31 de marzo de 2009

Beckham 'paperone': 32 mln l'anno

Ecco i ricconi: Messi 2°, Ibra solo 7°

 

BeckhamDavid Beckham è il 'Paperone' dei calciatori.

Secondo il magazine France Football, il centrocampista inglese del Milan guida la speciale graduatoria con guadagni pari a 32,4 milioni di euro l'anno. Nella top ten, che non comprende giocatori italiani, lo Spice Boy precede Lionel Messi, stella del Barcellona, secondo con 28,6 milioni. Sul podio anche Ronaldinho (19,6 milioni), solo settimo l'interista Ibrahimovic (14 milioni).

Cristiano Ronaldo (Manchester United) è quarto con 18,3 milioni di euro. Il Milan, oltre a Beckham (che era già leader nel 2008) e a Dinho, piazza in classifica anche Kakà, sesto con con 15,1 milioni di euro, proprio davanti a Ibra. Tra gli allenatori, comanda Felipe Scolari: il brasiliano guarda tutti dall'alto dei suoi 12,5 milioni di euro, che giovano al morale dopo l'esonero deciso dal Chelsea. In base ai dati di France Football, l'interista Jose Mourinho è secondo con 11 milioni.

tgcom

Trap: "Cassano da Nazionale"

"Per me fu un figlio e... Che giocate"

"Per me Cassano è da Nazionale". Alla vigilia di Italia-Irlanda, Giovanni Trapattoni non pensa che il pubblico di Bari, causa l'esclusione di Cassano dal team azzurro, arriverà a tifare la sua squadra; ma sulle doti del blucerchiato non ha dubbi: "Io lo feci esordire perchè sono convinto sia un giocatore da Nazionale, resta però una mia opinione. Agli Europei in Portogallo l'ho preso come un figlio e lui mi ha ripagato con grandi giocate".Antonio Cassano

Il ricordo che l'ex ct azzurro ha di Cassano è ottimo: "Grazie a lui saremmo andati avanti in Portogallo se non ci fosse stato quel pastrocchio. Ogni allenatore, però, sceglie in base alle proprie convinzioni". Nessuna critica al collega Lippi, dunque, ma il Trap dice la sua. E non risparmia una frecciata sulla sfida della sua Irlanda contro la squdra che allenò dal 2000 al 2004: "Il nostro è un girone molto forte, adesso pensiamo a puntare in alto. Questa è una partita importantissima, noi dovremo essere Davide e l'Italia Golia, le leggende restano tali, ma io ho molta fiducia nel mio gruppo".

tgcom

X CONVENTION CIAO ITALIA

Ciao Italia

Martedì 31 Marzo 2009

CONVENTION CIAO ITALIA 2009

Si terrà in Puglia, dal 15 al 18 aprile a Bari e Lecce, la decima convention mondiale di Ciao Italia, l’associazione che rappresenta e aggrega i ristoranti autenticamente italiani nel mondo con oltre 3mila soci in 38 Paesi in tutti i continenti.
Saranno due le location del convegno: a Bari (il 15/16/18 aprile hotel Sheraton), e a Lecce (17 aprile Chiostro dei Domenicani). Ci sarà poi quella “virtuale”, attraverso Internet e una diretta web della manifestazione.
Saranno circa 200 i congressisti provenienti da tutto il mondo, seguiti da una forte presenza della stampa estera, decine di relatori italiani e internazionali.
Tre le tematiche al centro dei lavori: formazione, distribuzione, cultura della ristorazione italiana nel mondo.
Proponendo di riaprire la bottega-scuola della tradizione italiana - ogni ristorante può diventare una scuola e formare giovani ai diversi mestieri della ristorazione - Ciao Italia coinvolgerà anche l’università e gli istituti alberghieri.

Il programma in allegato traccia il profilo di una convention “fatta per durare”, come dice  il presidente mondo di Ciao Italia, Bartolo Ciccardini. Tante le autorità che parteciperanno ai lavori della tre giorni anticipata da una conferenza stampa il 14 aprile, alle 11, nella sede della presidenza della Regione Puglia.

A fine lavori, il 18 aprile, avverrà il passaggio del testimone da parte della Puglia alla regione ospite 2010.

Per ulteriori informazioni riguardo alle presenze e ai temi della manifestazione si consiglia di consultare il sito uffiiciale www.madeforitalici.it

25 de marzo de 2009

La missione in Abruzzo del Presidente della Federazione delle Associazioni abruzzesi in Venezuela

Giovanni Margiotta (Sr.)  incontra i vertici istituzionali della Regione che rinnovano l’impegno per le comunità all’estero

Imagenes sony 094L’AQUILA - Un rinnovato impegno verso le comunità abruzzesi all’estero, con la promessa di una visita in Venezuela, é stato espresso dal Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e dal Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano.

Il Presidente della Federazione delle associazioni abruzzesi in Venezuela, Giovanni Margiotta, grazie alla coordinamento dell’ex consigliere del Cram Goffredo Palmerini, é stato ricevuto il 10 marzo scorso da Chiodi a Palazzo Centi all’Aquila, sede della Presidenza della Regione. Un presidente giovanissimo, ma giá con ampia esperienza nell’amministrazione pubblica -  riconosciuto da tutti per l’ottimo lavoro svolto in qualità di sindaco di Teramo e molto stimato dal Presidente del Consiglio Berlusconi - che sa di trovarsi di fronte ad un arduo cammino per risanare, in particolare, la situazione dei conti della sanità in Abruzzo. Il Presidente Chiodi non nasconde la sua preoccupazione per la crisi che investe l’Italia, e di conseguenza anche la Regione, e annuncia che dovranno essere praticati importanti tagli, soffrendo per i sacrifici che l’Abruzzo dovrà sopportare, ma è ottimista circa le possibilità dei risultati, speranzoso soprattutto nell’intesa e nell’unità della coalizione al governo della Regione.

Margiotta, nel porgergli i saluti della comunità abruzzese in Venezuela, si é congratulato vivamente con Chiodi,  esprimendogli i migliori auguri per una gestione di successo,  e manifestandogli il crescente interesse, soprattutto delle giovani generazioni, verso la propria terra d’origine. Dopo avere illustrato i programmi per il prossimo futuro delle dieci associazioni regionali componenti la Federazione, il rappresentante degli Abruzzesi in Venezuela ha chiesto una maggiore presenza della Regione al cospetto di una comunità che nell’arco degli anni ha contribuito al progresso del Paese innalzando il buon nome dell’Abruzzo, mantenendo l’amore per la propria terra d’origine attraverso le tradizioni e la cultura.

Margiotta ha anche sottolineato che nell’ultima riunione della Federazione, avvenuta lo scorso 31 gennaio a Merida, ha raggiunto degli accordi con il Governatore dello Stato Merida, Marcos Diaz Orellana, per aprire un tavolo di lavoro preferenziale di cooperazione tra le due Regioni, Merida e Abruzzo, con interscambi a livello universitario, culturale e soprattutto commerciale. Iniziativa da estendere anche in altre Regioni del Venezuela.

Il Governatore Chiodi ha dichiarato la sua piena disponibilità ed ha accettato l’invito per una visita in Venezuela nel prossimo autunno., dimostrandosi cordiale e interessato alle proposte del Presidente Margiotta.

 Imagenes sony 101Altrettanto calorosa l’accoglienza riservata a Margiotta da Nazario Pagano, il 13 marzo, negli uffici del Consiglio Regionale a Pescara, nell’edificio ex De Cecco, una costruzione per la maggior parte in vetro che permette di godere da ogni ufficio un panorama eccezionale della città. Dopo aver presenziato alla Conferenza stampa di presentazione dei prossimi Giochi del Mediterraneo 2009 che si svolgeranno nel mese di luglio a Pescara, il Presidente del Consiglio regionale ha ricevuto Giovanni Margiotta nel suo studio privato, dal quale ha tenuto, per l’occasione, una video conferenza con il Centro Italo-Venezuelano di Caracas, condotta in Venezuela dal direttore di Abruzzo24ore.Tv, Gianfranco Di Giacomantonio. Dopo quasi un’ora di colloquio con i convenuti nel Centro Italo-Venezuelano, il Presidente Pagano si è intrattenuto con  Margiotta che lo ha informato sulle iniziative ed i progetti della Federazione delle Associazioni Abruzzesi, per far sì che le nuove generazioni mantengano un forte legame con la propria terra d’origine. Pur sapendo che il 2009 sarà un anno di sacrifici per tutti, sono comunque da ritenere importanti gli eventi culturali, gli interscambi tra giovani e l’apertura di nuove iniziative commerciali. Sulla stessa lunghezza d’onda si è rivelato Pagano, che ha recepito il messaggio di Margiotta. Gli imprenditori abruzzesi in Venezuela possono tendere una mano amica all’Abruzzo, e così viceversa, per dare una scossa all’economia dei due Paesi.

Non dimenticando, però, i corregionali in stato di bisogno residenti in Venezuela. Il Presidente della Federazione, Giovanni Margiotta, ha chiesto esplicitamente la riconsiderazione da parte della Regione dell’erogazione degli 80.000 euro in polizze di assistenza sanitaria per il 2009, visto che nel 2008 non é stato possibile assegnarle. Il Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, ha espresso il desiderio di ripetere l’esperienza e di estenderla agli altri Paesi del mondo, felice di mantenere un più stretto contatto con i corregionali all’estero. Con grande simpatia e calore, ha quindi salutato Margiotta con la promessa di visitare il Venezuela, possibilmente in autunno, assieme al Presidente Chiodi.

Delle polizze di assistenza sanitaria si è parlato ampiamente all’Aquila con il dirigente responsabile del Servizio Emigrazione ed Attività della Regione all'estero, Marcello Verderosa, con i suoi collaboratori Giuseppe Leuzzi e Michele Presutti, e con la preziosa presenza di Goffredo Palmerini. Verderosa ha chiesto il rinnovo delle Giunte Direttive delle Associazioni con l’inserimento di giovani, per assicurare la continuità nella conduzione dei sodalizi abruzzesi e per mantenere vivo il legame con l’Abruzzo.

Questi contatti diretti con le massime autorità regionali e la tanta disponibilità manifestata fanno ben sperare il Presidente della Federazione delle Associazioni civili Abruzzesi in Venezuela in un futuro sempre più promettente per i corregionali all’estero.

