CRISI DI GOVERNO/ BAFILE (PD): SENZA LA RIFORMA ELETTORALE IL DESTINO DELL’ITALIA È QUELLO DELLA INSTABILITÀ
ROMA\ aise\ - Ciò che è accaduto nei giorni scorsi – la ritirata di Mastella, Dini e dei loro senatori durante il voto di fiducia e la conseguente caduta del governo Prodi – "non si commenta". In pochi giorni il presidente della Repubblica, che domani concluderà le consultazioni, dovrà decidere le sorti del parlamento. E mentre ribalzano ipotesi e tira e molla tra "assi" governative ed elezioni anticipate, per l’on. Mariza Bafile "sarebbe più giusto avere un governo istituzionale che possa varare le riforme necessarie". Sarebbe un gesto di "amore" verso l’Italia, perché altrimenti, spiega, "finché un governo non farà le riforme, il destino del nostro Paese sarà di costante instabilità".Questo è ciò che la deputata del Pd eletta in Venezuela auspica. "Quello che prevedo invece sono le elezioni anticipate", confessa, convinta che "la strettoia in cui porta l’atteggiamento rigido di Berlusconi", che "va avanti non con il dialogo ma addirittura con le minacce, in un momento poi così delicato", lasci "un piccolissimo margine di movimento al presidente della Repubblica", rischiando di "perpetrare una situazione di instabilità che colpisce sia il centrodestra sia il centrosinistra".L’on. Bafile è amareggiata, di più "molto addolorata" poiché con la caduta del governo "viene interrotto un lavoro intenso che finalmente stava portando a dei risultati" e, aggiunge, "è troppo poco rispetto al lavoro che è stato svolto quello che si riesce a portare all’estero". La "frustrazione" è "grande", ribadisce la deputata italovenezuelana, poiché "se il governo fosse riuscito ad arrivare alla fine della legislatura anche per noi molte cose sarebbero approdate alla giusta sponda".Le questioni lasciate aperte in parlamento da Mariza Bafile sono molte, prima fra tutte quella dell’assegno di solidarietà per gli anziani indigenti. Le chiediamo se, alla luce di due anni di appassionata attività parlamentare, intende in un futuro più o meno prossimo ricandidarsi. "È una questione da dibattere all’interno del partito", precisa, ma "non vorrei lasciare il mio lavoro così, vorrei proseguire perché di cose ne ho avviate e non mi pare giusto dover abbandonare tutto dopo un impegno tanto forte". Per ciò che la riguarda, dunque, la deputata è "disponibile", anche se, ribadisce, questa eventualità "sarà da analizzare e discutere all’interno del partito o della colazione".Partito o coalizione, appunto. "Un’altra nota dolente", ammette anche se per l’on. Bafile quello del dibattito all’interno del Partito Democratico – tra chi annuncia che il partito andrà alle elezioni in solitaria e chi invece invoca l’allenza con le altre forze di sinistra – è in realtà un falso problema. "È ovvio che se si andrà avanti con questa legge elettorale probabilmente si dovrà ricostituire una colazione". Resta il fatto, però, che gran parte dei militanti nel Pd ritengono che il partito "deve presentare un suo programma e un suo progetto politico e di governo senza per questo escludere alleanze", su "una base certa", però, per evitare che si arrivi al Mastella di turno.
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