la formula chimica di Antoine Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

LA STAMPA

VAI IN ITALIA? CONSIGLI PER SPENDERE MENO IN BENZINA

 

Le quotazioni del petrolio al barile sono finalmente tornate a scendere, ma il prezzo alla pompa resta altissimo. Per fortuna con pochi accorgimenti è possibile risparmiare più del 20 per cento. E allora salite in macchina con la famiglia Simpson per scoprire come si fa. Per esempio: usate bene il cambio, gonfiate con cura le gomme, non fate il pieno dove capita e...

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QUANDO GUIDATE USATE LA TESTA

I dati ufficiali di consumo forniti dalle case produttrici sono molto ottimistici. Indagini recenti hanno dimostrato che nell’uso pratico i consumi sono dal 15 al 40% più alti di quelli dichiarati. Ma poche attenzioni alla guida consentono da sole di risparmiare fino al 15% di carburante. Primo: limitate l’uso dell’auto per tragitti brevissimi: a motore freddo si consuma quasi il doppio. Il pane e il giornale, dunque, andate a comprarli a piedi, se potete: fa anche bene alla salute! Secondo: giocate d’anticipo.Tenete l’occhio lungo sulla strada, staccate il piede dal gas appena vedete in lontananza un semaforo rosso o un ostacolo: risparmierete anche i freni... Terzo: partite lentamente (nei primi metri di movimento un’auto consuma anche 50 litri di carburante per 100 chilometri), evitate accelerazioni brusche e tenete bassi i giri del motore, mettendo appena possibile le marce alte (molte auto recenti hanno pure la sesta marcia). Infine, anche se può sembrare banale, andate piano.Sopra i 100 km/h i consumi salgono in modo esponenziale con l’aumentare della velocità. A conti fatti, vale davvero la pena di spendere tanto di più per arrivare a destinazione qualche minuto prima?
NON DATEVI TROPPE ARIE
Tenere acceso il condizionatore d’aria fa lievitare i consumi fino al 10%. In alcuni casi, d’estate, all’aria condizionata non si può proprio rinunciare. Ma in molte situazioni (soprattutto se si dispone di un climatizzatore automatico) se ne abusa. Disattivatelo appena possibile e, in città e alle basse velocità, piuttosto aprite i finestrini.
COCCOLATE IL MOTORE
Un motore curato garantisce prestazioni migliori, una maggiore efficienza di funzionamento e, di conseguenza, consumi minori (anche oltre il 5%). Da tenere d’occhio,in particolare,il filtro del carburante e, soprattutto,quello dell’aria (che in media andrebbe pulito ogni 5.000 km e sostituito ogni 20.000). I motori più recenti, sia diesel sia benzina, non hanno bisogno di essere riscaldati prima della partenza neppure nella stagione invernale: mantenere il motore al minimo per qualche minuto non solo è inutile, ma dannoso in termini di consumo e inquinamento.
TENETE I PNEUMATICI SOTTO PRESSIONE
I pneumatici vanno mantenuti alla corretta pressione e, dunque, controllati spesso. È sorprendente quanto si risparmi in questo modo: per ogni 0,2 bar di pressione in meno nelle gomme, il consumo sale in media dell’1,5%. Abbiate però cura di controllare la pressione «a freddo»,senza aver percorso troppi chilometri prima di arrivare alla stazione di servizio: con i pneumatici «caldi»,infatti, la pressione risulterà molto superiore a quella effettiva.
NON APRITE I FINESTRINI
Se in città e alle basse velocità in genere è preferibile abbassare i finestrini invece di inserire l’aria condizionata, a velocità più sostenute il discorso cambia, e non solo per una questione di comfort nell’abitacolo. Maggiore è la velocità, più forti sono le turbolenze aerodinamiche che si creano all’interno della vettura. I due finestrini anteriori aperti aumentano i consumi del 2%; se si aprono tutti e quattro,si arriva al 6% in più; un altro 3% va aggiunto se si apre un eventuale tettuccio.
EVITATE I CARICHI SOSPESI
Caricare le valigie sul tetto compromette l’aerodinamica del veicolo e aumenta i consumi tra l’8 e il 35% (nei casi in cui si marci a più di 120 km/h). Un incremento tra il 5 e il 10% c’è anche se si viaggia con un portapacchi vuoto montato sul padiglione dell’auto: meglio,dunque, smontarlo subito dopo l’utilizzo.Chi sul tetto trasporta biciclette (si consuma il 25% in più) può optare per il portabici posteriore, che viene applicato sul portellone o all’altezza del paraurti. I risultati, in questo caso, sono perfino peggiori (il consumo cresce dal 30 al 40%) a causa delle forti turbolenze che si creano nella zona del retrotreno.
SVUOTATE IL BAGAGLIAIO
Con il tempo può capitare che il bagagliaio diventi un «mini deposito» ambulante dove si accumulano oggetti e attrezzi di vario genere. Ebbene, anche questa «zavorra» ha una sua incidenza sui consumi. A parte casi eccezionali non supera l’1%, ma anche i piccoli numeri, di fatto, incidono nel computo finale. Perfino la radio o i fanali accesi incidono per l’1% circa.
E CON I DISTRIBUTORI «LOW COST» IL RISPARMIO INIZIA ALLA POMPA
In Italia i distributori sono circa 24 mila e 2.000 di questi sono indipendenti. Si tratta delle cosiddette «pompe bianche», non associate ad alcuna grande compagnia petrolifera. Grazie a questi gestori, veri e propri discount della benzina, è possibile risparmiare fino a 20 cent al litro. Non un’inezia: a conti fatti su un pieno il risparmio arriva a 10 euro. E su una percorrenza annua di 15.000 chilometri, alla fine dei 12 mesi ci si trovano in tasca 200 euro in più. Analisi serie hanno inoltre dimostrato che la qualità del carburante è identica a quella dei grandi marchi.
Ecco l’elenco completo dei distributori «low cost». La lista, sempre più ampia, è aggiornata di continuo da Federconsumatori (www.federconsumatori.it). Sul sito www.prezzibenzina.it vengono identificati inoltre i distributori più convenienti di tutta Italia. L’importante è evitare di viaggiare «a secco» per poter scegliere la pompa con i prezzi migliori e non semplicemente la più vicina sulla vostra strada...

