21 de noviembre de 2008

'NDuccio: ''Non so perché mi fate tanti complimenti…''

 

'NDuccio: ''Non so perché mi fate tanti complimenti…''

Si presenta cosí al compiaciutissimo pubblico di San Cristóbal il piú famoso cabarettista abruzzese ‘Nduccio. Ma ‘Nduccio, nome d’arte di Germano D’Aurelio, scemo non lo é affatto. Anzi! é uno…”scemo” intelligente. Con molta modestia ed umiltá, sa che deve anzitutto ironizzare su se stesso per poter mettere in luce i difetti e le virtú paesanotte dei suoi personaggi. In trent’anni di carriera ha portato nei locali e nelle piazze dei Paesi e dei centri anche piú piccoli d’Abruzzo la sua comicitá, tratta dalle piccole storie quotidiane di persone realmente conosciute o raccontate nei luoghi in cui hanno vissuto. Storie che per lo piú riassume in un solo personaggio, il “nonno”.

Perché questo fa realmente ‘Nduccio di mestiere: il ‘conta-storie’.  In due ore di battute esilaranti, l’artista dimostra una grande capacitá di analisi psicologica dei personaggi, la sua conoscenza della storia atavica della sua terra e dei popoli che le hanno dato vita, e gioca con virtuosimo con i vocaboli dialettali in un italiano maccheronico, di tal maniera che anche i non abruzzesi riescano a comprenderlo.

E a San Cristóbal, nel salone delle feste del Centro Italo Venezuelano, di cui é presidente un abruzzese, Aldino Rasetta, il pubblico eterogeneo ha captato perfettamente le sue battute. C’era chi non capiva l’italiano, figuriamoci il dialetto abruzzese!, ma si é registrato un fenomeno che a ‘Nduccio é piaciuto moltissimo: la traduzione simultanea. E “Germano-l’artista”, si é adattato alla platea, sciorinando le sue storielle con la solita grazia, ma cercando di far arrivare il piú possibile il suo umorismo dialettale con vocaboli comprensibili ed aiutandosi con la mimica.

Del resto, 40 esibizioni in tutto il mondo, lo hanno portato a conoscere nuove tipologie di pubblico. 40 viaggi (in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia ed ora Venezuela) dove ha voluto anzitutto stabilire un contatto personale con i corregionali e farsi raccontare le loro storie di emigrazione. Questo ‘scendere tra la folla’ gli permette di conoscere nuove realtá, ma denota soprattutto la sua sensibilitá umana.

In chiusura del suo show, dopo due ore di sane risate, canta alcune canzoncine popolari abruzzesi e coivolge anche il pubblico invitando qualcuno a salire sul palco. Poi, di botto, scende il silenzio e commozione in sala: racconta la storia di Joe (Giuseppe) , di Perth, del suo dolore straziante nel momento in cui la nave Garibaldi si staccava dal molo di Napoli verso l’Australia cinquant’anni prima, della sua nostalgia per il suo paese che non aveva mai piú rivisto. Racconta che ha voluto registrare con la video-camera la serata in suo onore con tutta la sua famiglia, compari e amici, perché quando ‘Nduccio sarebbe partito, nel rivedere il filmato avrebbe fatto finta di avere ancora la sua presenza in casa sua. Perché chissá se lo avrebbe rivisto piú… ‘Nduccio gli promise che sarebbe tornato l’anno dopo. E cosí fu. Ma Joe non c’era piú. Era morto, senza rivedere ‘Nduccio e senza rivedere il suo paese. Questo episodio lo ha toccato nel piú profondo, tanto che gli ha dedicato una canzone dolcissima. Una storia quella di Joe, che putroppo é una tra migliaia tra i connazionali in tutto il mondo.

Questo e altro é ‘Nduccio. Per questo il presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, Giovanni Margiotta, che lo conosceva benissimo come artista giá dall’Italia, tre anni fa chiese al Dr. Donato di Matteo, allora neo eletto presidente del CRAM, di portarlo in Venezuela. Da allora, il CRAM Abruzzo ha inviato il celebre cabarettista in tutto il mondo (i soldi della Regione non potevano essere spesi meglio). Margiotta, dal palco di San Cristóbal, ha ringraziato calorosamente il CRAM per aver preso in considerazione questa parte del mondo, ma soprattutto la Federazione composta da nove Associazioni Abruzzesi, ed ha voluto presentare ‘Nduccio nella cittá andina per offrire anche alle zone interne la possibilitá di apprezzare uno spettacolo memorabile per i corregionali, ben sapendo che a San Cristóbal, non solo Aldino Rasetta é presidente del Centro Italo-Venezuelano, ma lo é anche dell’Associazione Abruzzese del Táchira e con la sua giunta direttiva é uno dei piú ospitali del Paese.

Al termine dello show, il Presidente Rasetta, accompagnato dai fondatori dell’Associazione andina Fantino Capoccioni ed Enzo Marrone, hanno consegnato all’artista una targa di riconoscimento per la sua diffusione nel mondo della cultura abruzzese. Altrettanto, il Presidente Margiotta, a nome della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, gli ha conferito “…onore al merito in riconoscimento alla sua opera , giacché portando nel mondo la sua comicitá tipica dialettale, la sua musica e la cultura abruzzese, ha potuto unire idealmente gli abruzzesi all’estero alla Terra d’origine, convertendosi cosí nel vero

                   “AMBASCIATORE DELL’ABRUZZESITÁ NEL MONDO”.

Non se l’aspettava, ‘Nduccio, questo riconoscimento. E se n’é andato contento e commosso.

Una serata da incorniciare a San Cristóbal, con il rammarico di non avere avuto a disposizione altre serate per la presentazione del bravissimo ‘Nduccio nelle altre cittá del Venezuela. Se lo aspettano gli abruzzesi residenti nel Paese, se lo merita l’artista. La speranza é che per l’anno prossimo, il nuovo CRAM voglia ripetere l’esperienza, di concerto con le Federazioni Abruzzesi di tutto il mondo, per continuare ad unire idealmente gli abruzzesi all’estero alla Regione Abruzzo.

Germana Pieri.

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