10 de julio de 2008

INTERVISTA AL VICE PRESIDENTE DEL CENTRO ITALO DI MARGARITA

 

Intervista a Franco Farina, il vicepresidente del Centro Italo dell'isola: "Abbiamo un sogno: creare un resort, qui, per i soci dei Centri Italo di tutto il Venezuela"

Franco Farina è attualmente il vicepresidente del centro italo-venezolano di Margarita. Commerciante, sposato con quattro figli, è uno dei volti più noti dell’isola. La sua storia però parte da molto lontano.

- Arrivai in Venezuela il 1 giugno del 1971 – racconta -. E in me è vivo il ricordo dei festeggiamenti per la festa della liberazione celebrati il 2 giugno. Rimasi esterrefatto dal sentimento e dalla passione degli italiani verso la patria. Dopo un solo giorno capii quanto sia importante mantenere il senso di appartenenza verso la propria terra. Questi sentimenti oggi si rispecchiano nel ruolo che ho all’interno della giunta direttiva del centro italo e l’impegno profuso affinché anche le generazioni più giovani non dimentichino le loro origini.

Ma l’inizio non è stato semplice.

- Dopo aver fatto il servizio militare decisi di seguire mio padre in Venezuela – ricorda -. Con mio zio coltivava prodotti agricoli tipici dell’Italia: cavolfiori, carciofi, insalata; insomma, tutti prodotti che non esistevano in Venezuela. Per me l’ambientamento fu molto difficile: lasciare Maddaloni, cittadina nella provincia di Caserta per trasferirmi sulle Ande è stato un passaggio quasi traumatico.

L’impatto fu tremendo, ma Franco riesce ad ambientarsi e cambia lavoro.

- Dopo un po’ iniziai a lavorare per un’azienda italiana che esportava tele nel paese – prosegue -. Dopo due anni, questo lavoro mi portò a Margarita, dove conobbi la mia attuale moglie.

Racconta il suo passato con semplicità e con un’allegria tipica della gente del sud.

- Non avrei mai immaginato di sposarmi così velocemente – ci dice sorridendo -, ma è stata una delle scelte più belle della mia vita: mia moglie mi ha dato quattro figli e un matrimonio felice e sereno.

La realizzazione affettiva è un passo decisivo verso il totale ambientamento per un immigrato. Fu un incontro che diede a Franco l’opportunità di fondersi con l’isola.

- Fu la mia passione adolescenziale a farmi integrare sull’isola: il calcio – spiega -. Un incontro: Rafael Ezquivel (n.d.r. attuale presidente F.V.F.). E un progetto: sviluppare il calcio a Margarita. Partimmo da zero, iniziammo con partite amichevoli, ma velocemente creammo l’Associazione Calcio Margarita. Io mi occupavo del settore arbitrale e Rafael si occupava della parte organizzativa. Arrivai ad arbitrare i giochi nazionali nel 1982 a Maturin, unico arbitro nazionale dello stato di Nueva Esparta; lui, invece, è l’attuale membro FIFA del Venezuela.

Ma c’è un progetto che provoca in Franco grande orgoglio.

- La soddisfazione più grande – sottolinea - è sapere che proprio la FIFA ha un grande progetto per Margarita: una struttura dove verrà ad allenarsi la vinotinto e dove si effettueranno corsi di aggiornamento per allenatori e arbitri.

Una sorta di Coverciano che porterà altri benefici a Margarita che dimostra ulteriormente che ormai non è solo l’isola caraibica del Venezuela: si sta trasformando in un grande polo commerciale e finanziario.

- Vedere come Margarita si stia sviluppando in maniera così rapida è motivo di orgoglio, ma anche di responsabilità per il nostro centro italo – commenta -. La nuova giunta infatti non può che attestare questa crescita e far parte di questo sviluppo. Il nostro centro è uno dei più grandi del Venezuela, quindi abbiamo vasti spazi su cui investire. A disposizione dei soci vi sono attualmente la piscina, il bar e soprattutto i campi di calcio e di calcetto. Nonostante l’attività sportiva sia ben organizzata - è in corso un torneo a sedici squadre che vede coinvolti oltre 400 atleti - abbiamo altri progetti che stiamo sviluppando tra cui una palestra e la scuola italiana. Sono obiettivi, questi, fondamentali per dare un’ulteriore possibilità di svago ai nostri soci. Con la scuola vogliamo inviare un messaggio alla nostra comunità nell’isola: non possiamo e non dobbiamo dimenticare le nostre origini, la nostra lingua e la nostra cultura. È un dovere verso i nostri figli a cui non possiamo mancare.

Il centro italo di Margarita coltiva inoltre un sogno, un sogno per tutta la comunità italiana in Venezuela:

- Il nostro sogno è quello di realizzare un resort per i soci di tutti i centri italiani in Venezuela.

Idea magnifica: un resort per gli italiani sull’isola più bella del Venezuela. Un paradiso in un’oasi incontaminata e la possibilità di sfruttare le strutture sentendosi a casa. Chi non verrebbe a Margarita almeno una volta all’anno per staccare la spina e allontanarsi dalla routine quotidiana?

Gennaro Buonocore - 19/6/08//La Voce d´Italia

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