(VICE-PRESIDENTE DEL COMITES DI MARACAIBO) ALLE AUTORITÁ IN ITALIA: "GLI ITALIANI DEL VENEZUELA SONO A RISCHIO COSTANTE DI SEQUESTRO "
“Il sequestro nell'occidente del Paese è diventata una professione di grande rendimento economico”
MARACAIBO - Ormai siamo davvero in emergenza! In Venezuela si esce di casa la mattina senza sapere se si torna a casa la sera. Si lavora, si cerca di svolgere una vita normale, ma siamo consapevoli che prima o poi potrà toccare a chiunque di noi. Chiunque abbia una grande, media o piccola impresa privata, é nel mirino dei sequestratori. L'industria del sequestro è in pieno auge, al punto di rapire nella stessa giornata ben quattro persone, una delle quali è una bimba di 12 anni.
Attualmente sono tre gli italiani che nel giro di due settimane sono stati sequestrati e di loro non si ha notizia. Una donna di 34 anni, di origine siciliana, Farruggio, un pescarese di 43 anni, Luigi Rossi, l'ultimo della serie, il giovane ingegnere di 24 anni, Juan Carlos Gallina, di origine pugliese.
Quest'ultimo fa parte di una grande famiglia di imprenditori friulani, titolari di una grande catena di supermercati e di imprese di costruzioni edili, già colpita in passato da un altro sequestro per la cui liberazione ha pagato un'ingente somma di denaro. Il veicolo su cui viaggiava il Gallina, mentre si recava a vistare la fidanzata in una zona centrica della città di Maracaibo e in pieno giorno, é stato trovato con il finestrino rotto e sangue sui sedili. Ciò significa che il giovane ha offerto resistenza e pur ferito, i malviventi se lo son portato via.
La situazione é drammatica. Ormai l'obbiettivo principale siamo noi, italiani, quelli che hanno tanto lottato fin dai tempi della prima emigrazione per acquistare un certo grado di stabilitá economica, il vero motore di questo paese, propulsore di mille attività e datore di centinaia di migliaia di posti lavoro.
Il sequestro nell'occidente del Paese è diventata una professione di grande rendimento economico. Siamo in pieno far west. E gli italiani del Venezuela, particolarmente di Maracaibo, aspettano pietosamente l'intervento diretto e deciso del nostro governo.
Abbiamo apprezzato la telefonata avuta dall'ex premier Prodi con il Presidente Chavez, chiedendo di intervenire nella liberazione della ex parlamentare colombiana Ingrid Betancourt.
Anche il ministro D'Alema si era rivolto al presidente venezuelano per chiedere il suo intervento presso le FARC.
Richiesta consolidata dal presidente della Camera dei Deputati Bertinotti durante la sua visita a Caracas. Lo stesso Bertinotti doveva incontrare i rappresentanti della collettivitá italiana, che avrebbero voluto raccontargli di persona la difficile situazione dei sequestri che si vive in Venezuela. Purtroppo, per mancanza di tempo, l'incontro in agenda veniva cancellato.
Non ci resta che sperare che il parlamentare, accanto al suo interessamento per la Sra. Betancourt, abbia espresso al Presidente Chavez anche la sua preoccupazione per i connazionali italiani colpiti dalla stessa sorte.
Scrivo come presidente dell'Associazione Abruzzese dello Stato Zulia, nonché vicepresidente del Comites della circoscrizione di Maracaibo e come direttore dell'ITALO, per lanciare un SOS alle nostre autorità in Italia, affinché prendano coscienza una volta per tutte che gli italiani del Venezuela e particolarmente nell'occidente del Paese al confine con la Colombia, si trovano in una situazione di costante pericolo di sequestro e vivono quindi momenti di ansia ed angoscia.
Il Comites di Maracaibo, così come la nostra Associazione sono in costante contatto con le autorità italiane nel Paese e con quelle locali. Si sono incontrati personalmente con il sindaco della Città Giancarlo Di Martino, il quale si ha promesso di impegnarsi a fondo per la cattura delle bande malavitose. Frequenti gli incontri con i funzionari Anti Sequestro presso l'ambasciata di Caracas. Sappiamo che stanno svolgendo un ottimo lavoro, offrendo la loro consulenza alle forze di polizia nelle indagini ed alle famiglie dei rapiti, ma evidentemente non é sufficiente.