(Germana Pieri-L’Italo, Maracaibo)

«CONSAPEVOLEZZA, FIDUCIA E UNA POLITICA DI SOSTEGNO: ECCO COME DIFFONDERE LA NOSTRA LINGUA»

Nicoletta Maraschio, Presidente dell'Accademia della Crusca, ha aperto questa mattina a Roma il primo seminario di formazione per i Comitati italiani della Società Dante Alighieri

        image Si è aperto questa mattina con la Lectio Magistralis di Nicoletta Maraschio, Presidente dell'Accademia della Crusca, il primo seminario di formazione per i Comitati italiani della Società Dante Alighieri, incentrato sul "Rilancio delle attività di promozione culturale: presentazione del Progetto 'La Poesia salverà il mondo' e della collana didattica del PLIDA" e in programma oggi e domani 26 marzo in Palazzo Firenze a Roma, Sede Centrale della "Dante".
        «Le ragioni ideali, la consapevolezza linguistica e la fiducia nelle potenzialità e nell'importanza della propria lingua sono, accanto a una precisa e determinata politica di sostegno, i presupposti fondamentali per una sua migliore conoscenza e diffusione - ha affermato la prof.ssa Maraschio partendo da un'orazione in lode della lingua fiorentina pronunciata nel 1564, ma ancora profondamente attuale, da Leonardo Salviati, fondatore dell'Accademia della Crusca -. L'Italia è stata all'avanguardia in Europa per la riflessione linguistica. Non solo l'italiano nasce dalla poesia e dalla letteratura, ma sono stati proprio i poeti e gli scrittori quelli che prima di altri hanno stimolato la crescita di una consapevolezza linguistica. Oggi il quadro sembra essere cambiato e ci si trova di fronte a un concetto debole della propria lingua caratterizzato dall'insicurezza, dalla paura di fronte alle trasformazioni linguistiche in atto e da un senso di crisi e di decadenza. Questo è il primo, vero ostacolo da superare. In questa direzione sono impegnate l'Accademia della Crusca e la Società Dante Alighieri, seppure con mezzi e attraverso percorsi diversi».
        La mattinata è proseguita con la Tavola Rotonda coordinata da Giuseppe Patota, Responsabile scientifico PLIDA, sul tema "Editoria e glottodidattica: strategie e progetto di rilancio dello studio della lingua italiana nel mondo", e con la presentazione dell'accordo tra Società Dante Alighieri e Alma Edizioni, che prevede la realizzazione di una linea editoriale denominata "Alma-PLIDA" con la pubblicazione di testi didattici per l'apprendimento dell'italiano come lingua straniera: manuali, corsi di base, esercitazioni e materiali didattici, anche in versione multimediale.
        Sul sito ufficiale della Società Dante Alighieri www.ladante.it è possibile ascoltare integralmente la Lectio Magistralis di Nicoletta Maraschio, "L'italiano tra passato e futuro: un bene culturale da tutelare, valorizzare e diffondere".

Un gel e batteri Ogm contro l’Aids

Hiv, le nuove strategie allo studio

Il primo alleato contro l’infezione da Hiv è sempre, allo stato attuale dell’arte, l’utilizzo del profilattico. Sono però allo studio alcune alternative che fanno ben sperare per il futuro: tra queste ci sono alcune sostanze ad azione microbicida che la donna potrebbe usare localmente per proteggersi dall'infezione.

Secondo Antonio Siccardi, membro della commissione Aids, intervistato dal quindicinale ''Il Bisturi'' a proposito dell’intervento del Papa in occasione del suo viaggio in Africa, ''il gel microbicida potrebbe essere una strategia alternativa”.
Come spiega Luca Vangelista, ricercatore del San Raffaele e collaboratore di Siccardi, “la migliore strategia contro l'Hiv sarebbe un vaccino”, anche se, purtroppo si tratta di una prospettiva ancora difficile da mettere in pratica.
La possibilità più realistica per prevenire l’infezione è trovare dei microbicidi che agiscano sulle mucose vaginali e anali uccidendo il virus prima che possa infettare l'organismo. Diverse le strategie allo studio, tra cui pomate e anelli vaginali, ma anche una terza via in fase di analisi proprio al San Raffaele. ''Mediante l'ingegnerizzazione - ha spiegato Vangelista - alcuni batteri vaginali sono stati indotti a produrre proteine capaci di contrastare il virus. I primi studi sulle scimmie hanno dato risultati incoraggianti: dopo 3-4 settimane dalla somministrazione dei batteri ci sono ancora proteine anti-Hiv nella mucosa”. L'ipotesi è  dunque quella di arrivare a una formula per avere una protezione dall'infezione con una o due somministrazioni al mese. I microbicidi, o comunque altre sostanze ad azione topica, potrebbero essere inseriti periodicamente in vagina per mezzo di appositi ovuli per ottenere la protezione  dall'infezione. "Questo permetterebbe alle donne di difendersi anche nel caso in cui il maschio rifiuti di collaborare”. Ma, precisa Vangelista, siamo ancora in una fase iniziale dello studio: "Bisognerà verificare che queste proteine siano in concentrazioni sufficienti per impedire l'infezione e quindi provare a partire con la sperimentazione su volontari; nel frattempo speriamo anche di poter contare anche sui finanziamento dell'Unione europea e dell'Iss".
Si stima che siano ben 120mila gli italiani sieropositivi che ignorano di esserlo e arrivano troppo tardi al test. Un sommerso enorme che è stato messo in evidenza da Stefano Vella dell'Istituto superiore di sanità, in occasione dell’Hiv Summit Italia 2009 alla presenza dei politici e dei massimi esperti italiani della malattia.
Il problema della disinformazione e della trascuratezza sull'effettuazione del test non riguarda solo l'Hiv ma tutte le malattie sessualmente trasmesse: "Sono ben un milione, secondo i dati Oms, i casi di malattie sessualmente trasmissibili accertate in Italia, spiega Giampiero Carosi, direttore istituto di malattie infettive e tropicali dell'Università di Brescia e presidente Simast, delle quali sono solo 8 mila le notificate".

tgcom

Per la cicogna serve sesso al top

Con la passione più facile concepire

Chi desidera un bambino non può giocare “al risparmio”: sono le lenzuola deve scendere in campo per un sesso “a cinque stelle”. Se nell’alcova ci si comporta con la passione e la fantasia tipici dei primi appuntamenti, è più facile vedere arrivare una cicogna. E’ il suggerimento dei camici bianchi britannici, i quali invitano a un sesso “da gourmet” i loro assistiti che non vedono l’ora di appendere un fiocco rosa o celeste fuori dalla porta della loro casa.

Bando dunque alla routine e alle abitudini: l’eros a tutto tondo dà una specie di “scossa” agli spermatozoi e rende anche gli ovuli più ricettivi. "Durante un rapporto sessuale - spiega Allan Pacey, andrologo della Sheffield University e componente della British Fertility Society - un uomo in media produce 250 milioni di spermatozoi, ma grazie a quello che amo definire sesso da 'gourmet' il numero può aumentare addirittura del 50%. E anche la qualità migliora". Gli spermatozoi 'liberati' da un incontro molto eccitante, infatti, hanno una maggiore mobilità nel tratto riproduttivo femminile e hanno maggiori chance di raggiungere il loro obiettivo, l’ovulo, fecondarlo e dare il via all'inizio di una nuova vita. Al contrario spesso le coppie che tentano di avere un bimbo vivono il sesso semplicemente come un mezzo per arrivare all'obiettivo, in maniera meccanica e noiosa. Come spiega Pacey sulle pagine del britannico “Daily Mail”, si tratta di un atteggiamento sbagliato “e questo certo non aiuta”. Lo conferma anche Joanna Ellington, esperta statunitense: “Miglior sesso si traduce in migliori possibilità di concepire un bebè. Divertirsi con il proprio partner sotto le lenzuola, oltre a migliorare qualità e quantità dello sperma, aumenta le contrazioni muscolari nella donna, aiutando il suo organismo a portare lo sperma fino alla cervice e da lì raggiungere l'utero".

tgcom

23 de marzo de 2009

Raikkonen: "Con la F60 mi diverto"

"A Melbourne serve fare punti pesanti"

Kimi Raikkonen

Campione nel 2007, fantasma nel 2008. Kimi Raikkonen sa di non poter fallire. "Quando le cose vanno bene ci si diverte di più - ha detto il finlandese della Ferrari alla vigilia del campionato di F1 - ma non abbiamo ancora fatto una gara quindi è davvero presto per parlare. Posso dire che mi piace più la F60 di quanto non mi piacesse la macchina dello scorso anno". Sulla gara di Melbourne: "L'obiettivo è di fare subito dei buoni punti". I test sono stati importanti, ma solo quando si comincerà a fare sul serio, si potrà capire qual è il vero potenziale di Maranello e quale quello degli avversari. "E' difficile fare previsioni, considerato il gran numero di cambiamenti regolamentari entrati in vigore quest'anno - ha spiegato - . Peraltro, la Ferrari è stata competitiva nei test, anche se la controprova per la F60 l'avremo a Melbourne, quando ci ritroveremo a girare tutti con la stessa benzina nello stesso momento. Soltanto allora vedremo quanto saremo forti e magari dovremo attendere ancora qualche gara per avere una situazione più chiara. Quello di Albert Park è un circuito particolare così come è speciale la città: forse bisognerà aspettare la Malesia per vedere quali squadre saranno davvero davanti".

Prove di pit-stop

Raikkonen poi entra nel dettaglio delle nuove monoposto: "C'è molto meno carico aerodinamico rispetto allo scorso anno, quindi siamo più lenti nelle curve veloci, ma la macchina ha molta più aderenza in quelle lente grazie alle gomme lisce: il tempo sul giro non è poi cambiato molto. Il kers è molto interessante ed è facile da usare: spero che possa servire per i sorpassi. Tutta la squadra è rimasta positivamente sorpresa da come abbia funzionato bene sin dall'inizio. Tutti si aspettano di vedere più sorpassi, ma penso che sia presto per dire che sarà così, se davvero la riduzione del carico aerodinamico servirà a qualcosa quando ci si ritroverà in scia".

