18 de marzo de 2009

La parola ai giovani

Il 28 febbraio si è tenuto l'incontro fra i deputati italiani in visita in Venezuela e la Collettività: non era presente neanche un ragazzo. Mancanza d'informazione o disinteresse?

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CARACAS – Neanche l'ombra. Su questo non vi è dubbio: alla riunione del 28 febbraio fra la delegazione della Commissione esteri della Camera dei deputati e la Collettività non vi erano giovani. Durante l'incontro presso il Centro Italiano venezolano perfino il membro del Comites Teresina Giustiniano aveva fatto notare l'assenza dei quattordici che avevano partecipato alla Conferenza dei giovani italiani nel mondo tenutasi a Roma lo scorso dicembre. Poi il silenzio. I giovani dicono di non essere stati invitati alla riunione e, alcuni di essi, sostengono che, se ne fossero stati a conoscenza,  avrebbero sicuramente partecipato. Senza entrare nel merito della competenza a inviare gli inviti per l'incontro,quel che è certo è che risulta molto difficile riuscire a mettersi in contatto con tutti e quattordici. La 'Voce' ha dovuto insistere per una settimana per potere semplicemente parlare al telefono con ognuno di Loro. Nessuno era a conoscenza dei loro numeri di telefono e la maggior parte delle volte erano irreperibili. Trascorsi sette giorni si sono riuscite a raccogliere le dichiarazioni di 10 giovani su 14. Si è chiesto ai ragazzi a cui è stata data l'opportunità di recarsi alla Conferenza di Roma di esprimere ciò che avrebbero richiesto o proposto ai tre deputati italiani (Stefano Stefani, Franco Narducci e Micaela Biancofiore) venuti in Venezuela. Ovviamente vi è chi, conoscendo bene le difficoltà e le ricchezze della nostra Comunità, ha affermato con forza delle richieste e dimostrato di aver saputo dare impulso a delle iniziative concrete. Ma c'è anche chi, al contrario, è stato reticente nel dichiarare forse perché ignorava le problematiche della nostra Collettività, forse perchè poco impegnato o poco interessato a lavorare per questa causa. Senza mettere in dubbio le capacità di ogni ragazzo, capacità dimostrate dalla maggior parte durante la Conferenza, la domanda che si pone è: come sono stati scelti i quattordici giovani che si sono recati a Roma? Ancora: a chi imputare la mancanza d'informazione per i giovani sui temi e sulle attività della Collettività? E' facile scaricare la colpa sul vicino.
PB270225 In conclusione, superate le difficoltà della comunicazione, la maggior parte dei giovani intervistati hanno espresso il desiderio di partecipare alla vita della Collettività e hanno mostrato la consapevolezza di essere oggi, non fra qualche anno, una ricchezza. Hanno chiesto quindi maggior capacità di ascolto e un maggior flusso di informazione da parte delle istituzioni italiane in Venezuela. Questa non pare una richiesta nuova per l'Italia. Da decenni la gioventù residente dentro le mura italiane, infatti, cerca di far ascoltare la propria voce senza molto successo. Quasi unanimi, i ragazzi intervistati hanno chiesto un maggior appoggio da parte dell'Italia alla promozione della lingua e della cultura italiana all'estero, rivelando che, da un lato, l'accesso ai corsi è limitato a pochi eletti e che, dall'altro, fortunatamente l'italianità è ancora molto sentita in Venezuela ed è una ricchezza da valorizzare. Orgogliosi delle proprie radici e consapevoli di come la terza età sia un valore aggiunto e non un peso per la società odierna, vari giovani hanno richiesto maggiore assistenza per gli anziani italiani emigrati in Venezuela e la possibilità per chi perse in passato la cittadinanza di riacquistarla. Dimostrando una certa vitalità tipica della gioventù e un rigetto dell'immobilismo, alcuni giovani hanno guardato al rapporto fra Italia e Venezuela come uno scambio che arricchisca entrambi i Paesi. Secondo vari di loro, non bisognerebbe vedere il paese del Vecchio continente come una fonte di finanziamento e di competenze verso il paese del Nuovo continente, ma al contrario, bisognerebbe impostare la relazione come un "dare e ricevere" fra i due Paesi. Bisognerebbe vedere il Venezuela come un paese con una Collettività attiva e pronta a offrire un plusvalore all'Italia. Non è mancato poi il richiamo al problema dei sequestri di persona, molto sentito nello stato Zulia, e l'espressione del ringraziamento per il seminario, tuttora in corso, di formazione della polizia venezolana sulle strategie antisequestro, che è stato organizzato dall'Ambasciata. Non bisogna dimenticare che uno dei quattordici giovani nel trascorso delle interviste ha subito un sequestro express e poi è stato fortunatamente liberato.

