Il sottosegretario agli Esteri in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero».
26.08.2008 17:08:56
Tagli di bilancio, riduzione dei consolati, Conferenza dei giovani italiani nel mondo. Ma anche riconoscimento della cittadinanza, sostegno ai più deboli e riforma di Cgie e Comites. Il sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica parla di questi temi in un'intervista rilasciata al «Messaggero di sant'Antonio edizione italiana per l'estero», nel numero di settembre.
"E' finita con l'elezione di 18 parlamentari della Circoscrizione estero nel 2008 - afferma Mantica - un'epoca che considero anche eroica di costruzione della comunità, delle sue organizzazioni, del riconoscimento delle sue associazioni, dei sistemi di rappresentanza. Oggi c'è un clima politico diverso, c'è la possibilità di lavorare per cinque anni. Ma abbiamo anche il dovere di immaginare che cosa sarà questa comunità italiana tra vent'anni, e quindi di pensare a cosa fare per mantenere vivo il senso d'appartenenza di cittadini italiani di seconda e terza generazione che, più che cittadini italiani, sono cittadini d'origine italiana".
Riguardo alla prossima Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero, in programma a dicembre Mantica afferma che "innanzitutto chiederemo provocatoriamente a questi giovani che cosa significhi essere italiani nel mondo nel 2020-2025. Io mi aspetto risposte fuori dalle consuetudini, dalle logiche dei patronati e dei sindacati, per capire davvero cosa siano l'identità nazionale e quella culturale; cosa voglia dire essere una comunità nazionale. Ci sono molti cittadini che hanno il passaporto italiano, e che sono, a tutti gli effetti, cittadini italiani, ma che non conoscono nemmeno la nostra lingua".
Poi il sottosegretario parla della rete consolare: la questione, dice "è stata affrontata con il presidente del Comitato degli italiani all'estero alla Camera, l'onorevole Zacchera, e con il senatore Micheloni che fa parte dell'opposizione. I servizi consolari che rende l'Italia nel mondo sono unici. Se vogliamo continuare con i «municipi italiani nel mondo» parliamone, e allora dimensioneremo una rete consolare. Se vogliamo immaginare i consolati come quelli britannici o francesi, forse dovremmo affrontare una ristrutturazione diversa. Se un consolato deve gestire 48 mila persone come in Argentina, evidentemente è una cosa diversa da un consolato oppure è un consolato di tipo particolare. La rete consolare è nata e si è sviluppata sull'onda dei flussi migratori degli italiani all'estero. Oggi credo sia importante domandarsi se quel tipo di rete risponda alle esigenze o se, in futuro, occorra pensare a cose diverse. E, poi, in un mondo nel quale si opera con carte di credito, internet, ecc. mi domando se per rinnovare un documento amministrativo ci sia bisogno di un console, di un impiegato, di una sede oppure, più semplicemente, di uno sportello. Parliamo pure di «consolato digitale»: c'è un esperimento in corso a Dublino. Vediamo come funziona. Lo dovremo trasferire a Chambéry per verificare come funziona in una piccola realtà. Certo che se non si vuole cambiare nulla, avremo di fronte un futuro molto difficile.
Infine, interrogato su cosa significhi parlare oggi di "italianità nel mondo", Mantica risponde che " significa amare il nostro Paese. Significa amarne la cultura, la lingua, i valori, la Costituzione. Questo mi pare il motivo per cui vale la pena di stare assieme e di essere orgogliosi di appartenere a questa comunità esaltandone, in tutti gli aspetti - anche da parte del Governo italiano - le sue specificità. Altrimenti, se è solo un atto amministrativo, è difficile poterne discutere".