L'importante, comunque, sarà non lasciare punti per strada. "Ho vinto nel 2007 per un punto, il mio compagno ha perso per lo stesso distacco l'anno scorso. Quindi, ogni punto conta. Due anni fa vinsi in Australia mentre lo scorso anno avemmo tanti problemi. Dobbiamo partire bene", ha concluso.

sportmediaset

20 de marzo de 2009

Aperte a Firenze le iscrizioni al corso di cooperazione internazionale “Globalizzazione e Sviluppo” L’iniziativa è promossa dall’associazione LVIA in collaborazione con la Focsiv, l’Università di Firenze e la Caritas

FIRENZE – Si sono aperte le iscrizioni al corso “Globalizzazione e sviluppo. Cooperazione e volontariato internazionale per una cittadinanza attiva e responsabile”. Un percorso formativo, finalizzato ad un primo approccio alla cooperazione internazionale, che si svolgerà dal 16 aprile al 30 giugno, nei pomeriggi di martedì e giovedì a Firenze, presso i locali Caritas in via Faentina 32. Il corso è promosso dall’Associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA (Associazione Internazionale di Volontariato Laico), in collaborazione con la Scuola di Politica Internazionale, Cooperazione e Sviluppo della Focsiv, il dipartimento di Economia agraria e delle risorse territoriali dell’Università di Firenze e Caritas Firenze.

Duranti i corsi docenti, esperti di cooperazione, giornalisti e rappresentanti delle comunità di immigrati, analizzeranno diversi aspetti della globalizzazione nelle seguenti aree tematiche:    modulo sociologico: la valorizzazione dell’uomo nel territorio;  modulo giuridico: il diritto internazionale e le strategie di giustizia sociale; modulo economico: le regole e gli effetti della globalizzazione economica e finanziaria; modulo sovranità alimentare e sviluppo rurale nel sud del mondo. Ci si potrà iscrivere, versando una quota di 170 euro, fino al 16 aprile. Per informazioni toscana@lvia.it . (Inform)

19 de marzo de 2009

L’ASSOCIAZIONE LAZIALI ZULIANA DE VENEZUELA, INVITA

ASSOCIAZIONE LAZIALI ZULIANA

DE VENEZUELA

image

Tiene el gusto de invitarles

para nuestro almuerzo XIX Aniversario y reencuentro de los socios

Acompañanos!

el día 29 de Marzo 2009

en el Centro Italo Venezolano

en Tamare a las 12 a.m.

valor de la entrada Bsf. 75

 

Desempleo bajó 2,1% y se ubicó en 7,4% en febrero


La tasa de desempleo en Venezuela cerró febrero en el 7,4 por ciento, “la cifra más baja desde que se comenzó a medir la fuerza de trabajo con periodicidad mensual”, indicó hoy el Instituto Nacional de Estadística (INE).

La cifra es 2,1 puntos porcentuales menor a la registrada en enero, que fue del 9,5 por ciento.

El INE recordó que en febrero de 1999, cuando asumió el cargo el presidente Hugo Chávez, la tasa de desempleo era del 15,2 por ciento. La fuerza laboral en Venezuela es de 12.514.815 personas, de las que 11.588.719 tienen actualmente alguna ocupación.

El sector formal, según el INE, ocupa a 6.703.533 personas, el 57,8 por ciento, lo que representa un aumento de 313.833 personas respecto a igual mes del año pasado.

El INE explicó que “el levantamiento de la Encuesta de Hogares por Muestreo de febrero abarcó 6.223 viviendas y 18.398 personas de 15 años y más, y se llevó a efecto entre el 2 de febrero de 2009 y el 1 de marzo de 2009″.

Dicha muestra, añadió el INE, “se distribuye en todo el territorio nacional, exceptuando colectividades (hoteles, pensiones, cárceles, hospitales, cuarteles, conventos, entre otras), localidades con menos de 10 viviendas, las dependencias federales y comunidades indígenas selváticas”.

Vía EFE

18 de marzo de 2009

La parola ai giovani

Il 28 febbraio si è tenuto l'incontro fra i deputati italiani in visita in Venezuela e la Collettività: non era presente neanche un ragazzo. Mancanza d'informazione o disinteresse?

PB290303

CARACAS – Neanche l'ombra. Su questo non vi è dubbio: alla riunione del 28 febbraio fra la delegazione della Commissione esteri della Camera dei deputati e la Collettività non vi erano giovani. Durante l'incontro presso il Centro Italiano venezolano perfino il membro del Comites Teresina Giustiniano aveva fatto notare l'assenza dei quattordici che avevano partecipato alla Conferenza dei giovani italiani nel mondo tenutasi a Roma lo scorso dicembre. Poi il silenzio. I giovani dicono di non essere stati invitati alla riunione e, alcuni di essi, sostengono che, se ne fossero stati a conoscenza,  avrebbero sicuramente partecipato. Senza entrare nel merito della competenza a inviare gli inviti per l'incontro,quel che è certo è che risulta molto difficile riuscire a mettersi in contatto con tutti e quattordici. La 'Voce' ha dovuto insistere per una settimana per potere semplicemente parlare al telefono con ognuno di Loro. Nessuno era a conoscenza dei loro numeri di telefono e la maggior parte delle volte erano irreperibili. Trascorsi sette giorni si sono riuscite a raccogliere le dichiarazioni di 10 giovani su 14. Si è chiesto ai ragazzi a cui è stata data l'opportunità di recarsi alla Conferenza di Roma di esprimere ciò che avrebbero richiesto o proposto ai tre deputati italiani (Stefano Stefani, Franco Narducci e Micaela Biancofiore) venuti in Venezuela. Ovviamente vi è chi, conoscendo bene le difficoltà e le ricchezze della nostra Comunità, ha affermato con forza delle richieste e dimostrato di aver saputo dare impulso a delle iniziative concrete. Ma c'è anche chi, al contrario, è stato reticente nel dichiarare forse perché ignorava le problematiche della nostra Collettività, forse perchè poco impegnato o poco interessato a lavorare per questa causa. Senza mettere in dubbio le capacità di ogni ragazzo, capacità dimostrate dalla maggior parte durante la Conferenza, la domanda che si pone è: come sono stati scelti i quattordici giovani che si sono recati a Roma? Ancora: a chi imputare la mancanza d'informazione per i giovani sui temi e sulle attività della Collettività? E' facile scaricare la colpa sul vicino.
PB270225 In conclusione, superate le difficoltà della comunicazione, la maggior parte dei giovani intervistati hanno espresso il desiderio di partecipare alla vita della Collettività e hanno mostrato la consapevolezza di essere oggi, non fra qualche anno, una ricchezza. Hanno chiesto quindi maggior capacità di ascolto e un maggior flusso di informazione da parte delle istituzioni italiane in Venezuela. Questa non pare una richiesta nuova per l'Italia. Da decenni la gioventù residente dentro le mura italiane, infatti, cerca di far ascoltare la propria voce senza molto successo. Quasi unanimi, i ragazzi intervistati hanno chiesto un maggior appoggio da parte dell'Italia alla promozione della lingua e della cultura italiana all'estero, rivelando che, da un lato, l'accesso ai corsi è limitato a pochi eletti e che, dall'altro, fortunatamente l'italianità è ancora molto sentita in Venezuela ed è una ricchezza da valorizzare. Orgogliosi delle proprie radici e consapevoli di come la terza età sia un valore aggiunto e non un peso per la società odierna, vari giovani hanno richiesto maggiore assistenza per gli anziani italiani emigrati in Venezuela e la possibilità per chi perse in passato la cittadinanza di riacquistarla. Dimostrando una certa vitalità tipica della gioventù e un rigetto dell'immobilismo, alcuni giovani hanno guardato al rapporto fra Italia e Venezuela come uno scambio che arricchisca entrambi i Paesi. Secondo vari di loro, non bisognerebbe vedere il paese del Vecchio continente come una fonte di finanziamento e di competenze verso il paese del Nuovo continente, ma al contrario, bisognerebbe impostare la relazione come un "dare e ricevere" fra i due Paesi. Bisognerebbe vedere il Venezuela come un paese con una Collettività attiva e pronta a offrire un plusvalore all'Italia. Non è mancato poi il richiamo al problema dei sequestri di persona, molto sentito nello stato Zulia, e l'espressione del ringraziamento per il seminario, tuttora in corso, di formazione della polizia venezolana sulle strategie antisequestro, che è stato organizzato dall'Ambasciata. Non bisogna dimenticare che uno dei quattordici giovani nel trascorso delle interviste ha subito un sequestro express e poi è stato fortunatamente liberato.

Gli altri giovani che si sono recati alla Conferenza di Roma ma che non sono stati reperibili sono: Giulio Vita, Rosalia Bandini, Diana Paternò e Carolina Pucillo.

barbara.meoevoli@voce.com.ve

LE INTERVISTE REALIZZATE DALLA GIORNALISTA DELLA VOCE D’ITALIA BARBARA MEOLI AI GIOVANI CHE HANNO RAPPRESENTATO IL VENEZUELA NELLA SCORSA CONFERENZA MONDIALE GIOVANI ITALIANI NEL MONDO – ROMA 2008

Giovanni Margiotta

Coordinatore dell’associazione nazionale “Giovani Venezuela” e Giovani Abruzzesi della federazione delle associazioni Abruzzese

33 anni, imprenditore, Maracaibo

“Sono molto rammaricato per l’assenza dei giovani italo-venezolani all’incontro con la delegazione italiana. Non si può dimenticare infatti il grande apporto dato da noi giovani alla Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo svoltasi lo scorso dicembre 2008. La prova è che in ogni documento è presente la nostra voce. Mi dispiace perciò che in Italia non ci tengano in considerazione e non abbiamo pensato di invitarci alla riunione. Colpa di chi? Forse un disguido. Penso comunque che i nostri rappresentanti e le nostre istituzioni dovrebbero cominciare a vederci come una risorsa oggi e non domani, siamo Giovani ‘oggi’ non tra qualche anno.

Fra gli argomenti da trattare avrei sicuramente sollevato il problema dei sequestri di persona, un flagello ricorrente per noi che viviamo al confine con la Colombia.

Sottolineo che stiamo organizzando una riunione con tutti i ragazzi andati alla Conferenza per stendere la relazione sugli argomenti trattati e le iniziative concordate a Roma”.

Giordano D’Acquaro De Biase

35 anni, imprenditore, Barquisimeto

“La prima richiesta che avrei diretto ai deputati riguarda gli anziani italiani. Spesso si dimentica che sono numerosi quelli che oggi non vivono in buone condizioni economiche. Spesso questi anziani hanno perso in passato la cittadinanza italiana per un atto di volontà, adesso non si da loro la possibilità di riacquistarla e vivono senza una pensione né venezolana, né italiana. Avrei richiesto quindi l’istituzione di un consolato a Barquisimeto per svolgere le pratiche burocratiche qui senza intasare l’ufficio di Caracas.