A cura di Alex Adami

SALUTE: IL GELATO NON SENTE LA CRISI

 

Dimmi quale mangi e ti dirò chi sei

A piedi durante una passeggiata o tra le mura domestiche, gli italiani quest'estate, a dispetto della generale crisi economica, non rinunciano al piacere di un cono o di un gelato confezionato. E le vendite della fresca leccornia registrano un trend positivo. 
Le ragioni sono molteplici. Se in passato il gelato era visto soprattutto come un piacere, ad esempio, oggi sempre più spesso si parla di gelato-alimento, che sostituisce un pranzo o una cena. A far scegliere il gelato è anche la maggiore varietà, specie nel gelato artigianale, mediamente 70 gusti per ogni gelateria, a tal punto che si parla di 'gelataio barman', capace di creare nuovi gusti per i clienti.
Nella scelta di quello confezionato a determinare il successo pesano invece anche la facile reperibilità, una maggiore possibilità di scelta, da mega a micro porzioni, da stecchi che superano le 300 calorie a ghiaccioli leggeri che non arrivano a 5 e, perché no, il minore costo rispetto a quello artigianale. 
Ma c'è anche chi considera l'aspetto psicologico nella scelta dell'uno o dell'altro gelato. Secondo la psicologa Viviana Finestrella, esperta in tematiche nutrizionali, “Il gelato è un alimento che si gusta in maniera semplice e diretta (senza posate, e non c’è bisogno di sedersi a tavola) che quindi permette alla persona di “spogliarsi” degli aspetti formali e vivere un momento di piacere senza imporsi rigidità e controllo, atteggiamenti che invece predominano in altri momenti e periodi dell’anno (in inverno, ad esempio, quando si è al lavoro). Il gelato contribuisce a disattivare (quanto meno ad abbassare) le nostre difese (in altre parole…”scioglie il Super-Io!”) e a vivere in maniera più autentica e genuina, anche nelle relazioni“.

Su queste basi, con la collaborazione del professor Alessandro Amadori, ha stilato una classificazione dei diversi comportamenti relativi alla scelta di un tipo particolare di gelato dal titolo "Dimmi che gelato mangi e ti dirò chi sei".
Ecco i risultati di questo studio: il cono con cialda è scelto da chi predilige un’esperienza sensoriale completa puntando sull’appagamento finale. Lo stecco è prediletto dalle persone insicure, che hanno bisogno che rimanga qualcosa di tangibile (lo stecco) con cui giocherellare. Il ghiacciolo rispecchia una personalità effimera e indipendente, di chi preferisce un piacere da gustare immediatamente. Il biscotto è per chi ha bisogno di grande rassicurazione, come fosse la merenda preparata dalla mamma. La coppetta viene scelta di solito dai tipi più controllati e misurati. Le praline sono il sinonimo di personalità moderna, di chi sceglie il mordi e fuggi.

A dirci molto su chi siamo veramente sembra essere anche il modo in cui mangiamo il gelato, come spiega Alessandro Amadori, psicologo: “Ci sono quattro possibili modi di mangiare il gelato: leccando, succhiando, a morsi, a morsetti. Chi mangia il gelato leccando è una persona che ama la vita sociale, che partecipa molto volentieri ai contesti sociali e ama conoscere gente nuova. È la modalità degli ottimisti.
Succhiare è una forma più ‘infantile’ di leccare: chi mangia il gelato così probabilmente è una persona molto orientata ai legami affettivi intensi, quasi simbiotici. Chi invece consuma il gelato a morsetti tende ad essere una persona attenta, che non ama prendere decisioni affrettate e prevalentemente riflessiva. Chi, infine, mangia il gelato a grandi morsi è una persona testarda, che vuole decidere di testa propria, che ama lavorare e che è tendenzialmente molto sincera”. In sintesi: leccando = estroversione, succhiando = bisogno di affetto, a morsetti =introversione, a morsi = forte autodeterminazione, ai limiti della testardaggine.
Per finire, piccole pillole sul gelato: secondo la ricerca appena realizzata da Eurisko per l’Istituto del Gelato Italiano, il gelato piace al 95% della popolazione. Tra gli appassionati di questo dolce, il 39% dice di mangiarlo spesso, il 37% qualche volta, mentre solo il 19% se lo concede raramente. Il gradimento è altissimo con l’85% che lo ama “molto o abbastanza”. Ormai un Italiano su quattro dichiara di consumare solo gelato confezionato.