Gli altri giovani che si sono recati alla Conferenza di Roma ma che non sono stati reperibili sono: Giulio Vita, Rosalia Bandini, Diana Paternò e Carolina Pucillo.

barbara.meoevoli@voce.com.ve

LE INTERVISTE REALIZZATE DALLA GIORNALISTA DELLA VOCE D’ITALIA BARBARA MEOLI AI GIOVANI CHE HANNO RAPPRESENTATO IL VENEZUELA NELLA SCORSA CONFERENZA MONDIALE GIOVANI ITALIANI NEL MONDO – ROMA 2008

Giovanni Margiotta

Coordinatore dell’associazione nazionale “Giovani Venezuela” e Giovani Abruzzesi della federazione delle associazioni Abruzzese

33 anni, imprenditore, Maracaibo

“Sono molto rammaricato per l’assenza dei giovani italo-venezolani all’incontro con la delegazione italiana. Non si può dimenticare infatti il grande apporto dato da noi giovani alla Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo svoltasi lo scorso dicembre 2008. La prova è che in ogni documento è presente la nostra voce. Mi dispiace perciò che in Italia non ci tengano in considerazione e non abbiamo pensato di invitarci alla riunione. Colpa di chi? Forse un disguido. Penso comunque che i nostri rappresentanti e le nostre istituzioni dovrebbero cominciare a vederci come una risorsa oggi e non domani, siamo Giovani ‘oggi’ non tra qualche anno.

Fra gli argomenti da trattare avrei sicuramente sollevato il problema dei sequestri di persona, un flagello ricorrente per noi che viviamo al confine con la Colombia.

Sottolineo che stiamo organizzando una riunione con tutti i ragazzi andati alla Conferenza per stendere la relazione sugli argomenti trattati e le iniziative concordate a Roma”.

Giordano D’Acquaro De Biase

35 anni, imprenditore, Barquisimeto

“La prima richiesta che avrei diretto ai deputati riguarda gli anziani italiani. Spesso si dimentica che sono numerosi quelli che oggi non vivono in buone condizioni economiche. Spesso questi anziani hanno perso in passato la cittadinanza italiana per un atto di volontà, adesso non si da loro la possibilità di riacquistarla e vivono senza una pensione né venezolana, né italiana. Avrei richiesto quindi l’istituzione di un consolato a Barquisimeto per svolgere le pratiche burocratiche qui senza intasare l’ufficio di Caracas.

L’altra richiesta sarebbe stata una maggiore informazione riguardo ai corsi di lingua e alle borse di studio in Italia. Spesso infatti queste notizie non arrivano qui”.

Jeanette Baudanza

28 anni, contabile, El Tigre

“Innanzitutto, se mi fosse arrivato un invito per la riunione, sarei andata sicuramente a Caracas per assistervi.

Avrei domandato ai deputati a che punto si trovano tutte le richieste da noi esposte a Roma, visto che in quella sede siamo stati una delle delegazioni più attive e propositive. E avrei richiesto maggiore informazione, sia da parte dell’Ambasciata che del Comites, riguardo agli eventi che coinvolgono la nostra Collettività” .

Gianni Camporota - Maracaibo

“Dopo aver fatto notare che oggi si è perso l’entusiamo per la conservazione della lingua e cultura italiana, avrei chiesto un maggiore appoggio per promuovere lo studio dell’italiano. D’altronde il Centro culturale italiano ha perfino chiuso per mancanza di fondi. I corsi e il materiale didattico hanno un prezzo eccessivamente alto, avrei quindi chiesto di renderli accessibili a tutti.