L’altra richiesta sarebbe stata una maggiore informazione riguardo ai corsi di lingua e alle borse di studio in Italia. Spesso infatti queste notizie non arrivano qui”.

Jeanette Baudanza

28 anni, contabile, El Tigre

“Innanzitutto, se mi fosse arrivato un invito per la riunione, sarei andata sicuramente a Caracas per assistervi.

Avrei domandato ai deputati a che punto si trovano tutte le richieste da noi esposte a Roma, visto che in quella sede siamo stati una delle delegazioni più attive e propositive. E avrei richiesto maggiore informazione, sia da parte dell’Ambasciata che del Comites, riguardo agli eventi che coinvolgono la nostra Collettività” .

Gianni Camporota - Maracaibo

“Dopo aver fatto notare che oggi si è perso l’entusiamo per la conservazione della lingua e cultura italiana, avrei chiesto un maggiore appoggio per promuovere lo studio dell’italiano. D’altronde il Centro culturale italiano ha perfino chiuso per mancanza di fondi. I corsi e il materiale didattico hanno un prezzo eccessivamente alto, avrei quindi chiesto di renderli accessibili a tutti.

L’altra grave mancanza riguarda l’informazione: il Consolato fornisce solo informazione tecnica e il Comites la trasmette solo alle Associazioni regionali che ormai sono antiquate e spesso stantie”.

Riguardo alle proposte: “Bisognerebbe formare un comitato di giovani attivo e delle associazioni giovanili. Io mi metto a disposizione”.

Sandra Lombardo

29 anni, tecnico in protesi dentali, Los Teques

“La Conferenza di Roma è stata un’occasione meravigliosa per conoscere altri giovani italiani residenti in tanti paesi del mondo che lavorano nelle loro Collettività per la conservazione dell’italianità. Ci ha dato la spinta per lavorare di più al ritorno nel nostro paese e cercare nuove persone che si integrino al gruppo ‘Giovani Venezuela’.

Alla riunione con la delegazione, avrei senza dubbio sollecitato che si concretizzassero le richieste da noi presentate alla Conferenza riguardo, per esempio, l’aumento del finanziamento dei corsi di italiano per permettere di abbassare i costi delle lezioni e dei libri.

Noi giovani, infine, interpretiamo il nostro rapporto con l’Italia come uno scambio fruttifero nei due sensi, anche nel campo della musica e della cultura”.

Luigi Colasurdo Di Lembo

28 anni, ingegnere, Caracas

“Più che fare delle richieste alla delegazione italiana, avrei offerto dei corsi di spagnolo o dei corsi universitari qui in Venezuela per gli italiani. Non possiamo vivere nell’ottica sempre di richiedere all’Italia poiché deve essere uno scambio mutuo sia industriale che culturale fra i due paesi”.

Riguardo le tradizioni italiane, ha sottolineato che “qui sono molto più sentite che in Italia. In Venezuela si ricordano ancora i patroni e le festività regionali: si sono conservate le radici italiane. Dobbiamo sfruttare il fatto che questi sentimenti siano ancora vivi per insegnare qualcosa agli italiani che vivono in Italia”.

Santina Fonzo

22 anni, studente di scienze delle comunicazione, Maracaibo

“Riconoscendo il miglioramento che si è visto in quanto a partecipazione dei giovani, avrei richiesto più attività e più rappresentanza per i giovani ed anche una maggiore informazione specifica diretta a noi.

Mi sento comunque gratificata per il fatto che il ministro degli esteri Frattini abbia preso in considerazione noi giovani italiani nel mondo, rendendo possibile l’organizzazione della Conferenza di Roma.

Infine, dopo aver ringraziato per il corso di formazione offerto dagli esperti italiani in materia di sequestro, avrei posto comunque l’attenzione su questo grave problema, visto che nello stato Zulia avviene un sequestro ogni ora e mezza”.

Daniela De Santis

25 anni, biologa, Caracas

“Alla riunione non avrei chiesto nulla ai deputati in merito alle proposte da noi fatte alla Conferenza di Roma perché è già un gran risultato che il governo italiano abbia aperto uno spazio per ascoltarci. Dobbiamo ancora imparare molto da altre Collettività nel mondo, stiamo solo iniziando a organizzarci come giovani italiani in Venezuela. Ancora non siamo riusciti a incontrarci per scrivere un documento di riepilogo sulla Conferenza del 10 dicembre scorso, ma a breve si terrà la riunione”.

Giancarlo Colassante

25 anni, avvocato e imprenditore, Caracas

“Innanzitutto per noi giovani è fondamentale che si concludano degli accordi fra Italia e Venezuela affinché vengano riconosciuti i titoli di studio universitari poiché, senza questa convalida, con una laurea in Venezuela bisogna ricominciare a studiare in Italia. Poi avrei richiesto l’assistenza sanitaria e la pensione per gli anziani italiani e una nuova legge affinché gli italiani che hanno perso la cittadinanza possano riacquistarla”.

MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO

image

Il Presidente on. Mario Baccini a Buenos Aires
on. Ricardo Merlo: "Il finanziamento della micro-impresa
come uscita alla crisi globale"
Roma, 18 marzo 2009: - E' stato firmato nei giorni scorsi, dal Presidente
on. Mario Baccini e dal Governatore della Provincia di Buenos Aires, Daniel
Scioli, un protocollo d'intesa che prevede il finanziamento delle
micro-imprese operanti  nella provincia di Buenos Aires.
L'on. Ricardo Merlo, che era presente ed è stato promotore di questa
iniziativa, ha dichiarato:
" Questo è l'inizio di un'azione  che intendiamo estendere a tutta l'
Argentina, il Brasile, l'Uruguay, il Venezuela e a tutti gli altri Paesi del
Sudamerica. Credo che questa possa diventare una risposta concreta e una
delle possibili vie di uscita  alla crisi economica-finanziaria globale che
stiamo soffrendo in tutto il mondo. Cambia il modello, finisce la stagione
dell' assistenza (ancora necessaria e dovuta, ma solo per una già
minoritaria parte della popolazione italo-sudamericana) e comincia la
stagione delle opportunità produttive, delle associazioni tra imprese, dell'
esportazione della cultura italiana: in sintesi, pensando soprattutto all'opinione
pubblica dei residneti in Italia, dobbiamo dare l'immagine che gli italiani
residenti all'estero non siano un peso per l' erario pubblico e cominciare a
percepire gli italiani all'estero come una vera risorsa, come una reale
opportunità del Paese che si deve confrontare con le problematiche della
globalizzazione".
Presente all'incontro il dott. Guillermo Franco, Presidente della più
importante Banca pubblica della Repubblica Argentina che parteciperà
attivamente in questa operazione internazionale e l'  Ambasciatore Italiano
in Argentina Stefano Ronca.

17 de marzo de 2009

In Venezuela prosegue la lotta ai sequestri di persona con il contributo della collettività

In un’intervista sul quotidiano italo-venezuelano La Voce d’Italia, il vice Questore all’Ambasciata italiana di Caracas Carlo Mazza invita la collettività a collaborare con le forze dell’ordine per sconfiggere la piaga dei sequestri di persona

image CARACAS – Mauro Bafile intervista per La Voce d’Italia il vice questore aggiunto Carlo Mazza, responsabile dell’Ufficio antidroga dell’Ambasciata italiana a Caracas, in merito alla lotta ai sequestri, preoccupante fenomeno a danno sempre più spesso della collettività italo-venezuelana.

L’ufficiale di polizia insiste sulla necessità, per sconfiggere questo tipo di crimini, del contributo della collettività, in questo momento vittima della delinquenza. “La collettività può trasformarsi nella componente essenziale alla lotta ai sequestri – afferma Mazza, - capace di dare una svolta determinante in chiave di prevenzione e di collaborazione”.

Egli ricorda che proprio in Italia, quando negli anni ’80 il fenomeno raggiunse caratteristiche simili a quelle oggi riscontrate in Venezuela, “Il Paese sconfisse la piaga dei sequestri – dice - dotandosi di una normativa efficace, accompagnata dallo sviluppo di tecniche investigative efficienti”.

Il vice questore si riferisce in particolare al “blocco dei beni”, spiegando che “esso non deve essere considerato uno strumento invasivo, che incide sulla libertà dei familiari della vittima. Per essere realmente efficace – puntualizza Mazza – esso deve essere accompagnato da un atteggiamento costruttivo e collaborativo dei familiari, nella consapevolezza che la sua adozione risulta strumentale allo sradicamento del fine stesso di ogni sequestro: l’arricchimento illecito”.

Mazza si sofferma quindi sul ruolo dell’esperto anti-sequestro, figura “sui generis” inventata per il caso specifico del Venezuela. Esso non rientra nella categoria diplomatica ed è alle dipendenze funzionali dell’Unità di Crisi del Mae. Non è un funzionario di polizia “prestato alla diplomazia” ma una sorta di ufficiale di collegamento in forza all’ufficio antisequestro permanente, che esiste solo in Venezuela e svolge un ruolo assai delicato, rispondendo ad una realtà che, si spera, possa essere  modificata in un futuro prossimo. “L’esperto ha il ruolo di agevolare l’opera­ti­vità delle Forze dell’ordine – spiega il vice Questore – fornendo loro tutti gli elementi informativi utili alle indagini; promuovendo la partecipazione ed il contributo dei familiari della vittima alle indagini attraverso la messa in luce di tutte le informazioni a loro disposizione”. Oltre al suo impegno di “ponte tra la famiglia della vittima e la polizia”, l’esperto suggerisce anche tecniche investigative e promuove l’impiego di tecnologie particolari.

Gli esperti della polizia italiana sono presenti in questo periodo in Venezuela per partecipare a corsi di formazione organizzati per i colleghi della polizia locale. Il vice questore Mazza, che ha partecipato insieme agli specialisti italiani e all’ambasciatore Luigi Maccotta ad incontri in materia di prevenzione anti-sequestri con le collettività italiane a Caracas e Maracaibo, sottolinea la fiducia riposta nei colleghi locali delle forze dell’ordine. “E’ impensabile poter trasfondere una professionalità su esperti che hanno la sensibilità del proprio Paese – spiega Mazza. - Un poliziotto italiano non può pensare di fornire la bacchetta magica al collega venezuelano che conosce meglio di qualsiasi altro il proprio Paese e le sue problematiche sociali. Il punto è far capire ai colleghi venezuelani che esistono strumenti investigativi particolarmente efficaci per agevolare il loro lavoro e persuaderli che, anche grazie ad essi, in Italia siamo arrivati a sconfiggere la piaga del sequestro”.