DA TGCOM

9 de agosto de 2008

VENEZOLANOS CON DOBLE NACIONALIDAD DEBEN PEDIR PERMISO PARA VIAJAR A ESTADOS UNIDOS

 

passaporto
      Los nacionales con pasaporte español, italiano o portugués tendrán que solicitar autorización de viaje por medio del programa ESTA si piensan viajar sin visa


      El Departamento de Seguridad Interna de los Estados Unidos de América ha instrumentado un nuevo Sistema Electrónico de Autorización de Viaje (ESTA, por sus siglas en inglés). Este sistema sólo afecta a los ciudadanos cuyos países estén dentro del marco del Programa de Exención de Visa (VWP, por sus siglas en inglés) y que tengan planes de viajar a Estados Unidos por negocios o por turismo sin visado.
      El Sistema Electrónico de Autorización de Viaje comenzó como un programa voluntario el 1 de agosto de 2008 para viajeros cuyas nacionalidades sean de países dentro del VWP. El requisito para obtener autorización de viaje será obligatorio a partir del 12 de enero de 2009, fecha desde la cual los viajeros antes referidos que tengan la intención de viajar a Estados Unidos sin visa por motivo de negocios o turismo bajo los términos de dicho programa requerirán una Autorización de Viaje (ESTA) aprobada antes de embarcarse en un avión hacia los Estados Unidos.
      En la actualidad, los países que forman parte VWP son: Andorra, Alemania, Australia, Austria, Bélgica, Brunei, Dinamarca, Eslovenia, España, Finlandia, Francia, Islandia, Irlanda, Italia, Japón, Liechtenstein, Luxemburgo, Mónaco, Holanda, Nueva Zelanda, Noruega, Portugal, Reino Unido, San Marino, Suecia y Suiza. El registro se realiza en línea. El sitio Web de ESTA es https://esta.cbp.dhs.gov <https://esta.cbp.dhs.gov/> . El viajero deberá responder a unas preguntas sobre datos personales, sobre el viaje y otra información pertinente para recibir autorización. Las solicitudes pueden ser consignadas en cualquier momento previo al viaje, aunque por lo menos tres días antes de la fecha pautada para el viaje. En muchos de los casos, la autorización se entrega en cuestión de segundos.
      Venezuela no forma parte del VWP; por lo tanto, a los venezolanos que viajen a Estados Unidos con pasaportes venezolanos no se les exige una autorización de viaje por medio del programa ESTA. A los venezolanos cuya segunda nacionalidad sea de un país que esté dentro del VWP tendr án que solicitar autorización de viaje por medio del programa ESTA si piensan viajar sin visa a los Estados Unidos con el pasaporte del referido país.
      Una vez que un viajero dentro del VWP recibe su autorización, ésta será válida por dos años o hasta la fecha de caducidad de su pasaporte, si ésta sucede antes de dicho período. Si no recibe la autorización, el viajero deberá realizar los trámites para obtener una visa para viajar a los Estados Unidos.

 

SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO!

P8050171

Le parole del Sindaco di Maracaibo, Dott. Giancarlo Di Martino risuonavano chiare e decise nella Sala Convegni del Maczul, Museo di Arte Moderna del Zulia, e calavano nell'anima degli italiani presenti alla sua condecorazione con viva commozione.

Con una solenne e significativa cerimonia, martedí 5 agosto, sul palco del foro sedevano l'Ambasciatore d'Italia in Venezuela Dott. Luigi Maccotta, il console di Maracaibo Dott. Ivo Polacco, il Presidente e il Vice Presidente del Comites di Maracaibo, Cav. Cono Siervo e Cav.Giovanni Margiotta, ed il Consigliere Cav. Giovanni Tulli presidente del Complesso Industriale di Maracaibo, il presidente della Casa d'Italia Ing. Cesare Marzocca e l'imprenditore Cav. Giuseppe De Pinto.Un panel tutto italiano!

In sala, autoritá civili, militari e religiose venezuelane, personaggi politici di spicco, amministratori e funzionari del Comune della capitale zuliana, i suoi piú stretti collaboratori e numerosi amici. La sala, con una capacitá di circa 400 posti, era gremita. Numerosi i cameramen delle televisioni a livello nazionale, i microfoni delle radio e i reporter della stampa.

