Avrei preferito non replicare alla campagna denigratoria nei miei confronti da un articolo pubblicato dalla pagina web Abruzzo24oretv e firmata dal suo editore, circa il mio alterco con un funzionario del Consolato d’Italia in Maracaibo, il Sr. Daniele Pedone, ma dopo aver ricevuto da ogni parte messaggi di solidarietá e stima, mi vedo in obbligo di farlo.
Sono un veterano dell’emigrazione italiana, giunto in Venezuela nel 1955. Ho dedicato disinteressatamente gran parte della mia vita alla tutela dei diritti della collettivitá italiana qui residente. Sempre mi sono battuto per le giuste rivendicazioni dell’italiano all’estero e oggi continuo a farlo come vicepresidente del Comites (sono stato il terzo piú votato nella circoscrizione) e proprio per tutelare la nostra comunitá, durante una seduta, presente anche il dirigente scolastico del Consolato Vincenzo Spezza, che non si sa cosa abbia riferito in Consolato, ho riportato le costanti lamentele dei connazionali riguardo al trattamento agli utenti del Consolato, spiegando che negli Uffici ci sono alcuni elementi di disturbo che causano nervosismo tra gli impiegati e di questo ne risentono i connazionali che si recano allo sportello. Non solo. Sempre leale ai miei principi, ho dovuto purtroppo porre reclamo riguardo il funzionamento del Comites ed ho chiesto informazione sull’esito del controllo effettuato dal Consolato che ha accusato delle incongruenze nei bilanci. Il giorno successivo, chiamando il Console per intervenire a favore di un corregionale in stato di bisogno, la mia telefonata veniva intercettata dal funzionario in questione (Daniele Pedone, che si é sentito chiamato in causa) e senza mezzi termini mi rivolgeva una serie di pesanti offese personali senza darmi opportunitá di replica. Di questo esiste un mio esposto di denuncia per il suo comportamento presso il Consolato, Ambasciata, Cgie e MAE, di cui attendo ancora risposta. Dopo alcune settimane, incontrandomi a tu per tu con il Sig. Pedone nella Casa d’Italia, dopo avermi rivolto un gesto provocatorio, mi sono avvicinato chiedendogli spiegazioni delle sue offese telefoniche nei miei riguardi in veste di vicepresidente del Comites. É completamente falso ció che afferma l’individuo, e cioé che io lo abbia colpito: io non l’ho nemmeno sfiorato. Intanto, un figlio del presidente della Casa d’Italia (che é anche presidente del Comites), mi ha afferrato con veemenza al petto allontanandomi dalla scena. Non contento, il Sig. Pedone ha sporto denuncia per aggressione contro la mia persona presso la Casa d’Italia. Di lí la mia sospensione che, tra l’altro, presenta chiare irregolaritá nella procedura della decisione oltre che forti conflitti di interesse di tenore famigliare, sociale e politico, (é giá cominciata la campagna elettorale per il rinnovo del Comites) totalmente arbitraria e priva di fondamento. Di questo si stanno incaricando i miei legali.
Nella Foto da sinistra a destra Mario Marrone e Gianfranco Di Giacomoantonio
Ora, non soddisfatto, l’editore pubblica una lettera inviatagli dal funzionario per mezzo di un amico anonimo ( e sappiamo chi é), con tutta una serie di false accuse e tra l’altro pieno di inesattezze. Il fatto non accadeva alle 23.00, bensí all' 1.00; non era presente il Console; io non sono cittadino italo-venezuelano, bensí italiano; il figlio del Presidente della Casa d'Italia e del Comites, é intervenuto veementemente senza motivo per sua spontanea volontá; le grida da parte mia, non esistono, visto che si ammette che sono rauco, non per raffreddore ma per una cordectomia.
Ho taciuto finora perché non é mio stile alimentare polemiche, ma mi vedo costretto a farlo, visto che l’editore é molto interessato ad andare a fondo nella questione per creare ancora zizzanie come di sua abitudine.
Vorrei domandare al giornalista, cosa c'entra il titolo di Federazione di Associazioni Abruzzesi in Venezuela in questa vicenda? É risaputo che da un anno e qualche mese della mia presidenza le cose sono cambiate per il bene e non per il male della comunitá. Abbiamo tagliato i vizi e le persone che li alimentavano. Questo fa male, lo so, per chi ci marciava e l’editore in questione é abituato a fare informazione con compromessi. In quanto agli abruzzesi non basta il successo della raccolta dei fondi per i terremotati dell'Aquila, che la sola Federazione ha raccolto tanto quanto altre quattro organizzazioni messe insieme? Ha fatto molto male l'ultimo successo della Prima Settimana Abruzzese, organizzata dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi, alla cui cena con la presentazione della Prima Miss Abruzzo in Venezuela l’editore ha assistito assieme alla sua accompagnatrice ed a un suo amico senza accreditarsi come giornalista usufruendo dell'ingresso e della cena gratuitamente? A chi non é piaciuto che sotto la mia presidenza, la Federazione abbia ripreso vita e importanza, dopo averla portata da due a dieci associazioni in tutto il territorio nazionale, con 4.251 iscritti? Certamente ad alcuni. Lo dimostrano i frequenti attacchi alla mia persona da parte sua e di altra stampa faziosa. La sua intenzione di danneggiarmi sia in Abruzzo che in Venezuela e nel resto del mondo é chiara, visto che la notizia l'ha spedita a tutte le agenzie di stampa italiana all'estero, alla stampa e televisioni abruzzesi, persino alla Carispaq dell'Aquila, oltre che averla inviata via e-mail a indirizzi privati di cui solo qualche rappresentante della comunitá italiana in Venezuela ne é in possesso e so bene chi sia. Con quale morale, dunque, l’editore viene a fare la predica sull'onestá del mio comportamento? Non é stata colpa mia, Sig. editore, bensí del Comitato Organizzatore della Settimana Abruzzese a non accettare il suo preventivo milionario per l'allestimento ed organizzazione dell’evento a Suo unico ed esclusivo profitto...
La comunitá abruzzese é piú unita che mai e ha dimostrato la sua coesione recentemente nella raccolta dei fondi a favore dei terremotati d’Abruzzo. Per quanto riguarda la legalitá dell’elezione dei delegati del CRAM, rappresentanti della Federazione Abruzzese, invito l’editore e chiunque altro abbia dei dubbi, a dirigersi all’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo per esatte informazioni. Sfortunatamente per Lei, dopo la pubblicazione dei suoi articoli, ho avuto la conferma della stima e fiducia che le autoritá regionali in Patria e all'estero hanno dimostrato a me ed alla mia famiglia, cosí come le Associazioni Abruzzesi ed amici e conoscenti in genere. "Il Margiotta" infatti é conosciuto per la sua rettitudine ed il suo impegno a favore della comunitá italiana in Venezuela e per l'unione e fratellanza degli abruzzesi.
Cosa ha fatto Lei, Sig. editore, in Venezuela, oltre che vivere alle spalle della comunitá italiana e in particolare quella abruzzese?
Per concludere: La mia condotta di vita é a portata di tutti e posso camminare a testa alta. Tutto é accaduto per attuare in giustizia. Se il motivo della mia sospensione da un club privato é quello di aver tutelato la collettivitá italiana, tornerei a farlo e invece di cinque mesi, mi prenderei volentieri anche un anno.
Giovanni Margiotta
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