“Non siamo venuti qui per fornire ricette – ha spiegato il vice questore aggiunto della Polizia di Stato, Andrea Grassi, a capo della squadra di esperti che ha collaborato insieme a 55 colleghi della polizia locale, nel corso dell’incontro con la collettività a Caracas. – “Il crimine non si combatte con il panico, ma armonizzando leggi e realtà”. E’ indispensabile, per una ottimale armonizzazione, che le collettività collabori il più possibile con le forze dell’ordine, nella prevenzione e nelle indagini, denunciando immediatamente la scomparsa di un familiare e confidando, in momenti psicologicamente complessi, dell’esperienza e della capacità delle forze di polizia. (Inform)

16 de marzo de 2009

FERRARI ANCORA PIÚ FERRARI

Il top della tecnologia per due serie speciali della 599 Gtb

Il sogno colorato di rosso. Al Salone di Ginevra la sportività sembra aver imagemesso all'angolo l'ecologia. Sarà per esorcizzare il momento di crisi economica ma le auto, quelle prestazionali, quelle che emozionano alla prima accelerazione, sembrano essere le vere protagoniste dell'edizione 2009. Tra queste non potevano mancare le Ferrari con due novità importanti: la prima è un particolare allestimento denominato Handling Gt Evoluzione, nome in codice Hgte, della 599 Gtb Fiorano, una versione speciale nata per esaltare ancora di più la grande sportività e la superba potenza del motore, il 12 cilindri a V da 620 cv (il più potente di Casa Ferrari). Per la 599 Hgte è previsto anche un nuovo colore metallizzato a tre strati, ovviamente rosso.  La seconda è l'anteprima mondiale della 599Xx. Si tratta di un'auto ancora più elitaria, a tiratura limitata, un vero laboratorio viaggiante sul quale Ferrari ha deciso di portare il massimo della sua innovazione tecnologica, sia in termini di vetture stradali, sia quella acquisita nei campionati di Formula 1. Anche per la 599Xx è previsto uno speciale colore inedito che richiama quello della monoposto della stagione scorsa. Proprio un esemplare della monoposto che lo scorso anno ha vinto il Campionato mondiale costruttori di Formula 1 e ha lottato con Felipe Massa fino all'ultimo giro per vincere anche quello piloti sarà protagonista dello stand preparato per la rassegna svizzera insieme con la gamma di vetture stradali Ferrari al completo. Gli appassionati potranno ammirare le supersportive Scuderia Spider 16M e 430 Scuderia, due sportcar che hanno avuto un incredibile successo. Accanto a loro le due novità del Salone: la 599Xx, pensata per venti o trenta super-ricchi, che spenderanno 1,1 milioni di euro per guidarla per due anni in pista a Fiorano (per poi mettere la loro esperienza di piloti al servizio della casa di Maranello, la quale la userà per produrre le supercar di serie); e la 599 Fiorano Hgte, raffinata nella guidabilità e nelle prestazioni, con un pacchetto di personalizzazione che costa 17.000 euro.

CORRIERE DELLA SERA

Donne: sdoganato il tradimento

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Sposano l'ingegnere,sognano il muratore

Lo sposano ricco, colto e influente, ma poi, nei loro sogni erotici, si immaginano follie sotto le lenzuola con un uomo completamente differente, un vero macho, muscoloso e un po' rude, come un muratore o il classico idraulico. E spesso i loro sogni si trasformano in realtà. Insomma il tradimento, virtuale o reale che sia, è definitivamente sdoganato. 
In pratica ''le donne si sposano con Giovanni, il ricco ingegnere, ma poi sognano Gino il muratore''. Parola dell'esperta Annamaria Bernardini de Pace. Di tradimenti, consumati, virtuali o platonici, la matrimonialista parlerà domani a Milano al nono appuntamento del ciclo 'I comandamenti delle donne' organizzato dall'Osservatorio nazionale della salute della donna.
Al centro del convegno, il nuovo comandamento proposto dall'Osservatorio: 'Non desiderare il partner d'altri'. Se il

tradimento fosse ancora punito per legge, infatti, secondo l'avvocato, le prigioni italiane sarebbero piene tanto di uomini quanto di donne: il numero delle scappatelle è in costante crescita, specialmente tra le donne, visto che il 64% dice che, se ne avesse la possibilità, tradirebbe il compagno.

Secondo gli esperti la scappatella oggi funziona come un antidepressivo naturale, che regala l'occasione di uscire dalla monotonia della quotidianità. Le donne quindi non subiscono più passivamente l'infedeltà del marito ma anche loro, spiega lo scrittore Willy Pasini, ''antepongono l'io al noi, il benessere individuale a quello della coppia''. Un passatempo che, nel 40% dei casi, è comunque tra le cause che portano alla separazione. Al centro dei desideri proibiti al femminile c'è il vero maschio, l'uomo forte e muscoloso, ''la sostanza'', come sintetizza con efficacia Bernardini De Pace.
Tuttavia il tradimento resta sempre ''un'esperienza devastante'', che causa depressione e perdita di autostima a chi lo subisce. E ovviamente, a chi lo consuma e viene 'beccato', una serie di conseguenze giuridiche come la perdita di molti diritti economici.

TGCOM

Programma di stage organizzato dal Cides di Bologna per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo

“Boomerang” per i giovani emiliano romagnoli nel mondo: parte la prima edizione del 2009

Le candidature devono essere inviate entro il 30 aprile

 

image BOLOGNA – Parte la prima edizione del 2009 di “Boomerang” , il tradizionale programma di stage organizzato dal Cides di Bologna per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

Boomerang è rivolto a giovani tra i 18 e i 38 anni di origine emiliano-romagnola residenti all’estero. Il programma si sviluppa in diversi ambiti culturali, economici e professionali. E per la prima fase di quest’anno (dal 25 maggio al 24 luglio) prende in considerazione i seguenti settori: architettura; sport e cura della persona; turismo, agriturismo e settore alberghiero; ristorazione e agroalimentare; commercio estero. Le candidature decono essere inviate entro il prossimo 30 aprile

Sul sito http://www.emilianoromagnolinelmondo.it , nella rubrica Documentazione (sotto la sezione Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, nella banda sinistra dell’home page) è possibile scaricare il bando e la scheda di candidatura (il modulo di iscrizione) per partecipare alla prima edizione 2009 del Programma Boomerang.

Ai partecipanti alla prima fase di Boomerang 2009 sarà richiesto di continuare ad impegnarsi nello sviluppo dell’associazione emiliano-romagnola di appartenenza. A tutti i partecipanti verrà fornito l’alloggio e un adeguato contributo per il vitto; sarà inoltre rimborsato, a conclusione del percorso, il costo relativo al trasferimento dalla città di residenza a Bologna (andata e ritorno) fino ad un massimo di euro 1.000; da tale rimborso verranno trattenuti euro 100 pari alla quota di partecipazione al progetto che ogni partecipante è chiamato a versare.

I requisiti richiesti, oltre alla discendenza emiliano-romagnola e l’età, includono la conoscenza della lingua italiana tale da consentire la comunicazione interpersonale. La presentazione di un progetto imprenditoriale o professionale e l’interesse a considerare il periodo trascorso in azienda come un investimento da valorizzare al rientro nel paese di residenza, darà valore aggiunto alla candidatura. E’ altresì considerato titolo preferenziale essere in possesso della cittadinanza italiana.

La selezione dei candidati terrà conto della corrispondenza tra la domanda e l’offerta di posizioni professionali disponibili nelle aziende e negli enti della Regione Emilia-Romagna.

La chiusura del bando 2009 prima fase è fissata per il 30 aprile 2009. Per candidarsi è necessario inviare il modulo d’iscrizione debitamente compilato e il curriculum vitae a uno dei recapiti indicati nel bando (per ulteriori informazioni, scrivere a kguizzardi@regione.emiliaromagna.it  oppure v.engroba@cidesbo.it )  (Inform)

Sicilia Mondo: E’ partito il progetto “Grande Sicilia punto 1”

L’indagine conoscitiva riguarda i siciliani ed i loro discendenti che si sono affermati fuori dalla Sicilia

image CATANIA - Da Sicilia Mondo è partito il progetto “Grande Sicilia punto 1”. Nasce come prima iniziativa del documento “Ripensando una grande Sicilia” approvato dall’Assemblea dei Presidenti delle Associazioni al Convegno dei 40 anni, e si ripromette di conoscere le realtà siciliane nel mondo, il loro numero, le persone ed i loro discendenti che mantengono ancora un legame con la Sicilia e la sua cultura ed intendono aprire un rapporto interattivo con la terra di origine.

L’indagine conoscitiva riguarda i siciliani ed i loro discendenti che si sono affermati fuori dalla Sicilia, le eccellenze ed i talenti che hanno raggiunto posizioni di alto livello professionale o di rilievo nel settore della ricerca, delle Università, delle libere professioni, dell’imprenditoria, del commercio, della pubblica amministrazione, della comunicazione. Lo scopo è di individuare e valorizzare le potenzialità utili finalizzandole allo sviluppo della Sicilia in una dimensione internazionale, creando tra le comunità siciliane all’estero e le realtà isolane una rete di rapporti organici e funzionali, soprattutto puntando al coinvolgimento dei giovani ed al loro futuro.

Sicilia Mondo è collegata con una rete di Associazioni aderenti presenti in tutti i continenti e dispone di una presenza diffusa di corrispondenti della propria rivista Sicilia Mondo che comunica con i corregionali  (l’ultimo numero ha avuto 18.200 visitatori on line). Negli oltre 40 anni di attività, ha mantenuto legami e creato rapporti con i siciliani che vivono fuori dall’Isola. Impedendone la separazione. Deve la sua longevità alla sua autonomia, ai contenuti valoriali delle sue iniziative ed all’impegno costante di dare risposte concrete alle esigenze ed ai problemi reali vissuti dai corregionali attualizzando sempre la sua azione ai cambiamenti della società che si sono succeduti negli ultimi 40 anni.

