ROMA\aise\ - "Nuova linfa" che dà impulso e vigore all’associazionismo italiano nel mondo, ai Comites, al Cgie; rinnovata volontà di partecipazione e un legame "moderno" con l’Italia. A un anno di distanza dalla prima Conferenza Mondiale di Roma, i delegati dei giovani italiani nel mondo si sono riuniti ieri nella sala delle Conferenze internazionali della Farnesina, aggiornando l’Assemblea del Consiglio degli Italiani all’Estero sulle iniziative svolte in quest’ultimo periodo, confermando la loro voglia di far sentire la propria voce e dando consigli su come incrementare la partecipazione associativa nei rispettivi Paesi di residenza.
Ad introdurre la serie di interventi dei delegati è stato Carlo Erio, presidente della VII Commissione "Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove", che ha ribadito il valore di questo "ponte immaginario" che sin dal 2004 lega il Cgie con le realtà e le necessità dei giovani italiani e dei discendenti di italiani residenti all’estero.
Ha preso quindi la parola Sebastian L. Nielsen, rappresentante dei giovani italiani in Svezia e Danimarca, affermando: "il termine giovani non deve costituire una limitazione. Noi siamo una commissione "di giovani" e non "sui giovani". Nielsen ha manifestato la volontà di superare il "dilettantismo" e di contribuire "concretamente, apportando strumenti nuovi e necessari visto che la partecipazione dei giovani nella vita delle comunità sta assumendo forme nuove di associazionismo". Tra le proposte suggerite dai giovani della Svezia-Danimarca, quella di incrementare la partecipazione associativa e migliorarne la qualità con l’introduzione di nuovi strumenti formativi che coinvolgano, in particolare, anche i bambini, e con la promozione della partecipazione delle donne. "Lingua e cultura italiana", ha aggiunto Nielsen, "sono l’elemento di sintesi dell'italianità e non condividiamo dunque la riduzione di finanziamenti in questo ambito. A tal proposito", ha concluso il delegato, "si dovrebbero formare gli insegnanti del posto, evitando così ingenti costi per l'invio di insegnanti dall’Italia".
Lorena Inverso, delegata dei giovani italiani in Uruguay, ha poi espresso contrarietà sulla questione della chiusura del consolati, "in particolare di quelli extraeuropei dove le distanze fisiche sono enormi". Inverso ha sottolineato anche l’importanza della partecipazione giovanile nel dialogo sulla riforma della rete consolare ed ha richiesto maggiore attenzione ai giovani imprenditori italiani all’estero che, con la loro professionalità, possono "contribuire fortemente alla promozione di prodotti e servizi italiani nei vari Paesi di residenza".
Ha preso la parola anche Luigi Delia, presidente dell’associazione Giovani Italiani di Francia, spiegando con soddisfazione che nel suo Paese Comites e Intercomites considerano i giovani come interlocutori e che vengono invitati alle riunioni. Delia ha evidenziato la volontà di voler continuare a potenziare l’associazione in tutto il territorio francese anche grazie alla rete informatica: il social network facebook e una mailing list.
"Molti giovani australiani", ha poi affermato la delegata per l’Australia, Isabella Restifa. "sono pronti ad esplorare la loro identità regionale, comprendendo che le Regioni sono un collegamento dal passato al futuro tangibile della realtà italiana di oggi. Attraverso le Regioni", ha spiegato, "si può ottenere la possibilità di visitare paesi e città di origine, e si possono vivere esperienze attuali di un’Italia contemporanea e moderna".
È toccato quindi a Cosmo Femia fare il punto della situazione dei giovani italiani in Canada. "Dopo la Conferenza di Roma", ha affermato, "noi giovani siamo partiti dall’Italia con entusiasmo e con l’orgoglio di essere lo strumento promotore della lingua e cultura italiana nei nostri Paesi. Con questo scopo importante in mente, i giovani italo canadesi si sono messi insieme e hanno organizzato, in collaborazione con il Comites e i rappresentanti del Cgie, vari incontri dai quali sono nate nuove federazioni giovanili. Per esempio", ha continuato Femia, "a Toronto si è formata la Federazione dei Giovani Italo Canadesi (FGIC), a Montreal il Comitato Giovani Italo Canadesi (COGIC) ed a Edmonton l’Associazione Giovani Italiani (AGIE). Con serietà ed impegno, questi gruppi giovanili continuano a lavorare insieme nelle loro comunità per far si che il nostro progetto di divulgazione della lingua e della cultura italiana possa realizzarsi".
Per gli Stati Uniti, Maria Luisa Bello, ha denunciato la situazione "stressante" in cui si trova la diffusione della lingua e della cultura italiana. "Come si può fare promozione se non si hanno i fondi?", ha chiesto all’Assemblea la giovane delegata. L’intervento è stato seguito dalle parole di Giuseppina Ivana Gaglio, rappresentante del Sud Africa, che ha messo a fuoco il problema del riconoscimento dei titoli di studio. "Tanti italiani laureati in Sud Africa vorrebbero tornare in Italia", ha spiegato, "ma non viene loro riconosciuto il titolo di studio e allora vanno a cercare lavoro altrove come a Londra o in Australia"
Mario Borghese, delegato dei giovani in Argentina, ha poi osservato che la situazione nel suo Paese è diversa dagli altri Paesi vista la solidità della presenza italiana. "Il rapporto dei giovani con i Comites è di amicizia e non protocollare", ha detto il delegato lanciando la proposta di "ripensare ai progetti Ites considerando l’offerta formativa locale".