La cerimonia si apriva con le note dei due inni nazionali, prima quello italiano che il sindaco ha canticchiato sottovoce, e poi quello venezuelano. Seguiva l'intervento dell'Ambasciatore Maccotta, che in breve allocuzione risaltava la motivazione del conferimento al Dott. Giancarlo Di Martino, Sindaco di Maracaibo, dell'onorificenza della Stella della Solidarietá. L'Ambasciatore ha messo in rilievo le grandi doti umane, oltre che di capacitá, nel condurre il suo incarico a favore della comunitá locale, senza mai dimenticare le sue origini italiane, mantenendo alti i valori ed i legami con i connazionali, con costanza e solidarietá, mirando allo sviluppo sociale, culturale ed economico e soprattutto in materia di sicurezza, intervenendo spesso personalmente anche in casi di sequestri. In seguito, il Console Dr. Polacco ha letto in italiano la motivazione dell'onorificenza conferita dal governo italiano al Di Martino.

P8050173 -"Avevo preparato un discorso scritto, ma in questo momento preferisco farlo con le parole spontanee che escono dal mio cuore. Non immaginate quanto sia commosso. sono orgoglioso di essere italiano! " ha detto il Sindaco. " Dicono le statistiche che siamo 18 mila con passaporto italiano, ma credo che con la vecchia e nuova generazione arriviamo a piú di 80 mila. Ringrazio questo riconoscimento alla mia persona da parte del governo italiano,"  ha proseguito " ma vorrei rendere merito a tutti i pionieri italiani che con i loro sacrifici hanno contribuito al progresso di questa terra generosa ed hanno tramandato ai loro figli e nipoti i valori del lavoro, della famiglia, dell'onestá e della solidarietá. I primi anni di emigrazione sono stati difficili, ma la determinazione, la creativitá ed il lavoro hanno premiato i loro sforzi e noi siamo frutto di tutto ció. Persone degne di ammirazione come alcuni che oggi sono presenti su questo palco, i Giovanni Margiotta, i Giovanni Tulli e tantissimi altri, spesso anche a suon di rimproveri, hanno insegnato ai figli il vero significato della vita". Chiaro il riferimento a suo padre Luigi, deceduto appena una settimana fa ed al quale ha dedicato la sua nomina a Commendatore della Repubblica Italiana.

Il Sindaco, candidato a Governatore dello Stato Zulia, in questo contesto ha rimarcato l'importanza di creare vincoli di cooperazione con imprenditori stranieri e locali, per consolidare l'investimento privato e l'industrializzazione nella Regione. Importanza ribadita dall'Ambasciatore, che ha confermato come Maracaibo sia una piazza economica allettante per gli imprenditori italiani.

La visita del Dott. Maccotta, assieme al funzionario Antisequestri presso l'Ambasciata, Maresciallo Giuseppe Scrima, era iniziata il mattino con un importante incontro privato con il Sindaco Di Martino, il Segretario di Governo Giovanny Villalobos, il Segretario per la Sicurezza Francisco Delgado della Polizia Municipale "Polimaracaibo", ed altre personalitá dell'Amministrazione comunale. Si é parlato soprattutto di sequestri, un male che affligge la popolazione zuliana, senza distinguo di razze, ma che spesso vede coinvolti i nostri connazionali piú abbienti. L'Ambasciatore Maccotta ha rilevato che il tema dei sequestri è "duro e reale", e per questo il governo italiano ha uno speciale interesse a continuare ad offrire alla Polimaracaibo corsi di formazione e specializzazione dei poliziotti della municipalitá con il supporto di materiale tecnológico avanzato.L'Italia offre altresí consulenza nella scelta rigorosa degli agenti di polizia con operazioni di intelligenza in modo da permettere di depurare gli organismi di sicurezza, per contare con agenti onesti e trasparenti.Il Sindaco, da parte sua ha ribadito l'importanza di questa cooperazione, ricordando l'ampia esperienza dell'Italia in materia di diritto e sicurezza, mentre Francisco Delgado ha segnalato altri delitti che devono essere sradicati da questa cittá, come la delinquenza organizzata e l'estorsione.

P8050169 Il Console di Maracaibo, Dott. Ivo Polacco, ha poi ricevuto con la squisita ospitalitá che lo caratterizza gli invitati nella sua dimora per un pranzo, durante il quale parole di stima per il "nostro" Di Martino, con brindisi di auguri e calorosi abbracci si sono seguiti a profusione.

La visita del Dott. Maccotta a Maracaibo, si é conclusa con una riunione nella sede del Comites, in cui si é parlato ancora di sequestri. É stato chiesto all'Ambasciatore di assegnare a Maracaibo un secondo funzionario anti-sequestri, vista la frequenza dei rapimenti che susseguono, dovuto anche alla vicinanza con la frontiera con la Colombia. Purtroppo, con l'attuale situazione economica che sta attraversando l'Italia oggigiorno, difficilmente si potrá raggiungere questo obiettivo. "Metteremo tutto il nostro impegno per esaudire questa vostra richiesta" ha detto ai membri del Comites, " ma dipende dalla disponibilitá delle autoritá di Roma".