Fino a ieri i settori di intervento sono stati la tutela dei diritti, l’assistenza sanitaria e previdenziale, la promozione umana e sociale, l’impegno per la cultura e la lingua italiana, la comunicazione, il turismo sociale, gli incontri, la rappresentatività delle comunità presso le Istituzioni.  Sempre su un impianto operativo prettamente culturale. Molte di queste esigenze sono venute meno, altre si sono attenuate, altre ancora non hanno più senso. Oggi occorrono tipologie di interventi più adeguati ed attuali per dare risposte alla forte domanda che viene dal cambiamento e dal nuovo, privilegiando le priorità del momento.

Il progetto “Grande Sicilia punto 1” rientra in questa logica:

- creare una rete che metta in rapporti interattivi i siciliani che sono andati via ed i loro figli con la terra di origine, specie quelli in posti di responsabilità e di eccellenza, attraverso progetti e scambi in campo sociale, culturale ed economico;

- consentire all’associazionismo il monitoraggio e la promozione di incontri, conferenze, scambi socio culturali ed economici a carattere internazionale, miranti  allo sviluppo delle professioni e del mondo giovanile;

- realizzare una banca dati di servizio nella logica di un associazionismo che si muova anche come soggetto sociale che vuole contribuire e partecipare allo sviluppo dell’Isola.

Il progetto si muove nella politica che l’Associazione porta avanti secondo le indicazioni del documento “Ripensando una grande Sicilia”, in linea con le politiche di sviluppo della Sicilia vigorosamente intraprese dal presidente della Regione Lombardo. Il coordinamento, affidato a persona di alta professionalità, sarà attivato in tempi brevi su Internet. (Inform)

15 de marzo de 2009

Morbo di Alzheimer: una via italiana alla cura

L'analisi del Professor Tagliavini : "Se tutto va bene, dovranno passare almeno cinque anni prima di poter avere un farmaco. Ma questo è già un inizio promettente per una malattia attualmente incurabile"

13.03.2009 17:03:58

Secondo le stime della Alzheimer's Association, sono oltre venti milioni  i malati di Alzheimer che vivono  nel mondo. alz.jpgPer capire quanti sono i soggetti che, complessivamente, sono colpiti, o come malati o come parenti dei malati, da questa malattia così terribile e invalidante, dovete raddoppiare o triplicare questi numeri. Ora un progetto italiano, sviluppato dal Mario Negri institute fondation di New York , e dall'istituo Besta di Milano, apre una speranza per combattere questa terribile malattia. E' stata infatti identificata una forma mutata di beta proteina in grado di bloccare, per ora in vitro, la produzione delle amiloidi, placche che sono alla base del morbo. A spiegare il processo è Mario Salmona, direttore del dipartimento di  Biochimica molecolare dell' istituto Mario Negri salm.jpg"Sostanzialmente, in un paziente con forma familiare di Alzheimer, si è scoperto che la malattia si sviluppava a solo negli omozigoti e non negli eterozigoti. Questa scoperta ci ha fatto capire come ci fosse una forma mutabile della malttia, e studiando i segmenti e le proteine alla base della mutazione abbiamo scoperto come si possa interrompere in vitro lo svulippo della malattia. Abbiamo costruito un "pezzetto" di gene, con la nuova mutazione, scoprendo che questo impediva la formazione delle amiloidi".

Una ricerca dunque sulla proteina alla base della mutazione, come spiega Fabrizio Tagliavini, direttore del tagl.jpgDipartimento di malattie Neurodegenerative dell'Istituto Besta  "Che ha identificato una forma mutata di beta-proteina la quale ha un comportamento sorprendente: si lega alla beta-proteina normale e blocca la formazione di amiloide e di conseguenza lo sviluppo dell'Alzheimer". Ma è possibile quindi creare un farmaco per combattere questa malattia, la scoperta scientifica può fare grandi passi in avanti in breve tempo?

La strada è molto lunga - prosegue il professor Salmona - e stiamo analizzando se sia  possibile costruire dei farmaci che in qualche modo riproducano la mutazione che impedisce la formazione delle amiloidi. Ripet, siamo ancora in fase di comprensione, per creare una buona cura farmacologica".

"I tempi sono lunghi, perché in questi modelli animali - precisa Tagliavini - le lesioni si sviluppano dopo molti mesi e occorre osservarli per oltre un anno prima di poterli utilizzare. Se tutto va bene, dovranno passare almeno cinque anni prima di poter avere un farmaco. Ma questo è già un inizio promettente per una malattia attualmente incurabile". Fin qui la ricerca è stata finanziata dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Cariplo. Per gli sviluppi futuri sono già stati interessati anche il NIH (USA) e le autorità europee.

news italia press

9 de marzo de 2009

BASTA UNA NONNA ITALIANA TRA GLI AVI E SI DIVENTA CITTADINI DEL BEL PAESE

La sentenza della Cassazione riconosce cittadinanza ai discendenti di donne che l'hanno perduta prima del 1948

09.03.2009 18:03:36

Roma - Basterà avere una nonna o una bisnonna italiana, e anche i nati all'estero diverranno cittadini del nostro stivale. passaporto.jpgLo ha stabilito la Corte di Cassazione che con la sentenza n.4466 del 25 febbraio scorso, riconosce "cittadinanza in sede giudiziaria alla donna che l'ha perduta per essere coniugata con cittadino straniero anteriormente all'1 gennaio 1948, in quanto la perdita senza la volontà della titolare della cittadinanza è effetto perdurante, dopo la data indicata, della norma incostituzionale, effetto che contrasta con il principio della parità dei sessi e della eguaglianza giuridica e morale dei coniugi (artt. 3 e 29 Cost.).

La Suprema Corte ha  accolto nei fatti il ricorso di Mariam E., una signora nata al Cairo nel 1962, nipote di un'italiana che all'inizio del 1900 aveva perso la cittadinanza per aver sposato un egiziano.

La notizia, attesa da molti figli di genitori stranieri in grado di dimostrare, però, che un loro antenato avesse madre italiana, ha suscitato reazioni contrarie nel mondo associativo e politico.

Nella sua newsletter settimanale, "Il Punto", l'Onorevole Marco Zacchera (Pdl), membro della commissione affari esteri ha zacchera3.jpgcommentato la sentenza come "possibilità per milioni di persone di chiedere la cittadinanza solo dimostrando che avevano una nonna "italiana" ed indipendentemente dal fatto che abbiano un minimo di contatto con la nostra patria o la nostra lingua e cultura". Sono in arrivo - prosegue la nota - nuove potenziali centinaia di migliaia di richieste di cittadinanza che peseranno su uffici intasati ed insufficienti ad esaminare le domande giacenti".

"In Italia, per contro, gente che si è assolutamente integrata e risiede da più di 10 anni attende ben oltre 3 anni per avere riconosciuto il proprio diritto di nuova cittadinanza. Ma perché la Magistratura è a volte così "teorica" per un cavillo e non si rende conto delle conseguenze che comportano certe sentenze?", conclude Zacchera. L'onorevole ha inoltre aggiunto che se anche la legge può considerarsi giusta, ad essere sbagliato è l'intero sistema. Applicando questa sentenza, cioè, secondo l'esponente del Pdl, si aprirà il varco a quegli italiani che di italiano non hanno nulla, perché lontani anni luce dalle tradizioni e da quel comune sentire che poteva invece appartenere ai loro avi. Motivati solo dal desiderio di ottenere la cittadinanza e chiedere il passaporto europeo. E per quanto riguarda la ‘questione consolati', l'Onorevole chiarisce che "saranno sempre questi istituti a dover sbrigare le pratiche e ad accollarsi, dunque, l'enorme lavoro".

Di parere diverso l'Avvocato Marco Pepe, collaboratore dell'associazione Pro Civitas, con sede a Buenos Aires, che fa capo all'Avv. Horacio Guillen, da sempre in prima linea per i diritti e il riconoscimento della cittadinanza ai discendenti da parte di donna, secondo il quale "con la recentissima sentenza della Corte di cassazione a Sezioni Unite, la Suprema Corte ha radicalmente mutato il suo stesso indirizzo, secondo il quale i figli di donna italiana, o discendente di italiani, che sposava il cittadino straniero, perdeva la cittadinanza se la data del matrimonio era anteriore al 1948, ed i figli non venivano riconosciuti cittadini italiani". La normativa sulla cittadinanza italiana del 1912, che appunto prevedeva che la donna perdeva la cittadinanza italiana se sposava lo straniero, era stata dichiarata incostituzionale con una sentenza della Corte Costituzionale del 1975 ed altra sentenza del 1983, ma poiché il conflitto normativo non risaliva oltre il 1948 (anno di promulgazione della Costituzione), il Ministero dell'Interno non riconosceva la cittadinanza alle donne sposate prima di questo anno, e neppure ai suoi figli. "La giurisprudenza - continua l'Avvocato Pepe - è stata divisa per alcuni decenni tra una tendenza secondo la quale doveva dichiararsi cittadino anche chi era nato prima del 1948 da donna sposata con lo straniero, ed altra giurisprudenza che decisamente negava l'efficacia risalente della sentenza che dichiara l'incostituzionalità di una norma preesistente a prima del 1948. Con la sentenza n.3331 del 2004 la Corte Costituzionale a Sezioni Unite aveva indicato in modo definitivo che questi effetti, e dunque la cittadinanza italiana, non poteva essere riconosciuta alle donne sposate prima del 1948 ed ai loro figli, che comunque non avessero reso una dichiarazione di riacquisto della cittadinanza. Con questa nuova sentenza delle stesse Sezioni Unite l'indirizzo viene ribaltato e la Corte di Cassazione riconosce che la cittadinanza italiana compete sia alle donne sposate prima del 1948, sia ai loro figli". "La questione non è stata ancora regolata in via amministrativa - conclude - per cui si attende di vedere cosa disporrà il Ministero per l'Interno, ed attualmente la cittadinanza può essere riconosciuta solo per via giudiziale".

L'Onorevole Franco Narducci, eletto all'estero nelle liste del Pd, nella circoscrizione Europa, narducci camera.jpgprecisa come "la sentenza della Suprema Corte non cambi nulla, non abroghi di fatto la legge 555 del 13 giugno del 1912 "Sulla cittadinanza italiana" e che già nella passata legislatura fu inserito in una proposta di legge sulla cittadinanza italiana agli stranieri regolari residenti nel nostro Paese, un riferimento al riconoscimento di questa anche ai figli di donne nate prima del 1948 e che vivevano all'estero. Poi, attraverso un confronto e un dibattito - prosegue Narducci -  si decise di tener conto almeno solo di nonni nati in Italia".

