27 de febrero de 2009

La collettività italiana a Caracas si prepara all’incontro con una delegazione della Commissione Esteri alla Camera

Un appuntamento per segnalare i disagi dei connazionali in Venezuela, sabato 28 febbraio, con i deputati Stefani, Narducci e Biancofiore. Tra le emergenze, i sequestri di persona che accrescono il senso di insicurezza e di abbandono, la politica culturale in loco e l’assistenza sanitaria verso gli italiani più bisognosi

CARACAS – Una delegazione della Commissione esteri della Camera dei deputati, composta dal presidente Stefano Stefani, da Franco Narducci e Michaela Biancofiore, incontrerà la collettività italiana a Caracas, sabato 28 febbraio alle 10.30 presso il Centro italo-venezuelano.

Un appuntamento che segue la visita dei deputati in Messico e Nicaragua e ha come obiettivo l’ascolto delle istanze della collettività italiana all’estero, particolarmente delicato visti i tagli recentemente effettuati sulle politiche a loro destinate.

Sul quotidiano italo-venezuelano La Voce d’Italia, Monica Vistali e Maria Chiara Nicotra hanno raccolto gli interventi di diversi esponenti della locale vita associativa italiana, evidenziando, tra i problemi più segnalati, il senso di abbandono, la frustrazione, i timori legati all’insicurezza dilagante, all’emergenza sequestri e alla sempre più ridotta assistenza sanitaria.

“La collettività italiana non si sente tutelata dalla politica del nostro governo – si legge in proposito, registrando così il clima che precede l’incontro con i rappresentanti del Parlamento a Caracas.

Mentre vengono cancellati corsi di lingua, attività culturali e le scarse risorse finanziarie determinano il lento declino del settore sanitario, è soprattutto l’emergenza sequestri ad affliggere pesantemente la comunità italo-venezuelana. “Tutti ci sentiamo minacciati; per noi italiani la vita è sempre più complicata qui – afferma Enzo Gandia, del “Fogolar Furlan”. – L’anno scorso ho partecipato ad una convention in Europa su questo tema ma nessuno faceva attenzione alla nostra situazione. Se un italiano viene rapito in Kosovo o in Africa è subito un caso mediatico, qui da noi, invece, è la regola”.

Romano Nosei, dell’associazione locale dei toscani in Venezuela richiede più attenzione per gli italiani all’estero, specie nell’assistenza sanitaria e riguardo al sistema pensionistico, “soprattutto chiediamo – aggiunge - uguaglianza di diritti tra noi ed i connazionali che vivono in Italia”.

A questi ambiti Marisela Nepi, dell’associazione marchigiani in Venezuela, aggiunge la richiesta di incremento di borse di studio per i giovani e di scambi e relazioni commerciali tra i due Paesi.

“Se in questo periodo di difficoltà siamo consapevoli di non poter avanzare richieste – dice Fernanda Moglia, dell’associazione “Piemontesi nel mondo” in Venezuela – vorremmo che almeno i traguardi raggiunti in passato attraverso lotte e duro lavoro venissero conservati”.

Moglia, Biagio Ignacchiti, di “Assolucana”, e Rosita di Geronimo, di “Casa Sicilia”, ribadiscono l’indispensabilità dell’intervento in materia di assistenza sanitaria. “Se le scuole possono tirare avanti anche senza fondi consistenti – dice quest’ultima - i tanti anziani bisognosi non ce la faranno mai. Non possiamo abbandonarli”.

Più attenzione alle giovani generazioni la richiesta di Marisa Vannini, dell’associazione “Emilia Romagna” del Venezuela. “I nostri ragazzi sono sempre ricevuti in Italia con sospetto, - afferma -poca simpatia e poca accoglienza, come se non fossero italiani”. “Vorrei che si incrementassero gli scambi culturali tra i due Paesi – conclude Gabriela Marcacci, dell’associazione che raduna gli abruzzesi in Venezuela. – Pochi giovani hanno l’opportunità di visitare l’Italia mentre io vorrei che fossero i cuochi e gli artisti del Belpaese a venire in Venezuela per illustrare la cultura italiana a tuttotondo”. (Inform)

No hay comentarios.:

Publicar un comentario

COMENTA LA NOTICIA AQUÍ...ES FÁCIL!