Germana Pieri/L'italo

4 de agosto de 2008

Irruzione della polizia Liberato Di Battista

Il connazionale era tenuto prigioniero in una casa nella periferia di San Felipe, nello Yaracuy

Fermata una donna, moglie di un presunto carceriere. Una fonte: “L’ostaggio sta in condizioni di salute abbastanza buone, non è mai stato maltrattato. Non è stato pagato alcun riscatto”

CARACAS – Armando Di Battista, l’imprenditore abruzzese rapito il 7 luglio a San Felipe, nello Yaracuy, è di nuovo libero. Il merito va alle forze di sicurezza venezolane: dopo un mese di indagini serrate, sono riuscite a individuare la prigione in cui era custodito l’ostaggio, nel circondario della stessa San Felipe, e trarlo in salvo.

Il blitz è scattato domenica all’1 di notte: gli agenti hanno fatto irruzione in un casolare e hanno dovuto sfondare tre porte prima di arrivare alla stanza dove Di Battista, 79 anni, originario di Pianella, era tenuto prigioniero. Con lui c’era un uomo (“l’ostaggio non è mai stato lasciato solo”, rivela una fonte), che è riuscito a fuggire. E’ stata fermata sua moglie. Un’ora più tardi Di Battista veniva visitato da un medico, che lo avrebbe trovato – secondo una fonte bene informata – “in condizioni abbastanza buone. Non è mai stato maltrattato”. Né, aggiunge la fonte, è mai stato pagato alcun riscatto.

La salute di Di Battista è stata una preoccupazione in più con cui convivere nei 26 giorni di durata del sequestro. L’imprenditore soffre di diabete, ipertensione e cardiopatia; i suoi familiari hanno lanciato ripetuti appelli ai rapitori affinché mantenessero il regime di cure a cui l’anziano connazionale era sottoposto, arrivando a dettare, in televisione, una lista di medicamenti indispensabile per la buona salute del loro congiunto. Dalle prime notizie dopo la liberazione, sembrerebbe che queste paure siano state scongiurate.

Il presidente delle associazioni abruzzesi del Venezuela Giovanni Margiotta, uno tra i primi a venire a conoscenza della liberazione di Di Battista, ha voluto esprimere il suo riconoscimento in particolare al responsabile della missione antisequestro presso l’ambasciata d’Italia, “che sin dall'inizio del rapimento ha seguito da vicino giorno dopo giorno la vicenda dell'anziano imprenditore”.

Va sottolineato come, in questo caso, l’azione investigativa e repressiva degli organi di sicurezza venezolani sia stata efficace. Una svolta importante delle indagini si era avuta pochi giorni fa, quando due giovani venezolane erano state arrestate mentre cercavano di entrare in possesso dei 100.000 BsF (circa 30.000 euro) pattuiti come riscatto. Un episodio che ha fatto da prologo alla felice conclusione della vicenda.

Enrico De Simone

3 de agosto de 2008

Che fare: andare avanti o mollare tutto?

 

Mercoledì 23 luglio a Margarita Ilario Cappellotto, cittadino italiano, è stato assassinato da due uomini che l'avevano assaltato per rapinarlo. Il commento del nostro inviato dall'isola

Mercoledì mattina il tragico evento che colpisce la comunità italiana a Margarita. Ilario Cappellotto non è più tra noi. Causa? Una rapina terminata nel modo peggiore. Avrei voluto scrivere del Signor Ilario, avrei voluto raccontare non l’evento, ma la sua persona. Un ultimo omaggio, umilmente scritto da chi, purtroppo un’esperienza simile la sente ancora sulla pelle. Non mi è stato concesso, irrintracciabili la moglie e il cognato. Comprensibile, assolutamente da rispettare ogni scelta, anche quella, di rinchiudersi nel dolore, nel silenzio, isolarsi da tutto e tutti e cercare di capire: cosa fare?

Difficile dare una risposta a questa domanda.

Anni fa ho perso mio zio, non due colpi, ma nove. Lì non era una rapina, ma la pazzia di un uomo rivolta verso chi ebbe la sfortuna di essere il vicino di casa dell’assassino. Ragioni diverse, si, ma risultato finale identico: morte persone innocenti e pulite.

La piccola differenza è che il fatto accadde in Italia, a Milano, e fu uno dei primi episodi di ordinaria follia che ormai riempiono i rotocalchi italiani. Mia zia decise di rimanere a Milano, ormai quella era la città dei suoi figli. E un addio alla saudade napoletana.

Ma qui, in un paese dove ormai si vive con il terrore di uscire per strada, dove vige indissolubile l’impunità, vale la pena continuare a viverci?

Nel mio piccolo, discretamente, partecipo al dolore della famiglia Cappellotto, e se potessi li stringerei in un caloroso abbraccio. Dopo un dramma del genere come si va avanti? Dove si trovano le forze per reagire? Con il tempo si troveranno, si andrà avanti, con una ferita nel cuore che mai più si chiuderà, ma chi resta è costretto a dare un senso alla sua vita.

La comunità italiana qui sull’isola è divisa nelle reazioni. Chi preferisce il silenzio o chi fa spallucce, ammettendo che ormai non esce più di casa se non al mattino per un caffè con gli amici.