Siti internet, account facebook, seminari su cittadinanza, sviluppo dei settori giovanili tramite incontri culturali: sono tante le iniziative elencate da Silvia Alciati, delegata dei giovani italiani in Brasile e presidente del Comites di Belo Horizonte. Alciati ha manifestato però anche una certa "delusione" per aver sentito poco la voce del Governo italiano. "Interventi contradditori e controcorrente nella diffusione di lingua e cultura", ha detto, " non risvegliano di certo la speranza dei nostri giovani". Nel suo intervento Alciati ha fatto anche riferimento al Museo Nazionale dell’Emigrazione inaugurato a fine ottobre a Roma, affermando che "i giovani italiani in Brasile hanno ricevuto con gioia la notizia". Infine, l’attenzione di Alciati si è spostata sul tema della rappresentanza. "Osserviamo che nonostante gli sforzi realizzati , i giovani non trovano il giusto riconoscimento e la posizione adeguata nell’ambito del Cgie", ha detto Alciati aggiungendo: "non è affatto rassicurante sapere di aver partecipato, dopo la Conferenza dei Giovani, ai lavori delle Continentali attraverso dei cavilli della legge attuale e non ritrovare nella nuova legge nemmeno un cenno ad un futuro o a uno spazio legittimato per questa presenza".
La delegata per il Cile, Maria Paz Paladino, ha riferito che in seguito alla Conferenza dei Giovani, nel mese di maggio la Commissione Giovani Italo Cileni ha organizzato un incontro nazionale a Val Paraiso, durante il quale "i ragazzi provenienti da diversi posti del lungo Paese in cui abitiamo, sono stati informati sui documenti elaborati a Roma, in riferimento alle cinque tematiche proposte. I risultati ottenuti sono stati ottimi", ha raccontato Paladino. "Lo scambio è servito a riflettere sul fatto che, sebbene ci sia ancora una bassa motivazione giovanile a partecipare nelle associazioni e nelle attività culturali italiane, abbiamo invece un gruppo che vuole l’italianità e intende perpetuare le tradizioni che gli sono state trasmesse".
Imprenditorialità e lavoro giovanile sono stati i temi affrontati da Giovanni Margiotta, delegato del Venezuela, secondo cui nel Cgie si dovrebbe cominciare a parlare più intensamente di questa questione, alla luce della nuova società globale.
Una fase del dibattito dei delegati è stata dedicata alla presentazione di www.giovanitaliani.it, il nuovo social network creato per fomentare la partecipazione, la collaborazione e lo scambio di informazioni tra giovani italiani in tutto il mondo. Stefano Caliciuri, portavoce del sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, ha illustrato all’Assemblea le caratteristiche di questo nuovo luogo di incontro virtuale, ricordando che il sito "dà ampia possibilità di azione e di interazione tra i giovani utenti stessi" e che "nel giro di pochi giorni, il numero di iscritti aumenterà sensibilmente".
Massimo Candusso, delegato del Perù, ha quindi ricordato all’assemblea che nel suo Paese la maggior parte degli italiani è di terza o di quarta generazione e che, generalmente, sono persone ben inserite nella società. I giovani si sentono attratti e rappresentati dalle associazioni però, ha fatto notare Candusso, "l’immagine che questi giovani hanno dell’Italia è un po’ "vecchia", legata al passato. Per questo motivo", ha aggiunto, "è stato creato il Messaggero Italo Peruviano. È tramite la promozione della lingua che si può risvegliare l’interesse della comunità e questo, nostro parere, ancora non si sta facendo molto".
Eleonora Medda, delegata dei giovani italiani in Belgio ha ripreso il tema della diffusione della cultura, ricordando anche di aver partecipato alle varie manifestazione organizzate nel suo Paese contro i tagli. Il rapporto con il Comites spesso è controverso", ha continuato Medda, "noi giovani abbiamo avuto la possibilità di partecipare come uditori ma vorremmo avere la possibilità di essere ascoltati".
Simone Faija, delegato per la Svizzera, ha quindi reso noto che nel suo Paese "siamo circa mezzo milione di italiani, perfettamente integrati e tra i più stimati tra le comunità gli straniere sul territorio. In Svizzera abbiamo 17 Comites e in quasi tutti si sono creati gruppi di giovani attivi. Abbiamo realizzato anche una Commissione Giovani che recentemente si è riunita a Berna ed ha organizzato un torneo di calcio e un concerto. Può sembrare banale", ha commentato Faija, "ma non lo è: oltre ad essersi autofinanziato, questo progetto ha infatti permesso a oltre 200 ragazzi di avvicinarsi alle nostre attività". (tom.samp.\aise)
18 de diciembre de 2009
NUOVI IMPULSI E VOLONTÀ DI PARTECIPAZIONE: I GIOVANI ITALIANI ALL’ESTERO FANNO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE ALL’ASSEMBLEA DEL CGIE
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