28 de julio de 2008

SILVANA MANGIONE: LA CONFERENZA GIOVANI ITALIANI NEL MONDO

 

NEW YORK - Il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini ha firmato il 18 luglio il decreto con cui indice la prima “Conferenza dei giovani italiani nel mondo”. Finalmente! – scrive Silvana Mangione dalla redazione di New York di Gente d’Italia quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia - Ci sono voluti quindici anni, da quando il CGIE ha chiesto per la prima volta la Conferenza dei Giovani nel 1993 e otto anni dal Convegno di Campobasso, tenuto in occasione della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo del 2000, ma ce l'abbiamo fatta. La premessa del provvedimento ministeriale elenca tutte le condizioni preesistenti, che consentono l'emanazione del decreto stesso: l'impegno di realizzazione della Conferenza, contenuto nella Finanziaria 2008, l'allocazione dei fondi nel Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 (ambedue approvati, nelle rispettive leggi n. 244 e 245, il 24 dicembre 2007), nonché l'assegnazione delle risorse finanziarie - che hanno subito un taglio del 50%, da 2 milioni allocati nel 2007 ad 1 milione di Euro per effetto del decreto taglia spese del 2008. La premessa contiene anche la ragione vera della convocazione dell'assise dei giovani: «l'esigenza espressa dalle comunità all'estero di coinvolgere il più ampio numero possibile di giovani italiani che vivono all'estero, consolidando il loro rapporto con l'Italia e la viva aspettativa espressa dai Comites e dal Consiglio Generale degli Italiani all'Estero affinché venga promossa tale iniziativa intesa a valorizzare la presenza dei giovani italiani nel Mondo».

Tutto ciò premesso, «informato il CGIE circa le iniziative che si intendono attuare», il Ministro emana il decreto per indire la Conferenza e definire la sua struttura organizzativa e relative spese. Il primo articolo del provvedimento è intitolato, appunto, “Convocazione e scopo della Conferenza” e recita: «È indetta la prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo, con lo scopo di individuare elementi e strumenti utili per definire una politica rivolta alla piena valorizzazione del patrimonio economico e culturale rappresentato dalle nuove generazioni degli italiani». L'Art. 2, intitolato: “Comitato Organizzatore”, stabilisce: «È istituito un Comitato Organizzatore della Conferenza, presieduto dal Sottosegretario di Stato agli affari esteri delegato per gli Italiani all'Estero», vale a dire il Sen. Alfredo Mantica e composto da un rappresentante ciascuno per: il Senato della Repubblica; la Camera dei deputati; i Ministeri della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca; Beni e Attività Culturali; Politiche per i Giovani; Rapporti con le Regioni; il Segretario Generale, i Vice Segretari Generali e il Presidente della VII Commissione tematica del CGIE “Nuove migrazioni e generazioni nuove”; il Presidente della Regione Lazio; il Sindaco di Roma; i Direttori Generali della Farnesina per gli Italiani all'Estero e per la Cooperazione Culturale; il Presidente della CNE; cinque rappresentanti delle Consulte regionali dell'emigrazione; e otto esperti sulle politiche giovanili, designati rispettivamente nella misura di sei dal MAE e di due dal CGIE. Trenta persone in totale, fra cui io stessa, dato che rivesto la carica di Vice Segretario Generale dei paesi anglofoni extraeuropei (Australia, Canada, Stati Uniti e Sud Africa).

La definizione dello scopo della Conferenza e la composizione del CO sono chiare indicazioni di come il Ministero degli Esteri - e con lui il Governo - vedono questa prima occasione di incontro formale. È molto interessante che nell'art. 1 il “patrimonio”, costituito dai giovani, viene definito prima “economico”, poi “culturale”, ma del Comitato Organizzatore non sono chiamati a far parte i Ministri dell'Economia e Finanze e dello Sviluppo Economico. Si dà, dunque, per scontato il fatto che le nuove generazioni sono pronte a soddisfare ambedue gli aspetti chiave del futuro rapporto dell'Italia con le collettività italiane all'estero. È importantissimo riconoscere che i giovani sono già portatori dei valori di una cultura nata all'ombra dell'Italia, ma cresciuta all'estero, con l'apporto delle realtà nelle quali i ragazzi sono nati o si sono integrati in un percorso che attiene ad un diverso modo di essere cittadini del mondo.

La Conferenza dovrà riuscire ad evidenziare che ambedue i flussi, l'economico ed il culturale, devono essere strade a due sensi, con un'andata ed un ritorno. Non si può continuare a sollecitare l'esclusiva proiezione dall'estero verso un'Italia che accetta soltanto i contributi alla propria economia, ma non ritiene di avere alcun bisogno di arricchimenti alla propria cultura. Questo starà prima di tutto al Comitato Organizzatore che, ai sensi dell'Art.1, comma 2: «delibera in merito alle iniziative necessarie per la realizzazione della Conferenza. In particolare, esso delibera in ordine ai temi che devono prioritariamente formare oggetto del dibattito, ai criteri per la scelta degli invitati, nonché sul regolamento della Conferenza». Speriamo che fra i rappresentanti delle Regioni venga scelto anche qualche componente dei Gruppi di Lavoro dei Giovani, istituiti da alcune Consulte. La preoccupazione che non si creasse un ricambio generazionale fra gli esponenti dell'emigrazione tradizionale ed i loro figli e nipoti ha infatti spinto molte Regioni lungimiranti a fare ottime operazioni  di contatto e coinvolgimento delle nuove forze all'estero.

Anche il CGIE arriva ben preparato all'appuntamento, perché ci sta lavorando da parecchi anni, prima con un'indagine approfondita, condotta da centri di ricerca specializzati, poi con la creazione di un'apposita Commissione tematica, quindi con la partecipazione dei giovani alle plenarie e alle riunioni continentali, infine con il rinunciare per due anni di seguito alla nostra terza assemblea annuale pur di realizzare le preconferenza nazionali, nella maggior parte delle quali - quelle spontanee, non pilotate dall'alto - i ragazzi si sono raccontati con grande semplicità, perché capissimo che hanno le idee molto chiare. Ci hanno detto cosa vogliono fare. Tutto ciò che hanno chiesto serve ad un unico scopo: far crescere la conoscenza dell'Italia, della sua lingua della sua cultura. Per questo si stanno mettendo in rete, con gli strumenti più avanzati, travalicando i confini nazionali. Sono certa che il Comitato Organizzatore della Conferenza avrà tutta la sensibilità necessaria a costruire da una parte una solida struttura logistica al loro servizio, dall'altra una leggerissima proposta di svolgimento dei lavori, all'interno della quale i giovani possano gestirsi in modo da poterci offrire, con le loro conclusioni, la ricchezza della loro visione del futuro. (Silvana Mangione*-Gente d’Italia/Inform)

* Vice segretario generale del CGIE peri Paesi anglofoni extraeuropei

 

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