Chi ha una reazione istintiva e dichiara che ormai è stufo, vuole andare via. Io sono da poco a Margarita, e mi ha sempre incuriosito sapere e capire come fosse l’isola qualche anno fa.

La risposta è unica: non c’è bisogno di andare troppo indietro nel tempo, chi vive a Margarita da anni mi racconta con un pizzico di malinconia che solo 10 anni fa la notte si dormiva con le porte aperte, la sera per strada alla 4 de Mayo (che oggi è una delle strade da non frequentare di notte) e alla Santiago Mariño, il cuore di Porlamar, si incontravano fiumi di persone che passeggiavano fino a notte fonda. Pericoli: zero. Ansie e preoccupazioni lasciate in un cassetto.

Poi c’è stato un cambiamento repentino. L’isola è cresciuta e si è sviluppata, probabilmente ben oltre le sue possibilità. E lo sviluppo, il benessere che è arrivato sull’isola ha portato con sé anche delinquenza e povertà. I continui flussi migratori costituiti da persone di vario ceto sociale che si trasferiscono sull’isola alla ricerca di lavoro o di un tenore di vita migliore rispetto all’entroterra hanno portato con sé anche elementi deprecabili.

Oggi Porlamar e Pampatar sono divenute ormai un’unica città, insopportabile per chi è isolano doc: caos, traffico, smog e paura.

Ormai tanta paura.

Anche il Sambil che era il paradiso della serenità e della sicurezza è sotto assedio: c’è chi racconta che rubano le borse delle compere appena fatte, addirittura la spesa della comida. Non siamo ai livelli dell’entroterra, questo no. Sull’isola si vive discretamente, ma la violenza è arrivata anche qui. Non voglio, forse non posso, puntare il dito contro nessuno, chissà se dichiarerei ciò che pensassi realmente, sarei costretto a prendere il primo volo per l’Italia, di sola andata.

Ma la sensazione che rimane è questa: è una fase critica, quasi anarchica, dove avverti sulla tua pelle di essere solo ed indifeso, dove tante cose non funzionano: dal sistema carcerario a quello giudiziario, anzi, la domanda è se esista un sistema…

Viviamo in un paese meraviglioso, con tantissime risorse e bellezze naturali incredibili, ma quando sei schiavo della paura nulla più ha un senso.

E allora che fare?

Fare marcia indietro o andare avanti?

Io, figlio della Napoli martoriata, della Napoli che ha sempre convissuto con enormi problemi, ma è stata sempre capace di rialzarsi, sono ottimista di natura. Penso sempre che dopo un periodo negativo, una volta che tocchi il fondo non puoi fare altro che risalire.

Come diceva De Filippo: Addà passà a nuttat!

Il Venezuela vive la sua notte più buia, ma il sole tornerà ad irradiare questo paese.

Il problema è capire quante persone la pensano come me…

Gennaro Buonocore - 31/7/08//La Voce d´Italia

Mirella Giai (MAIE), sull’istituzione al Senato del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero

"La senatrice eletta in America meridionale auspica che l’organo collegiale svolga un lavoro fecondo e sia capace di  fornire le risposte che i connazionali si aspettano"

ROMA - Ha approvato la mozione per l’istituzione di un Comitato per le Questioni degli Italiani all’estero al Senato, mercoledì 30 luglio, anche Mirella Giai, eletta per il Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) in America meridionale. “Come non riconoscere e non comprendere l’importanza di questo Comitato? In quest’aula non credo vi sia un solo senatore che non abbia un familiare o un amico emigrante. A parte le necessità che ciascuno di noi connazionali ha avvertito, quali l’assistenza, la previdenza, il miglioramento dei consolati, di Cgie e Comites, - ha detto la Giai nella sua dichiarazione di voto - bisogna anche pensare che si parla di continenti in cui l’Italia può svolgere importanti lavori e grandi convegni internazionali, che costituiranno certamente un aiuto importante”.

La senatrice ha ricordato il contributo che gli emigrati italiani hanno dato a tutti i Paesi in cui sono stati accolti e l’emozione che l’esperienza di tale contributo ha suscitato il giorno del suo primo ingresso in aula. “Quel giorno erano presenti con me tutti i nostri connazionali, - ha proseguito - non soltanto quelli che vivono in America meridionale, ma anche tutti quegli italiani che in momenti particolari hanno dovuto lasciare le loro case e i loro paesi Essi sono stati veramente i nostri ambasciatori: senza avere possibilità, sono riusciti a mantenere decorosamente una famiglia e ad aiutare i Paesi in cui hanno vissuto, dando il contributo più grande che possedevano”. 

Mirella Giai ha quindi invitato l’assemblea e il futuro Comitato a guardare avanti. “Non pensiamo solo al passato: dobbiamo tener presente che abbiamo un futuro, nel quale ci sono anche i nostri connazionali all’estero – ha detto - con i loro giovani, all’interno delle loro famiglie, che veramente ci rappresentano con orgoglio”.