Gli Ostelli per la Gioventù sono nati in Germania nel 1909 per permettere anche ai giovani con limitate possibilità economiche di praticare turismo culturale. Fu infatti un maestro, Richard Shirmann, ad impiegare le aule delle scuole, inutilizzate durante le vacanze, come allegre e confortevoli camerate. Certo, di tempo ne è passato da allora! E gli Ostelli per la Gioventù si sono adattati alle crescenti esigenze dei giovani che desiderano muoversi in totale libertà e sicurezza. Tuttavia gli scopi e gli ideali degli Ostelli non sono cambiati: permettere ai giovani di razze e culture diverse di incontrarsi e conoscersi in un ambiente sano e privo di qualsiasi discriminazione. Cosa ti viene chiesto in cambio? Crediamo poco, molto poco. Per apprezzare tutti i vantaggi che un Ostello ti può offrire devi diventare Socio. Infatti le oltre 5.000 strutture che le Associazioni del mondo mettono a disposizione dei giovani, sono riservate esclusivamente agli associati. Solo così potrai usufruire della catena di alberghi più esclusiva del mondo! Ma non solo. Diventare Socio dell'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ti permette di ottenere decine e decine di agevolazioni che ti faranno recuperare in brevissimo tempo il costo di adesione all'AIG. Ma chi può diventare Socio? Tutti! Non esistono limiti di età e per i più piccoli c'è lapossibilità di frequentare gli Ostelli con i propri genitori. Ma perchè un'Associazione a condurre gli Ostelli? Perché per esempio: un organismo come l'AIG, fondato nel 1945 e riconosciuto come ente morale, assistenziale e culturale senza fini di lucro, ti offre tutte le garanzie di economicità e sicurezza che nessun altro ti può dare. Con la tua tessera AIG in tasca, sarai quindi certo di trovare un punto di riferimento sicuro in tutto il mondo, e godere in piena tranquillità del fascino che solo gli Ostelli ti possono offrire. Come quelli ospitati in sperdute fattorie in Irlanda, antichi colleges in Inghilterra, villaggi di paglia in Kenya, velieri ancorati nel Mare del Nord, carrozze ferroviarie in Australia o addirittura sugli alberi negli USA. Ma anche gli Ostelli italiani sono tra i più suggestivi e vari: romantiche ville rinascimentali, fantastiche fortezze ed antichi manieri, affascinanti costruzioni d'epoca e modernissimi edifici. E dovunque andrai ti basterà dire «Youth Hostel» e sarai riconosciuto come uno dei sette milioni di amici che ogni giorno girano il mondo per conoscere e per conoscersi.
Sydney - Il mantenimento e la diffusione della lingua italiana in Australia, l'imminente conferenza mondiale dei giovani e i problemi degli anziani sono stati i temi centrali della riunione del Comitato dei presidenti Comites Australia tenutasi presso il Coasit NSW lo scorso 9 agosto.
Latinoamerica ma non in Italia, dove nel genere vantiamo già molti esemplari. E' simile, in qualche modo, pure l'impianto del testo, una dedica appassionata: «..A la primera persona que me ayude a sentir otra vez/Pienso entregarle mi vida, pienso entregarle mi fe..», canta Sanz, mentre Lorenzo fa «A te che sei l'unica al mondo/L'unica ragione per arrivare fino in fondo..».
Lorenzo, strappato a una breve vacanza dall'antipatica accusa, si è fatto vivo ieri: «Mi avevano segnalato da tempo questa canzone di Sanz, dicendo che assomiglia alla mia "A te": una canzone che ho scritto di getto, come succede spesso alle canzoni che poi arrivano al cuore della gente». Ammette di aver seguito «un'armonia presente in tante canzoni (è un giro armonico che dicono abbia inventato Bach)». Si inquieta: «Mi dispiace che qualcuno possa pensare che l'ispirazione melodica non sia genuina, perché per me la nascita di questa canzone è stato un vero e proprio momento magico per il quale non finisco mai di provare un senso di gratitudine». Esclude: «Quando sono andato a sentire la canzone di Sanz, mi è sembrata proprio un'altra storia».



