8 de abril de 2009

BERLUSCONI SGOMENTO,PEGGIO DI QUANTO PENSASSI

BERLUSCONI SGOMENTO,PEGGIO DI QUANTO PENSASSI

Sale ancora il numero dei morti provocati dal terremoto in Abruzzo. L'ultimo bilancio - dicono i carabinieri - è di 272 vittime, sei non ancora identificate; 16 sono bambini; e mentre la terra ancora trema (l'ultima scossa forte avvertita è stata alle 6,25) si continua a scavare, alla ricerca dei dispersi. Un migliaio sono i feriti; 28 mila i senza casa.


(dell'inviato Federico Garimberti)
L'AQUILA  - Attonito e sgomento fra le macerie di una "città fantasma". Silvio Berlusconi tocca con mano i drammi provocati dal terremoto in Abruzzo e, al termine di un lungo sopralluogo al centro dell'Aquila, riconosce che quanto ha visto è "molto peggio" di quanto aveva immaginato. Per il terzo giorno consecutivo, il presidente del Consiglio atterra con l'elicottero dell'aviazione militare al piccolo aeroporto a pochi chilometri dal centro del capoluogo abruzzese. Davanti ai giornalisti snocciola il nuovo tragico bilancio del terremoto: morti, feriti, sfollati. Poi, difende l'idea di costruire una 'new town' sottolineando però che il centro storico non sarà toccato. Propone di dividere la ricostruzione in 100 progetti da affidare alle province in modo che in caso di mancati risultati i responsabili siano sottoposti al pubblico ludibrio. Ma è contro il fenomeno dello sciacallaggio che il premier si scaglia annunciando, a fianco dei ministri Angelino Alfano (Giustizia) e Ignazio La Russa (Difesa), di voler varare nuove norme "molto più severe" contro chi si macchia di un "disvalore morale assoluto". Sono loro, aggiunge che impediscono alla gente di lasciare le case, anche a rischio della loro incolumità, per andare negli alberghi messi a disposizione dal governo sulla costa.
Ecco perché è sua intenzione dispiegare anche l'esercito per blindare la città e non permettere l'accesso a nessuno al di fuori dei soccorritori. Il Cavaliere, dopo aver annunciato di aver trovato 16 milioni di euro di fondi per ricostruire la Casa dello studente, si concede una battuta: "In questa emergenza ho battuto un altro record: non dormo da 44 ore, un buon risultato per uno come me che ha 35 anni", dice sostenendo che "anche in tragedie come queste bisogna saper sorridere". Ma l'ottimismo lascia il posto allo sgomento non appena raggiunge per la prima volta il cuore della città colpita dal terremoto. La prima tappa è proprio davanti alla Casa dello studente dove almeno una decina di ragazzi hanno perso la vita divenuta uno dei simboli della tragedia. Al presidente del Consiglio viene immediatamente dato un casco dei vigili del fuoco che lui indossa con disinvoltura, ascoltando con attenzione anche dettagli tecnici che gli vengono raccontati da Sergio Basti, direttore centrale per l'emergenza dei vigili del fuoco. Il funzionario lo informa che a pochi metri da li ieri sera alle 23 una ragazza è stata estratta viva e il premier si informa sul suo stato di salute. Chiede dettagli sulle crepe a forma di 'X' che secondo gli esperti, indicano le lesioni più gravi ai palazzi. A pochi metri di distanza l'incontro più toccante: è un'anziana signora che gli si avvicina e urlando dal dolore, gli chiede aiuto. "Non ho più nulla, nemmeno i denti", gli dice la donna prendendo le mani del premier. Lui cerca di farle coraggio dicendole che "l'Italia sta rispondendo" e che il governo "non lascerà indietro nessuno".
Prosegue il sopralluogo con accanto Alfano, il governatore Gianni Chiodi e il sottosegretario Paolo Bonaiuti. "La ricostruzione sarà lunga", osserva constatando i danni agli edifici ed in particolare a quelli storici. Si complimenta più volte con i soccorritori che "hanno rischiato la vita" e di cui "l'Italia deve essere orgogliosa". Quando arriva a piazza Duomo l'impatto è ancora più forte: "Sono stato qui per le elezioni; dobbiamo reagire a questa immane tragedia, purtroppo questa è diventata una città fantasma". Parla della difficoltà di ricostruire i palazzi più antichi, mentre per paesini intorno sarà più facile fare "piazza pulita" e "ricostruire tutto daccapo". Si tratta comunque di un lavoro "veramente improbo" e su cui nessuno può fare previsioni circa i tempi anche perché, aggiunge, "da genitore non porterei mai più la mia famiglia dentro una casa anche se gli esperti mi dicessero che si può riparare". La preoccupazione più grande, però, è che si evitino nuove vittime. Arrivato a corso Vittorio Emanuele, infatti, gli indicano un angolo di un palazzo pericolante. "Dite ai ragazzi che non sono pratici di stare attenti perché se arriva un'altra scossa viene giù tutto e ci dicono che ne verranno ancora", si sincera con i responsabili. Infine, dopo aver ribadito che tornerà ancora, riconosce che la situazione è "molto peggio di quanto si pensasse" e che dal sopralluogo in elicottero non si era reso conto di quanto la distruzione fosse "generale" ed indiscriminata.

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