L’altra grave mancanza riguarda l’informazione: il Consolato fornisce solo informazione tecnica e il Comites la trasmette solo alle Associazioni regionali che ormai sono antiquate e spesso stantie”.

Riguardo alle proposte: “Bisognerebbe formare un comitato di giovani attivo e delle associazioni giovanili. Io mi metto a disposizione”.

Sandra Lombardo

29 anni, tecnico in protesi dentali, Los Teques

“La Conferenza di Roma è stata un’occasione meravigliosa per conoscere altri giovani italiani residenti in tanti paesi del mondo che lavorano nelle loro Collettività per la conservazione dell’italianità. Ci ha dato la spinta per lavorare di più al ritorno nel nostro paese e cercare nuove persone che si integrino al gruppo ‘Giovani Venezuela’.

Alla riunione con la delegazione, avrei senza dubbio sollecitato che si concretizzassero le richieste da noi presentate alla Conferenza riguardo, per esempio, l’aumento del finanziamento dei corsi di italiano per permettere di abbassare i costi delle lezioni e dei libri.

Noi giovani, infine, interpretiamo il nostro rapporto con l’Italia come uno scambio fruttifero nei due sensi, anche nel campo della musica e della cultura”.

Luigi Colasurdo Di Lembo

28 anni, ingegnere, Caracas

“Più che fare delle richieste alla delegazione italiana, avrei offerto dei corsi di spagnolo o dei corsi universitari qui in Venezuela per gli italiani. Non possiamo vivere nell’ottica sempre di richiedere all’Italia poiché deve essere uno scambio mutuo sia industriale che culturale fra i due paesi”.

Riguardo le tradizioni italiane, ha sottolineato che “qui sono molto più sentite che in Italia. In Venezuela si ricordano ancora i patroni e le festività regionali: si sono conservate le radici italiane. Dobbiamo sfruttare il fatto che questi sentimenti siano ancora vivi per insegnare qualcosa agli italiani che vivono in Italia”.

Santina Fonzo

22 anni, studente di scienze delle comunicazione, Maracaibo

“Riconoscendo il miglioramento che si è visto in quanto a partecipazione dei giovani, avrei richiesto più attività e più rappresentanza per i giovani ed anche una maggiore informazione specifica diretta a noi.

Mi sento comunque gratificata per il fatto che il ministro degli esteri Frattini abbia preso in considerazione noi giovani italiani nel mondo, rendendo possibile l’organizzazione della Conferenza di Roma.

Infine, dopo aver ringraziato per il corso di formazione offerto dagli esperti italiani in materia di sequestro, avrei posto comunque l’attenzione su questo grave problema, visto che nello stato Zulia avviene un sequestro ogni ora e mezza”.

Daniela De Santis

25 anni, biologa, Caracas

“Alla riunione non avrei chiesto nulla ai deputati in merito alle proposte da noi fatte alla Conferenza di Roma perché è già un gran risultato che il governo italiano abbia aperto uno spazio per ascoltarci. Dobbiamo ancora imparare molto da altre Collettività nel mondo, stiamo solo iniziando a organizzarci come giovani italiani in Venezuela. Ancora non siamo riusciti a incontrarci per scrivere un documento di riepilogo sulla Conferenza del 10 dicembre scorso, ma a breve si terrà la riunione”.

Giancarlo Colassante

25 anni, avvocato e imprenditore, Caracas

“Innanzitutto per noi giovani è fondamentale che si concludano degli accordi fra Italia e Venezuela affinché vengano riconosciuti i titoli di studio universitari poiché, senza questa convalida, con una laurea in Venezuela bisogna ricominciare a studiare in Italia. Poi avrei richiesto l’assistenza sanitaria e la pensione per gli anziani italiani e una nuova legge affinché gli italiani che hanno perso la cittadinanza possano riacquistarla”.

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