"Non mi scandalizzo del fatto che alcune persone vogliano far valere un loro riconoscimento giuridico, penso, inoltre, a coloro i quali, avendo sposato un italiano, possono ottenere la cittadinanza dopo tre anni, e che non hanno certo quella italianità che si chiede di avere a questi figli e nipoti che hanno aspettato tutti questi anni. Tra l'altro - ha aggiunto Narducci - costoro giureranno sulla nostra Costituzione e prenderanno un impegno con il nostro paese. Che non è poco. Chi decide di prendere la cittadinanza americana - per esempio - non lo fa soltanto per una comunanza di valori, ma perché vuole condividere con gli americani una scelta di vita. Ciò che fa testo, dunque, non sono le nostre impressioni ma la legge in se". ha concluso l'esponente del Partito Democratico.

Una sentenza, dunque, per molti versi storica, che ha invertito gli indirizzi dei precedenti provvedimenti in materia, raccogliendo le istanze di tutte le donne che si sono viste negare un diritto riconosciuto invece agli uomini già dal 1912. Ma anche ‘un'apertura' che farà discutere a lungo soprattutto chi considera questa gente solo italiana ‘di passaporto'.

Angela Divincenzo | News ITALIA PRESS

REGIONE ABRUZZO: L’Aquila città degli studi per giovani oriundi da tutto il mondo

Il progetto Stud(G)enti del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” per i figli degli italiani all’estero

image L’AQUILA – Si deve a Livio Bearzi, vulcanico ed efficiente rettore del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” dell’Aquila, il grande impulso dato in poco più d’un anno e mezzo alle relazioni internazionali e l’apertura del complesso ai figli degli italiani all’estero. Friulano tenace, egli ha trovato nel capoluogo abruzzese notevoli affinità con gli aquilani, per via del carattere che la montagna modella sulla propria gente. Peraltro, chi scrive ne ha avuto riscontro all’estero, tra le comunità italiane, dove questo aspetto si nota più chiaramente. E perfino laddove le comunità regionali tengono a conservare gelosamente la loro specificità, in diversi casi si è notata una forte intesa tra abruzzesi e friulani. E perfino un caso, a Sydney, di gestione d’un grande club in comune tra le due associazioni regionali, in perfetta armonia. Il rettore Bearzi, d’altronde, oltre al carattere franco, generoso e cordiale d’alpino quale è stato, si porta dietro una solida esperienza d’insegnamento nelle scuole italiane all’estero, come un lungo periodo in Argentina. Ha maturato così il desiderio di mettere in cantiere ogni opportunità per far studiare in Italia i figli degli italiani, nelle regioni d’origine dei genitori, al fine di consolidare tra le seconde e terze generazioni il legame con la cultura originaria della prima generazione dell’emigrazione. Anche per sua iniziativa, alcuni anni fa, è nato il primo progetto, quando dirigeva il Convitto di Cividale del Friuli. Lì ha trovato fertile humus nelle istituzioni e nella rete delle associazioni che operano nell’emigrazione. Venuto all’Aquila, Bearzi ha scoperto la città ancor più adatta ad accogliere quel progetto, perché perfettamente in linea con una delle prelazioni più naturali del capoluogo abruzzese, come città degli studi, dell’alta formazione, della scienza e della produzione culturale.

image Ha visto così la luce “Stud(G)enti d’Abruzzo”, progetto che si pone l’obiettivo di consentire a figli e discendenti di corregionali all’estero di frequentare per un anno regolari corsi scolastici in Abruzzo, permettendo ai giovani di continuare il percorso formativo nella terra d’origine dei loro padri, di arricchire la loro conoscenza della cultura italiana e di perfezionare la lingua, avvalendosi della collaborazione delle associazioni abruzzesi nel mondo e degli Istituti Scolastici Superiori nella regione. Proprio in questi giorni il Convitto Nazionale dell’Aquila ha pubblicizzato il progetto attraverso i canali ufficiali - Consolati e scuole riconosciute all’estero - e la rete delle associazioni abruzzesi nel mondo, con il bando d’ammissione per l’anno 2009/2010 riservato ai figli o discendenti degli abruzzesi all’estero. Ma l’ammissione è consentita anche, nell’ordine, ai figli d’italiani all’estero e a studenti stranieri, in caso di disponibilità di posti nel limite della ricettività della struttura. Tutte le informazioni di dettaglio sono riportate sul sito del Convitto (www.convittocotugno.it). Il termine di scadenza del bando è fissato al 31 agosto 2009. Per gli studenti d’origine abruzzese sono previste borse di studio della durata d’un anno, messe a disposizione da istituzioni pubbliche - Regione Abruzzo, Province, Comuni - ed altri enti della regione. Per concorrere alle borse di studio i candidati dovranno essere figli o discendenti di Abruzzesi, avere un’età compresa tra i 14 e i 19 anni e possedere una sufficiente capacità di comprensione della lingua italiana, mentre, negli altri casi, per l’ammissione sono richiesti i requisiti previsti dal bando. Tutti gli altri allievi non borsisti, ammessi fino alla completa ricettività del Convitto, godranno d’una retta per vitto e alloggio davvero favorevole, di 2500 euro l’anno. L’ammissione consentirà la frequenza delle Scuole Superiori e l’anno di studi verrà riconosciuto nei Paesi di provenienza, in presenza di accordi tra Stati. Per gli studenti ammessi i corsi nelle scuole collegate inizieranno il 15 settembre.

Il Convitto è in grado di assolvere in maniera ottimale all’iniziativa, disponendo di adeguati servizi residenziali e potendo contare sulla presenza nel territorio di scuole che coprono tutti gli indirizzi della formazione superiore. Gli ospiti possono contare su un personale qualificato che li assiste in ogni esigenza d’ambientamento e di studio in un complesso che garantisce un alto livello nei servizi d’accoglienza e di ristorazione. Il progetto mira inoltre ad offrire ai giovani una formazione aperta all’internazionalità, al rispetto delle culture, alla padronanza delle lingue e alla valorizzazione delle identità culturali, per formare al meglio i futuri cittadini del mondo. Il Convitto è una struttura di grande respiro, proprio nel cuore della città.

L’Aquila, infatti, è una città a dimensione umana, con un centro storico assai ricco di bellezze artistiche ed architettoniche, un territorio pieno di borghi stupendi, una presenza di strutture di produzione culturale - cinematografiche, musicali e teatrali - di grande prestigio. Ai suoi 71 mila abitanti si aggiunge ogni giorno chi la frequenta - dal circondario, dalla regione e da fuori regione - per i servizi direzionali e terziari che offre. Ma sopra tutto si aggiunge una popolazione di quasi 30 mila studenti che frequentano la sua buona Università (facoltà tecniche, scientifiche, umanistiche, economiche, mediche e una grande fioritura di scuole di specializzazione), l’Accademia di Belle Arti e il Conservatorio di Musica. E l’Accademia dell’Immagine, una scuola d’alta formazione nei mestieri del cinema e dell’audiovisivo. Infine, vanno citate la Scuola Superiore “Guglielmo Reiss Romoli” per manager del settore elettronico (ora in riorganizzazione, per via dei cambi di proprietà) ed un’altra eccellente struttura di formazione, la Scuola nazionale per Ispettori della Guardia di Finanza. Per completare il panorama che fa dell’Aquila una città a forte vocazione anche nel campo della ricerca, solo si accenna - troppo bisognerebbe scrivere - ai Laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dove diverse centinaia di scienziati provenienti da tutto il mondo conducono i loro esperimenti sulle particelle sub nucleari (neutrini) in assenza di raggi cosmici con straordinarie apparecchiature di ricerca, all’interno di laboratori sotterranei scavati nella roccia e protetti dall’irraggiamento cosmico grazie ad una calotta di pietra, spessa 1400 metri, del soprastante massiccio del Gran Sasso, la vetta più alta degli Appennini. (Goffredo Palmerini-Inform)

8 de marzo de 2009

8 MARZO FESTA DELLA DONNA…TANTI AUGURI!

 

image La Giornata Internazionale della Donna, comunemente però definita Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo. L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche da connotati di carattere commerciale.

L’ORIGINE DELLA FESTA DELLA DONNA

image L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.
Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.
L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.

 

BUON 8 MARZO!

5 de marzo de 2009

CITTADINANZA: Zacchera chiede una legge che stabilisca nuovi criteri per ottenere la nazionalità italiana

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di una donna, nata da genitori non italiani, per il conferimento della cittadinanza, il presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera insiste sulla necessità di “riscontri obiettivi di collegamento con il nostro Paese, la lingua e la cultura italiana”

image ROMA – “Occorre al più presto una legge che dia altri criteri per ottenere la nazionalità italiana ovvero riscontri obbiettivi di collegamento con il nostro Paese, la lingua e la cultura italiana da parte dell’aspirante neo-cittadino”: così Marco Zacchera, presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera dei Deputati, a seguito della sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso di una cittadina nata all’estero da genitori privi di cittadinanza italiana.

La donna, Mariam E., una signora nata al Cairo nel 1962, è nipote di un’italiana che all’inizio del 1900 aveva perso la cittadinanza per aver sposato un egiziano, secondo la legge del 1912 che decretava la perdita della cittadinanza italiana per le donne che si univano in matrimonio con cittadini stranieri. Si tratta di una norma che si applicava solo alle donne poi abolita perché ritenuta discriminatoria.

Nel 1942, al Cairo nasceva Edward, il papà di Mariam, cittadino egiziano perché mamma Angelina non era più italiana. La figlia di Edward – Miriam, appunto - nel 2003 cita in giudizio il Viminale che aveva rifiutato di riconoscerla come cittadina italiana. Passati i due gradi di giudizio (Tribunale e Corte appello di Roma), contrari al conferimento della cittadinanza, ora la Cassazione ha accolto il suo ricorso. Scrivono i supremi giudici che “gli effetti prodotti da una legge ingiusta vengono meno, anche in caso di morte degli ascendenti, con la cessazione dell'efficacia di tale legge”. Dunque, “riacquista la cittadinanza italiana dal 1 gennaio 1948 anche il figlio di una donna nato prima di tale data e nel vigore della legge 255 del 1912, determinando il rapporto di filiazione, dopo l'entrata in vigore della Costituzione, la trasmissione a lui dello stato di cittadino, che gli sarebbe spettato di diritto senza la legge discriminatoria; da quest'ultimo quindi lo stato, per il rapporto di paternità, deve trasmettersi a Mariam E.”.