“Per questo motivo, a nome mio personale e del Gruppo delle Autonomie, diamo il nostro pieno consenso alla mozione istitutiva del Comitato per le Questioni degli Italiani all’estero – ha concluso la senatrice - con l’auspicio che esso svolga un lavoro fecondo per fornire le risposte che tutti loro si aspettano da noi”. (Inform)

MASTER: Al via ad ottobre il Master del SIOI di preparazione al concorso per la carriera diplomatica

 

ROMA - La Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) promuove il XXXIX Master di preparazione al concorso per la carriera diplomatica. Il corso si svolgerà da ottobre 2008 a giugno 2009 ed avrà una frequenza di tre giorni alla settimana. Sono previste 600 ore di didattica e almeno 600 ore di studio individuale. Una settimana al mese verrà dedicata alle prove scritte di simulazione del concorso. Al termine del corso sarà rilasciato dalla SIOI e dall’Istituto Diplomatico del ministero degli Affari Esteri un diploma di Master ai partecipanti che abbiano frequentato almeno l’80% delle lezioni e abbiano svolto le prove scritte mensili.

Il programma è quello indicato dal Ministero degli Esteri, pubblicato nel bando di Concorso sulla Gazzetta Ufficiale Italiana IV Serie Speciale. Si terranno dunque corsi su Storia delle relazioni internazionali, Diritto internazionale pubblico e dell’Unione europea, Politica economica e cooperazione economica, commerciale e finanziaria multilaterale. Si svolgeranno anche seminari sull’attualità internazionale. E’ richiesta la conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua fra francese, spagnolo e tedesco. Saranno ammessi al corso di Master i candidati che avranno superato una prova di selezione scritta e orale sulle tre materie di concorso e sulla lingua inglese.

Le prove di selezione, che avverranno entro la fine di settembre, sono aperte ai laureati e a coloro che conseguiranno il titolo di laurea entro il 31 dicembre 2008 di una delle lauree specialistiche afferenti alle seguenti classi, di cui al decreto del Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, 28 novembre 2000, n.17: finanza (classe n. 19/S) giurisprudenza (classe n. 22/S), relazioni internazionali (classe n. 60/S), scienze dell’economia (classe n. 64/S), scienze della politica (classe n.70/S), scienze delle pubbliche amministrazioni (classe n. 71/S), scienze economiche per l’ambiente e la cultura (classe n. 83/S), scienze economico-aziendali (classe n. 84/S), scienze per la cooperazione allo sviluppo (classe n. 88/S), studi europei (classe n. 99/S), nonché la laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza (classe n. LMG/01) ed ogni altra equiparata a norma di legge; oppure un diploma di laurea in: giurisprudenza, scienze politiche, scienze internazionali e diplomatiche, economia e commercio, di cui all'articolo 1 della legge 19 novembre 1990, n. 341, ed ogni altro equiparato a norma di legge, conseguito presso università o istituti di istruzione universitaria. La quota di iscrizione è di 3.000,00. euro. Nessun costo è previsto per la partecipazione alle prove di selezione. Il modulo di iscrizione è disponibile sul sito www.sioi.org .

Le domande di ammissione, contenente i dati anagrafici, indirizzo e titolo di studio vanno inoltrate entro il 21 settembre 2008 a: Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale Palazzetto di Venezia - Piazza di San Marco, 51 - 00186 Roma. (Inform)

Neo bon ton: consigli e sconsigli

 

Bon ton, galateo, buone maniere etc….. perché?  Per distinguersi, per andare contro corrente, per essere ora “ alternativi” e diversi. Buone maniere significa comportamento distintivo e piacevole, mai invadente e sgradevole, seguire regole d’educazione pratica che  paiono superficiali ma che vengono da profonde radici d’etica, motivazione, usi e costumi di una società la cui apparenza nei rapporti fra  simili, scaturisce da un’ antica profonda scelta morale che caratterizza quindi le usanze della gente,simbolo della sua civiltà. Canoni  che tramandati si evolvono secondo il buon senso e l’evoluzione del costume legato alla praticità.

“Ricordo un esempio classico”-sottolinea la Contessa Pinina Garavaglia-“quando una coppia cammina per strada l’uomo deve dare la destra alla donna,questo perché’ anticamente la spada si portava a sinistra. Qualora fosse necessario difendersi, la mano destra sguainava la spada senza intralcio e rischio di ferire la compagna che invece così veniva  prontamente difesa(da notare che già allora la donna camminava  al fianco e non servilmente dietro l’uomo)”. Altre regole, invece, nascono da pura cortesia  come far sedere una signora, o il proprio ospite al ristorante con le spalle al muro perché possa  godere della visuale del luogo e farsi anche vedere.

Il bon ton è un aiuto sicuro, il comportamento è necessario alla propria immagine come lo è la forma fisica, più di un  bel vestito e di un buon trucco. Chi va dal parrucchiere,in palestra o altro perché non dovrebbe curare anche il suo modo di comunicare col prossimo nella forma migliore? Attenzione, però, questo non è sterile formalismo, o mera etichetta, ma ben altro; “è necessario riscatto dell’individuo massificato nell’ordinario e abbassato nella volgarità che ci viene continuamente propinata, una rivolta dovuta a noi stessi in  nome dell’eleganza , la bellezza e, perché no, l’originalità della vita. Possiamo scegliere chi essere .Ritengo che, oggi, un moderno insegnamento delle buone maniere dovrebbe far parte dell’insegnamento scolastico, figuratevi che Erasmo da Rotterdam scrisse un famoso trattato pedagogico proprio sulle buone maniere.

