27 de agosto de 2008

SENATORE MANTICA: L'ITALIANITÁ É UNA CONQUISTA

 

Il sottosegretario agli Esteri in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero».

26.08.2008 17:08:56

Mantica3.jpgTagli di bilancio, riduzione dei consolati, Conferenza dei giovani italiani nel mondo. Ma anche riconoscimento della cittadinanza, sostegno ai più deboli e riforma di Cgie e Comites. Il sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica parla di questi temi in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero», nel numero di settembre.

"E' finita con l'elezione di 18 parlamentari della Circoscrizione estero nel 2008 - afferma Mantica -  un'epoca che considero anche eroica di costruzione della comunità, delle sue organizzazioni, del riconoscimento delle sue associazioni, dei sistemi di rappresentanza. Oggi c'è un clima politico diverso, c'è la possibilità di lavorare per cinque anni. Ma abbiamo anche il dovere di immaginare che cosa sarà questa comunità italiana tra vent'anni, e quindi di pensare a cosa fare per mantenere vivo il senso d'appartenenza di cittadini italiani di seconda e terza generazione che, più che cittadini italiani, sono cittadini d'origine italiana".

Riguardo alla prossima Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero, in programma a dicembre Mantica afferma che "innanzitutto chiederemo provocatoriamente a questi giovani che cosa significhi essere italiani nel mondo nel 2020-2025. Io mi aspetto risposte fuori dalle consuetudini, dalle logiche dei patronati e dei sindacati, per capire davvero cosa siano l'identità nazionale e quella culturale; cosa voglia dire essere una comunità nazionale. Ci sono molti cittadini che hanno il passaporto italiano, e che sono, a tutti gli effetti, cittadini italiani, ma che non conoscono nemmeno la nostra lingua".

Poi il sottosegretario parla della rete consolare: la questione, dice "è stata affrontata con il presidente del Comitato degli italiani all'estero alla Camera, l'onorevole Zacchera, e con il senatore Micheloni che fa parte dell'opposizione. I servizi consolari che rende l'Italia nel mondo sono unici. Se vogliamo continuare con i «municipi italiani nel mondo» parliamone, e allora dimensioneremo una rete consolare. Se vogliamo immaginare i consolati come quelli britannici o francesi, forse dovremmo affrontare una ristrutturazione diversa. Se un consolato deve gestire 48 mila persone come in Argentina, evidentemente è una cosa diversa da un consolato oppure è un consolato di tipo particolare. La rete consolare è nata e si è sviluppata sull'onda dei flussi migratori degli italiani all'estero. Oggi credo sia importante domandarsi se quel tipo di rete risponda alle esigenze o se, in futuro, occorra pensare a cose diverse. E, poi, in un mondo nel quale si opera con carte di credito, internet, ecc. mi domando se per rinnovare un documento amministrativo ci sia bisogno di un console, di un impiegato, di una sede oppure, più semplicemente, di uno sportello. Parliamo pure di «consolato digitale»: c'è un esperimento in corso a Dublino. Vediamo come funziona. Lo dovremo trasferire a Chambéry per verificare come funziona in una piccola realtà. Certo che se non si vuole cambiare nulla, avremo di fronte un futuro molto difficile.

Infine, interrogato su cosa significhi  parlare oggi di  "italianità nel mondo", Mantica risponde che " significa amare il nostro Paese. Significa amarne la cultura, la lingua, i valori, la Costituzione. Questo mi pare il motivo per cui vale la pena di stare assieme e di essere orgogliosi di appartenere a questa comunità esaltandone, in tutti gli aspetti - anche da parte del Governo italiano - le sue specificità. Altrimenti, se è solo un atto amministrativo, è difficile poterne discutere".

 

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