28 de mayo de 2008

LIBERATO GIUSEPPE MAINOLFI e PAOLA DI OTTOBRE

 

Per entrambi sarebbe stato pagato il riscatto. "Stanno bene", riferisce la polizia; ma la donna, che era incinta, avrebbe perso il figlio. Il commissario Luna (CICPC) sul caso Mainfoli: “Sono stati criminali comuni, siamo sulle loro tracce”

CARACAS – Giuseppe Mainfoli e Paola Di Ottobre sono tornati in libertà. Fonti di polizia affermano che entrambi “stanno bene”; la donna, che era incinta di due mesi, avrebbe perso il figlio. In ambedue i casi sarebbe stato pagato il riscatto.

Mainfoli era stato rapito lo scorso 13 maggio, nel Trujillo. Ieri è stato liberato in località Los Venados; nel pomeriggio, i suoi carcerieri lo avrebbero abbandonato, legato e imbavagliato, in un punto dove attendeva un amico del rapito, che lo ha raccolto e portato in ospedale. A ieri, la polizia non aveva ancora interrogato Mainfoli, il quale – a quanto riferito dal commissario Luna del CICPC – è in buone condizioni di salute, a eccezione di un persistente mal di schiena. “Siamo convinti che responsabili del sequestro siano criminali comuni. Siamo sulle loro tracce” assicura Luna, secondo cui era solo questione di tempo prima che i sequestratori rilasciassero spontaneamente l’ostaggio a causa della pressione della polizia.

Pochissime le notizie sul caso di Paola Di Ottobre, la cui liberazione è invece avvenuta nella serata di martedì, nei pressi di Maracaibo, dove era stata rapita giovedì scorso da uomini armati che si erano introdotti nell’ambulatorio medico in cui la donna lavora. La Di Ottobre era incinta di due mesi; il suo sequestro ha seguito di una settimana quello che è stato il primo sequestro di una donna incinta, Yesenia Medina, che è ancora prigioniera. Il giorno seguente al rapimento Medina, i titoli dei giornali della capitale zuliana sottolineavano questa sorta di ultimo oltraggio perpetrato dalla virulenta criminalità venezolana; adesso, dopo la triste replica con la Di Ottobre, si è costretti a razionalizzare tali episodi: la criminalità, spiegano gli esperti, sta prendendo di mira come vittime dei sequestri i soggetti deboli – malati, bambini o, appunto, donne incinta – per creare una situazione di pressione ancora maggiore sui familiari delle vittime. Né la frequenza di questo flagello accenna a diminuire: è di ieri la notizia di altri due sequestri – il 42º e il 43º dall’inizio dell’anno – nello Zulia, vittime una donna di 47 anni e una ragazza di 19.

Ieri era a Maracaibo l’esperto antisequestro attualmente in forza all’ambasciata italiana in Venezuela, il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Scrima. Resta per lui ancora da seguire almeno un altro caso, quello di Giacomo Cunsolo, di cui non si hanno notizie dallo scorso marzo.

Enrico De Simone - 28/5/08//La Voce d´Italia

No hay comentarios.:

Publicar un comentario

COMENTA LA NOTICIA AQUÍ...ES FÁCIL!