“Gli illustrissimi signori giudici, - si chiede Zacchera, nel commento riportato da L’Italiano - dall’alto dei loro scranni, si rendono conto delle conseguenze pratiche che questa sentenza scatenerà nel mondo e quanti milioni di neo-cittadini italiani potremo avere? E quanti miliardi di euro costerebbe la pratica attivazione di milioni di domande di cittadinanza per gente che a volte di italiano non ha nulla di nulla?” (Inform)

4 de marzo de 2009

MOSTRA DEL MADE IN ITALY ALL’ISOLA DI MARGARITA

Prossima la visita della Regione Puglia. Interessate anche Lazio e Campania. Il Nord attende.

Nueva Esparta, Venezuela -

image Lo Stato Nueva Esparta pronto ad accogliere l’arrivo di prodotti italiani nel porto libero e a collaborare alla realizzazione di una mostra permanente del Made in Italy. Sono molti i connazionali residenti disposti ad offrire la loro esperienza alle regioni italiane che hanno interesse a promuovere la vendita di prodotti italiani nel puerto libre di Margarita. Secondo le stime effettuate i risultati dovrebbero essere vantaggiosissimi, alle condizioni di cambio ufficiali, i prodotti italiani potrebbero essere offerti in vendita ad un prezzo inferiore a quello di acquisto, senza perdita economica alcuna. La regione Puglia, interessata al progetto, sará sull’isola il prossimo mese di giugno per esaminare la possibilità di realizzare una mostra permanete dei prodotti pugliesi. Altre regioni come Lazo e Campania stanno esaminando la possibilità di partecipare mentre si  attende che alcune regioni del nord come Veneto e Lombardia facciano conoscere la loro disponibilitá.

La comunitá

3 de marzo de 2009

VENEZUELA: FACCIA A FACCIA TRA COLLETTIVITÁ E COMMISSIONE PARLAMENTARE ITALIANA

La delegazione ha incontrato al CIV di Caracas gli italiani del Venezuela per discutere con loro di sequestri, tagli, riforme degli Organi di rappresentanza

CARACAS – Nonostante le differenze politiche, si è svolto in un clima di percepibile sensibilità e sinergia l’incontro tra i membri della Commissione Parlamentare per l’Estero - i deputati Stefano Stefani (Lega Nord), Franco Narducci (Pd) e Micaela Biancofiore (Pdl), in visita in Centro e Sud America - e gli esponenti della nostra Collettività.

Nel salone Vip del Centro Italiano Venezolano la Delegazione ha ascoltato gli interventi di membri e rappresentanti delle Associazioni regionali, del Comites e del Cgie. I temi: emergenza sequestri, insufficienza della rete consolare, riforma degli organi di rappresentanza, difficoltà nel riconoscimento della cittadinanza, riduzione dei finanziamenti destinati all’assistenza diretta e alla promozione della lingua e della cultura italiana.

Un faccia a faccia importante soprattutto perché, come ha sottolineato il Consigliere del Cgie Di Martino, “i parlamentari preferiscono visitare il Brasile o l’Argentina e sono pochi quelli che vengono in Venezuela. Per questo ci sentiamo trascurati e messi in secondo piano”.

Prima di lasciare la parola alla Collettività, durante la breve apertura della Commissione ha preso la parola anche l’on. Narducci sottolineando come “nonostante siano state interessanti le visite dei giorni scorsi in Messico, Nicaragua e Guatemala, quello di Caracas è sicuramente l’incontro più importante per le notevoli dimensioni della comunità italiana presente nel territorio, la storia che ha alle spalle e l’enorme contributo che ha saputo dare al Paese ospitante.

L’auspicio - ha continuato Narducci - è quello di trovare linee comuni tra destra e sinistra per non dividersi sui temi di politica estera” e saper fronteggiare i problemi di una comunità, quella degli italiani in Venezuela, che come ricorda l’on. Stefani, “non è stata dimenticata dal nostro Governo”. “La nostra forza - precisa l’on. Biancofiore - è l’unità d’intenti. Dobbiamo smetterla di dissacrare le Istituzioni che ci rappresentano. Dobbiamo fidarci ed appoggiarci ai nostri funzionari”.

Un incontro teso quindi a trasmettere e consolidare la presenza dello Stato italiano nella vita dei concittadini non residenti nella consapevolezza che - come ricorda l’on. Narducci - il ruolo dei parlamentari è quello di “battersi perchè sia riconosciuto, a livello politico e culturale, l’enorme potenziale che apportano al nostro Paese le comunità degli italiani all’estero. È necessario - continua - che non si esaurisca il contatto con la madrepatria, i vincoli che da 150 anni legano l’Italia e gli italiani residenti all’estero”. Una missione importante, quindi, soprattutto in un periodo di crisi globale aggravato da una falcidiante Finanziaria che rischia di mettere seriamente a rischio il benessere e lo sviluppo delle comunità italiane all’Estero. Come esordisce Di Martino riferendosi ai Parlamentari: “Dovete dire al Ministro degli esteri che quando si tagliano i finanziamenti si deve capire cosa si taglia e perché lo si taglia”.

All’on. Stefani, convinto che sia necessario “proseguire equamente dinanzi alla crisi che pervade lo Stato italiano e alla riduzione dei fondi”, Vitaliano Vita, del Comites, ricorda come nella comunità italovenezolana sia presente il desiderio di “contribuire al benessere dell’Italia” ma, prosegue, “questa non è parità: siamo cittadini a tutti gli effetti e non dobbiamo pagare di più degli altri. Non è giusto soprattutto nei confronti di quegli immigrati italiani che venivano trattati da signori quando apportavano risorse all’Italia e che ora, anziani ed improduttivi, sono stati dimenticati”.

Si è parlato anche di quei giovani appartenenti alla comunità italovenezolana, “paradossalmente assenti all’incontro”, come fa notare la Giustiniano. Il Presidente del Comites di Caracas, Michele Buscemi, ha ribadito la grave mancanza “soprattutto a seguito della Conferenza mondiale che Voi - ha detto rivolgendosi alla Commissione - avete voluto”. Teresina Giustiniano, anch’essa membro del Comites della capitale, ha proposto di “varare con il Venezuela normative tese ad agevolare le imprese italiane che danno lavoro ai giovani italovenezolani che, nella fascia dei 18-35 anni, sono una risorsa con cui si dovrebbe creare una lobby”. Questo, “unitamente alla creazione di sinergie, al potenziamento della rete commerciale e alla ricerca di funzionari italovenezolani in loco piuttosto che in Italia” potrebbe far decollare l’economia e limitare i contraccolpi della Finanziaria.

La discussione si è spostata poi sul tema dell’“emergenza” sequestri, seria preoccupazione per la comunità italovenezolana. Come ha evidenziato Di Martino, “i sequestri a scopo d’estorsione e l’insicurezza sono una triste routine per i nostri cittadini in Venezuela, le vittime più frequenti di questi flagelli. Per questo sarebbe auspicabile - continua dimostrando ignoranza sull’argomento - un esperto antisequestri stabile che collabori con la polizia locale, non funzionari a rotazioni trimestrale”. Buscemi approfondisce il discorso precisando che “nel 2008 ci sono stati ben 510 sequestri e la nazionalità più colpita è quella italiana”. “Nell’incontro avuto con l’Assemblea - risponde l’on. Biacofiore - abbiamo discusso il problema dell’insicurezza con gli esponenti del Governo venezolano, che si sono dimostrati presenti e coscienti dell’emergenza che soffre la nostra comunità”. 

Di Martino si è poi espresso in riferimento alla rete consolare, ritenuta precaria da tutti gli esponenti della Collettività. Possibili risposte a queste problematiche arrivano sia da Buscemi, convinto che si possa “limitare l’altissimo numero di Consolati ed Ambasciate nell’Unione Europea” in quanto, come ha aggiunto l’on. Narducci, “in pochi anni saranno istituzioni superflue e inutilizzate. Conviene quindi - prosegue il parlamentare - rinforzare la rete consolare dove ce n’è più bisogno, come in Venezuela”.

Proseguendo il discorso riferito ai Consolati, numerosi esponenti della Collettività hanno posto l’accento sulla problematica relativa al riconoscimento della cittadinanza italiana. L’on. Narducci ha proposto in questo senso di “riconoscere la cittadinanza con il limite familiare del nonno piuttosto che il bisnonno” anche per “ridurre le decine di faldoni che ogni giorno si accumulano negli archivi dei Consolati”.

Per quanto riguarda gli organi di rappresentanza, Narducci ha asuspicato “una riforma costituzionale che risolva il problema relativo alla rappresentanza degli italiani all’estero”, precisando che “ci sono disaccordi sulla riforma degli organi rappresentativi” in quanto “per noi sarebbero necessarie solo alcune modifiche a questi prezioni organismi, non un ridimensionamento totale. Certo, i Comites dovrebbero essere meno litigiosi fra loro e più progettuali, più propositivi. Dovrebbero essere un vero sostegno per il Consolato”.

Quando il fulcro del faccia a faccia si è spostato sul fronte economico, Vitaliano Vita si è fatto avanti ricordando ai presenti come oggi l’ENI possieda in Venezuela “il 40 per cento del più grande appezzamento petrolifero mondiale, che si prospetta anche come uno dei più fruttiferi. L’Italia - suggerisce - dovrebbe tenerne conto dato che importa l’89 per cento delle sue risorse petrolifere, e curare i rapporti con questo Paese così ‘prezioso’”. Anche la promozione della cultura italiana è stata inserita in un contesto economico e vista come base sussidiaria “per rafforzare l’italianità e il made in italy, innalzando in questo modo il livello quantitativo dei consumi”.

Italiani all’estero come risorsa, quindi. Come ricorda Michele Coletta, membro del Cgie, “in Venezuela non ci sono solo gli italiani che hanno bisogno dell’assegno sociale: oltremare ci sono anche cittadini dal fortissimo potere economico che sono un enorme valore aggiunto da sfruttare”. (Monica Vistali-La Voce d’Italia/Inform)