E’ comunque ovvio che il galateo necessita di un aggiornamento a tempi piu’ disinvolti. Oggi una signora matura si può offendere se a un party si insiste a darle del lei, a nessuno si raccomanda per esempio di non sputare, infatti una volta , ma non troppi anni fa, in tutti gli uffici pubblici esistevano le sputacchiere e sui tram vedevi avvisi di non sputare (e pure  non bestemmiare); oggi questi avvisi in alcuni tram sono ricomparsi. Sapendo delle mie  ricerche storiche e della mia continua attenzione  alla comunicazione  da più parti mi è stato richiesto di fornire  informazioni e vere e proprie regole oggi in grande riscoperta e richieste da tutti i ceti sociali”.

Un esempio pratico è l’invito in una casa privata; se volete essere graditi e perfetti, mandate sempre prima dei fiori e non dopo, perché abbelliscono la casa, chi invita ha il piacere di ben presentarla agli ospiti. Fiori o, peggio, piante  portate al momento creano impicci anche perché disporli richiede tempo e finiscono sempre parcheggiati in  bagno. A mano si può portare solo un bouquet per una signora. Beveraggi o cibarie si portano esclusivamente se si è molto intimi o  fra molto giovani, è  gradita la classica scatola di cioccolatini, o dolcetti caratteristici del  proprio luogo di provenienza Omaggi spiritosi solo a parenti stretti, direi consanguinei.

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DA TGCOM

ESTATE: LA PIZZA CAMBIA LOOK

 

La pizza? E’ un simbolo della nostra cucina, lo snack per eccellenza, un modo informale e poco costoso di consumare un pasto fuori casa. Ha mille volti e si presta ad assecondare la creatività di chi la prepara, lascia spazio a qualche capriccio di sapori e, insieme alla birra, dà vita a un connubio tradizionale per le serate in compagnia. Da un lato le sue caratteristiche principali sono state codificate con precisione (spessore della pasta, diametro del disco da farcire, minuti di cottura nel forno, rigorosamente a legna), ma dall’altro continuano a nascere nuove interpretazioni e variazioni sul tema.

Protagoniste questa volta le signore in dolce attesa, che in un ristorante britannico trovano sapori pensati per assecondare le loro “voglie”, mentre la voglia di sperimentazione nelle città nostrane si indirizza verso preparazioni che strizzano l’occhio all’Oriente, o ancora a un cambio di look che trasforma la Margherita in un contenitore per alimenti vari. Un altro fenomeno in grande espansione è quello della pizza da asporto, mentre l’universo di Margherita e Quattro stagioni è un grande giro d’affari che in Italia ha generato un indotto da 60 milioni di Euro, secondo in tutto il mondo solo a quello registrato negli Stati Uniti.

Una delle occasioni in cui la pizza ha guadagnato i titoli dei giornali risale a qualche tempo fa, quando un ristorante londinese ha lanciato la prima “pizza premaman” , nata dal desiderio di un intraprendente ristoratore di soddisfare i desideri improvvisi della sue clienti in stato interessante. Le donne in dolce attesa, si sa, provano a volte attrazione per sapori e accostamenti di gusti stravaganti: ecco allora serviti i mix di uva sultanina, fagioli, olive e capperi, o anche di coriandolo, semi di zucca, semi di prezzemolo e avocado,

Ma i sapori esotici non sono esclusivo appannaggio di Oltremanica o di chi si prepara ad avere un bebé. Anche nelle pizzerie di casa nostra si ammicca all’Oriente con salse piccanti e in agrodolce accostate alla tradizione di una sana pizza napoletana. I sapori preferiti di questa estate 2008 sono quelli legati al mare, con pesci vari conditi con salsine che richiamano la cucina cinese. Sempre gettonati i classici frutti di mare che insaporiscono il piatto e assecondano le fantasie estive. Un'altra novità che piace e riscuote molto successo è quella del “cestino-pizza”, ossia una pizza con i bordi rialzati e sollevati in verticale a formare una specie di contenitore da riempire con gli alimenti più disparati: ad esempio durante l’estate ci stanno molto bene le insalatone fantasiose.

Spiega Pino Morelli, direttore dell'Associazione pizzerie italiane (Api) che raduna 15.000 pizzaioli. ''La pizza è ormai davvero un piatto per tutti i gusti, oltre al fatto che sostituisce egregiamente una cena, con il vantaggio di costare meno.  I nostri pizzaioli propongono impasti sempre più di qualità con i condimenti più vari. Queste elaborazioni non sono oltretutto un problema perché il 90% delle pizzerie è anche ristorante”.  Anche se le pizzerie soffrono come tutto il comparto alimentare per l’impennata dei prezzi dei cereali, Margherita  e Capricciose hanno mantenuto nell'ultimo anno prezzi stabili.

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