(Egidio sidoti) Capita spesso di trovarsi in situazioni in cui è importante trovare le parole giuste, apparire brillanti o voler fare colpo su una persona. Di conseguenza altrettanto spesso ci capita di dire la frase sbagliata o fare brutte figure.
La comunicazione interpersonale sembra qualcosa di semplice e lineare, come la comunicazione di tutti i giorni, ma in realtà nasconde una struttura molto complessa.
È assodato che è impossibile non comunicare. L'uomo non è un essere isolato, ma comunica anche quando rimane in silenzio, perchè anche un comportamento è un messaggio che viene trasmesso.
Così avviene anche fra gli animali, ad esempio alcuni insetti volando trasmettono informazioni e di conseguenza comunicano fra loro attraverso un codice ben preciso di movimenti.
La comunicazione per l'essere umano non rappresenta solo un trasferimento di informazioni, un messaggio decifrabile trasmesso per relazionarsi con gli altri, ma esprime anche un’identità personale e la rete di relazioni in cui è coinvolto.
In poche parole una identificazione di se stessi e del proprio animo. Ne consegue che ogni comportamento non nasce isolato, ma è legato ad un altro in una relazione circolare, una sorta di risposta ad un altro atteggiamento comunicativo legato al primo da una relazione circolare e reciproca.
I mezzi attraverso cui comunichiamo non si riassumono nel solo linguaggio, ma anche nel tono della voce e suo ritmo e nel canale non verbale o meglio conosciuto come linguaggio del corpo.
Talvolta si manifestano alcune forme di comunicazione caratterizzata da equivoci, ambiguità e malintesi, quando i diversi mezzi di comunicazione mandano messaggi incongruenti, ossia con le parole si dice una cosa e con gli occhi se ne trasmette un'altra.
Ma si può comunicare anche attraverso il silenzio? Il silenzio è una comunicazione con assenza di parole e può essere inteso come un modo strategico di comunicare, questo ovviamente in base alle varie situazioni e alla cultura di riferimento.
Non è da escludere che esso spesso rimane ambiguo. Le funzioni del silenzio possono essere riassunte come segue:
- silenzio riflessivo: si sta in silenzio per riflettere e raccogliere le idee;
- silenzio difensivo: si evita di parlare per non aggravare un problema di relazione e riprendere la discussione in un latro momento;
- silenzio attacco: in questo caso si utilizza il silenzio come arma nei confronti dell'interlocutore per indurre dei sensi di colpa, in quanto la sua figura viene percepita come avversaria.
Diventa come una sorta di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e con le 'giuste parole e atteggiamenti".
La comunicazione interpersonale sembra qualcosa di semplice e lineare, come la comunicazione di tutti i giorni, ma in realtà nasconde una struttura molto complessa.
È assodato che è impossibile non comunicare. L'uomo non è un essere isolato, ma comunica anche quando rimane in silenzio, perchè anche un comportamento è un messaggio che viene trasmesso.
Così avviene anche fra gli animali, ad esempio alcuni insetti volando trasmettono informazioni e di conseguenza comunicano fra loro attraverso un codice ben preciso di movimenti.
La comunicazione per l'essere umano non rappresenta solo un trasferimento di informazioni, un messaggio decifrabile trasmesso per relazionarsi con gli altri, ma esprime anche un’identità personale e la rete di relazioni in cui è coinvolto.
In poche parole una identificazione di se stessi e del proprio animo. Ne consegue che ogni comportamento non nasce isolato, ma è legato ad un altro in una relazione circolare, una sorta di risposta ad un altro atteggiamento comunicativo legato al primo da una relazione circolare e reciproca.
I mezzi attraverso cui comunichiamo non si riassumono nel solo linguaggio, ma anche nel tono della voce e suo ritmo e nel canale non verbale o meglio conosciuto come linguaggio del corpo.
Talvolta si manifestano alcune forme di comunicazione caratterizzata da equivoci, ambiguità e malintesi, quando i diversi mezzi di comunicazione mandano messaggi incongruenti, ossia con le parole si dice una cosa e con gli occhi se ne trasmette un'altra.
Ma si può comunicare anche attraverso il silenzio? Il silenzio è una comunicazione con assenza di parole e può essere inteso come un modo strategico di comunicare, questo ovviamente in base alle varie situazioni e alla cultura di riferimento.
Non è da escludere che esso spesso rimane ambiguo. Le funzioni del silenzio possono essere riassunte come segue:
- silenzio riflessivo: si sta in silenzio per riflettere e raccogliere le idee;
- silenzio difensivo: si evita di parlare per non aggravare un problema di relazione e riprendere la discussione in un latro momento;
- silenzio attacco: in questo caso si utilizza il silenzio come arma nei confronti dell'interlocutore per indurre dei sensi di colpa, in quanto la sua figura viene percepita come avversaria.
Il segreto della comunicazione sta nell'usare il mezzo di comunicazione giusto nella situazione giusta e con l'interlocutore giusto.
Diventa come una sorta di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e con le 'giuste parole e atteggiamenti".
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