I governi cambiano, ma le istituzioni restano. Ci auguriamo che l'Italia intervenga in questa situazione che é diventata drammatica.
MARACAIBO - Ormai siamo davvero in emergenza! In Venezuela si esce di casa la mattina senza sapere se si torna a casa la sera. Si lavora, si cerca di svolgere una vita normale, ma siamo consapevoli che prima o poi potrà toccare a chiunque di noi. Chiunque abbia una grande, media o piccola impresa privata, é nel mirino dei sequestratori. L'industria del sequestro è in pieno auge, al punto di rapire nella stessa giornata ben quattro persone, una delle quali è una bimba di 12 anni.
Attualmente sono tre gli italiani che nel giro di due settimane sono stati sequestrati e di loro non si ha notizia. Una donna di 34 anni, di origine siciliana, Farruggio, un pescarese di 43 anni, Luigi Rossi, l'ultimo della serie, il giovane ingegnere di 24 anni, Juan Carlos Gallina, di origine pugliese.
Quest'ultimo fa parte di una grande famiglia di imprenditori friulani, titolari di una grande catena di supermercati e di imprese di costruzioni edili, già colpita in passato da un altro sequestro per la cui liberazione ha pagato un'ingente somma di denaro. Il veicolo su cui viaggiava il Gallina, mentre si recava a vistare la fidanzata in una zona centrica della città di Maracaibo e in pieno giorno, é stato trovato con il finestrino rotto e sangue sui sedili. Ciò significa che il giovane ha offerto resistenza e pur ferito, i malviventi se lo son portato via.
La situazione é drammatica. Ormai l'obbiettivo principale siamo noi, italiani, quelli che hanno tanto lottato fin dai tempi della prima emigrazione per acquistare un certo grado di stabilitá economica, il vero motore di questo paese, propulsore di mille attività e datore di centinaia di migliaia di posti lavoro.
Il sequestro nell'occidente del Paese è diventata una professione di grande rendimento economico. Siamo in pieno far west. E gli italiani del Venezuela, particolarmente di Maracaibo, aspettano pietosamente l'intervento diretto e deciso del nostro governo.
Abbiamo apprezzato la telefonata avuta dall'ex premier Prodi con il Presidente Chavez, chiedendo di intervenire nella liberazione della ex parlamentare colombiana Ingrid Betancourt.
Anche il ministro D'Alema si era rivolto al presidente venezuelano per chiedere il suo intervento presso le FARC.
Richiesta consolidata dal presidente della Camera dei Deputati Bertinotti durante la sua visita a Caracas. Lo stesso Bertinotti doveva incontrare i rappresentanti della collettivitá italiana, che avrebbero voluto raccontargli di persona la difficile situazione dei sequestri che si vive in Venezuela. Purtroppo, per mancanza di tempo, l'incontro in agenda veniva cancellato.
Non ci resta che sperare che il parlamentare, accanto al suo interessamento per la Sra. Betancourt, abbia espresso al Presidente Chavez anche la sua preoccupazione per i connazionali italiani colpiti dalla stessa sorte.
Scrivo come presidente dell'Associazione Abruzzese dello Stato Zulia, nonché vicepresidente del Comites della circoscrizione di Maracaibo e come direttore dell'ITALO, per lanciare un SOS alle nostre autorità in Italia, affinché prendano coscienza una volta per tutte che gli italiani del Venezuela e particolarmente nell'occidente del Paese al confine con la Colombia, si trovano in una situazione di costante pericolo di sequestro e vivono quindi momenti di ansia ed angoscia.
Il Comites di Maracaibo, così come la nostra Associazione sono in costante contatto con le autorità italiane nel Paese e con quelle locali. Si sono incontrati personalmente con il sindaco della Città Giancarlo Di Martino, il quale si ha promesso di impegnarsi a fondo per la cattura delle bande malavitose. Frequenti gli incontri con i funzionari Anti Sequestro presso l'ambasciata di Caracas. Sappiamo che stanno svolgendo un ottimo lavoro, offrendo la loro consulenza alle forze di polizia nelle indagini ed alle famiglie dei rapiti, ma evidentemente non é sufficiente.
I governi cambiano, ma le istituzioni restano. Ci auguriamo che l'Italia intervenga in questa situazione che é diventata drammatica.
(Giovanni Margiotta - L'ITALO)
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