Gli esperti li chiamano vulcanetti, ma non hanno niente a che fare con lava e lapilli. Comparsi negli orti dopo la scossa del 6: ribollivano acqua e fango con la terra liquefatta è fuoriuscita dalle crepe. Il fenomeno legato al sisma, che a memoria d’uomo nessuno ricorda di avere mai visto in Abruzzo, sta facendo discutere. Il geologo: «Evitare allarmismi».
VITTORITO. Gli esperti li chiamano vulcanetti, ma non hanno niente a che fare con lava e lapilli. Quattro, cinque piccoli crateri si sono aperti negli orti della Valle Peligna, a Vittorito, dopo il violento terremoto del 6 aprile. La terra liquefatta è fuoriuscita dalle crepe. Il fenomeno legato al sisma, che a memoria d'uomo nessuno ricorda di avere mai visto, sta facendo discutere anche i geologi. Tanto che la Regione ha inviato in zona i propri studiosi.
TERRA POLVERIZZATA. Dei vulcanetti, a più di tre settimane dal violento evento sismico, restano soltanto delle tracce nelle campagne di Vittorito. Terra quasi polverizzata, di un colore decisamente più chiaro rispetto a quella circostante.
ESPLOSIONI E BOLLE. Ma gli agricoltori del posto raccontano di strane esplosioni di bolle dal terreno. Fango liquefatto che fuoriusciva dai crateri di queste montagnole. Tutto è accaduto tra lunedì 6 e martedì 7, dopo il terremoto che ha colpito l'Aquilano ed è stato nettamente avvertito anche in Valle Peligna.
IL TESTIMONE. «Avete presente quando si forma un formicaio? Il terreno era rialzato e c'era una strana fanghiglia che usciva dal foro. Sembrava proprio un piccolo vulcano», racconta Mario Rinvenuto, agricoltore. Sul suo terreno si è aperta una delle spaccature. «Prima non era mai avvenuta una cosa del genere», prosegue Rinvenuto, «il fango ribolliva: chissà se questa polvere rimasta è nociva?».
ECCO LA ZONA. I quattro, cinque vulcanetti sono comparsi in località Le Pietre di Vittorito, a circa 150 metri dal fiume Aterno (sulla sponda verso Corfinio). Nella zona si trovano numerosi orti. Proprio un contadino ha avvisato dell'accaduto il sindaco di Vittorito Carmine Giovannitti.
I SOPRALLUOGHI. Uno è stato compiuto anche dal tecnico del Comune Luigi Golini. «C'erano fessure nel suolo lunghe un metro», afferma Golini, «fuoriusciva acqua mista a terra. Ma non c'è niente di cui preoccuparsi». Nessun timore, come ribadiscono anche i geologi. Però lo strano fenomeno continua a fare discutere e a suscitare curiosità. I vulcanetti sono stati monitorati anche dalla Regione. Probabilmente del caso verrà informato l'Istituto nazione di geofisica e vulcanologia che in questi giorni continua a tenere sotto controllo le faglie dell'Aquilano.
GLI ALTRI FENOMENI. Quello che si è verificato in Valle Peligna segue i fenomeni registrati sulle sponde del lago Sinizzo a San Demetrio ne' Vestini, dove la terra si è spaccata, e sul monte Velino, dove si sono formate crepe a 2200 metri d'altezza.
LA SPIEGAZIONE. «Un fenomeno di questo genere non era mai accaduto in prossimità del fiume Aterno», interviene Paolo Di Giulio, geologo che per primo ha esaminato i vulcanetti della Valle Peligna, «ma si tratta di un fatto naturalissimo che avviene quando c'è un evento sismico di una certa entità. Non bisogna preoccuparsi e non bisogna pensare che il materiale fuoriuscito possa essere nocivo». Di Giulio dà una spiegazione sull'accaduto: «Lo strato di sabbia dell'alveo di un fiume», precisa, «subisce un processo di liquefazione a causa del terremoto, che deve essere molto violento. Le onde sismiche separano i granuli di sabbia: lo strato deve essere saturo e in falda aumenta la pressione interstiziale. Si possono formare avvallamenti del terreno o, come nel caso di Vittorito, i cosiddetti vulcanetti. In quest'ultimo caso il fenomeno si esaurisce in breve tempo. Ripeto, non debbono esserci allarmi. Sarebbe preoccupante solo se su un terreno del genere venisse realizzata un'abitazione».
«STATE TRANQUILLI». Il sindaco Giovannitti vuole tranquillizzare la popolazione. «Dopo la segnalazione sono stato personalmente a visionare il fenomeno nelle campagne di Vittorito», afferma, «da buon pescatore ho riconosciuto nel terriccio ciò che appartiene all'alveo fluviale. Non si sono sprigionati gas. Non dimentichiamo che la scossa ha mosso il territorio abruzzese di svariati centimetri e quindi può avere causato anche fenomeni atipici. L'episodio non va esasperato, ma sicuramente per tranquillizzare gli animi occorre una supervisione degli esperti. Purtroppo in questi giorni c'è stata parecchia emotività e qualcuno ha parlato dei vulcanetti anche in maniera impropria».
13 de mayo de 2009
Piccoli vulcani sorti dopo la scossa del terremoto in Abruzzo
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