13 de octubre de 2008

Venezuela, odissea verdeoro Dunga: "Un complotto"

 

Il Brasile che a San Cristobal ha vinto 4-0 accolto da fischi, insulti e relegato in una catapecchia senza poter dormire. Il tecnico: "In questo paese non funziona niente". E dopo gli improvvisi malori di 4 giocatori qualcuno pensa anche a un avvelenamento...

I tifosi venezuelani hanno fischiato l'inno brasiliano e costretto gli ospiti a toglieer gli striscioni. Afp

SAN CRISTOBAL (Venezuela), 13 ottobre 2008 - Sul campo il Brasile "italiano" dei vari Kakà, Adriano e Juan ha passeggiato ieri a San Cristobal contro il Venezuela e ha chiuso con un perentorio 4-0. Fuori dal campo, però, la vita dei verdeoro non è stata affatto facile. Dal viaggio "terribile" per arrivare nella cittadina venezuelana, all'albergo catapecchia, ai fischi per l'inno fino ad arrivare alle gravi accuse di "complotto" da parte del c.t. verdeoro Dunga.

OSTILITA' - I brasiliani sono stati accolti da un ambiente violento e fortemente ostile. Fischi, insulti e offese hanno caratterizzato tutte le 24 ore di permanenza nel paese di Chavez: l'inno nazionale è stato fischiato da 40 mila venezuelani, i pochi tifosi ospiti presenti sono stati costretti con la forza a togliere magliette e ad ammainare le loro bandiere e un reporter brasiliano è stato picchiato dalla Guarda Nacional Venezuelana mentre cercava di intervistare i giocatori durante l'intervallo.

COMPLOTTO - Come se non bastasse, l'improvviso malore che ha colpito ben 4 giocatori brasiliani (Maicon, Lucio, Elano, Gilberto Silva) durante la partita, ha fatto gridare al complotto: secondo la federazione brasiliana (Cbf), ai giocatori sarebbero stati serviti cibi scaduti o andati a male, e aleggia l'idea che possa essere stata una mossa studiata a tavolino dagli avversari per mettere k.o. i penta-campioni.

DUNGA - "In questo paese non funziona niente - ha dichiarato Dunga in un'intervista -. Abbiamo sempre mostrato rispetto per tutte le squadre, e chiediamo di essere rispettati", ha aggiunto l'allenatore della Seleçao, raccontando che durante tutta la notte prima della gara, automobili e motociclette sono sfrecciate sotto l'hotel dove alloggiava la squadra, cercando di disturbare il sonno dei giocatori, con la complicità dei dipendenti dell'albergo.

KAKA' - Anche per Kakà "è mancato il rispetto. Ma se continuiamo a giocare come abbiamo fatto qui, sarà difficile battere il Brasile". C'è curiosità e un pò di timore a questo punto per la partita di ritorno che si giocherà a fine anno in Brasile: come saranno accolti giocatori e tifosi venezuelani?

gasport

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