Silvia Bartolini parla del progetto
ROMA - “Orizzonti circolari - Ambasciatori del terzo millennio” è un progetto rivolto ai giovani discendenti degli emigranti all’estero della Toscana e dell’Emilia Romagna. L’iniziativa si prefigge sia di rinsaldare fra le nuove generazioni all’estero il senso di appartenenza alle due regioni, sia di promuovere nel mondo le bellezze ambientali e culturali di queste terre. Per fare il punto su questo progetto, che proprio in questi giorni sta sviluppando la sua piena operatività, abbiamo chiesto alcuni chiarimenti a Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo.
Il progetto “Orizzonti Circolari- Ambasciatori del terzo Millennio” rappresenta nel campo delle attività per gli italiani all’estero un innovativo esempio di collaborazione interregionale. Come nasce questa iniziativa?
Abbiamo pensato di promuovere assieme con la Toscana questo progetto di ospitalità per i giovani residenti all’estero perché condividiamo il pensiero che bisogna intervenire in maniera prioritaria sui giovani per tenere viva la memoria e la celebrazione dell’emigrazione. Siamo poi stati spinti da ragioni di vicinanza. Era infatti naturale che noi potessimo fare questo progetto, utilizzando la grande risorsa rappresentata dal parco naturalistico che si trova a cavallo fra l’Emilia Romagna e la Toscana. Per noi è una sperimentazione, ma sono ben certa che sarà anche un successo. Vi è dunque l’idea di ripetere questa esperienza e di moltiplicarla anche in altre zone. Vorremmo soprattutto sperimentare nuovamente la collaborazione con la regione Toscana e promuovere medesime sinergie con altre realtà regionali, perché questo è utile dal punto di vista delle risorse e arricchisce molto sul piano delle conoscenze.
Come si sta sviluppando il progetto e quali stimoli culturali e formativi vengono proposti ai ragazzi che prendono parte allo stage?
I giovani stanno vistando sia le zone naturalistiche che le città d’arte. Noi parliamo a questi ragazzi in italiano perché fra gli obiettivi delle nostre attività vi è anche la promozione della cultura e della lingua italiana, una cosa che ultimamente si fa sempre meno a causa dei tagli di bilancio in questo settore apportati dall’ultima finanziaria. Durante queste iniziative noi stimoliamo inoltre i ragazzi a proporre ulteriori progetti e ad indicare i punti dell’attuale programma dove magari abbiamo sbagliato e possiamo fare di meglio.
Voglio anche ricordare che lo stage dura 15 giorni e coinvolge 20 giovani, fra i 19 e i 35 anni. Il bando del progetto si è rivolto prioritariamente ai ragazzi che sono figli di emigrati originari delle zone della Garfagnana del reggiano e dell’area dove oggi sorge il Parco Nazionale Tosco Emiliano. Dopo l’acquisizione delle domande abbiamo effettuato una selezione dei candidati e i prescelti hanno contribuito per un 10% alle spese di viaggio.(Goffredo Morgia- Inform)
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